Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Anche il Natale 2008 è andato assieme ai parenti e familiari più stretti. La famiglia "allargata" a nonni, bisnonni e zii, si è molto concentrata sugli aspetti culinari e gastronomici.
Grazie alla presenza contemporanea del suocero Danilo e di suo suocero Giuseppe, proveniente da Chieve di Negrar, ho appurato i nomi degli isolati che ho attraversato in MTB nella giornata di lunedì.
Sembrerebbe essere che queste contradine - o forse sarebbe meglio chiamarle abitazioni o zone campestri - si chiamano Salar, Calalba e Fratoni. Sono zone di stampo tipicamente lessino, dove le due uniche attività sono il pascolo di bovini e il taglio dei boschi per legna da costruzione o da ardere. Queste indicazioni non compaiono - a quanto pare - su nessuna indicazione cartografica di una certa rilevanza, come Google Earth e Google Maps, ma non ci sono nemmeno sulle cartine militari in scala 1:20.000.
Nonostante il mio sondaggio su Facebook, dove chiedevo qualche suggerimento per oggi, cioè se uscire in BDC o in MTB, a cui rispondono sistematicamente solo gli amici in MTB, ho deciso che la MTB andasse lasciata stare, visto che l'ho pulita come poche volte e così ho deciso di affrontare il freddo invernale in BDC andando via col gruppo.
Da Grezzana pochi irreducibili Turnover scendevano la Valpantena e così mi sono accodato ai soliti. Abbiamo rispettato il più classico dei giri sul lago, solo che arrivati in prossimità della Diga del Ceo, eravamo già stati assorbiti nel più grande dei gruppi di questo autunno-inverno 2008 e cioè un gruppone di circa una cinquantina di atleti di svariate squadre, dove le divise più presenti erano senza dubbio Traguardo Volante, Evolution Team e ovviamente qualche Turnover.
Così arrivati ormai a Bussolengo, lo start per la salita del Flover vedeva i più forti, come al solito, superare ovunque e piazzarsi davanti al gruppo ai 30 km/h, col sottoscritto davanti anche lui per un paio di chilometri scarsi a tirare il gruppo.
Arrivati a Lazise, poi rapido trasferimento verso Bardolino, dove il marasma era totale, con tanti a mettere la freccia a destra in direzione "Pigno", mentre il Lavagnoli davanti al gruppo a suggerire di proseguire dritto in direzione Garda. Andavamo così ad assorbire un altro gruppo non ben identificato con tanto di ammiraglia al seguito, per la probabile Valentina Scandolara.
Quando si tira dritto a Bardolino, va da sè che ci scappa un Torri-Albisano, col solito dubbio di salita alla prima rotonda o al ben più alto incrocio. Sulla salita mi difendo abbastanza bene, ma da quando ho adottato le tabelle di allenamento di Lance Armstrong - chi me lo fa fare di salire con rapportoni da paura, che dopo mi fanno solo male le ginocchia? - decido di salire col 39-25 a circa 85-90 pedalate al minuto, per la gioia delle mie gambe ed un po' meno per il mio cuoricino. Prevedo comunque entro breve di recuperarmi un pacco pignoni più consono per questi tipi di cose, cioè passerò ad un 12-27, molto utile in tantissime situazioni.
Arrivato in cima ho perso praticamente di vista il Remo Bertani, che era più che altro preoccupato di ricongiungersi al più presto con gli altri Turnover, mentre io ero molto occupato a non farmela addosso, dopo "averla portata" su da Lazise fin sopra ad Albisano.
Il rientro avviene pertanto con l'Evolution Team al gran completo, solo che al semaforo di Albarè quasi tutti passano col rosso, tranne io e il Conte Savoia, così perdiamo anche questo treno. Da lì in poi io e il Savoia ci alterneremo verso la via di casa, superando in rassegna Affi, Cavaion, Pastrengo, Bussolengo e l'abitato del Ceo. Lascio il Savoia a Porta Palio e così mi faccio pure anch'io un giretto in centro storico con Corso Porta Palio, via Roma, via Pallone e Stradone San Fermo, mostrando così la mia bella gamba!
