Di Marco Tenuti (del 11/10/2011 @ 10:05:10, in MTB, linkato 22835 volte)
Che la Benini dovesse essere una festa, era praticamente una cosa data per certa, ancora quando il Diego Bertani aveva detto al "vecio" Benini che non si può perdere una tradizione della mountain bike veronese. E l'aria della festa l'avevamo respirata già al test di più di due mesi fa, il 31 luglio per l'esattezza, quando gli amici di Bcicli avevano radunato tutti quanti fuori dal parcheggio delle piscine Santini per far provare ai più l'ebbrezza della novità, quella delle spinare ancora non accuratamente eliminate, nonché della freschissima anguria di mezza estate.
Poi sono trascorsi altri due mesi in cui il furgone Dalpa ha scorrazzato in lungo ed in largo le zone di Montecchio, Villa Novare e Quinzano alla ricerca di qualsiasi cosa che paresse assomigliare ad un single track degno di farci sobbalzare sopra una MTB e così che a colpi di dece il Diego aiutato dal Fabri e compagnia bella hanno messo a punto un percorso davvero meritevole di essere conservato nel tempo, come un'ottima palestra di allenamento sia per la disciplina della granfondo che per il crosscountry.
Certo è che domenica mattina mi aspettavo magari qualcuno in più dei duecento che si sono presentati al parcheggio delle piscine Santini. Però c'erano tutti gli ingredienti di una vera gran fondo: l'arco gonfiabile Zerowind - che fa sempre figo - il cronometraggio TDS con tanto di cronovisore gigante, le transenne mobili per fare posto ai tanti, il Giando con la bandierina a fermare il traffico proprio per la procedura di partenza e poi l'aria frizzantina, sia per la fresca temperatura che per il clima di festa. Non saprei dire chi e che altro mancasse ad Avesa domenica mattina.
Forse manca solo lo speaker ufficiale, tanto che la partenza avviene in sordina, senza nemmeno il preavviso "tre, due, uno": per fortuna che mezzo minuto prima avevo messo in canna il 42 per affrontare la dolce salita iniziale!
Da lì in poi poche parole, anzi pochissime. Un fremito quando vengo superato dai primi della griglia successiva, alcune parole scambiate col Mattia Turrina, che, nonostante i trascorsi agonistici, decide di salire al passo dei comuni amatori, poi di tanto in tanto ci si scambia tra compagni di squadra e tutto ad un tratto mi ritrovo già al ristoro di metà gara, dove rallento per bere un sorso di sali e poi via per la discesa, ah 73,2 km/h verso le Ragose. In zona Villa Novare è l'aggiornamento tempi del Maga a scandire la mia discesa, mentre poco dopo è l'obiettivo della compatta del Radu ad immortalarmi col sorriso Durbans a fianco a Turrina. Solo un piccolo momento di impiccio con l'Alessio Scapin a cui la catena gira un attimo a vuoto, proprio davanti alla mia ruota, mentre sul finale rientra in grande spolvero Franceschino, che pare a pimpante a tratti, come le code in autostrada.
Non senza qualche difficoltà per la lucidità ormai andata, si arriva a Quinzano ciacolando sempre col Turrina e poi si sale verso via Cozza di nuovo in compagnia del Franceschino, col quale ci si accorda per arrivare più o meno assieme, se non fosse che lo spilungone di Mizzago si pianta letteralmente sull'ultimo dentino di giornata, così decido di mettere il 42/11 e di andarmene al traguardo a ruota di Cristian Prati, compagno di squadra del Miglio nel team Bussola.
Succede anche che mi ritrovo all'arrivo, sto ancora tirando il fiato ed appena dietro arrivano le Bestemmie Anonime, che vincono la volata a tre col Pezzo ed il Franceschino, mentre l'ANSA aveva già battuto la notizia da almeno dieci minuti, ossia che un gruppetto di Anonimi aveva temporaneamente abbandonato il percorso alla ricerca di una rapida scorciatoia verso l'arrivo.
