Di Marco Tenuti (del 01/07/2009 @ 15:06:49, in MTB, linkato 879 volte)
La preparazione marina continua per tutta la settimana, nonostante sia cominciata non proprio sotto i migliori auspici, cioè domenica col mal di gola e bel raffreddore, che stenta ad andarsene.
Oggi, mercoledì, dopo lo stop ciclistico di ieri, prevedeva lo scollinamento a San Leo, in provincia di Pesaro-Urbino, dove non ero mai stato prima d'ora. Dopo aver cercato qualche ragguaglio sul web, scopro che San Leo è stato per tanto tempo la capitale di Montefeltro e addirittura la capitale del Regno d'Italia ancora nel dodicesimo secolo.
Il giro bici invece prevede il solito allontanamento dalla costa lungo la poco trafficata connessione da Igea Marina-Borgo Nuovo-San Vito e Santarcangelo. Dal paesotto dell'entroterra riminese, decido di non saltare sulla Valmarecchiana, ma di proseguire lungo la provinciale che passa a fianco di Poggio Berni e Torriana arrivando così a Ponte Verucchio, senza patemi col traffico.
Peccato che l'ora mattutina faccia spirare una brezza di terra che rema decisamente contro alla mia direzione.
Il tempo di risuperare il solito ciclista anzianotto già superato lunedì scorso è son ormai a Villanova, dove comincia la salita di giornata, per la quale vi rimando a Salite.ch.
All'inizio la salita è senza dubbio pedalabilissima e salgo quasi meglio del mio omonimo Pantani, ma quando si presenta qualche rampa oltre l'8%, comincio ad arrancare anch'io e l'arrivo al GPM sotto la rocca di San Leo non è proprio banale, ma tant'è.
Da San Leo mi butto giù dall'altra costa della montagnola e mi ritrovo in Val Marecchia di nuovo, dove stavolta invece la brezza di terra spira in poppa e si procede speditamente a velocità tra i 38 e i 45 km/h, beccando anche un forte ciclista locale a cui non ci penso due volte a ciucciargli la ruota per una buona decina di chilometri, cioè fino a Ponte Verucchio.
Di Marco Tenuti (del 02/07/2009 @ 13:55:59, in MTB, linkato 900 volte)
Nonostante le tentazioni per la Carfagna, pardon, per il Carpegna fossero tante, stamattina la sveglia non ha suonato abbastanza forte e son partito un pelo dopo per una destinazione suggeritami dal paron dell'hotel, cioè salita di Sogliano al Rubicone.
Dopo essere partito con scarsa voglia, vedo che il battito stenta a salire ed è così che circumnavigo un po' di frazioni, passando anche a San Mauro Pascoli, dove in centro passo di fronte alla casa del famoso poeta.
Alle parole della Cavallina Storna, la mia bici si imbizzarrisce, ma grazie alle nuove scarpe e pedali, la redarguisco come ci si aspetta da un prode cavaliere e puntiamo verso Savignano sul Rubicone, dove comincia la cronoscalata.
Parlare di salita è una cosa alquanto singolare, perché capisco ben presto che arrivare a quota 380 metri sul livello del mare, partendo comunque dal mare, non è proprio una salitona, ma quando cominciano tutta una serie di mangiaebevi in cui si intervallano strappetti al 7% con rettilinei pianeggianti e addirittura discesine in cui si fa presto a perdere anche 20 metri di dislivello al colpo, mi rendo subito conto che questi 14 km non saranno proprio una sgaloppatina.
Il cuore non vuol saperne di andare oltre i 160 bpm, non mi spiego il perché: che sia la sindrome del Filetto di pesce o del Fritto misto? O forse ho fatto male a non annegarlo ieri sera in un bel Trebbiano servito fresco? Pezzo, aiutame parché go el freno che tocca, la brezza che soffia contro e il sugaman bagnà attorno alla vita!
Beh, già arrivato a Ronchi, capisco che i cuscinetti e i freni non frenano più di tanto, e così che arrivo a Sogliano all'incirca alle 8 del mattino, dove scatto qualche foto per tutti voi che mi leggete.
Se volete la traccia del GPS, ho anche quella.Ā
Per la via del ritorno volevo scendere da un'altra parte, ma alla mia richiesta posta ad un signore di mezza età lungo la via centrale della frazione, ricevo un'accalorata risposta, manco avessi espresso il mio desiderio di votare Falce e martello alle prossime elezioni, lasciando perplesso sulla via del ritorno. Facevo prima a tirare fuori di nuovo l'iPhone che assistere al comizio del Compagno Palmiro!
Così il ritorno lo faccio in parte sulla strada percorsa in salita, ma appena dopo Ronchi, vedo in lontananza una sagoma da ciclista girare a destra ad un bivio, quando invece io stavo per andare a sinistra. E' la scorciatoia che conduce a Lo Stradone, un budello che fa tornare giù nel pianoro in meno di 2 km, ma prima ti riprendo la sagoma e poi ti scopro che è un grazioso corpetto femminile, dietro cui può essere pericoloso starci troppo per via delle curve. Per fortuna che in fondo all'incrocio lei va a destra, io devo andare a sinistra, un "Ciao" ed amici come prima.
