Di Marco Tenuti (del 15/08/2008 @ 15:37:13, in MTB, linkato 1333 volte)
Mercoledì ho avuto il sommo piacere di pedalare col Lele, amico d'infanzia con cui ho fatto tutte le elementari alla mitica scuola di Coda di Alcenago, scuola che non esiste più da un bel pezzo.
L'appuntamento era previsto per le ore 14.30 alla gelateria Ciao in piazza Ederle a Grezzana, appuntamento a cui si doveva presentare anche il Righe, ma sappiamo tutti com'è andata. Partiamo di buona lena verso le 15.00, dove sono io a suggerire un percorso inedito, perché voglio dedicare la giornata alla sperimentazione.
Nè io nè il Pich abbiamo mai fatto la salita che da Mezzane di Sotto conduce a Mezzane di Sopra e che porta in Lessinia centrale, così decidiamo di non risalire la valle di Mezzane, ma di scavalcare su per Pian di Castagné e successivamente a Castagné, in modo da arrivare rapidamente a Villa di Mezzane. Ne approfittiamo insomma per testare subito la gamba e devo dire che anche la gamba del Pich c'è.
Scesi pertanto da Castagné, ci imbattiamo subito nella salita che porta a Mezzane di Sopra. Io l'avevo fatta un paio di volte in discesa, mentre il Pich non ricorda di averla mai fatta, se non in macchina. Il pezzo iniziale mette subito a dura prova la nostra libera iniziativa e un caldo infernale ci attanaglia fino al capitello di San Vincenzo, dove il Pich lamenta da subito una leggera insolazione, complice forse il fatto di essersi denudato indecorosamente e di aver attraversato il paese a petto nudo.
Al capitello di San Vincenzo si fa vivo il Righe via SMS e tramite una telefonata, in cui ci dice di essere ben contento di non essere dei nostri, vista la scarsa propensione a pedalare, da quando gli è arrivato lo scooterone della Yamaha. In più il cielo non è dei più sereni guardando verso la Lessinia, ma non demordiamo e affrontiamo la salita, visto che le peggiori pendenze sembrano essere andate.
Passiamo varie frazioncine a noi sconosciute, solo che arrivati a ormai su a Barco arriva uno scroscio copioso che ci costringe a battere in ritirata in una bettola in cui ci stanno a malapena le nostre due bici e noi stessi. La pausa è molto lunga, perché il temporale non vuol saperne di smettere, ma scorgiamo due ciclisti del Team Strazzer, sprezzanti del pericolo e dell'umidità, che saprò solo a sera chiamarsi Paolo e Flavio, da quanto appreso dal blog del Pezzo.
Ad un certo punto il buon Dio chiude il rubinetto, compare l'arcobaleno e noi torniamo in sella, con la ferma intenzione di puntare in alto. Alla Bettola di Tregnago incontriamo un simpatico vecchietto, che d'orecchio non ci sente un granché bene, ma ci spiega del meteo, della tempesta e del fatto che siamo in prossimità del confine tra tre comuni, ossia Badia Calavena, Tregnago e San Mauro in Saline. La pedalata del Pich va un po' affievolendo, ma arriviamo a San Mauro e allunghiamo verso Velo Veronese, dove facciamo tappa alla pasticcieria Peroni, quella delle amiche del Righe.
Qui decidiamo di carburare con una Coca Cola e qualche pastina e se ne vanno in rapida successione uno strudel, un saccottino di mele, una sfoglia di mele e una bombetta al cioccolato, tanto per far pace col cardiofrequenzimetro che lamenta già un dispendio di almeno 1800 kcal.
Qualche dubbio per il Pich se tornare per Roverè e poi Cerro, dubbi che io allontano subito, perché voglio macinare chilometri su chilometri e voglio allungare il tragitto, passando per Camposilvano, San Francesco, Valdiporro e poi Bosco. Lungo questi 15 km io vorrei anche aumentare l'andatura, ma il Pich preferisce godersi il fresco della natura e annusare il profumo delle violette, così la pedalata si fa blanda e il ritmo più che mai turistico.