Per la cronaca, 107 km molto allenanti, però nonostante i doppi copriscarpe sui piedi, ho rimediato due "suole" ghiacciate! Potete dirmi tutto quello che volete, ma per i piedi non c'è materiale o tecnologia che tenga. E' proprio un problema di scarsa circolazione e se gira poco sangue, i piedi si freddano!
Dopo aver scambiato due parole col Diego Bertani di Bcicli, ieri all'incrocio sopra Albisano, sui sentieri della Valpantena, oggi non potevo astenermi da inserire l'ultimo tassello del puzzle 2008 e così son andato a fare il vaio di Reolto.
Mi mancava solo questa tra le ricognizioni che ho fatto ultimamente - ricordo gli articoli preliminari alla Gran Fondo del Pandoro, nonchè il passaggio a Ponte di Veja per Sengie, Salar, Calalba e Giare - e questa volta avevo il vantaggio che il dr.Pich fosse già passato a piedi, giusto la settimana scorsa, ad aprirmi la strada.
Così son salito su ad Alcenago sempre dall'impegnativa salita dei Gonzi, sbucando così rapidamente alle Fontanelle e ho cominciato a percorrere la scavezzagna alla destra del deposito della fungaia, convinto che fosse la strada giusta. Così non era, tanto avevo percorso si e no 200 metri, che son tornato sulla mia traccia.
La scavezzagna giusta è quella a sinistra del deposito e poco avanti trovo pure el Rico del Giosuè, con cui scambio due parole sul vaio di Reolto. Ricevute le giuste indicazioni, tra cui quella tenere la destra al bivio dei due sentieri, mi infilo giù lungo questa strada subito molto ripida e piena di fogliame del bosco.
Al bivio tengo intenzionalmente la sinistra, per vedere dove conduce il sentiero errato, ma non riesco ad andare molto avanti. Così decido di tornare sulla via giusta e subito mi imbatto negli alti scaloni del vaio di Reolto. Il dislivello che essi consentono di superare sarà all'incirca 30-40 metri, ma questi non c'è verso di farli in sella alla MTB e non rimane che scendere con la bici a fianco. Il corso d'acqua alla sinistra, che proviene dalla contrada di Coda, si trasforma in qualche cascatella, dove i candelotti di ghiaccio arrivano a superare i 20 cm e a me non rimane altro che ritornare in sella e cominciare a menare in direzione Stallavena. Il pezzo inferiore diventa sempre più agevole e percorribile e quasi in fondo ho anche la fortuna di imbattermi in un gregge di pecore, cosa che non pensavo assolutamente di incontrare sopra Stallavena!
Da lì in poi il ritorno verso casa è su asfalto, ma volendo, ci sarebbe giusto la Lugo-Praole, poco avanti in Valpantena.
Alla prossima puntata di Valpantena Overland!
Non spenderò molte parole per l'uscita in MTB che ho fatto ieri in compagnia del Pappataso ed il solito gruppo, visto che l'argomento è stato già ampiamente affrontato sia come cronaca che come immagini sul relativo blog, ma ieri posso davvero dire di aver concluso l'anno 2008 nel migliore dei modi, portando a spasso per l'alta Valpantena gli amici di bici con cui ho condiviso molto durante l'intera stagione.
Elencherò pertanto la sequenza di paesi e contrade che abbiamo attraversato per dovere d completezza, visto che il Pezzo ha già detto che lui ci ha rinunciato alla terza contrada nel vano tentativo di memorizzare i nomi dei vari posti...
