Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Debutto agonistico per il sottoscritto domenica a Tregnago alla Granfondo Tre Valli 2013. Previsto tempo da lupi, stando sia alle previsioni di Ilmeteo, che quelle di WeatherPro. Speriamo si sbaglino, ma il comunicato dell'organizzazione di qualche giorno fa suona un po' come una gufata a questo punto...
Troveremo perfino neve dal cielo allo scollinamento di Monte Cimo e dorsale est? Pare di si, ma chi la dura la vince!
Chi nei giorni scorsi ha provato la Granfondo Tre Valli sicuramente si sarà già imbattuto nella neve che è depositata copiosamente per 50 metri di carrareccia al GPM della Ferrara, nel punto più alto della gara.
Come se non bastasse questo weekend si sono depositati altri bei 20-30 cm di neve tutto intorno, che però dovrebbero sciogliersi rapidamente da qui fino a domenica.
Nel frattempo il comitato organizzatore ha ben pensato di mandare su un trattore con la fresa per agevolare quanto più rapidamente lo scioglimento delle nevi, come si può vedere dalla foto che è stata pubblicata sulla pagina di Facebook.
Poi quello che succederà domenica ancora non lo sappiamo, ma Ilmeteo è alquanto pessimista, cosa che invece non è WeatherPro.
Dopo svariati tentativi falliti di far funzionare i miei due Polar CS400 con altrettante chiavette USB-IRDA ed un innumerevole serie di sistemi operativi, sono riuscito finalmente ad uscire dall'empasse.
L'unica cosa che ho fatto è stata quella di cambiare la batteria ad uno dei Polar e pare che di tutto colpo qualcosa sia ripreso a funzionare:
- devo usare una sola della chiavette USB-IRDA, ossia la Dataman (la chiavetta della Polar non funziona proprio)
- uso un Windows XP SP2 in ambiente virtualizzato VMWare
Sono pertanto riuscito a sincronizzare tutti gli allenamenti a bordo dell'Addetta (su strada), della Scalona e della Scaletta (in MTB), oltre che le sedute prettamente cardiovascolari sui rulli (con la Cannondale).
Ho perso solo qualche settimana di curve esatte, ma non muore nessuno per qualche profilo altimetrico e cardiaco non più disponibile per le prime settimane di gennaio.
Se nemmeno voi riuscite più a sincronizzare il vostro Polar, provate anche a cambiare la batteria, una CR2354 , non si sa mai...
Messa in archivio l'ennesima esperienza di mountain bike, la Granfondo Tre Valli 2013, quella dove viene fuori tutta la saggezza e l'accortezza di chi non sottovaluta mai che questo sport non è affare da "fighetti". Se poi ci mettiamo che ci si mette anche la natura, bisogna non dimenticare che quest'ultima non perdona mai nulla.
Per fortuna che le premesse, ossia le previsioni meteo in divenire nel corso della settimana scorsa, non hanno sbagliato nulla, nonostante l'ottimismo di un qualsiasi organizzatore che cerca di scongiurare fino all'ultimo un ambiente così infausto.
E non si può dire che il Team Bibike Andreis non abbia fatto nulla: già verso giovedì erano alle prese con la fresa per togliere la neve alla Carrara, ma il fango in zona Belloca e Ferrara era davvero troppo, dopo tutte le precipitazioni che si sono avute nell'ultimo periodo.
La scelta di eliminare gli otto chilometri più in alto della gara a favore di un taglio su asfalto per l'abitato dei Finetti si è rivelato una scelta più che mai saggia, per evitare l'assideramento di alcuni che per un motivo o per l'altro hanno sottovalutato l'inclemenza in Val d'Illasi.
Per quanto riguarda il sottoscritto, nella mia piccola esperienza "prestigiosa" dal 2010 al 2012, ho cercato di fare "uno più uno", cioè cercare di adottare tutta una serie di espedienti e di optare per alcuni piccoli accorgimenti tecnici per evitare disastri, fermo restando che il ritiro ha sempre da essere considerato quando la cosa si fa seria: non è che si procede allo sbaraglio!