Dopo le fatiche durate si e no un'ora e tre quarti - c'è anche chi ha tribolato meno, andando pure più forte - tutti al ristoro finale, dove c'era di tutto e di più: tè caldo, birrette, croissant, crepes alla Nutella, carine aiutanti, docce calde ed accoglienti, tortellini burro e salvia, pizza ai vari gusti, tanti sorrisi stampati e arrivederci Roma.
Infine la sorpresa finale, che poi non è neanche tanto sorpresa alla Benini: il mio biglietto, lasciato in custodia prima al Conte e poi passato di mano allo zio Paolo, viene estratto nella lotteria finale e porto pure a casa un premietto utile per la casa: il caraffone per l'acqua Hoover. Ho preso parte tre volte alle Mediofondo Benini Auto ed ho portato a casa per tre volte un premio dalla lotteria, però si potrebbe fare qualcosina meglio: vincere la gara. Comunque ancora una volta i miei complimenti allo staff. Si sono superati.
Se poi aggiungiamo che sono tornato a casa prima delle 14, dove mi aspettava la mia famigliuola, che la bici è praticamente ancora pulita a differenza di qualsiasi altra gara, che c'era (di nuovo) il Giando in diretta su Telenuovo, e che verso sera saremmo andati a degustare qualche risottino alla fiera del riso ad Isola della Scala, direi che ho passato una domenica praticamente perfetta.
Aspetto solo di essere chiamato per salire sul podio Turnover per la medaglia d'argento, ma per questo simpatico siparietto attendiamo venerdì alla pizzetta sociale.
Di Marco Tenuti (del 12/10/2011 @ 11:32:49, in MTB, linkato 1139 volte)
Per le macchine è ormai famoso il test dell'alce, per le bici invece, sta per entrare in vigore il test dell'antilope e pare che la Scale passi quasi a pieni voti questo duro test...
Di Marco Tenuti (del 13/10/2011 @ 23:34:04, in MTB, linkato 6403 volte)
Guardate qua cosa ho trovato sul forum di MTBR.com: in un thread relativo alle 29, ho scovato che qualcuno si è preso la briga di collezionare i pesi reali di tutti i pneumatici disponibili per le mountain bike con le ruotone.
Siccome è uno dei punti delicati della 29er, allora tanto vale ragionare anche sui pesi di questi pneumatici. In linea teorica più il pneumatico è leggero, proporzionalmente minore è l'inerzia per rilanciare queste ruote, ma ovviamente più si è leggeri, proporzionalmente si rischia di forare o di tagliare.
Detto questo i più leggeri in assoluto, estrapolando da questo foglio elettronico, pare essere il Bontrager 29-0 da 1.9" Team Issue, probabilmente disponibile attraverso il canale di vendita della Trek.
Ciononostante nel mio gruppo, ormai a maggioranza assoluta costituito da bici da 29, vanno per la maggiore un po' i vari copertoni da camera latticizzati ed alcuni tubeless promossi da Mister Dusi, come il Continental Race King da 2.2", piuttosto che il Maxxis Crossmark da 2.1" o il Geax Saguaro TNT, che si attesta sugli 840 grammi dichiarati, contro i 788 grammi effettivi.
Per scaricare il documento condiviso su Google, cliccate qui:
Di Marco Tenuti (del 28/10/2011 @ 21:02:47, in MTB, linkato 1636 volte)
Oggi mi sono imbattuto sul sito della Sella Ronda Hero su invito del Maga e ho trovato il video promozionale, realizzato davvero con un'abile regia ed un cast davvero numeroso.
Il Maga non ha dubbi per il 2012: è già ai nastri di partenza!
Di Marco Tenuti (del 28/10/2011 @ 23:06:38, in MTB, linkato 1628 volte)
Dopo esser arrivata la taglia L qualche giorno fa, che il Fix ha già avuto modo di provare, oggi è arrivata dalla Sants anche SM29 in taglia S - che uno si è già portato via per provarla con un bel test - , mentre la taglia M è in corso di montaggio da parte del Bosca e domattina sarà pronta per essere testata.