Ecco pertanto la sequenza completa del giro, che prevedeva sostanzialmente un rapido trasferimento verso la seconda parte prevista originariamente per la Gran Fondo del Pandoro, ma tagliata per tempi stretti e successivamente il passaggio verso Ponte di Veja, ormai convenzionalmente accettato con la dicitura di "Valpantena Overland":
- partenza da Marzana
- Grezzana
- salita di Cavolo
- Case Vecchie
- Montecchio di Negrar con pezzo della Benini verso i cassonetti
- 9 tornanti di Casa Bertolini
- Dondolo
- Antolini
- Settefonghi
- Monte Comun
- Chieve
- Saline
- Vegron di Fiamene
- Fiamene
- Sengie
- cave alte di Sengie
- Salar
- Calalba
- vaio dei Saletti
- Saletti
- Giare
- ristorante di Ponte di Veja
- Ponte di Veja
- cascate di Ponte di Veja a piedi
- provinciale Bellori-Barozze
- Bellori
- Lugo
- Stallavena
- Grezzana
- Marzana
- Santa Maria in Stelle
Da lì in poi il rompete le righe coi colognolesi ancora a circa 20 km dal traguardo!
Oggi l'occasione era troppo ghiotta per rinunciarci. E' così che io e il Conte Savoia ci siamo accordati per pestare la neve tra Marzana, Sezano, Santa Maria in Stelle e Quinto!
Chi pedala sulla neve il primo dell'anno, pedala tutto l'anno!
Ne abbiamo pertanto approfittato per scattare una buona dose di fotografie, entrambi muniti di fotocamera, di cui potete vedere una prima piccola selezione nella mia gallery di Picasa. Purtroppo il Savoia è senza ADSL da quando si è trasferito nell'abitazione di Marzana, per cui dovrete aspettare qualche giorno per i suoi scatti.
Dal punto di vista tecnico abbiamo colto l'occasione per saggiare le nostre proverbiali capacità di guida e di tecnica su fondo sdrucciolevole sia in salita che in discesa.
Ammettiamo che abbiamo trovato molta più difficoltà a procedere in salita su asfalto, come ad esempio dall'abitato di Sezano in direzione Gualiva, che sullo sterrato coperto di neve.
La discesa dal Piccolo Stelvio è stata una piacevole sorpresa per l'eccezionale amalgama della neve con la terra battuta coperta dalla coltre bianca. Un po' meno piacevole è stato scoprire che qualcuno era già passato in MTB sulla neve poco prima di noi! Credevamo di essere i primi a debuttare sul Piccolo Stelvio e invece niente. Vorrà dire che ci riproveremo nel 2010...
In attesa che arrivino le foto dal Pappataso e dal Conte Savoia, oggi ci siamo a dir poco scatenati con la MTB sulla neve.
Le condizioni meteo erano ideali per pestare la neve in bici: la mattinata era ancora bella gelida, la neve e la paciarina di ieri e dell'altroieri si sono indurite bene nella notte, mentre poco sopra l'orizzonte un timido sole tentava di dare un po' di calore alla nostra iniziativa.
L'appuntamento per il sottoscritto è per le 8.30, che si trova col Conte in prossimità quasi a metà strada tra me e lui e così ci spostiamo rapidamente verso il Piccolo Stelvio, in modo da arrivare all'appuntamento dell 9.00 alla Rotonda di Montorio, dove si trova la "solita" compagnia.
La salita sul Piccolo Stelvio è molto agevole e non disturbata dalla neve ancora ghiacciata. Un po' più tecnica e difficile è la discesa da Pradelle verso Mizzole, dove la neve è in parecchi tratti ancora bella fresca e alta e la conduzione del mezzo a due ruote richiede un'abilità non da tutti.
Devo però dire che sia il mio Phyton anteriore che il Crossmark posteriore oggi sono compagni fedelissimi e non mi tradiscono mai, garantendomi un'eccezionale fiducia nella tenuta e un ottimo feeling nel sentire la sbandata del mezzo, fatto sta che arriviamo a Mizzole divertendoci davvero un sacco, anche se l'orologio segna già il nostro ritardo di quasi 15 minuti alla rotonda di Montorio.