Da Bosco verso casa facciamo una puntatina presso l'officina del Beppe Canteri a Corbiolo, ma il nostro neopapà ha già chiuso i battenti e non ci rimane che scendere da Arzarè e Lughezzano. Un paio di volatine ai 55 km/h ci fanno arrivare giù a Grezzana che ormai è sera.
Di Marco Tenuti (del 11/08/2008 @ 09:02:55, in MTB, linkato 896 volte)
Ieri era una giornata di "relax" per il mio corpo e la mia mente, dopo le ultime due domeniche fatte a gareggiare in MTB sia alla Lessinia Bike che alla Vecia Ferovia, così tra le varie offerte ciclistiche del menu della domenica mattina (giro coi GC Grezzana, discesa dell'E5 col Pezzo, giro coi i Rodellesi per la salita della Maddalena a Brescia) ho optato per "fare fatica" con la mia squadra.
Mi son presentato alle 8.30 al classico appuntamento Turnover di fronte al negozio, dove un manipolo di ciclisti andava costituendosi, all'incirca una dozzina di persone, capeggiando dallo storico caposquadra Remo Rossi. Ci si avvia subito in salita per la Valpantena e raggiungiamo Bellori, dove deviamo per Lughezzano: non tardano le prime avvisaglie di bagarre, dove io resto ben presto quasi in coda al gruppo. Però un paio cedono al bivio per Orsara, precisamente il "Bepo Matto", al secolo Giuseppe Dinic. Da Lughezzano raggiungiamo Bosco per la vecchia strada, ma la fuga è ormai andata ed ognuno fa il suo ritmo, con l'unica speranza di ricongiungersi in piazza a Bosco al rubinetto dell'acqua. Anch'io faccio il mio ritmo e tengo sempre di vista Remo e il Darietto, solo che questa vista è prima 100 metri, poi 200 metri, fino a quando non li vedo più sotto l'abitato di Bosco.
Poco male: arrivo in piazza che cinque compagni son riuscito a tenerli dietro, il che vuol dire che non son proprio così malvagio, visto che la salita non l'ho fatta proprio a tutta - ma poco ci manca...
In piazza in quei dieci minuti successivi è tutto un arrivare di ciclisti, atleti, conoscenze, in primis lo stato maggiore del GC Grezzana, col Presidente, Ceriani, Icio e Aspirina. Da lì in poi ci si muove tutti assieme ad un ritmo blandissimo da Boscochiesanuova ad Erbezzo, dove ognuno sceglierà la propria strada. Io e il Darietto, dopo aver salutato Remo, decidiamo di seguire le orme di qualcun altro e ci avviamo entrambi per una salita che non avevamo mai fatto, cioè la salita che da Erbezzo porta a Casteberto e scollina al Passo del Pidocchio - cima Coppi della giornata a quota 1580 metri sul livello del mare. Lungo questa lingua di asfalto appena gettato ho modo di apprezzare il supermezzo di cui dispone il mio compagno di salita, cioè una spettacolare Carrera Phibra montata Record e una coppia di Lightweight da capogiro: se passate alla cassa, non siamo molto lontani da 8.000 Euro...
Segue la discesa fino a Passo Fittanze, dove ci ristoriamo con un saccottino alla marmellata e una "sana" Coca Cola. Un'occhiatina al telefono mi informa di raggiungere la famiglia su Monte Comun, così i miei programmi cambiano leggermente e mi portano a scendere in compagnia fino a Selvavecchia e Barozze, dove saluto gli aggregati dell'ultima mezz'ora, cioè un mix di ciclisti provenienti da svariate squadre, Lamacart, Traguardo Volante, GC Grezzana.
