Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Per quel che mi riguarda il periodo centrale di giugno è sempre nefasto per partecipare a gite e girate organizzate da amici, parenti e ciclisti. Il ciliegieto che circonda casa Marcante necessita di dedicarci almeno un paio, se non tre weekend completi poco prima del solstizio d'estate e così in questa fase della stagione la bici la uso solo per spostarmi per questa incombenza.
Ieri sono però riuscito a prendere parte ad una delle manifestazioni ciclistiche amatoriali più famose in Italia e sono andato per la mia prima volta in una delle più belle parti delle Dolomiti, cioè sono andato a fare il Giro dei Quattro Passi.
Il comitato organizzatore si prende carico, oltre che della promozione turistica dell'evento, il Sella Ronda Bike Day, anche della chiusura totale delle strade dalle ore 8.30 alle 15.30 attorno al gruppo del Sella, un'attività coordinata molto bene nell'ambito delle altre manifestazioni sportive in programma in questi giorni proprio in zona, cioè la Sella Ronda Hero MTB (sabato 27 giugno), quest'anno tra l'altro valida per i Campionati Mondiali di Marathon MTB, e la Maratona Dles Dolomites (domenica 5 luglio).
Era proprio ieri la giornata la prima delle due giornate in programma per il 2015, cioè domenica 21 giugno. La prossima sarà domenica 13 settembre, per quella che viene chiamata "chiusura autunnale", a tutti gli effetti un po' più a rischio meteo.
Selfie alla partenza
Ieri siamo partiti con qualche contrattempo da casa, io, l'Orlando e Alberto detto "Bila". Scegliamo l'avvicinamento dalla strada più breve e cioè da Bolzano Nord e salendo in Val Gardena da Ponte Gardena e Ortisei.
Lasciamo la macchina a Roncadizza, una frazione poco prima di Ortisei e, tirate giù le bici, saliamo in direzione Santa Cristina e Selva di Val Gardena, dove possiamo cominciare il "giro classico" in senso antiorario, come caldamente consigliato dagli organizzatori.
Sassolungo, tanto caro al Maga
L'ascesa al primo passo, il Passo Sella, nonostante partiamo da quota 1130 fino 2240 metri, se ne va tutto sommato in fretta, perché la gamba è fresca, anche se abbastanza fresca è l'aria in cima e ci costringe a non perdere molto tempo, ad indossare lo spolverino e a muoverci rapidamente verso il prossimo passo. Durante l'ascesa ho però l'occasione di ammirare la bellezza del Sassolungo, descrittomi al telefono tante volte dal Maga, senza capire mai a cosa si riferisse, perché un conto è vederlo su internet o in fotografia, un altro è pedalarci a fianco...
Picchiata veloce verso Canazei, senza arrivare in paese, ma svolta secca a sinistra per il Passo Pordoi, che è alla stessa quota del Passo Sella, passando dunque a quota 1800 metri e risalita di circa 450 metri di altitudine.
Anche qui in cima stessa situazione che c'è sul Sella: vento, cielo coperto e l'Orlando più che mai convinto di proseguire oltre senza tanti indugi.
Sul Passo Pordoi con l'Orlando
Sono quasi una trentina i tornanti che portano giù ad Arabba e la pancia comincia a brontolare, perché abbiamo già macinato metà dei chilometri e ben più di metà del dislivello con la sola colazione fatta a casa di buon mattino.
L'Orlando non si ferma a riempire di acqua la borraccia che stiamo spartendo, ma indica l'ascesa a Passo di Campolongo (quota 1875). A metà salita, tra messaggi Whatsapp e fame, esibisco loro le cialde al miele dell'Eurospin ed i miei compagni di viaggio non la disdegnano affatto.
La mia ascesa comincia però a farsi sempre più sofferta: io cerco di dare la colpa allo scarso allenamento da inizio anno - quest'anno ho pedalato poco più di 2500 chilometri, ma non li ho pedalati bene come nel 2014, quando avevo l'obiettivo della Salzkammergut - qualcun altro dice che invece è l'età che avanza per tutti, compreso per me, ma anche il peso, che non è pù quello di qualche anno fa e questo in salita si fa sentire. La verità è che è da qualche giorno che mi porto appresso una lieve indisposizione per la sudata patita alla Peri-Fosse di mercoledì sera, così ho un misto di lieve raffreddore e temperatura corporea leggermente innalzata, che non aiutano certo nel fare queste cose in alta montagna. In cima a Campolongo ci arrivo comunque sempre patemi particolari ed è già ora di scendere a Corvara in Badia, dove ci concediamo finalmente un panino imbottito.
Il panino alla porchetta e relativa Coca-Cola sono il giusto per poter ripartire col serbatoio al giusto livello, per l'ultima asperità di giornata, ossia il Passo Gardena (quota 2119). Dopo si e no un centinaio di metri di ascesa da Corvara, comincia però una lieve pioggerellina, ma scorgo alla nostra destra un ristoro, organizzato ottimamente dai veronesi di Paluani e Zuegg, dove tiro il freno a mano, fischio all'Orlando e nell'ordine prendo un pezzo di colomba classica - secondo l'Orlando era il Veronello, ma possiamo discuterne - un croissant Paluani, un fruttino Zuegg con la promessa strappatami di fare una foto in cima e di hashtaggare i relativi sponsor... una nota di merito agli sponsor veronesi, gli unici gratuiti in un contesto dove si fa tutto ormai solo in nome del business turistico!