Da lì in poi il percorso comune al Pezzo, Fabrizio e Diego di Bcicli, nonché il Conte e Daniele Bontempo è quello che l'atleta di Colognola vi descriverà con ben più suggestive parole sul suo blog nelle prossime ore di questo primo sabato pomeriggio del 2009.
Rapidamente: salita al castello di Montorio, Pradelle in salita, Gualiva bassa, pesa di Romagnano, salita al prato del Vento e dulcis in fundo, Vaio del Paradiso, le cui condizioni sono a dir poco eccezionali!
Oggi non ne sono usciti grandi ruzzoloni sulla neve, ma segnalo gli sfregi del Pappataso che si imbatte in uno spino indesiderato che lo attraversa completamente in volto e che quindi gli fa portare i segni della battaglia!
Anche oggi abbiamo VISSUTO VERAMENTE. La Lessinia completamente innevata già a partire delle colline poco sopra Verona e tutte le prealpi veronesi è davvero qualcosa di inimmaginabile, che ho riscoperto con piacere ancora una volta, dopo la bellissima slittata di ieri pomeriggio a Fiamene con la mia famiglia!
Tutte le foto le trovate comunque qua.
Non era la prima uscita dell'anno, ma il "Miglio" oggi sfoggiava una splendida tuta invernale Liquigas, che risalta perfettamente le sue forme atletiche plasmate a colpi di gnocchi di San Zeno e tipica pearà veronese.
E' stato così che il duo composto dal sottoscritto e il nuovo acquisto Liquigas si sono mossi nelle ore centrali della giornata in direzione lago, con la vana speranza di trovare temperature leggermente meno polari che quelle che permeavano la Provincia Veronese.
L'avvicinamento verso Lazise è avvenuto dalla classica salita del Flover del Bussolengo, dove il Miglio ha ingranato una marcia superiore ed ha lasciato di stucco il Marcante alla ruota, che non ha potuto fare altro che lasciarlo andare e soccombere alla sua vista, tanto è vero che il Miglio si è preso addirittura il tempo in cima di schiacciarci una gocciolatina.
Effettivamente gli allenamenti dei professionisti cominciati a fine novembre cominciano già a dare i primi risultati in termini di performance e si è visto dalla media tenuta nella salita dal forte corridore della Croce Bianca.
Il Marcante, dal canto suo, ben si difendeva su tutti gli altri pezzi, affiancandosi spesso e accodandosi di tanto in tanto per non far lavorare troppo in alto il suo miocardio.
Le temperature, per loro fortuna, si alzavano dai -3°C di Bussolengo e Pastrengo, verso i +2°C della città gardesana. E' così che in rassegna venivano attraversati gli abitati di Bardolino, Garda e Torri del Benaco in direzione Castelletto di Brenzone. Favoriti anche dal vento in direzione nord, il Miglio si metteva a menare a velocità supersoniche sempre superiori a 40 km/h con picchi anche a 45 km/h, sempre col Marcante a stretto controllo, in soupless a 110 pedalate al minuto.
Vuoi che ti troviamo il Pietropolli già di ritorno e giriamo immediatamente la bici verso casa. Qui si forma presto un doppio trenino per vincere la resistenza del vento che si fa un po' sentire anche nel saliscendi che riporta indietro verso Lazise.
La botta da Lazise verso Pastrengo in leggera salita viene tenuta bene dal Tenuti, che scollina in più di un'occasione a 175 bpm/HR, ma l'importante è tenere fino quasi a Pastrengo, dove il Daniele della LPR Brakes ci saluta e svolta per Colà.
Si ricompone così il duo iniziale che punta verso Verona, tornando così a temperature a dir poco gelide e piedi già trasformati in due blocchi di ghiaccio. Attraversiamo così anche il centro di Verona sperando di trovare un pelo di calore nelle zone pedonali, ma arriviamo presto a Porta Vescovo, dove il Miglio fa sosta tecnica da Motoyama dai Barana, mentre il Marcante mena in direzione Quinto, dove completa la sua galoppata prebefanica con 102 km sul groppone alla considerevole media di 30 km/h tondi.
