Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ecco l'ultimo upgrade della mia "vecchia gloria". Sono comparse le corone doppie PMP sulla guarnitura XTR, in versione 27/42. Regolato leggermente il deragliatore anteriore in modo tale da portare i fine corsa ad operare correttamente con le due corone, anziché le tre.
Probabilmente se ne sono andati un altro po' di grammi, cioè una cinquantina, cioè i grammi della corona da 22 denti ed un po' di grammi perché le corone della PMP mi sembrano più leggere di quelle XTR. Ci sono però in aggiunta gli anellini di supporto delle boccole, che peseranno si e no un paio di grammi. Ora come ora la Scale in configurazione Nobby Nic sull'anteriore e Racing Ralph sul posteriore e abbastanza lattice, dovrebbe attestarsi sempre sui 9250-9300 grammi.
Guardate cosa ho beccato su Facebook, precisamente nel gruppo di discussione e nelle foto di Spingere il 53/11.
Della serie casco da crono, ruote alto profilo Lightweight, cambio elettronico DuraAce Di2, NO DIGO ALTRO...
Io e l'Orlando non possiamo nascondere di non aver avuto un po' di nostalgia per l'Avesani proprio ieri sera quando ci siamo ritrovati a Grezzana per trafficare con la catena nuova della mia Addict. Il Paolo voleva quasi quasi iscriversi al percorso rosso, però 40 Euro son pur sempre 40 Euro, così abbiamo deciso una volta tanto di farla da "portoghesi".
L'appuntamento è per le 7.50 in zona Quinto-Marzana: molto rapidamente ci trasferiamo in direzione Ponte Catena e proseguiamo fino alla rotonda sotto il ponte del Saval in attesa del gruppone del percorso medio, colore verde. Beh, gruppone non proprio: probabilmente circa 120-130 atleti sul percorso da 145 km. Appena passato il grosso degli iscritti ci accodiamo in coda con gli ultimi e cerchiamo di risalire immediamente a centro classifica, onde evitare di spendere troppo nello sfilacciamento della coda. Infatti per riuscire a rientrare nella scia che ti tira avanti senza far fatica, dobbiamo lanciare la bici ai 50 km/h e la media non è di molto inferiore per un bel po' di chilometri. Dobbiamo arrivare almeno dalle parti di Pescantina, perché l'ammiraglia si decida di calare la velocità di crociera da 47-48 km/h ad una più umana velocità sui 37-39 km/h.
Nel gruppo saluto la Francesca Lonardelli e scorgiamo un po' di Turnover del nuovo corso, cioè Betteghella e Baschirotto, che andremo ad affiancare un po' dopo della prima asperità di giornata, che fa probabilmente le prime vittime, cioè la salita di Ragano. Per noi due nessun problema a tenere i 30 km/h costanti fino in cima, tanto che ci ritroviamo abbastanza avanti nel gruppo, da dover ogni tanto indietreggiare. L'Orlando si mette perfino a fare spola tra Baschirotto e Betteghella per le comunicazioni di servizio: gli mancavano solo le borracce da portare da dietro fino al capitano!
Solo che arriviamo a Zuanne talmente presto che non ci pare neppure vero di aver già marciato per 40 km: la media fino a Zuanne, partendo da Quinto, è di 39 km/h! Dopo aver augurato ai nostri due compagni una buona gara su a Novezza, li salutiamo, mettiamo la freccia e cerchiamo di spostarci rapidamente in Valdadige in direzione Peri. Non siamo i soli ad avere questa pensata e dietro di noi si accodano almeno un paio di ciclisti, che tengono la nostra ruota fino alle porte del paese quasi al confine con la provincia autonoma di Trento.
Ai tappeti elettronici di Peri però ci fermiamo per una foto di rito e facciamo qualche considerazione sul tempo impiegato: i più forti del percorso giallo non sono ancora rinvenuti su di noi, così decidiamo di giocarci il vantaggio residuo, salendo al primo tornante e tentare di fare qualche foto decente.
Beh, foto decenti non sono proprio venute, ma passano alcuni dell'Avesani, scorgiamo Mattia Turrina, che salutiamo, mentre il Miglio è già attardato di qualche secondo, ma stringe i denti e prosegue senza salutarci. Con un'ottima gamba passano anche i biker Leo Luca e Alessandro Zanini, che son riusciti a stare col gruppo dei più forti fino a Peri, ma poi pagheranno un po' questo sforzo. Io e Paolo decidiamo pertanto di partire dietro ai primi 150-200 del percorso corto, gruppo che era arrivato compatto fino a Peri. Da dietro non rinviene praticamente più nessuno, mentre noi due, salendo, rinveniamo parecchi corridori, che forse hanno speso già parecchio fino a quel punto. E' così che accompagniamo Alessandro Zanini di Verona Bike fino al tappeto che termina il passaggio della cronoscalata. C'è da dire che io e Paolo ci siamo fermati al primo tornante, ma le stime parlano di una salita fatta in circa 44-45', continuando a chiaccherare con chichessia: una cosa davvero sorprendente per il mio peso non-forma, di 69 kg abbondanti!