L'abbigliamento
Arrivati ieri a Tregnago verso le 8.35, il termometro indica 5°C e raffiche di vento continuano ad agitare i gazebi e le strutture temporanee della gara, vicino alle nuove strutture polisportive sorte a fianco del cementificio di Tregnago. Dal cielo non cade una pioggia abbondantissima, così confermo di correre, come avevo previsto: maglietta intima estiva sotto, poi maglietta intima invernale relativamente leggera, maglia del team mezza stagione, spolverino rosso del team completamente impermeabile e, decisione dell'ultim'ora, lo smanicato traforato leggerissimo griffato Tre Valli di due edizioni fa allo scopo di tenere il "multistrato" molto compatto. Guanti ovviamente invernali - quelli del pacco gara di una Divinus Bike di 1-2 anni fa, ma non guanti da sci.
Agli arti inferiori pantaloncini estivi d'annata - non aveva senso rovinare dei pantaloncini nuovi - gambalotti vecchiotti rosso bordeaux, scarpe vecchie incartate nella pellicola trasparente, un paio di copriscarpe, tanto per stemperare dal freddo proveniente dal Carega.
Per concludere al capo occhiali con lenti trasparenti, sottocasco e casco impacchettato anche lui nella pellicola trasparente.
La bici
Nessun accorgimento particolare sulla bici: un'abbondante spruzzata di olio ovunque e poi niente borraccia! Su una gara inferiore ai 40 chilometri ed un tempo di percorrenza stimato sulle 2 ore, col freddo che c'è non ha senso portarsi dietro mezzo chilo di una borraccia che non porterò mai alla bocca. Approfitterò dei ristori prendendo un bicchiere di acqua o di sali al volo. Pertanto ho corso col mio supermezzo da 8,8 kg, portandomi dietro solo il kit per gestire un'eventuale foratura, ossia la solita camera d'aria da 29", pompetta e cacciagomme.
Il riscaldamento pregara
In queste condizioni non c'è da fare molto: anzi non c'è proprio da riscaldarsi prima della gara, a meno che non si sia dei professionisti con a disposizione un gazebo ed i rulli. Girovagare con la bici con 5°C sotto l'acqua è quanto mai deleterio, per cui mi limito a percorrere si e no mezzo chilometro "per andare al bagno".
La procedura di partenza
Come al solito noi italiani siamo i più fighi ad andare in griglia anzitempo. Anche a questo giro, nonostante la pioggia, tutti dentro in griglia con "congruo anticipo". Io me ne sto in macchina fino a mezz'ora dalla partenza; poi passo al coperto di un porticato attendendo 5-6 minuti al via. Parto che sono praticamente asciutto, ma basterà quel paio di chilometri sulla bretella esterna della città di Tregnago per tirare su quel tanto di acqua da essere già fradici dopo 5 minuti. La "cosa bella" è che parto in fondo al gruppo: il cronometraggio real time conferma quanto misurato dal mio ciclocomputer, cioè che son passati 48 secondi quando passo con la ruota anteriore sul tappeto del via rispetto al via dato dagli speaker ai concorrenti della terza griglia.
La prima salita
La prima salita, fino alla Croce del Vento, è tutta su asfalto. Dopo il primo chilometro abbondante il tempo di scambiare due parole sulla condotta di gara con Anonimo, che mi sembra alquanto titubante e guardingo sulla situazione generale. Io mi sento abbastanza carico, così mi faccio tutta la prima rampa già oltre la soglia e dopo la seconda curva mi ritrovo già col vento in faccia alla continua ricerca di un "ventaglio" dietro cui ripararmi. Arrivo così alla Croce del Vento, senza quasi accorgermi, testa bassa e sgranata sul rotante di destra pronto per scendere verso i Finetti, dove risalgo "tutto di padella", come il Conte insegna.
Primi fanghi
Al momento della reimmissione nel percorso originale di gara, il tempo di controllare lo stato di sblocco della forcella ed è purtroppo ora di tuffarsi nel fango, coi miei bambini sempre nei miei pensieri, pensando loro a casa e al divertimento familiare nel vedere Peppa Pig buttarsi a capofitto nella pozzanghera. Mi rendo subito conto però che il fango sporca molto, è liquidissimo, ma non frena molto la corsa: qua e là qualche tratto è lievemente insidioso, ma la mia gommatura generosa da 2,25" galleggia sullo strato di melma che è un piacere.
