Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Stasera son un po' pigro, così riporto integralmente le parole del Fix, prese dal blog degli Aspetime.
Questa sera per problemi di lavoro ho dovuto posticipare la partenza di una bella mezzora, ricevendo solo notizie da Diego che per problemi di lavoro non riusciva ad esserci, sono partito con la dovuta calma e ho deciso di fare un percorso privo di strade sterrate.
Passando da Vendri, Novaglie, fino ad arrivare a Montorio, solo che li', in lontananza ho visto scendere dal monte due faretti in velocità. Indovinate chi ho trovato? Orlandi e Tenuti che stavano facendo il consueto giro che Paolo ha tracciato nel suo percorso notturno. Con estrema felicità mi sono unito al gruppo e ho concluso con loro l'uscita.
Per la cronaca, il giro completo è stato di circa 26 km e per l'esattezza: Quinto-Vendri-Nesente-Novaglie-Torresin-Mizzole-via Ponte Verde-Castel di Montorio-Torresin-via Pradelle-Santa Maria in Stelle-Piccolo Stelvio in 10'-Mezzomonte-Grezzana-Quinto.
Ieri sera per il Marcante, prima volta del 2010 sulle curve del mitico Piccolo Stelvio in compagnia dell'Orlando e del Fix J. L'ascesa è stata fatta tutta ad una frequenza di pedalata altissima, per non forzare mai la muscolatura e conseguentemente il tempo che ne è derivato non può essere basso, ma ne ha beneficiato enormemente l'esercizio cardiaco e la respirazione.
Così mi viene in mente una delle volte che l'ho fatto nel corso del 2009, cioè quella volta che l'ho fatto con mio figlio Enrico.
E' infatti di ormai sei mesi fa il debutto di Enrico, anche se in discesa. L'emozione era forte quel giorno, perché era la prima volta che pedalava con la sua Scale JR 20", arrivata in quel di Quinto giusto la sera prima, direttamente dall'Officina Rodella. Ci voleva insomma un debutto all'altezza della situazione e il Piccolo Stelvio era davvero il battesimo di fuoco per Enrico e la sua nuova bici.
Le foto lo ritraggono sabato 8 agosto per la prima volta sulle diciannove curve a gomito sterrate appena sopra la chiesa di Santa Maria in Stelle.
Enrico, la salita se l'è fatta tutta in sella e fuori sella da Sezano fin su a Mezzomonte, in parte grazie alla prodigiosa spinta sulla schiena di papà Marco, così come il brevissimo tratto al 15% che introduce verso i tornanti della Gualiva o fa scendere verso la bianca carrareccia. A Mezzomonte la doverosa pausa per un sorso dalla borraccia, come ci si aspetta da tutti i ciclisti professionisti e non.
Da lì in poi è tutta discesa, solo che non è proprio per tutti il Piccolo Stelvio in discesa, che in alcuni punti, soprattutto quelli più in cima, che presenta piccole canalette e sassi smossi, che mettono sicuramente in difficoltà chi non ha mai affrontato uno sterrato lievemente accidentato.
Enrico, superate le prime difficoltà con titubanza e soprattutto le insopportabili raccomandazioni ed i noiosi ammonimenti di un papà troppo esigente, mano a mano che scende prende sempre più confidenza col fondo accidentato e la velocità di percorrenza comincia ad essere sostenuta. Così se ne vanno ad uno ad uno i più bei tornanti della Valpantena sterrata e la chiesa di Santa Maria in Stelle è purtroppo già lì che scorre alla nostra sinistra.
Arrivati in fondo la soddisfazione è già elevatissima: anche Enrico ha assaggiato la terra del Piccolo Stelvio, come i grandi della MTB, senza che vi dica nulla, scrivo solo Roel, il cognome lo completate voi. Foto di rito per questo caldo pomeriggio d'agosto: tutta un'altra storia rispetto ai freddi di quest'inverno.
Per oggi il programma iniziale prevedeva di attendere le ore centrali della giornata per andare a pedalare ed invece il tempo già reggeva verso le 8.00, così ho ceduto alle sirene del Conte, il quale mi invitava ad andare in MTB prima a Porta Vescovo, dove l'appuntamento era col Radu e poi a Ponte Catena, per raccogliere eventuali altri personaggi del team Focus.
E così troviamo solo il Walter, che sfoggia però una bici da corsa marchiata Focus nuova di zecca!
Così il percorso previsto non subisce particolari modificazioni, ma esclude definitivamente eventuali varianti sterrate, a causa delle ruote strette di Walter.
Facciamo così la salita della Cola, col Conte Savoia e Walter a far da battistrada, mentre io e il Radu cerchiamo di difenderci da dietro, abbastanza alti coi battiti.
Una volta scollinato alle Volpare e alle Case Vecchie, ci buttiamo a capofitto verso Grezzana, col Radu costretto a scendere lentamente per la pressione bassa del tubeless anteriore, cosa che verrà corretta con una pompatina una volta arrivati nella capitale della Valpantena.