Riassumendo così la giornata, possiamo dire che lo stato di forma del duo è più che mai ben augurante per le prime gare che cominceranno nel prossimo mese di marzo, mentre nulla da eccepire sul Miglio e il suo nuovo look Liquigas, a dir poco eccezionale!
Per ieri sera, serata del primo mercoledì dell'anno, cioè Biday, l'intenzione originale era quella di uscire col Conte Savoia e dare così inizio alle danze notturne del 2009. Il buon Fabio, però, già ieri mattina dava forfait a causa del mal di gola che si acutizzava in un'infezione virale tale da costringerlo a letto con la febbre.
La giornata inoltre era cominciata sotto i più cattivi auspici per le condizioni meteo, che il Biday sembrava essersene andato su per il camino.
Durante la giornata mi arrivano però dei segnali di fumo, che qualche "professionista" il Biday l'ha comunque onorato e tra me e me, che professionista comunque sono, mi son detto che il Biday s'ha da fare. Nel tardo pomeriggio mi son ripromesso che se il tempo continua a tenere, avrei preso la bici in seconda serata e me ne sarei andato a pedalare.
Dopo aver messo a letto tutta la famiglia, ho deciso di smettere i panni dell'ingegnere e di mettere quelli del ciclista e ho proceduto con la vestizione, ovviamente consona alle condizioni meteo.
Nell'ordine maglietta intima di cotone, maglietta manica lunga mezza stagione, maglia invernale Goretex, quella del GC Grezzana per intenderci, Per quanto riguarda gli arti inferiori, si va di calze invernali color militare di provenienza militare, scarpe Nalini e copriscarpe pesanti Northwave.
Poi mi vien da pensare che l'asfalto può essere bagnato, per il continuo piovigginare, e così penso che non è il caso di imbrattare la tuta pulita, così mi metto pure l'antivento del pacco gara Lessinia Legend 2007, ormai ridotto a tanti brandelli.
Inoltre debutta in anteprima assoluta il nuovo tubo Nordsen, su suggerimento del Miglio, che si rivelerà ottimo, perché è modulabile e consente di coprire più o meno il viso, dal mento fino al naso, con un minimo movimento delle mani e sicuramente molto più comodo di un passamontagna.
Così passo in garage e tiro fuori il mezzo verso le 22.30: l'intenzione è quella di andare rigorosamente mountain bike su asfalto per lo più bagnato. Monto le luci davanti e dietro, che son lì dall'ultima memorabile uscita fatta col Pappataso and Company.
Alle 22.35 si parte! Salgo lo scivolo e mi immetto subito in via Valpantena, dove il termometro della farmacia segna +4°C. Arrivo già a Sezano, ma la gamba è ancora un po' duretta, così decido di fare il primo giro ad un ritmo non troppo forte, ma penso assolutamente a scaldare la gamba.
Il primo giro - si tratta del giro standard inaugurato nel febbraio 2008 e cioè il Quinto-Marzana-Sezano-Vendri-Nesente-Novaglie-Campagnola di Novaglie-Nesente-Vendri, tutto completamente illuminato e della lunghezza di 12 km esatti - se ne va alla media dei 26,8 km/h. Ci scappa così il secondo giro imperioso, dove la media è di ben 27,6 km/h e i chilometri diventano già 24.
Quando l'agonismo prende la mano e il cronometro pure è il caso di darsi una regolata e mi metto a menare con frequenze superiori, ma spingendo molto meno e magari curando un po' di più alla pedalata rotonda. Così se ne va anche il terzo giro alla media dei 26 km/h netti. Fino ad ora non mi ero mai spinto oltre i 3 giri, ma ieri sera le condizioni meteo lo consentono ancora e così vai col quarto giro!