L'allestimento della S e M è simile alla L, a parte la forcella che è una REBA RL e una REBA RLT e non il forcellone di piombo installato sulla taglia L. Ho pesato di persona la taglia S e pesa circa 11,9 kg col borsellino sottosella. Le tre taglie rimarranno in negozio probabilmente per 3-4 mesi per chiunque voglia provarle. Tutte le bici sono montate con gruppo misto XT, Deore e SLX, ruote DT Swiss da camera, sella San Marco e curva, pipa e reggisella Ritchey bianche.
A partire da domenica 6 novembre il Bosca chiama tutti i Turnover, ma anche gli amici della MTB all'escursione domenicale. Oltre a venire con la vostra bici, c'è la possibilità di prendersi una delle 29er test e si possono tenere anche per 1-2 giorni senza problemi.
Di Marco Tenuti (del 30/10/2011 @ 12:09:37, in MTB, linkato 1721 volte)
Stamattina, complice il cambio dell'ora, mi sono concesso un piccolo giretto con la demo bike Sants, la SM29, proveniente dal negozio Turnover.
Ne è uscito un "vai e vieni" iniziale da Rossini a Quinto per scorta brioches e krapfen con la crema per Elisa e family e poi altro giro nel trenino Turnover fino a Ponte Catena in cui ho assaggiato solo asfalto.
Troppo poco per poter dire alcunché su queste ruotone di casa Sants... Per carità bici nuovissima, solo che prendo troppa aria: io vorrei avere una pipa con inclinazione decisamente negativa, cioè un 20 gradi tipo Schurter o stile Papataso con postura by Alfiero!
Pertanto non posso che rimettermi per ogni opinione a domani, se esco con gli amici di sempre, anche se gradirei fare qualche discesa degna di nota dove poter capire bene i vantaggi di un 29er con Reba...
Per il resto passare da una bici di 9 kg ad una che sfiora i 12 kg, non è un bell'effetto: insomma non son piu' abituato coi cancelli!
Di Marco Tenuti (del 01/11/2011 @ 10:28:42, in MTB, linkato 1855 volte)
Qualcuno oltreoceano si è preso la briga, di smontare completamente o quantomeno di farlo virtualmente la Scott Scale 29RC, consegnata da pochi giorni. Chiaro che la fisima del peso della bici è per me sempre ai primi posti, vuoi perché io sono "pesante" e la questione peso la sento tutta appena comincia la salita, vuoi perché, dopo aver provato intensamente una 29er "pesante" giusto ieri, ho provato sulla mia pelle la fatica con una mountain bike dalle ruotone.
Non faccio altro che riportare il post che ho trovato nel forum di MTBR, che è sempre molto ricco di informazioni, curiosità e novità e senza dubbio più avanti dei forum e dei siti italiani, visto che negli USA le novità compaiono un po' prima per evidenti motivi storici e di innovazione.
Passo pertanto a tradurvi l'articolo di rgkicksbutt, che non è che una lista col nome di ogni componente ed il relativo peso in grammi:
freno anteriore: Avid XX World Cup con viti e adattatore da 185 mm: 198
freno posteriore: Avid XX World Cup con viti: 192
disco freno anteriore: Avid XX Centerlock 180 mm con anello Centerlock: 151
disco freno posteriore: Avid XX Centerlock 160 mm con anello Centerlock: 127
cavi cambio: ricoperti col teflon: 22
alloggiamento cavi: Jagwire L3: 40
pacco pignoni: SRAM XG-1099, 12-36t: 210
catena: SRAM PC-1071: 244
guarnitura: SRAM XX: 746
pedivelle da 175 mm: 544
corona grande: 39t: 68
corona piccola: 26t: 24
movimento centrale: SRAM PF BB92: 94
viti: alluminio: 16
deragliatore anteriore: SRAM XX, supporto da 34.9mm: 118
cambio posteriore: SRAM XX, gabbia lunga: 188
forcella: DT Swiss XMM 29er 100 mm: 1638
telaio: Scott Scale 29 Carbon, taglia XL: 1026
manopole: Scott Lock-On: 120
manubrio: Ritchey WCS Carbon, 680mm: 180
serie sterzo:
tappo: Scott Top Cap: 10
distanziatori: 10
cuscinetti: 88
pedali: Time ATAC: 324
sganci rapidi: DT Swiss RWS: 120
sella: Ritchey WCS Streem: 206
attacco reggisella: Scott Bolt: 16
reggisella: Ritchey WCS Carbon: 218
comandi cambio: SRAM XX: 164
pipa: Ritchey WCS 4-Axis: 108
pneumatico anteriore: Schwalbe Rocket Ron EVO 2.25”: 562
pneumatico posteriore: Schwalbe Rocket Ron EVO 2.25”: 514
camere d'aria: standard: 306
nastri cerchio: standard: 66
set ruote: DT Swiss: 1850
ruota anteriore: DT Swiss: 864
cerchio: DT Swiss
mozzo: DT Swiss
raggi: DT Swiss Supercomp, neri, tiraggio dritto
nippli: alluminio
ruota posteriore: DT Swiss: 986
cerchio: DT Swiss
mozzo: DT Swiss
raggi: DT Swiss Supercomp, neri, tiraggio dritto
nippli: alluminio
supporti comandi+freni e viteria: 48
protezione carro da catena: 28
TOTALE: 9818 grammi
Ci si può lavorare dietro alla grande e 9818 grammi per una bici in taglia XL è semplicemente ragguardevole.