Svolta a sinistra in direzione Busoni e Rosaro, dove attacchiamo la salita del Pilon. Qui il ritmo costante è interrotto prima dalla mia fischiatina e poi dalla telefonata dell'Anonimo, ancora alle prese coi problemi esistenziali tra tubeless e camere, tra freni V-brake e disco.
Tornati sulla provinciale in direzione Cerro Veronese, il Radu, sornione più che mai, dall'ultima posizione e con parecchi metri di ritardo sul duo Savoia-Walter parte da dietro a mo' di locomotiva e sbuffa prima a 160, poi a 170 che al cartello di Cerro Veronese abbiamo ormai tutti la padella in canna.
Scatto del Marcante che cerca di affiancare il Conte per chiedere cosa stia succedendo e con brevi cenni fa intuire che è partita la volata per la brioche. Il Conte Savoia è già ormai col 44/11 e il contachilometri passa da 35 a 43 km/h, io in scia non perdo l'attimo, mentre sul curvone del Belvedere a 100 metri dalla gelateria Primaneve la volata se la contendono Walter e il Radu, tutti allegramente fuori soglia e chi ha il cardiofrequenzimetro registra quota 180 battiti.
Doverosa pausa brioches con krapfen o cannolo al ciccolato e cappuccino di un buon 10 minuti. Si decide così di accompagnare il Radu giù per la Pissarotta, giusto per farlo andare in direzione Colognola ai Colli, così il canalone stretto lo affrontiamo a velocità belle alte, con la parte finale a velocità altissime per il Conte e il Radu, che fanno test e provano le scie in vista della Airon Bike.
Sciogliete le righe in quel di Montorio, dove ognuno va presso la propria abitazione.
Oggi le mie sensazioni sulla salita iniziale non sono state affatto buone, ma siamo ancora un po' lontani dal top della forma, che ci si aspetta non prima di fine di marzo.
Solo dopo un'ora e mezza il motore cominciava ad essere caldo e le sensazioni buone non si sono fatte attendere oltre.
Il Conte Savoia è invece sempre su un altro pianeta: sembra non fare proprio fatica sulla Verdona, ma se gli dai la Cayo bianca, non cambia praticamente nulla.
Anche per il 2010 siamo alle solite: i "vecchietti" son sempre più incazzati e cattivi che mai e noi "ciovani" arranchiamo, tenendo si e no la ruota...
Eccomi qui a raccontare l'uscita stradale di questa mattina con obliterazione di un biglietto di solo andata sull'Eurostar delle Lessinia. E' doveroso premettere che avevo dichiarato nei giorni scorsi che avrei acceso la bagarre in almeno 3 tratti in salite nell'avvicinamento ai miei possedimenti lacustri e, da buon nobile, non potevo venir meno alla parola data.
Alle 8,30 sono andato incontro all'Eurostar e praticamente sono salito alla Stazione Centrale Turnover.
Man mano che scorrevano i km. salivano altri ciclisti fintantoché dopo la Diga si contavano già oltre 60 vagoncini scalpitanti. Folta rappresentanza del Focus Team e del PFC, praticamente quasi al completo. Del PFC si è potuto notare la presenza imgombrante del Miglio, poi capirete il perchè, e di uno stranamente svuotato Papataso (ipotesi che aleggiano nei corridoi dei palazzi che contano narrano che questo calo sia dovuto al centinaio di km. percorsi insieme all'Anonimo Zurlì nel pomeriggio di ieri oppure ad una disquisizione con Edo sulla bontà dei Pampers o sull'unica nota stonata della rientrata Focus Cayo del garagetto di Via Pontesello: un'inguardabile guarnitura Durace grigio topo che spicca come un fulmine a ciel sereno sulla restante componenistica nera/bianca/rossa).
Dopo la Diga praticamente non ho potuto fare a meno di lasciare solo soletto il Miglio e quindi mi sono affiancato a lui...errore fatale. Il ritmo si è alzato sensibilmente e la prima vittima è stato il mio cardio che si è azzerato e si è rifiutato di rilevare la mia frequenza cardiaca.
Dopo l'attraversamento di Bussolengo, il Miglio mi ha rammentato la mia promessa e io l'ho tranquilizzato iniziando una progressione proprio all'altezza del Flover che ci ha portato allo scollinamento ad un ritmo veramente alto. Ma, non contento di quello che avevo già fatto, sempre con la complicità del Miglio, ho mantenuto il ritmo elevato sino a Lazise ove abbiamo rifiatato un attimino prima di sparare un'altra cartuccia sulla salita prima di Cisano. Alle 9,46 eravamo già a Garda riuscendo comunque anche a salutare Davide e Fabio dello Sculazzo Team. All'inizio del mangia/bevi tra Garda e San Viglio, ho sfruttato la scia dell'inossidabile Avvocato e sono partito per tener fede alla promessa fatta aumentando ulteriormente il ritmo fino a San Vigilio ove ho visto un 43 km/h sul mio Polar.