Dopo qualche chilometro comincia a lacerarsi il portanumero: lo tengo visivamente sempre a bada, ma nello scendere il Mirabello vedo che vola via. Mi fermo immediatamente: mi metto a cercarlo, ma non lo trovo più. Ho perso quasi mezzo minuto e dico tra me "lasciamo perdere, meglio pedalare".
Giù di nuovo a tutta in Valtramigna ed è un tutto un superare di gente a destra e a manca, tutti concorrenti partiti nelle griglie davanti. Mi prendo anche del "coglione" quando, in una manovra di sorpasso, devo aver sfiorato con la mia spalla la spalla di un altro, senza compromettere nè la mia nè la sua stabilità, ma si sa che l'orgoglio e lo spirito offeso contano spesso molto più delle doti velocistiche e discesistiche.
Arrivo giù al guado del Tramigna continuando ad infilare gente: mi sento un po' il Fontana della situazione, ma il mio mezzo aggiornato di forcella da 100 mm e dotato sempre di questi gommoni, il Racing Ralph tubeless ready, è praticamente un cacciabombardiere da sterrati, più che mai in queste condizioni.
Metà gara
L'ascesa dal Tramigna verso il Castello di Illasi è una cavalcata impetuosa sempre con la padella in canna. Nonostante un meteo avverso il mio morale è alle stelle e mi sembra di stare a compiere qualcosa di grande, per cui non batto ciglio e proseguo diritto al tunnel sotto la provinciale scambiando un paio di parole con un altro ignaro concorrente a cui anticipo il trucchetto: "scendere dalla bici, testa bassa e via"!
Il tempo di un bicchiere di sali e poi si entra in modalità Energy Saving, cioè controllo delle emozioni, battito sotto osservazione e spinta relativamente dura. Mi aspetta tutta la Via Cara sempre in tiro, ma nei miei pensieri a questo giro me la immagino molto più corta del solito, tanto che è già ora di pedalare i pezzi pianeggianti sopra Mezzane di Sopra. Pure quattro chiacchere con un giovanotto che confondo con Luca Leo e realizzo solo a fine gara non essere lui. Cominciavo ad avere le visioni...
Dura poco questo dubbio che faccio fatica a pulirmi gli occhi pieni di terra prima di scendere giù a Ponte sul Vago in scioltezza, grazie alla forcellina all'opera e continuando a chiamare la corsia dove passare!
L'arrivo
L'ultima salita, la salita dei Cancelli, mi è sempre sembrata qualcosa di infinito, invece anche qui l'approccio che seguo è quello corretto. Sfrutto la scia del trenino che porta fin quasi sotto il primo cancello e poi cerco di salire col mio passo, cercando di non fare troppa fatica uscendo dalla traiettoria ideale per sopravanzare gli altri concorrenti, quantomeno nei pezzi dentro il bosco. Una volta usciti dalla vegetazione il sorpasso torna ad essere agevole e, ormai arrivati in cima, qualche saluto agli altri concorrenti, come l'Ulisse Bombieri che mi dice "Son stracotto" e al Michele Costanzi che viaggia già con la soddisfazione stampata in faccia per tanta fatica.
La discesa è il divertimento finale: peccato solo non vederci nulla dagli occhiali e dagli occhi... riesco comunque lungo i tornantini finali ad infilare una mezza dozzina di concorrenti sfruttando quello che ci si riesce ad inventare a fianco di un single track! Infine il rettilineo a fianco del Torrente Illasi col vento a favore dove si torna finalmente fuori soglia e si punta diritti al traguardo, dove termino 299° assoluto in 2h07'42" (290° il piazzamento real time in 2h06'54"), 40° in M3, la mia prima volta in questa categoria!