Vi risparmio i 20 km per tornare all'hotel: solo la fortuna di aver evitato compleramente il temporale mattutino che si è abbattuto ad Igea Marina giusto 10 minuti prima del mio ricongiungimento alla family.
Di Marco Tenuti (del 05/07/2009 @ 15:52:42, in MTB, linkato 906 volte)
Riprendo volentieri il video pubblicato dal Pappataso sul suo blog, cioè la pubblicità della Nike e dell'abbigliamento da bici, di fatto uno dei main sponsor di Lance Armstrong.
Di Marco Tenuti (del 06/07/2009 @ 14:27:01, in MTB, linkato 871 volte)
Finalmente i pezzi del puzzle della mia Scott Scale 10 vanno componendosi con l'arrivo dei pedali di una settimana fa.
Sono finalmente arrivati gli Xpedo M-Force Ti-Ti, il naturale upgrade dei miei attuali Xpedo M-Force Ti-Mg, che posso mettere tranquillamente in pensione dopo quasi tre anni di ligio dovere e senza manifestare problemi particolari e, ancor più, senza conteggiare l'utilizzo del precedente proprietario da cui ho comprato la bici.
Nella logica grammomania di cui non posso assolutamente chiamarmi fuori, questo cambio di pedali dal modello quasi al top al modello top di gamma della Xpedo, comporta l'ulteriore risparmio in grammi, cioè si passa da 232 a 210 grammi.
Oltre a questo aggiornamento fa la sua comparsa anche la guarnitura Shimano XTR, che ho lì pronta da un anno e di cui ho sempre rimandato l'installazione più che altro per pigrizia, oltrechè per l'infortunio del mese di gennaio.
Va da sè che anche il passaggio dalla guarnitura XT 2006 alla guarnitura XTR 2007/2008 comporta una decisa "grattatina" in termini di grammi, quindi la mia Scale si può proprio dire che fa uno scatto di orgoglio e si fa bella per le future gare, che saranno abbastanza fitte tra luglio ed agosto. Insomma un etto se n'è andato senza tanti pensieri...
Sono anche indeciso se montare o meno il tutto prima della Dolomiti Superbike, in programma proprio domenica prossima, ma penso che rimanderò alla settimana successiva, onde evitare problemi di affidabilità e compatibilità iniziale, che potrei avere dalla nuova guarnitura e il resto del gruppo vecchio.
Di Marco Tenuti (del 07/07/2009 @ 14:52:15, in MTB, linkato 882 volte)
Stamattina, quasi in pausa pranzo, mi chiama il Maga per comunicarmi i pettorali della DSB. La sua congettura dovrebbe essere giusta, cioé quella per cui la prima colonna degli elenchi iscritti alla Dolomiti Superbike 2009 dovrebbe indicare il pettorale della gara.
Il mio numero previsto è 611, ma sono in buona compagnia, perché quando ho fatto l'iscrizione, non ho fatto solo quella personale, ma anche quella del "compagno di merende", di Simone Pasetto e di Marco Caloi.
Il Radu ha il 614, mentre Maga Ninja, che fa sia il circuito dei Nobili che il Prestigio, ha nientepopo' di meno che il 234, quindi tirerà la ruota al fresco campione italiano 2009 Celestino e a qualche altra ruota veloce veronese.
Il regolamento aggiornato al 15 giugno dice che il blocco Premium (rosso) sia per i pettorali che vanno da 1 a 600, mentre il blocco successivo (colore BLU) è da 1001 a 1600, però che ne è di quelli che hanno il pettorale che va da 601 a 1000? Con chi partiamo noi? Nel blocco Premium rosso o nel blocco DSB BLU?
Insomma è molto probabile che anche noi partiamo coi big alle 7.30, mentre chi ha il pettorale oltre il 1000, partirà alle 7.35.
Al momento il meteo non prevede niente di buono, ma ho notato come le previsioni meteo per il prossimo weekend siano molto altalenanti e mutevoli di ora e ora che passa, per cui non mi rimane altro che sperare in bene.
Domani sera, comunque, giretto serale col Pappataso Fans Club e una bella pizzetta in compagnia al Ranch Rocce Rosse.
Di Marco Tenuti (del 13/07/2009 @ 15:47:44, in MTB, linkato 2835 volte)
Chiaro che le aspettative a dicembre 2008, quando mi ero iscritto alla Dolomiti Superbike e quando avevo prenotato l'hotel per un lungo weekend con la famiglia erano ben altre, ma la mazzolata arrivata tra gennaio e marzo mi aveva indotto a pensare al peggio e cioè anche all'eventualità di saltare completamente la gara.
Invece il guaio muscolare, sia per me che per il Radu, è andato piano piano scomparendo e tutto questo ha fatto sì che la gara di Villabassa rientrasse nuovamente tra i nostri desideri per la stagione 2009, tanto è vero che ad aprile cominciavamo già a considerare la Dolomiti Superbike come il nostro obiettivo per la stagion 2009.