Soddisfatto di quanto fatto fino a quel momento, mi sono fatto la Torri/2° bivio ad un ritmo medio/alto, mentre vedevo davanti a me un imperioso Miglio che andava su ad un ritmo impressionante insieme ad altri due personaggi. Sinceramente sero già pago delle tirate di prima e le gambe non volevano spingere oltre... molto più sagge del mio cervello... prima di entrare ad Albisano ho potuto vedere un ottimo rientro di Walter al suo secondo giorno su una BDC ed anche quello del Radu, con cui ho concluso quasi appaiato l'arrivo al secondo bivio. Ricompattamento del PFC e, dopo essere scesi dall'Eurostar, ci siamo avviati allegramente verso la meritata e obbligata pausa brioche ad Albarè.
Poi abbiamo ripreso la strada di casa con il solito giro di avvicinamento via Valpolicella con divagazione finale, insieme al Marcante, a Montorio nella speranza di vedere la sua famiglia in maschera e l'Anonimo Zurlì. Giro chiuso con 118 km/h tosti ma gratificanti. Dalla settimana prossima in programma uscite più tranquille per preservare una buona gamba "che tira dal de drio" per il debutto all'Airon Bike. Un saluto a tutti i compagni del PFC e in particolar modo al Maga, al Damiano, al Fabio Veronese e Roby Riolfi che era da molto tempo che non ci si vedeva sulle strade.
Hola a todos!!!
(ringraziamo il Papataso per le foto di oggi)
#nd#
Debutto informale sugli sci ieri per Enrico sulla neve di San Valentino, nel comprensorio trentino del Monte Baldo.
Ringrazio lo "zio" Francesco per averlo accompagnato ed avergli fatto indossare gli sci da discesa ad una settimana dall'inizio del corso di sci, in programma a partire da domenica 14 presso la Scuola Sci di Boscochiesanuova.
Complimenti ad Enrico per aver già imparato i primi rudimenti, così si troverà a suo agio nelle prossime lezioni che lo aspettano per il resto del mese di febbraio e la prima parte di marzo. Non farà le figuracce di papà, sempre costretto a rifiutare inviti a sciare sulla neve, primo per mancanza di equipaggiamento e secondo per non essere capace di sciare.
Il Bazzo ci ha già prospettato un possibile giro per domenica 21 febbraio, giro per il suto team, il Pappataso Fans Club ed altri amici della cerchia.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Il chilometraggio previsto è di 86 km, ma tagliando il tratto più alto da Toscolano Maderno fino a Gargnano, si può accorciare a 66 km, cioè si riesce a farlo rientrare nei programmi del PFC. A voi la scelta...
Paolo GPS, preciso come un orologio svizzero, qualche giorno fa mi ha mandato la traccia GPS della ciaspolada fatta martedì scorso.
Lasciata la PuntoPower al Passo Branchetto, il giro ci ha visto salire verso Monte Tomba lungo una direttrice abbastanza veloce, mentre la discesa ha richiesto una camminata in contropendenza e contropelo del vento in quota, che spazzava via la neve a -9°C.
Vi lascio alla vista ricostruita da Google Earth del giretto fatto sulle ciaspole con Paolo ed Elisa.
Novità assoluta per il 2010 sulla Maximum Venus, cioè la MTB che uso a Padova per i trasferimenti veloci dalla stazione all'ufficio del mio cliente Concrete.
La mia "nuova" MTB, di provenienza Eurospin e scartata da mio papà perché non se la sentiva davvero di andare via con una bici del genere, è stata opportunamente equipaggiata di parafanghi, per proteggere gli abiti non proprio agonistici con cui vado in ufficio, anche se vado sempre vestito "casual".
Altra chicca sono i catarifrangenti sui raggi, per fare in modo che mi vedano in qualche modo le altre vetture, soprattutto nelle ore notturne o crepuscolari.
La novità dell'anno 2010 è il cambio rotante automatico, a cui sono molto affezionato sulla Scale. Ineccepibile la qualità dei manettini rotanti, che, dotati di un chip elettronico altamente sofisticato, sono in grado di cambiare automaticamente marcia, ogni volta che si presenta la necessità di farlo.
Succede infatti che quando mi alzo in piedi per fare lo scattino, il cambio automatico pensa tutto lui a buttare giù un dente o anche due e ne beneficia subito il movimento atletico, con la bici che schizza davanti a tutte le altre, appena il semaforo è diventato verde.
O che il chip elettronico sia comandato dalle buche sulla strada, perché cambia anche ogni volta che prendo una buca? Booh... l'è proprio una "bici del supermercato", 'na baracca!
Dopo un chilometro, se non metto una marcia più corta, mi ritrovo sempre a pedalare col 46/11. L'importante è comunque che assolva alla funzione di portarmi in ufficio e, rispetto alla Graziella Grandis, ho fatto davvero un passo in avanti!
Ecco come ho trovato stamattina PuntoPower parcheggiata giù nella via di casa mia: sotto una sottile coltre di neve!
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