Il postgara
Anche questi momenti sono sempre da ricordare: all'arrivo, diversamente dal solito, non c'è nessuno a salutarti. Tutti scappati a lavare la bici e a docciarsi. Il ristoro di fine gara chi lo ha visto? Nel quarto d'ora in cui ho caricato la bici sporca in macchina, ne ho avuto abbastanza per raffreddarmi, tanto che arrivo alle docce col borsone ormai tutto infangato ed i brividi alle labbra, ma il cuore è caldo, la passione è forte, la soddisfazione è immensa e tutto il resto non conta.
Complimenti a tutti: in primis agli organizzatori a cui non è sfuggito alcun dettaglio essenziale - si, volendo, si poteva fare qualcosa per abbondare nel pacco gara, si poteva mettere lungo il percorso qualcuno a lavare le bici o a spruzzare un po' di olio sulle catene. Non oso pensare al macello che abbiamo lasciato negli spogliatoi e alle docce, ma alla fine la soddisfazione per vedere il traguardo in una gara del genere non ha prezzo. Insomma, complimenti anche a tutti voi che avete corso in questa avvincente edizione 2013 della Tre Valli.
Purtroppo il tempo inclemente di domenica ha fatto si che tutti i portanumeri attaccati alle mountain bike dei partecipanti della Granfondo Tre Valli 2013 si deteriorassero e si staccassero già nei primi chilometri.
La scarsa plastificazione attorno ai fori di fissaggio alla bici ha portato alla lacerazione del numero, compreso il numero del sottoscritto, già nei primi chilometri di gara, cioè mentre scendevo dal Monte Mirabello.
Di riflesso le attività di individuazione degli atleti nella gallery fotografica dell'agenzia fotografica ufficiale, Fotostudio3, è praticamente impossibile per una buona fetta di foto, visto che sono tanti, tantissimi, i concorrenti che hanno perso il pettorale lungo la gara.
Io ne ho contate ben 3222 di foto senza pettorale ed è sostanzialmente impossibile mettersi lì col proprio browser e cliccare tutte le 3222 miniature alla ricerca di se stessi.
Più che altro perché dalla miniatura a 135x115 pixel non si riesce a capire un granché, visto che i concorrenti sono tutti dello stesso colore, cioè marroni.
Bisognerebbe armarsi di pazienza e cliccare ad una ad una le foto per vedere se "ci si trova".
Nemmeno il criterio di ordinamento aiuta a capire la fase della gara o la posizione rispetto al flusso dei concorrenti: tutte le foto sono sostanzialmente in ordine sparso, poiché il lavoro di catalogazione di copia dalle memorie delle fotocamere verso il server di Fotostudio3 è stato probabilmente fatto contemporaneamente da più persone col risultato che non c'è un ordine "comprensibile" nella gallery finale.
Mi sono pertanto limitato a scrivere un programmino che provvede al download automatico di tutte le immagini in bassa risoluzione, così ci si mette un po' meno a "cercarsi" e soprattutto ad ogni clic corrisponde l'avanzamento di una foto nella gallery.
Se me lo chiedete (via SMS, Whatsapp, email, Facebook, messaggio sul forum MTB), ve lo posso mandare in posta elettronica: fatemi però avere il vostro indirizzo e-mail, così ve lo mando in allegato. L'allegato che vi mando è si e no 20 KB.
Basta che lo dezippiate sulla scrivania e lo lanciate con un doppio clic, dopo aver verificato rigorosamente che non si tratta di spamware o virus. È necessario avere installato .NET Framework 4.0. Al momento non mi sono preso la briga di fare un installer specifico. Se non ce lo avete, andate qua:
http://www.microsoft.com/it-it/download/details.aspx?id=17718 (installer di .NET Framework 4.0 in italiano)
In teoria Windows 7 e 8 dovrebbero già averlo, ma potresti averlo comunque installato perché necessario per altre applicazioni. Se vi funziona il tutto, fatemelo sapere, ancor prima di completare il download di tutti i 3222 file delle foto...
L'applicazione si mette a scaricare tutte le foto in una cartella sulla scrivania dal nome TreValli2013. Se interrompete l'azione di scaricamento, potete benissimo sospenderla o chiudere l'applicazione e rilanciarla successivamente.