Dalle Barozze fino a Sant'Anna d'Alfaedo e poi giù fino al bivio da Fane a Fiamene, pedalo invece in compagnia di uno della "squadra sponsorizzata McDonald" di Verona. Io salgo su al passo di Fiamene e nel mezzo chilometro che mi separa dal capitello decido di raggiungere Monte Comun dal versante occidentale, cioè quello che guarda la Valpolicella. Si alternano così le contrade di Saline, Chieve e Colombare che la gamba ancora c'è nonostante più di 70 chilometri di pura montagna.
L'ascesa a Monte Comun è infine premiata verso le 12.30 con una tavola imbandita, dove ci sono già fette di pane, sacchetti di patatine già mezzi aperti, una vasta gamma di bevande in bottiglia e soprattutto un profumo proveniente dalla greola, che promette davvero bene. Il recupero proteico a base di bistecche, brasole, pollo ai ferri e pancetta è senza dubbio quello più adeguato dopo questo giro in Lessinia. Il giro si concluderà per il sottoscritto solo verso le 18.30, quando riprenderò la bici per godermi gli ultimi 15 km di discesa, cioè da Monte Comun a Quinto, con un totale di 92 km e quasi 2000 metri di dislivello.
Di Marco Tenuti (del 28/07/2008 @ 22:57:28, in MTB, linkato 1233 volte)
Stasera allora doveva essere un'uscita di scarico dopo la gara di ieri e scarico è più o meno stato, anche se molto lungo.
Il tragitto di Quinto-Montorio-Pian di Castagnè-Castagnè-Mezzane di Sotto-Lavagno-S.Martino-casa è uno dei soliti giri che facevo durante la primavera, per 47 km totali. Lungo la salita verso il Pian mi sono autoimposto di stare in coda ai vecchietti, mentre in discesa e in pianura cercavo di menare a non meno di 90 bpm, ma sempre agilissimo, in modo da far uscire l'acido, anche se non ce n'era tantissimo da evacuare.
Tempo totale 1h43'34", mentre il personale e' di 1h35'27", cioé più di 8 minuti in più del tempo fissato qualche giorno prima in piena preparazione per la Conca d'Oro. Domani stop assoluto, mentre mercoledì un po' di carico pre Vecia Ferovia. Può andare?
Di Marco Tenuti (del 28/07/2008 @ 18:11:27, in MTB, linkato 1725 volte)
Dopo due mesi di stop agonistico - a parte una digressione della cronoscalata sociale fatta con gli amici del GC Grezzana - più o meno imposto dalla gestione familiare e professionale, il Marcante torna sui campi di gara e precisamente alla Lessinia Bike, in quel di Sega di Ala. Quest'anno la gara viene preparata meglio, grazie alla ricognizione fatta una settimana prima, che consente di apprezzare le piccole variazioni della gara ai confini tra il Veneto e il Trentino.
Le previsioni meteo non promettono nulla di buono, ma al via il tutto sembra reggere molto bene e si parte più che mai convinti con l'abbigliamento puramente estivo. L'attacco della prima salita su asfalto verso il Passo Fittanze lo faccio in maniera grintosa e vedo che gli amici con cui sono faticano a starmi dietro. Non me ne curo e cerco di andare con una buona andatura. Poco dopo lo scollinamento attorno al Monte Cornetto, vedo alla mia destra il Dimi, fermo a ripararsi una ruota già forata. Io lascio andare la mia bici e scendo alla grande a concludere il primo giro, senza mai vedere dietro di me il Radu e company.
Il mio crollo psicofisico avverrà però un bel po' dopo lungo la salita che conduce a Malga Lessinia, dove le forze pian piano se ne vanno e perdo sempre più inesorabili secondi sul resto della ciurma. Rinviene perfino il Pezzo, che mi supera di gran carriera, ma cerco di resistergli, ciucciandogli il più possibile la ruota per un buon mezzo chilometro.
La parte della gara si conclude invece senza stimoli particolari a farmi andare particolarmente forte, ma ho il piacere sul rettilineo finale di salutare sia Eder Medeiros del team Bike Evolution che la famiglia Zumerle al completo!
