Di Marco Tenuti (del 13/06/2013 @ 00:18:11, in MTB, linkato 1144 volte)
...non parrebbe così impegnativa... io mi sono fatto virtualmente il giro intero del percorso Ultra, 117 km per 3150 metri di dislivello, ma non ho visto salite impossibili o molto lunghe!
Dove ho trovato la traccia della gara, vi sarete chiesti. Ad onor del vero, sul sito della gara non c'è traccia (della traccia), però un biker italiano, the.mtb.biker, al secolo il trevigiano Stefano De Marchi, l'ha tracciata ancora nell'edizione 2009 e l'ha messa a disposizione per tutti nell'area Itinerari di MTB-forum.it.
Di Marco Tenuti (del 16/06/2013 @ 14:41:22, in MTB, linkato 948 volte)
Dopo averci "provato" più di un mese fa, senza successo peraltro, a convincere Alice a cominciare a pedalare con la bici senza rotelle, ecco che ti arriva la sorpresa che non ti aspetti!
Avendo la fortuna di avere a disposizione un parco bici da far invidia a molte altre famiglie (10", 12", 14", 20", 26", 28", 29"), Alice nell'ultimo mese ha continuato a "girare" in cortile con una Grandis da 12" con rotelline, solo che, a forza di andar via inclinata su una parte, una delle rotelle era talmente piegata che la bicicletta lavorava con un'inclinazione di almeno 10 gradi.
Poi succede che venerdì pomeriggio prende su la Grandis da 14", la prima bici di Enrico, e comincia per conto suo a pedalare senza la minima sollecitazione da parte di alcuno.
Alice è in grado di partire, fermarsi e curvare per il momento sulla superficie pianeggiante del cortile cementato.
Già sperimentata anche la prima caduta con leggera sbucciata del gomito, ma tutti i campioni sono passati di lì.
Pertanto adesso non c'è che da rodare bene la figliuola alle prime salitine e discese e magari al drop da 15 centimetri, cioè lo scalino tra il giardino ed il cementone del cortile.
Da lì in poi vedremo di farla correre quanto prima in categoria G1/F verso la fine dell'estate...
Complimenti ancora ad Alice per la determinazione... sempre detto tutti che la ragazza è "cocciuta"!
Di Marco Tenuti (del 17/06/2013 @ 16:33:51, in MTB, linkato 739 volte)
Supponi di organizzare una gara ciclistica per le categorie minori, cioè esordienti o dilettanti, gare da 110-130 chilometri, tutte a manetta sempre sui 40 km/h di media oraria quando si va piano. Supponi anche di disporre di una strada aperta al pubblico da utilizzare come percorso su cui svolgere la gara.
Supponi inoltre che la strada in questione, sia come tante strade provinciali e comunali italiane (escluso Trentino, Alto Adige e Valdaosta), cioè PIENE DI BUCHE.
Ecco allora come ti risolvo il problema delle buche: basta farci un bel cerchio bianco e vedrai che i giovani ciclisti che aspirano al professionismo nazionale ed internazionale te le schiveranno tutte!
Vorrei inoltre sapere cosa ne pensa il comando della polizia urbana del comune locale, visto che si tratta anzitutto di segnaletica orizzontale abusiva, cioè disposta molto probabilmente senza alcun permesso o ordine ricevuto e molto probabilmente illegale, visto che il CdS, da quel poco che io ne so, non contempla una segnaletica orizzontale a mo' di cerchio attorno ai tombini e alle buche che l'amministrazione locale non ha tappato e sistemato!
Di Marco Tenuti (del 21/06/2013 @ 12:30:13, in MTB, linkato 2118 volte)
Per l'edizione di quest'anno, 2013, la Dolomiti Superbike aggiunge un ulteriore percorso ai due tradizionali.
Storicamente la Dolomiti Superbike, da sempre la miglior gara italiana, insidiata da qualche anno dalla Sella Ronda Hero, ha sempre proposto l'avvincente format di due distanze, una da 60 km e circa 1800 metri di dislivello ed la più lunga sui 120 km e 3800 metri di dislivello dichiarati - in realtà l'anno scorso siamo andati oltre i 125 km e circa 3400 metri di dislivello.
Inoltre ad anni alterni il percorso è in senso orario o antiorario attorno a Villabassa, estendosi sempre fino a San Candido e Sesto. L'anno scorso era in senso antiorario e ho chiuso la faccenda in 6 ore e 55 minuti, se non ricordo male.
Quest'anno si correrà in senso orario, senso di gara considerato relativamente più facile, cioè si farà per ultima la salita da Carbonin a Prato Piazza e nel caso del percorso lungo ci attestiamo sui 113 km dichiarati e 3357 metri di dislivello. In più si aggiunge un percorso intermedio da 80 chilometri, per 2307 metri di dislivello, obbligatorio per tutte le donne della categoria Elite e facoltativo per le altre donne.