Lo scaricamento riprenderà dal punto in cui è stata sospesa. L'importante è che non cancelliate i file dalla cartella o che rinominiate la cartella, altrimenti il mio programmino vi ricrea nuovamente la cartella e riparte da zero.
Dopo circa una mezz'oretta vi ritroverete tutte le 3222 immagini in JPEG per un totale di circa 241 MB.
Per chi ha un tablet o un Mac con OS X, battetemi un colpo e vedo di trovarvi una diversa soluzione...
Che poi il costo del pacchetto fotografico completo, inviato in e-mail, sia a dir poco esoso - 23 Euro - questo è un altro paio di maniche, ma basta fare "pressione" sull'agenzia e forse si riesce a spuntare qualcosa...
Ecco un paio di scatti dei provini foto fatti domenica 23 marzo alla Granfondo Tre Valli 2013. Queste due foto mi ritraggono lungo la discesa che porta dalle Cave di Maternigo verso Centro e Tregnago.
La prossima volta che andrò in beauty farm vedrò di fare gli scatti definitivi per le riviste patinate e le principali testate sportive online.
E ricordate di boicottare Fotostudio3 non comprandogli le foto a 23 Euro. Se insistete un po' ricordandogli che Sportograf fa un bel po' in meno per il doppio delle foto, la facoltà di farvi un prezzo inferiore per il pacchetto di foto digitali ce l'hanno...
Come già alcuni di voi sanno, il Piccolo Stelvio, patrimonio della collina veronese, è diventato da un po' di mesi un sito internet, dove in tanti hanno già fatto visita, mentre i più assidui pedalatori lo hanno già proclamato come più naturale e rustico antagonista di Strava, sia per il numero di volte pedalate che per i record realizzati sulla salita.
L'ideatore del sito, Massimo Borghetto, ha invitato tutti noi, ciclisti della Valpantena, ha spargere il più possibile la voce per invitare tutti ad una festina ai piedi della salita di Santa Maria in Stelle in programma nei prossimi giorni. Pertanto vi lascio all'annuncio:
Sabato 13 alle 14.00 ci troviamo davanti al piazzale di Santa Maria in Stelle: colomba e bollicine e poi gruppone su per il nostro PICCOLO STELVIO. Ricordate di dirlo ai tanti amici che vanno in MTB come voi.
Dopo essere andato la settimana scorsa ed aver tirato un 16'36" e mercoledì scorso in solitario in 17'09", questa sera il Paolo mi ha tirato per i pochi capelli che mi rimangono ancora una volta ai lavatoi di Olivè per tentare di abbassare qualche manciata di secondi sulla salita verso il Pian di Castagné.
Il ritmo tenuto lungo la salita l'ho fatto completamente io, secondo le mie possibilità, anche se il mio mentore ha contestato l'approccio, a suo modo di vedere sbagliato, perché troppo alto nella prima fase e poi calante verso la fine.
Lo snocciolamento delle proiezioni hanno visto prima un 15', poi un ritocco a 15'25"-15'30" per poi chiudere a 15'56", segno che l'ultimo chilometro finale mi ha visto cedere il passo, invece di alzarmi su pedali per fissare una grande prestazione.
Paolo nella parte finale si è messo davanti a mo' di carota ed io dietro a fare il musso, ma non c'è stato molto da fare: quando l'aria manca: puoi pure iniettare in camera di combustione tutto il combustibile che vuoi, ma non c'è verso di bruciarlo se non c'è aria.
Ho comunque fissato il cronometro poco sotto i 16' e diventa questa la mia migliore prestazione di sempre, visto che prima era a 16'06". C'è da essere contenti, visto che sono andato sotto il muro dei 16'. La prossima volta cercheremo di fare un po' meglio, magari approcciando l'ascesa secondo le prescrizioni del trainer. Rimane però una salita ostica per il sottoscritto, perché sul più bello è necessario cambiare completamente passo, buttando giù un paio di denti, ma c'è sempre da fare i conti con l'aria respirata, sempre troppo poca...
Per dettagli ulteriori sulla salita, vi rimanndo al blog Tutto Crono a cura del Papataso.
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