Di Marco Tenuti (del 01/11/2011 @ 11:00:57, in MTB, linkato 1472 volte)
Sabato sera il mio negozio di riferimento, Turnover, mi chiama attraverso la voce del Bosca e mi mettono a disposizione la test bike Sants SM29 in taglia M. Era appena stata "chiusa" su dal Bosca ed io ho avuto l'onore di farle assaggiare per primo l'asfalto e lo sterrato.
Attraverso un rocambolesco recupero della bici dopo l'orario di chiusura, eccomi domenica mattina farci un giretto su asfalto tanto per capire di che morte morire...
Mi faccio un paio di volte l'intera Valpantena interna, prima per un vai e vieni da Rossini, poi dentro il treno Turnover della domenica mattina, con cui colgo l'occasione di decantare le "proprietà organolettiche" del mezzo, manco prendessi la provvigione per ogni pezzo venduto e nemmeno con cognizione di causa, visto che mi riempio la bocca di parole e discorsi che non ho avuto ancora modo di verificare e di provare sulla mia pelle.
Quello che capisco subito è che la bici pesa un po' troppo per i miei gusti e la sensazione del baricentro più alto la si avverte immediatamente e si fa fatica ad accettare alla prima uscita. Sul rotolamento e sull'inerzia delle ruotone poco si può dire, visto che l'asfalto non è la "terra" di una mountain bike.
E' così che lunedì mattina decido di tuffarmi in mare aperto: mi presento all'appuntamento indicato dal Papataso, ossia quello delle 8.45 al Felix di San Martino Buon Albergo, per un giretto tutto su asfalto con ruote grasse, ben consapevole che avrei intuito molto poco di quello che c'è da capire da una 29er. Il menu proposto dal Papataso è tante salite su asfalto anche belle ripide, che sarebbe il caso di affrontare con una 29er con ruote strette, pressioni alte e forcella rigida, mentre io arrivo all'appuntamento con una 29er con ruote grasse e abbastanza morbide, pressioni basse e forcella bella tosta. Se poi aggiungiamo che il programma prevede almeno una buona ottantina di chilometri e che il trasferimento da Grezzana a San Martino me lo sono fatto tutto da solo all'inseguimento del Conte Savoia, davanti a me di qualche minuto, fatevi subito il segno della croce e implorate per me pietà.
Succede però che all'appuntamento il clima è disteso e non si è ai ferri corti, come in altre fasi della stagione, se non fosse che il Papataso impone subito una velocità bella impegnativa da San Giacomo fino ad Illasi: finché c'è da ciucciar ruota, io ciuccio, penso tra me.
Capisco però che il Gianluca Tommasi ed anche il Walter Bertini, campione provinciale del Safari Bike UDACE 2011, non sono dello stesso avviso del Conte Savoia e del Papataso, così per tutta la giornata saliamo con un ritmo consono anche ai più lenti, così le prime due salite, soprattutto quella di Campiano, se ne vanno senza alcun patema per me.