E' così che ci siamo presentati a Villabassa: molto realisti che affrontare il percorso lungo da 115 km sarebbe stato qualcosa di troppo impegnativo per i nostri recuperi dai danni muscolari non abbiamo esitato a girare sul percorso corto dopo i primi 15 km di gara.
La partenza di ieri mattina in quel di Villabassa alle 7.30 è senza dubbio una delle cose più emozionanti che mi siano capitate. L'orda di gente assiepata per la partenza è qualcosa che non avevo mai visto prima, anche se non mi sono alzato a guardare la coda della fiumana dei 3500 atleti iscritti.
Per me l'onore e l'onere di partire col Maga al mio fianco, il quale sente più che mai la gara: il suo cardiofrequenziametro indica già 130 battiti a riposo! Chissà che sarà quando comincerà di lì a poco la prima salita!
Una volta partiti basta qualche chilometro perché mi riallinei col mio "compagno di merende", il quale detterà legge per l'intera giornata imponendo un ritmo senza dubbio superiore a quello che mi sarei aspettato io, cioè in linea con le intenzioni ripetute nei giorni scorsi, ossia una "bella passeggiata tra amici".
Fatto sta che arriviamo a Dobbiaco che siamo con quelli del percorso corto: al ristoro il Radu non mi dà il tempo di fermarsi ed è così che mi approvvigiono di un'ulteriore borraccia e poi via di corsa in direzione di Prato Piazza, dove ci aspetta un bel falsopiano in cui menare di gusto per un bel po' di chilometri.
La salita di Prato Piazza se ne va senza particolari patemi, cioè testa bassa, poche parole e cardio sempre abbastanza alto. Sull'ultima discesa solo qualche problema per i miei freni, a causa delle pastiglie anteriori ormai finite, ma niente di particolare, se non fosse che il "compagno di merende" continua a rilanciare sui vari mangiaebevi, che io vorrei invece affrontare in tutta tranquillità.
Fatto sta che guadagniamo abbastanza presto il rettifilo finale di Villabassa, dove ci riallineiamo per una foto in cui ci teniamo per mano e mettiamo finalmente da parte i pensieri più tenebrosi dell'inverno e della primavera appena passata.
Nulla da dire sulla gara: ai ristori c'è sempre tutto, sempre pronti ad allungarti il bicchiere di Cocacola già mezzo riempito o una borraccia già mezza piena o la barretta già mezza scartata. Avrei solo avuto avere una manciata di secondi di fermarmi, per godermi la cosa, ma così non è stato. Sarà per l'anno prossimo, quando sarà obbligatorio affrontare il percorso lungo in vista di un qualche circuito in edizione 2010.
L'organizzazione è eccellente sotto tutti i punti di vista: si vede proprio che abbiamo a che fare con un evento "mondiale" - ricordo che nel 2008 a Villabassa sono stati organizzati i mondiali Marathon MTB 2008 - e quindi la macchina organizzatrice, arrivata con quella di quest'anno alla quindicesima edizione, è un qualcosa di talmente rodato, che è impossibile che qualcosa si inceppi.
Una nota di colore anche per mio figlio Enrico che dà il meglio di sè nella Dolomiti Superbike Junior, dove affronta il percorso di 2,5 km, alla massima velocità che gli consente la sua biciclettina e le sue gambe. Tutte le volte che esco con lui a bordo della sua Chesini con ruote da 14" non riesce ad andare a più dei 15-16 km/h, pedalando ad almeno 140 pedalate al minuto. Enrico arriva ultimo nella sua categoria, con ben 46 concorrenti, dove però non ce n'è uno che abbia le ruote da 14". Tutti con ruote da 16" e 20", ma perfino qualcuno con ruote da 24". Insomma la moda delle ruotone grandi imperversa: vorrà dire che alle prossime gare Enrico si presenterà con la Niner del Conte!
Ringrazio in primis il "compagno di merende" per avermi tirato e sopportato per tutta la gara. Se non gli avessi fatto io da tappo, probabilmente avrebbe fatto molto meno di 3 ore il percorso corto di 60,5 km. Già alla prossima gara lo lascerò libero da vincoli e gli dirò di volare verso la vittoria.
Ringraziamento inoltre per Elisa, che mi ha supportato in tutto durante il weekend, più che altro perché avevamo al seguito tutta la famiglia.
Nota positiva per i fratelli Bazzani, ottime spalle e compagni di mangiate, bevute e momenti spensierati, tra la hall, i bar, l'autostrada e quant'altro per tutto il weekend altoatesino.
A questo punto appuntamento al 2010 per la Dolomiti Superbike in versione lunga.
Troverete foto della ricognizione che abbiamo effettuato il giorno antecedente, i vari momenti conviviali nella piazzetta di Villabassa, foto della Dolomiti Superbike Junior con tanto di video di Enrico e qualche scatto degli Elite e dei nostri amici classificati nel percorso lungo.
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