Gli organizzatori della gara più famosa della Germania sono ormai pronti per questo grande evento, che fa il pienone anche quest'anno, con più di 5000 iscritti.
Di Marco Tenuti (del 25/06/2013 @ 07:52:27, in MTB, linkato 969 volte)
Per chi non lo sapesse già, domenica sono stato a correre la Black Forest Ultra Bike Marathon 2013 a Kirchzarten, poco fuori da Friburgo in Germania. Questa è la gara più importante per i tedeschi, ma vista la vicinanza alla Francia e alla Svizzera, c'è pieno di tantissimi ciclisti provenienti dai paraggi.
Cominciamo subito col dire quello che avete letto chissà quante altre volte nel leggere articoli o report di altri italiani in gara all'estero, come Stefano De Marchi: gli stranieri sono diversi, anzi sono avanti anni rispetto a noi.
E non sto qua a dilungarmi molto nello spiegare il perché: l'agonismo lo si lascia ai primi cinquanta concorrenti; per tutti quelli che stanno dietro c'è solo da divertirsi e magari dimostrare non solo a se stessi, ma anche ai propri amici che il titolo per ULTRA biker lo si merita veramente.
Insomma non importa se arrivate 5 o 10 minuti dopo del vostro tempo teorico, quel tempo del "Se quello mi avesse fatto passare, Se al ristoro mi avessero riempito subito" e via dicendo. L'importante è che voi chiediate "Acthung rechts" quando volete superare e soprattutto che diciate "Danke" quando vi viene data strada.
Non ho mai visto tanta gentilezza quando una pulzella - che, tra l'altro, andava più forte di me - si è girata indietro, mi ha fatto un sorriso ed in tedesco penso che mi abbia più o meno detto "Scusami, se ti ho chiuso un po' la traiettoria".
E non sono stato a contare tutti gli zainetti a spalla dei concorrenti un po' più lenti, quando invece non c'era assolutamente bisogno di portarsi dietro alcunché, visto che ad ogni ristoro c'era ogni bendidio e c'era praticamente a tutti anche il bike-service per il "ristoro meccanico" della bici, che dopo 4 ore di pioggerella fine fine lamentava non poco olio alla catena. Ci ha pensato un ragazzetto che avrà avuto si e no un anno o due più del mio Enrico a prendere in mano la pedivella del mio XX e con un tempismo eccellente lubrificare tutta la catena!
Infine la cosa che vale tutta la gara: il tifo che c'è sull'Alpe di Fiddlebrugg, un muro lungo si e no 200 metri almeno al 20%, ma probabilmente arriva quasi al 25%, dove c'è un casino assordante tra gente che urla, campanacci di vacche ed ovviamente il "chitarrista pazzo" col suo rock a manetta!
Quando la si vede in lontananza, la frazione di Fiddlebrugg, capisci che stai per arrivarci dal rumore. A quel punto ti sistemi la divisa, pulisci il numero ed il tuo nome sul pettorale, perché lo speaker leggerà il tuo nome "Margo Tenuti, von Italien" e tu non devi fare altro che ripagarli con la stessa moneta, cioè dare il massimo con una VAM ben oltre i 2000 m/h, tanto che, appena girato l'angolo, che non ti vede più nessuno, ti ritrovi col cuore a 178 bpm e ti devi prendere 5 minuti di pedalata in soupless per recuperare per lo sforzo immane!
Ecco, della gara e di tutto il contorno, vi scriverò nei prossimi giorni, ma Fiddlebrugg vale un'intera stagione di bici!
Di Marco Tenuti (del 26/06/2013 @ 10:55:25, in MTB, linkato 826 volte)
Molto schietta la campagna pubblicitaria dell'Associazione delle strade norvegesi (NPRA), a favore della convivenza sulla strada per ciclisti e automobilisti, che si è rivolta al professionista Thor Hushovd, in forza alla team BMC.
Se in Italia i gatti hanno sette vite, pare che in Norvegia ne abbiano nove...
Di Marco Tenuti (del 27/06/2013 @ 07:45:32, in MTB, linkato 1949 volte)
Apprendo prima dal blog di Eliflap e poi dall'articolo di Ser Pecora su bdc-forum.it che la Scott ha presentato la nuova Addict, che torna ad essere il top di gamma della casa svizzero-americana.
La nuova Addict è sviluppata, come è sempre stato, all'insegna della massima leggerezza e di altrettanta rigidezza, e non arriva ad stabilire un nuovo record come si è visto recentemente con la Supersix di Cannondale o il top di casa Cervélo, però i 720 grammi del telaio, che non arrivano ai 1000 grammi includendo anche la forcella sono senza dubbio un bel biglietto da visita, se ci ferma alle valutazioni da grammomaniaci.
La Scott dichiara alcuni numeri dei miglioramenti apportati rispetto la vecchia versione: +6% di rigidità torsionale a livello di movimento centrale, +32% di flessibilità verticale e -25% di resistenza aerodinamica.