A Fosse ci aspettiamo di essere immortalati dagli obiettivi del Papataso ed Anonimo ed invece con stupore, notiamo che non c'è nessuno ad aspettarci, così, dopo aver tentato invano di raggiungerli telefonicamente per sapere dov'erano, non ci rimane che battere in ritirata dentro all'Ombra delle Fosse, dove c'è un bel fighin, di cui si deve essere innamorato almeno un paio di volte il Fit, che serve cappuccino al sottoscritto, caffé normale a Paolo e mezza brioche alla marmellata ciascuno, si insomma, avì capio, abbiamo fatto due metà di una, perché una intera a testa era troppa...
Torniamo fuori e salutiamo l'Alberto e la Elena Grobberio del GC Grezzana. Intanto arriva la bella Laura Bogoni, nostra teammate, e poi finalmente anche alcuni reduci del PFC, cioè l'Anonimo Turnover, il Mario Claps, Diego Bertani ed un suo compagno Bcicli. Quattro ciacole, forse anche cinque e poi richiamo Paolo all'ordine: dobbiamo continuare l'Avesani corta e di chilometri ce ne sono ancora un bel po', anche se quasi tutti in discesa. Se ne vanno così rapidamente gli abitati di Ronconi, Selvavecchia, mentre Erbezzo sfila anche lui senza sosta, superando un sacco di gente attardata col numero giallo.
Le traiettorie dalla cittadina lessina fino a Bellori le impostiamo come ci pare e piace, lanciamo qualche volta le nostre bici ad oltre i 70 km/h, mentre a Lugo ci aspetta un bell'ariotto in senso opposto a quello di marcia. Poco male ci diciamo: a Stallavena abbandoniamo il percorso di gara, cioè la superstrada e torniamo per la provinciale interna. Mi dispiace aver negato la pausa spritz a Paolo al Ciao per le ore 12.00, ma devo andare dai miei a pranzo, così rimetto il 50/14 e corro rapidamente verso casa per una rapida sequenza bilancia-bagno caldo-crema rinfrescante-beverone di recupero muscolare.
Devo dire che oggi ho davvero avuto ottime sensazioni dalla bella cavalcata in coppia col Paolo: le ruote filavano sempre veloci, i rapporti erano sempre giusti e non ho mai fatto la Peri-Fosse così agilmente come oggi. Poi respirare il clima di gara fa sempre bene all'animo e alla testa, così non posso che pensare bene per domenica prossima, quando correrò ad Iseo in compagnia del Maga alla Gimondi Bike. Se solo fossi 3 kg in meno, sarebbe però tutta un'altra cosa...
Riprendo subito l'acuta osservazione di un mio amico ciclista del Papataso Fans Club, fatta a seguito dell'articolo comparso su L'Arena: "i ciclisti sono polli da spennare in negozio, non dei fagiani da impallinare". Effettivamente la quantità di soldi che spendiamo per le nostre superbici in materiali compositi superleggeri è notevole.
L'unica consolazione che si può constatare nel leggere la succinta ricostruzione del giornale è che il cacciatore si è immediatamente reso conto di aver commesso un errore colossale ed è corso subito ad aiutare il malcapitato ciclista, chiamando al più presto i soccorsi del caso. A volte, da alcuni cacciatori, quelli peggiori e pochi per fortuna, si sbatte contro una presunta arroganza, come se la caccia fosse un diritto inalienabile e prioritario rispetto al molto più sacrosanto diritto di camminare o pedalare nei boschi o sui crinali dei nostri bei monti, in virtù chissà di cosa, forse del fatto che pagano un sacco di tasse per la concessione della licenza.
Più o meno come quella volta, in cui mi trovavo ad un attraversamento ciclistico sulla sede stradale - gli autoveicoli venivano temporaneamente bloccati per far passare i ciclisti impegnati in una gara di mountain bike internazionale - quando ho sentito un automobilista inverecondo pronunciare più o meno le seguenti parole: "Io pago il bollo ed ho diritto di andare con la mia macchina dove e quando mi pare". Ma stiamo scherzando? Basta che lasci la macchina a casa e nessuno ti nega nessun diritto!