Di Marco Tenuti (del 10/07/2008 @ 10:18:37, in MTB, linkato 1138 volte)
Ieri sera c'è scappata la notturna "in mauntain" col col Pezzo e la sua squadra Bike Evolution per un totale di circa 10 ciclisti C'era anche il Radu, reduce dalla campagna della Dolomiti Superbike.
Dopo aver attraversato il centro di Verona, arrivo al negozio in via Rigaste Redentore, dove non c'è più nessuno ad aspettarmi, nonostante non siano ancora le 19.30. Per fortuna che di lì a poco arriva prontamente la telefonata del Pezzo, che mi comunica che mi stanno aspettando all'incrocio verso Avesa. La partenza è pertanto verso Avesa, poi tocca alla salita che sbuca su in sima alla villa di Benali, successivamente discesa a Quinto dal Porcello e parte finale del Cardiologo, dove i nostri freni a disco vanno in ebollizione. Passaggio in paese a Marzana, si sfiora Sezano e si taglia sullo sterrato veloce che conduce a S.Maria in Stelle, dove attacchiamo subito il Piccolo Stelvio e scavalcamento della Gualiva per il sentiero del bosco. Il Matteo Milani fa servizio stampa e scatta una quantità impressionante di foto e trova pure il tempo di girare un paio di video.
Arrivati alla pesa di Romagnano, si affronta un single track verso i campi dietro Azzago a zigzag, a quanto pare percorso della Lessinia Legend 2004. Poi discesa verso Romagnano, passaggio alla Costa di Romagnano con velocità supersoniche sullo sterrato, passaggio dietro Bertani e fiancheggiamo gli ulivi sulla superstrada, e sfiliamo l'abitato di Sezano.
Concludiamo in bellezza con una volata oltre i 50 km/h, dove io primeggio arrivando ad una velocità di 58 km/h con la gente a piedi basita a guardare questi UFO che rotolano sull'asfalto con gomme grosse e pieni di lucette. Io saluto tutti al volo e mi defilo verso casa, dove parcheggio la bici e mi tuffo in vasca per un bagnetto rapido.
Alle 22.20 torno in pizzeria e gli amici rimasti nel percorso lungo mi comunicano che stasera si farà il giro pizza! Attacchiamo subito A TUTTA con 7 pizze per 7 persone, colo sottoscritto che stenta a spezzare il fiato, ma poco dopo mi riprendo. Scoprirò circa un'ora dopo che abbiamo mangiato 12 pizze in 7. Il Pezzo, ma anche il Giando e il Tommi, arrivano a 4 birre medie ciascheduno, nuovo record delle notturne del Pezzo.
Io invece procedo spedito con due coke medie. L'allungo finale e' per la 13esima pizza, quella dolce a base di nutella e noci, dove io mi distinguo ancora una volta e eguaglio il Radu, mangiando due fette iperglicemiche. Grappetta alla mela verde e limoncino finali. Ciliegina sulla torta: solo 15 Euro, anche se ho mangiato come un porco!
Il tempo di salutare tutti e fare una bella derapata con la Punto allo stop in fondo alla discesa del Ranch Rocce Rosse e poi a nanna dritto col peperone in fase di digestione!
Di Marco Tenuti (del 09/07/2008 @ 11:01:37, in MTB, linkato 1548 volte)
Su YouTube ho trovato un bel riassunto della volata tra Sauser e Paulissen per aggiudicarsi il titolo mondiale Marathon 2008 alla Dolomiti Superbike a Villabassa (BZ).