Solo che dentro di me rode il fatto di essere andato con una 29er e non poterla provare nei tratti che gli sono più favorevoli, ossia la discesa scorrevole ed un po' impegnativa, così come sulle salite ripide con l'aderenza al limite. Per fortuna riesco a convincere il Tommy e così ci facciamo subito un pezzo della Tre Valli 2010 al contrario, cioè tutto il vaio prima di Monte Cimo e risaliamo subito verso Capitello Sant'Anna. Nello scendere verso il vaio il comportamento assomiglia un po' ad una full suspended: sulle cunette si salta e si plana con una sensazione di morbidezza che non appartiene alla Scaletta.
Tutto confermato quello che avevo letto e avevo sentito dalla bocca degli altri: in discesa mi pare di essere in sella ad una moto, mentre in salita la ruota posteriore non accenna minimamente a slittare, dove avrei slittato ovunque con la mia Scaletta. Peccato solo per il peso che è sempre abbondante, ma vedo che il Tommy è sempre dietro di me, quindi vuol dire che proprio malaccio non sto andando, nonostante io pedali una sola volta alla settimana.
Dopo esserci ricongiunti in prossimità dell'abitato di Marcemigo, risaliamo verso San Valentino e mi scambio la bici col Tommy e provo per un po' l'ebbrezza dei 10 kg di una "ventisei"... che leggerezza, mi pare di volare!
E' però sulla discesa dei cancelli che dò gas e faccio il vuoto su tutto e su tutti: con le ruote che si ritrova questa Sants il rotolamento è da superenduro. 2400 grammi più gomma e camera mi permettono di far scorrere la bici su qualsiasi cosa e si scende verso Mezzane di Sotto a tutta. Il mezzo è tutto fuorché nervoso, il limite è ancora molto lontano, non stacco mai i piedi dai pedali. Si scende, insomma, in totale sicurezza e dietro non c'è più nessuno.
Insisto per la parte finale del giro per fare altre salite, si perché io voglio buttarmi in discesa, nella discesa veloce. Così saliamo a San Briccio e riaccendiamo verso Marcellise, facendo un pezzo di Lessinia Legend 2008 al contrario, mentre poi saliamo dall'Arcavola verso il Monte dei Santi per fare il tratto molto accidentato verso le Ferrazze.
Lungo questo tratto sperimento un'altra cosa, cioè quella di non rischiare l'impuntamento, cosa che invece è sempre in agguato con una 26. Se ne accorge eccome il Conte che se ne va via alla grande lungo la salita dandomi almeno una trentina di secondi, che recupero tutti lungo il pezzo roccioso che la SM29 e la Reba RLT assecondano in maniera quasi perfetta.
Il rientro su asfalto è fatto di nuovo a ritmi umani, ma da Marzana a Grezzana le forze si affievoliscono, anzi finiscono del tutto e dalla Piazza Ederle fino a via Pozzo conosco a momenti la crisi di zuccheri.
Che dire: provare in maniera intensa una 29er da quasi 12 kg non è il massimo per giudicare l'efficacia di una bici del genere, soprattutto se si proviene da una 26 competitiva da poco più di 9 kg, però quello che mi aspettavo da una 29er, l'ho trovato tutto nella bici imprestatami dal negozio.
Bisognerebbe solo spenderci qualche soldo in più rispetto a quelli chiesti per questa Sants SM29. Bisognerebbe, a mio parere, togliere almeno mezzo chilo di ruote ed altro mezzo chilo tra gruppo e componenti vari e poi si può cominciare a ragionarci su... per il resto il telaio è onesto, mentre la forcella è sinonimo di sicurezza.
Per il resto il dado è tratto: avevo già deciso di allestirmi una 29er nuova e competitiva ancora tanti mesi fa. Continuo diritto sulla mia strada e non avrò nulla di cui pentirmi, anzi, dopo le conferme di ieri...
Di Marco Tenuti (del 08/11/2011 @ 08:46:52, in MTB, linkato 806 volte)
Per la mia prima volta ieri ho preso parte al Raduno dei Prestigiosi, comunità virtuale costituita da uno zoccolo duro da qualche anno e che però ha modo di incontrarsi a tantissime gare del calendario del Prestigio MTB nel corso dell'anno, ma mai in un'occasione rilassata, dove non ci si mette il numero davanti.