Non mi rimane che lasciarvi alla scansione dell'articolo: per leggere l'intero articolo basta che clicchiate sull'immagine. Vi ricordo che il quotidiano veronese è disponibile anche online, acquistandolo come servizio a pagamento.
Vista la particolare congiunzione astrale di queste sera, cioé cielo terso, luna piena e temperatura relativamente mite anche in quota, il buon Paolo Orlandi propone a tutti gli amici ciclisti la NOTTURNA a San Giorgio.
Saranno presenti alcuni Turnover, rappresentanti del Papataso Fans Club e alcuni Aspetime. Per quanto riguarda l'orario Paolo insisterebbe per anticipare un po' rispetto agli orari, cioè di trovarsi a San Giorgio per le 21.
Non è previsto alcun terzo tempo, però se troviamo qualcosa di aperto a San Giorgio/Bosco, magari una sosta verso la fine possiamo anche farla.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Eccomi qui a raccontare la notturna di ieri sera proposta da Paolo Orlandi al PFC in considerazione della congiuntura astrale positiva e che ha visto l’adesione del sottoscritto, del Marcante, dell’Ingegner Claps, di Fixj, Silvia e Massy, in rappresentanza degli Aspetime Bike.
Spiace solo la defezione dell’ultima ora di Cristian, ma ci sarà di sicuro un’altra occasione.
I partecipanti sono partiti con tre equipaggi separati con l’unico obiettivo di raggiungere entro le h. 21,15 Malga San Giorgio. Obiettivo raggiunto in pieno!
Al parcheggio scelto, abbiamo constatato la totale assenza di altri esseri bipedi pensanti e solo la presenza di quadrupedi erbivori.
Temperatura esterna 11°, temperatura corporea nostra 38° dovuta all’eccitazione di trovarsi a 1500 mt.s.m., immersi nel più assoluto silenzio ed irradiati dalla luce dell’unico satellite del nostro pianeta, ormai nel pieno del suo splendore mensile.
Tutti i nostri velocipedi erano muniti di adeguati impianti di illuminazione, ma abbiamo subito deciso, su consiglio di Massy, di non utilizzarli e di viaggiare a fari spenti nella notte!
Dopo aver sopperito, grazie al supporto di Fixj, all’inadeguato abbigliamento dell’Ingegner Claps che pensava di circumnavigare le Isole Seychelles, non pensando che eravamo ben al di sopra del livello del mare, siamo partiti con destinazione Castelberto a 1.765 mt.s.m..
Lo scenario che ci si è presentato intorno era a dir poco spettacolare e tutti ci siamo beati di cotanta meraviglia della natura. Uno più di tutti, che comunque verrà sottoposto ai test antidoping dell’UCI, ovvero il summenzionato Ing. Claps che è partito a fionda come un novello Pedrosa o, per stare più nei nostri paraggi, emulando le celebrate partenze del nostro MaxMaga e ha sempre dettato il ritmo, seppur blando, del gruppetto!!!
Unico (parziale) intoppo, la presunta foratura della gomma anteriore della MTB del Fixj. Qui, fortunamente ed anche documentati con prove fotografiche inoppugnabili già pubblicate questa notte sul Picasa Web Album del Conte, sono intervenuti i tre ingegneri che, per grazia ricevuta, erano presenti all’interno del nostro gruppo e, dopo alcuni calcoli matematici elaborati "come gnente el fuss" mentalmente in tempo reale nonché dopo un improvvisato ed animato tavolo di discussione, il danno è stato riparato ed il malcapitato ha potuto proseguire serenamente il giro. E’ d’obbligo far notare che, parte del successo, è stato dovuto all’utilizzo di un mirabolante gadget "assurdooo" pescato sempre dal summenzionato Ing. Claps dal suo cilindro: la micro pompa Swarovski acquistata nella gioielleria Tagliaro di Colognola ai Colli, residenza per chi non ne fosse ancora a conoscenza - di un atleta di chiara fama mondiale nonché idolo del nostro Fans Club. Se ne consiglia vivamente l’acquistato
Dopo aver raggiunto la nostra meta e rimirato il fondo valle atesino, costellato dalle luci dei centri abitati trentini, ed aver scattato le rituali foto, anche se alcune non propriamente centrate...sorry, siamo ripartiti scendo ad una buona velocità gli sterrati della Translessinia, sempre con il solo ausilio della luce lunare.
Giro chiuso con 26 km.percorsi, la consapevolezza di aver vissuto un momento di vita vera, e con pausa al Bar del Piace a Bosco CN.
BELLISSIMO!!!
Ovviamente largo spazio alla notturna da San Giorgio a Monte Castelberto anche sul blog degli Aspetimebike, coordinato dal Massy.
Vi rimando al loro articolo:
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