L'ultimo giro comincia però a sentire un po' la stanchezza della gambe e la media si abbassa a 25,6 km/h, mentre il chilometraggio supera di poco i 48 km. Vien da sè che bisogna far conto tondo e così vado fino sul sagrato della Chiesa di Quinto per vedere se è tutto a posto e così ti faccio 50 km; l'orologio della farmacia comunale segna la "mezzanotte e mezza" e si va a letto col cuore in pace. Non escludo in futuro di puntare ai 5 giri...
Se l'asfalto è asciutto e le condizioni meteo non sono troppo fredde, si può perfino pensare di girare con la BDC. Ieri sera il freddo non era molto forte, il tronco è rimasto sempre bello caldo per tutti e quattro i giri, mentre i piedi non sono mai andati in ipotermia, ma se c'è meno umidità nell'aria, bisogna assolutamente puntare ai 5 giri in BDC...
A quanto sembra dal mio profilo di Facebook, sembra che stia facendo qualche adepto, per cui la prossima notturna sarà molto probabilmente non in solitario, ma in compagnia di altri malati come me...
Son pertanto avvisati il Conte Savoia, il Fix e i fratelli Pezzo. Buonanotte!
Se ci pensate bene, non manca moltissimo all'appuntamento più importante della mountain bike veronese e cioè stiamo parlando della Lessinia Legend.
Adesso è stato svelato anche il sito con tutti i dettagli relativi all'edizione 2009. Vi rimandiamo subito al nuovo sito per apprendere tutto quello che interessa sapere sul secondo appuntamento del Prestigio 2009 organizzato sempre da MTB Magazine.
E' inutile che stia a dirvi che io sarò un BLACK EAGLE, mi pare una roba evidente e scontata, come saranno BLACK EAGLE anche il mio "compagno di merende", il Pappataso e tanti altri...
Ammetto che stamattina avevo più di una riserva sul fatto che il percorso della Lessinia Legend 2009 fosse davvero qualcosa che ricordasse le vere Legend, ma c'è da tenere anzitutto conto che la data in cui la gara veronese è collocata nel calendario agonistico arriva troppo presto rispetto alla primavera e all'estate.
Questa limitazione di fatto impedisce agli organizzatori di andare molto in alto, come vorremmo noi tutti veronesi, cioè andare possibilmente in Alta Lessinia.
Ora non sappiamo se questa costrizione è dettata dalle troppe sovrapposizioni con altre gare del panorama MTB italiano o se la Legend ha sacrificato la propria data storica di giugno in favore della Gran Fondo Damiano Cunego, fatto sta che col rampichino si pedala a fine marzo, che ci può riservare una giornata estiva come l'edizione 2008, ma potrebbe anche tirarci ancora fuori una spruzzata di neve, come dire l'Emilio di Telearena.
Guardando bene il percorso su Google Earth, scopro però che non si tratta del percorso della Lessinia Legend 2007, dove ci siamo ingorgati tutti in tanti, troppi punti.
E' invece tutta una serie di variazioni al tema, qui sulle mie "collinette" e devo riconoscere che è stato recuperato quanto di buono c'è in circolazione, quindi già da subito il mio plauso agli organizzatori, nell'aver conservato il Piccolo Stelvio, ma anche per aver proposto tante novità, per chi non è esperto delle Prealpi Veronesi come il Pappataso!
Ora non dobbiamo fare altro che dare altri giusti suggerimenti agli organizzatori, in modo che non ci sbaglino un colpo da qui al 29 marzo. La prima cosa che mi viene in mente è che probabilmente quasi duemila atleti si riverseranno sul percorso marathon, cioè il Black Eagle.
Io farei proprio le partenze scaglionate a 3 minuti per griglie di 500 atleti, in modo da evitare già subito un intasamento nello scollinare a Montorio e nel ridiscendere verso Santa Maria in Stelle.
Appena lo proverò, sicuramente altre idee mi verranno in mente e non esiterò a scriverle qui!
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