La ripartenza dal ristoro è sotto la pioggia che non vuol saperne di calarne, ma si passa dai 1645 metri di Colfosco ai circa quota 1900 per cominciare a rivedere il sole.
Peccato però l'orologio ha passato le 15.30 da poco e cominciano a salire le prime autovetture "liberate" ai posti di blocco. Dopo aver pedalato tutta la giornata in completa assenza di rumori di macchine e del più fine particolato emesso dai moderni turbodiesel, bisogna nuovamente prestare attenzione ai veicoli e soprattutto a non tagliare troppo a sinistra lungo l'ultima discesa.
Dopo aver partecipato l'anno scorso ad un evento del genere, cioè alla chiusura del Passo dello Stelvio, quest'anno ho notato come il numero di bici elettriche (E-bike) stia crescendo a dismisura. Solo che il livello di potenza erogate da queste ultime - la potenza massima è costante a 250W in tanti casi - è tale per cui spesso si viene superati in salita da biciclettone MTB con ruote da 29" senza poter dire la tua...
Ringraziamento agli sponsor
La rivincita arriva solo a fine giro quando i pacchi batteria sono ormai esausti e ci è capitato di superare ormai in cima al Passo Gardena 2-3 ciclisti con E-bike, che ci avevano sverniciato proprio all'attacco dell'ultima salita, dopo esserci scambiati spesso anche sulle salite precedenti. E quando una E-bike ti lascia a piedi, probabilmente la devi spingere a piedi, perché non è una superleggera sotto i 7 chili...
Arriviamo alla macchina verso le 16.20, io ormai provato e con la febbre certa addosso, le ossa e la schiena abbastanza incriccate, ma con la soddisfazione di questa mia prima volta nella zona del Sella.
Il rientro verso casa mi dà la possibilità di scorgere al volo il mio paesello natio, Campodazzo, per gli amici crucchi Atzwang, incastrato tra la statale, l'autostrada e la stretta Valle Isarco.
Il giro della Sella Ronda è molto bello dal punto di vista paesaggistico, non è mai impegnativo in termini di dislivello totale che di pendenza massima (mai oltre il 9%), a differenza di tanti altri passi del comprensorio alpino. La prossima volta che lo farò, vedrò di prepararmi meglio e di essere a posto con la salute.
Sul web 2.0 succede sempre più spesso che la collaborazione di tanti può molto di più dei soldi dei grandi potenti. Come dice il vecchio "l'unione fa la forza", ancora una volta è la dimostrazione che la rete delle persone - il "social" - raggiunge il successo, rispetto allo sforzo più o meno importante che può essere portato avanti da una realtà privata.
E' la situazione odierna dell'aggiornamento delle mappe cartografiche, dove Google Maps, attuale leader del "mercato", si trova a dover soccombere di fronte la cartografia "open source", cioè quella di Openstreetmap.
Nel caso delle mappe di Google la foto satellitare ci mostra già come in zona Coda di Alcenago la foto mostri la situazione aggiornata ad un anno fa, dove si vede già la stradina sterrata usata da un bel po' di tempo per aggirare la frana sopra la cava della Micromarmo. Le indicazioni stradali invece continuano a passare dove è passata l'ultima volta la Google Street View car, cioè dove la strada è stata dichiarata chiusa, anzi proprio dove la strada non c'è più, perché crollata a valle assieme ad una parte del bosco.
Frana di Coda su Google Maps e Openstreetmap
Openstreetmap invece è già aggiornato e, alla richiesta di un percorso nei paraggi, ci fa percorrere effettivamente la piccola bretella così come la conosciamo da ormai più di un anno, cioè ci fa aggirare a monte la frana e ridiscendere in prossimità dell'incrocio delle Sengie.
Me ne sono accorto proprio ieri, mentre salivo in bici la strada che da Stallavena porta a Fiamene, perché avevo sott'occhio la cartografia mostratami da Runtastic MTB, che si appoggia proprio ad Openstreetmap per la grafica delle mappe, senza dovere così alcuna loyalty a Google - la policy di Google è già passata da qualche anno a trasformarsi in una richiesta economica, nel caso in cui il numero di accessi da una app o da qualche sito terzo superi 25.000 richieste giornaliere.
Per inciso, ma questo nulla c'entra nelle considerazioni cartografiche, non si capisce ancora perché, proseguendo in direzione nord, dopo il valico della frana e la ridiscesa si sia costretti a dare la precedenza alle vetture provenienti da nord che da Fiamene scendono verso le contrade Maso e Sengie.
Sarebbe una questione da porre ai responsabili della viabilità comunale e provinciale, dove l'attuale variante della strada provinciale non ha la priorità sulla strada comunale, cosa alquanto contraddittoria ed insensata. L'attuale situazione costringe le automobili in direzione nord a rallentare, se non a fermarsi, invece di continuare lanciate la propria corsa nella sella formatasi a seguito dell'intervento di valico, anche se a velocità relativamente ridotta.