Di Marco Tenuti (del 08/07/2008 @ 00:39:08, in MTB, linkato 1625 volte)
Domenica sera in pizzeria, il dr.Pich e il Righe, mi hanno accennato qualcosa delle possibilità di salita da Lugo verso l'alto. Oltre alle solite vie di accesso verso l'alto da Bellori verso Barozze, o da Bellori verso il Corso, o da Bellori verso Lughezzano e Arzarè, spesso cadono nel dimenticatoio la Pernisa e la strada verso il Corrubbio. Diciamo che la prima ho avuto modo di farla alcune volte durante l'inverno in sella alla MTB, visto che per un bel tratto è sterrata e per altri pezzi l'asfalto si presenta un po' troppo rovinato per la bici da strada. La salita della Pernisa parte dalle Campagne di Lugo e conduce direttamente a Praole, frazione del Cerro, da cui si può raggiungere successivamente Lonico o Rosaro. E' una salita a pendenza abbastanza abbordabile, anche se c'è qualche pezzetto in cui si arriva all'11%. Salendo però in MTB, il problema non si pone e si tratta solo di moderare la velocità.
Ieri sera, di buona lena, attraverso l'abitato di Lugo e l'intenzione è quella di tirare dritto in direzione Barozze, ma arrivato al bar della Teresa, mi balena un flash e ripenso ai discorsi di domenica: proviamo qualcosa di nuovo! Effettivamente la conoscenze che ho maturato del territorio, da quando son diventato un ciclista assiduo sono cresciute a dismisura. C'è da dire che quando si va in BDC rischi spesso non se ne corrono, se non quello di incappare in qualche salita un po' troppo ripida da spingere col 39-25, che è il mio "ultimo" rapporto allo stato attuale. Quando si va in MTB, il problema non sono la difficoltà delle salite, ma la praticabilità. Quando ci si imbatte in solitario in qualche sentierino sconosciuto, la probabilità di finire in mezzo a rovi, spine, erboni si alza bruscamente...
Tornando comunque a ieri sera, al tornante a destra poco dopo la chiesa di Lugo, comincio a salire in direzione Orsara e Corrubbio. La pendenza è subito importante e si sale abbastanza rapidamente al di sopra dell'abitato di Lugo. Abbastanza presto si incrocia anche il bivio che fa scegliere tra la contrada Orsara e Corrubbio. Scelgo la seconda frazione. La strada sarebbe velocissima per una macchina, perchè presenta tre rettilinei molto lunghi, intervallati da tornanti, dove la pendenza si mantiene costante sul 6-7% e si sale quindi a velocità non superiori ai 15-16 km/h. Dopo un bel po' di strada una curva a destra spiana decisamente e ci si imbatte nel cartello che introduce Corrubbio. Tra me penso che il grosso è ormai fatto: vedo che c'è tanto di chiesa, c'è un campetto di calcio, c'è perfino la scuola elementare! Ignoravo proprio che questa frazioncina del "mio" comune di Grezzana avesse tutti questi servizi. Non ho visto se c'è il baretto, la prossima volta guarderò meglio.
Peccato che i trecento metri di piano siano subito spezzati da una salitella al 10% ancora dentro la frazione. Da qui in poi è tutto un alternarsi tra un pezzi che spianano e pezzi che salgono abbastanza ripidamente, senza soluzione di continuità. Sarà che avevo le gambe stanche o cosa, ma mi pento amaramente di aver pensato un paio di minuti prima di aver già finito le mie fatiche. E piano e paretina all'11%, e piano e paretina all'11%, speriamo finisca... che sia questa una delle salite che Cunego affronta quasi sempre per tornarsene a casa durante gli allenamenti invernali? Finalmente arrivo in cima ai Prati e da lì in poi è strada conosciuta. L'impressione che ho avuto è che si sale di circa 400 metri di dislivello in circa 5,3 km, quindi la pendenza media è dell'7.5%, che è pur sempre una bella pendenza.
Se volete togliervi lo sfizio, il buon Banzato non si è fatto sfuggire nulla e lo ha pubblicato su Salite.ch:
Come avete capito, mai sottovalutare niente e comunque me la segno per i miei prossimi giri di allenamento, visto che il numero di macchine che passano è sempre molto ridotto.