Tra le altre novità il telaio Addict è il primo prodotto da Scott completamente in carbonio, nel senso che ha persino i cable stoppers e l’attacco del deragliatore in carbonio.
L’ingegnere responsabile del progetto ha affermato che il loro target era basato su un telaio leggero a livello di Cervélo California, ma da produrre su scala industriale, quindi sfida doppia, visto che certi pesi su grandi numeri sono tutt’altro che una cosa scontata.
Di Marco Tenuti (del 27/06/2013 @ 09:03:07, in MTB, linkato 820 volte)
Dopo qualche giorno ecco tutti i numeri della mia Black Forest, corsasi in condizioni di temperatura accettabili - io tutta in divisa estiva, ma più di qualcuno aveva l'antivento o i manicotti o i gambalotti - tra i 12°C stimati nei punti più alti della gara sotto una coltre di foschia ed una leggerissima pioggia, principalmente nelle prime 4 ore di gara, fino ai 23°C di temperatura massima in prossimità dell'arrivo, quando invece era il sole a prendere finalmente il comando delle operazioni di questa bella gara.
Il chilometraggio totale della gara a me risulta leggermente inferiore rispetto a quello dichiarato dagli organizzatori, 112,2 chilometri, ma qualcosa è andato sicuramente perso sul mio ciclocomputer su una rampa, dove la velocità era talmente bassa che non venivano contati nemmeno i giri della ruota.
Il dislivello totale è più o meno in linea, con 3077 metri di ascesa e 3088 di discesa, probabilmente dovuti alla variazione di condizioni meteo tra il mattino e l'arrivo. Il tempo totale pedalato è di 5 ore e 58 minuti, segno che ho lasciato in giro quasi 8 minuti tra fermarmi ai ristori, una sgrullatina ed un'oleatina alla catena, tanto è vero che si possono persino contare dal grafico della velocità tutti i punti in cui essa è andata a zero, cioè 7 volte, che sono proprio il numero dei ristori a cui mi sono fermato, più la sosta tecnica e un tappo in cui ho spinto la bici a piedi per una decina di metri.
Impressionante la mia scalata all'Alpe de Fiddlebrugg dove ho dato il massimo dopo 78 chilometri dal via: non ho preso nota in gara del punto esatto di inizio e fine di questa salitella piena di gente a fare il tifo e a incitare i ciclisti, ma in quel minuto in cui ho percorso nemmeno 200 metri, ho riscontrato una pendenza media da 17% ed una VAM di 1600 metri/ora, per cui si può dire che ai miei tifosi occasionali ho dato una bella soddisfazione, spremendomi come un limone arrivando a 178 battiti al minuto!
Al contrario il battito medio della gara è di 156 colpi al minuto, decisamente più basso rispetto ad altre marathon fatte anche lo scorso anno, ma c'è da dire che il ritmo tenuto nella prima frazione è stato decisamente sotto rispetto alle mie possibilità, ma non dimentichiamo che l'età avanza anche per il sottoscritto, visto che questa era la mia prima gara da quarantenne; 4733 chilocalorie sono pur sempre una bella pedalata, il cui ammanco merita di essere placato con tante "spocegade" tedesche - prevalentemente insaccati di maiale... - tanto che mi ritrovo ancora coi brufoli a 4 giorni dalla gara!
Ed ora un po' di numeri sulla mia prestazione in classifica: più di 1000 partenti sul percorso lungo, l'ULTRA, 967 i classificati all'arrivo, di cui 924 uomini e ben 31 donne, compresa la nostra inossidabile Francesca Lonardelli. Tra tutti questi arrivati mi ritrovo 271° assoluto, col 98° piazzamento di classe "SENIOREN 1" col tempo di 6h05'41"5 a "solo" 1h43'39"8 dal panzer svizzero del Team Bulls, Urs Huber, maratoneta e ultramaratoneta che non se ne perde nemmmeno una (di vittorie), tranne la Absa Cape Epic 2013, dove Urs, in coppia col compagno di squadra Karl Platt, ha chiuso secondo assoluto alla ruota del duo olimpico Sauser-Kulhavy di casa Specialized. Nella speciale classifica degli italiani - 114 sono i compaesani che hanno preso il via tra tutti e cinque i percorsi della Black Forest - mi ritrovo 10° sul percorso ULTRA tra i 72 che lo hanno iniziato (in 7 si sono ritirati), segno che gli italiani partono da casa sostanzialmente per fare l'ULTRA e ci mancherebbe. C'è da dire che tra gli amici di spedizione Lauro Peretti e Flavio Brunelli del Team Syntec sicuramente sarebbero arrivati davanti a me, se avessero tirato dall'inizio alla fine, invece di scortare il Geky nella prima metà di gara, ma lo spirito agonistico delle gare all'estero non è così accentuato come da noi, per cui a loro il merito di aver "interpretato" appieno questo grande evento. Tutte le classifiche le trovate comunque qui sul sito degli impeccabili uomini di Datasport.
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