Purtroppo sono state le condizioni meteo a tenerne lontano parecchi, ma comunqe i più affezionati e gli irriducibili si sono presentati domenica 6 novembre a Garda al ritrovo delle 9.30. Anch'io, arrivato lievemente in ritardo, faccio in tempo a tirare giù la bici insieme agli Sbubbikers e poi assieme ci avviamo verso la partenza, prevista per le 10 giù nella piazzetta in centro a Garda.
Succede che io e gli Sbubbi ci perdiamo mentre ci infiliamo la mantellina e ad arriviamo in pochi al quad che ci aspetta, però partiamo subito e veniamo accompagnati a tagliare il primo chilometro del percorso previsto dal Velo Club Garda rientrando sul gruppo all'attacco della Valle dei Mulini, proprio quando uno scroscio di qualche minuto tenta di farci desistere proprio sul più bello. Alcuni di loro partono assieme a me, poi cambiano idea, io invece parto a razzo su per la Valle dei Mulini e non riesco a rientrare, perché non sento alcuna voce ed alcun scricchiolio di gomme grasse più avanti a me. Così aumento ulteriormente il ritmo quasi a salire alla Deho e finalmente al primo tornante a destra intravedo un paio di quad, con tanto di fotografo, il buon Luca Bussola, che commentano la mia ascesa, alché mi dicono che sono semplicemente davanti a tutti e che il gruppone è ancora alle mie spalle.
Dal momento in cui vengo raggiunto, sarà tutto un chiaccherare fino alla fine dell'escursione, con alcuni che già conoscevo come Gatta Morta e the.mtb.biker, mentre tanti altri che non conoscevo si presentano a me, facendosi riconoscere dopo essersi presentati con la formula "ma tu devi essere ppower", ricordando il mio nickname che uso dal 2007 sul forum marrone, cioè quello di MTB Forum.
Tutto il resto del percorso è completamente sterrato: evidentemente le condizioni dettate da Gatta Morta, che aveva in qualche modo interagito coi ragazzi del Velo Club Garda, erano state quelle di ricavare un percorso esclusivamente sterrato, come pretendono i veri biker, ed effettivamente, se uno conosce bene la zona, ha solo l'imbarazzo della scelta nel tracciare un percorso suggestivo tra Bardolino, Garda e Torri del Benaco, senza arrivarsi a spingere fino a San Zeno di Montagna e senza lambire troppo asfalto.
Dopo svariati passaggi più o meno impegnativi e qualche viscida lastra di roccia, la bellezza di ammirare la vista dall'alto su Punta San Vigilio ed il trasferimento verso il centro di Garda, passando sul bagnasciuga poco fuori da Garda. Il servizio docce è assolutamente eccellente, visto che Maurilio & C. ci indirizzano al centro sportivo sopra il paese. Siamo nemmeno una dozzina ad utilizzare questa opportunità e poi tutti alla Speck Stube di Bardolino, dove comincia la festa animata dagli Sbubbikers campioni d'italia, che sono degli instancabili burloni, anzi degli "sbùron" come dicono loro, quando si tratta di mangiare, bere e fare casino.
"Alora", dovendoli introdurre, gli Sbubbi nascono con la finalità principale di vincere il Prestigio MTB a squadre, finalità che viene rinnovata di anno in anno, raccogliendo lungo il cammino nuove leve, ma è in realtà un gruppo di ciclisti amatori, che tutto ha in mente tranne che la prestazione, anzi la prestazione ce l'hanno in mente eccome. L'unica che non hanno in mente è proprio la prestazione agonistica in bici - beh, piano fare il Prestigio MTB 2011 in una dozzina di atleti non è propriamente una passeggiata, anzi è un bell'impegno! - per tutto il resto tra il delizioso accento romagnolo, un umorismo dilagante e genuino, oltreché la predilezione per la piadina e la buona tavola, in cima ai loro pensieri c'è sempre la patata in tutti gusti e varietà e alla Speck Stube hanno trovato proprio pane per i loro denti in tutti i sensi. Viva gli Sbubbikers!
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