Di Marco Tenuti (del 07/07/2008 @ 00:31:28, in MTB, linkato 1353 volte)
Eccomi qua appena rientrato dal megagiro in MTB fatto in compagnia del Pezzo e Matteo!
L'appuntamento era stamattina alle ore 8.15 alla rotonda di Montorio. Eravamo in sei e già l'ascesa per la Pissarotta è stato un garellare con quelli che salivano con la bici da strada.
Le gambe del Pezzo pagheranno infatti più tardi la proverbiale sboronaggine del loro conducente, ostinato più che mai a tenere testa agli stradisti.
Arrivati al ponte della Pissarotta, il percorso prosegue su asfalto fino alla contrada Squaranto, Campari e poi tappa alla fontanella poco sopra Rovere' Veronese.
Da lì in poi rimarremo noi solti tre. Comincia così l'avventura Only The Brave Part 2, tutta tracciata col GPS.
Entriamo subito in un sentierino sterrato per Velo Veronese, svolta a Purga e sentiero fino al Parparo Vecchio (ad un altitudine di poco inferiore a 1400 metri), dove ci siamo concessi una Coca Cola e un panetto col salame.
Su in montagna gh'era i nuvolotti neri, pero' ci siamo messi lo spolverino ed abbiamo fatto le superfoto come sabato scorso sul solito ceppo poco sopra il Parparo.
La goduria è arrivata a quel punto, quando si è trattato di fare il sentiero Europeo E5 in discesa, visto che el va in zo' a tutta.
Il Matteo Milani ha forato, ma grazie al lattice abbiamo tirato avanti, continuando ogni tanto a gonfiare il tubeless che perdeva pressione.
Poi in scioltezza Giazza,Selva di Progno, tutta la carrareccia a fianco torrente Illasi e pezzo finale da Illasi a Colognola su asfalto col Matteo a tirare il gruppo come un forsennato. L'ora si fa tarda - sono infatti le due del pomeriggio - e la candela in pianura è notevole, ma non demordo e mi avvio mestamente verso casa. Non contento, poco dopo le Campagnole di Novaglie, decido di fare l'ultima carrareccia della giornata, costeggiando il Progno di Valpantena fino a S.Maria in Stelle.
Quando sono sceso per lo scivolo di casa, il ciclocomputer segnava 100,3 km!
Di Marco Tenuti (del 18/06/2008 @ 10:15:47, in MTB, linkato 1289 volte)
Stamattina tutti i bambini della scuola materna dove va mio figlio Enrico - ancora per pochi giorni, visto che l'anno prossimo si va alla scuola elementare - erano emozionatissimi per la gita a Malga Derocon a circa 6 km da Erbezzo.
Che dite se facessi una capatina oggi in MTB? Il meteo si sta schiarendo, il tempo a disposizione è quello che è, ma le gambe e la testa dicono "Siiiiii!"
 Vi riporto qualche informazione tratta dalla brochure che ho trovato in rete, un articolo di Giuliano Lazzarin, ma tante altre informazioni si trovano anche nel sito del Parco Naturale Regionale della Lessinia:
L’Area Floro-faunistica di Derocon si trova a nord di Erbezzo, a circa 6 km dal centro abitato. L’ambiente è quello tipico dell’alta Lessinia dove le malghe rappresentano la principale unità fondiaria in cui è suddiviso il territorio. Malga Derocon è situata in una piccola valle che confluisce nel Vajo dell’Anguilla, in prossimità del ponte stradale che collega Erbezzo a Bosco Chiesanuova. Qui ha inizio la Foresta dei Folignani, l’area boscata più estesa del settore della Lessinia centrale. La Foresta, costituita da boschi ad alto fusto di abete rosso, abete bianco e faggio, ricopre tutti i versanti dell’alto Vajo dell’Anguilla, diramandosi anche nelle valli laterali. Tutta l’area è caratterizzata dalla presenza di numerose emergenze faunistiche e floristiche e per questo è stata classificata zona di Riserva Naturale nonché Sito di Interesse Comunitario (SIC).
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