Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Oggi l'occasione era troppo ghiotta per rinunciarci. E' così che io e il Conte Savoia ci siamo accordati per pestare la neve tra Marzana, Sezano, Santa Maria in Stelle e Quinto!
Chi pedala sulla neve il primo dell'anno, pedala tutto l'anno!
Ne abbiamo pertanto approfittato per scattare una buona dose di fotografie, entrambi muniti di fotocamera, di cui potete vedere una prima piccola selezione nella mia gallery di Picasa. Purtroppo il Savoia è senza ADSL da quando si è trasferito nell'abitazione di Marzana, per cui dovrete aspettare qualche giorno per i suoi scatti.
Dal punto di vista tecnico abbiamo colto l'occasione per saggiare le nostre proverbiali capacità di guida e di tecnica su fondo sdrucciolevole sia in salita che in discesa.
Ammettiamo che abbiamo trovato molta più difficoltà a procedere in salita su asfalto, come ad esempio dall'abitato di Sezano in direzione Gualiva, che sullo sterrato coperto di neve.
La discesa dal Piccolo Stelvio è stata una piacevole sorpresa per l'eccezionale amalgama della neve con la terra battuta coperta dalla coltre bianca. Un po' meno piacevole è stato scoprire che qualcuno era già passato in MTB sulla neve poco prima di noi! Credevamo di essere i primi a debuttare sul Piccolo Stelvio e invece niente. Vorrà dire che ci riproveremo nel 2010...
In attesa che arrivino le foto dal Pappataso e dal Conte Savoia, oggi ci siamo a dir poco scatenati con la MTB sulla neve.
Le condizioni meteo erano ideali per pestare la neve in bici: la mattinata era ancora bella gelida, la neve e la paciarina di ieri e dell'altroieri si sono indurite bene nella notte, mentre poco sopra l'orizzonte un timido sole tentava di dare un po' di calore alla nostra iniziativa.
L'appuntamento per il sottoscritto è per le 8.30, che si trova col Conte in prossimità quasi a metà strada tra me e lui e così ci spostiamo rapidamente verso il Piccolo Stelvio, in modo da arrivare all'appuntamento dell 9.00 alla Rotonda di Montorio, dove si trova la "solita" compagnia.
La salita sul Piccolo Stelvio è molto agevole e non disturbata dalla neve ancora ghiacciata. Un po' più tecnica e difficile è la discesa da Pradelle verso Mizzole, dove la neve è in parecchi tratti ancora bella fresca e alta e la conduzione del mezzo a due ruote richiede un'abilità non da tutti.
Devo però dire che sia il mio Phyton anteriore che il Crossmark posteriore oggi sono compagni fedelissimi e non mi tradiscono mai, garantendomi un'eccezionale fiducia nella tenuta e un ottimo feeling nel sentire la sbandata del mezzo, fatto sta che arriviamo a Mizzole divertendoci davvero un sacco, anche se l'orologio segna già il nostro ritardo di quasi 15 minuti alla rotonda di Montorio.
Da lì in poi il percorso comune al Pezzo, Fabrizio e Diego di Bcicli, nonché il Conte e Daniele Bontempo è quello che l'atleta di Colognola vi descriverà con ben più suggestive parole sul suo blog nelle prossime ore di questo primo sabato pomeriggio del 2009.
Rapidamente: salita al castello di Montorio, Pradelle in salita, Gualiva bassa, pesa di Romagnano, salita al prato del Vento e dulcis in fundo, Vaio del Paradiso, le cui condizioni sono a dir poco eccezionali!
Oggi non ne sono usciti grandi ruzzoloni sulla neve, ma segnalo gli sfregi del Pappataso che si imbatte in uno spino indesiderato che lo attraversa completamente in volto e che quindi gli fa portare i segni della battaglia!
Anche oggi abbiamo VISSUTO VERAMENTE. La Lessinia completamente innevata già a partire delle colline poco sopra Verona e tutte le prealpi veronesi è davvero qualcosa di inimmaginabile, che ho riscoperto con piacere ancora una volta, dopo la bellissima slittata di ieri pomeriggio a Fiamene con la mia famiglia!
Tutte le foto le trovate comunque qua.
Non era la prima uscita dell'anno, ma il "Miglio" oggi sfoggiava una splendida tuta invernale Liquigas, che risalta perfettamente le sue forme atletiche plasmate a colpi di gnocchi di San Zeno e tipica pearà veronese.
E' stato così che il duo composto dal sottoscritto e il nuovo acquisto Liquigas si sono mossi nelle ore centrali della giornata in direzione lago, con la vana speranza di trovare temperature leggermente meno polari che quelle che permeavano la Provincia Veronese.
L'avvicinamento verso Lazise è avvenuto dalla classica salita del Flover del Bussolengo, dove il Miglio ha ingranato una marcia superiore ed ha lasciato di stucco il Marcante alla ruota, che non ha potuto fare altro che lasciarlo andare e soccombere alla sua vista, tanto è vero che il Miglio si è preso addirittura il tempo in cima di schiacciarci una gocciolatina.
Effettivamente gli allenamenti dei professionisti cominciati a fine novembre cominciano già a dare i primi risultati in termini di performance e si è visto dalla media tenuta nella salita dal forte corridore della Croce Bianca.
Il Marcante, dal canto suo, ben si difendeva su tutti gli altri pezzi, affiancandosi spesso e accodandosi di tanto in tanto per non far lavorare troppo in alto il suo miocardio.
Le temperature, per loro fortuna, si alzavano dai -3°C di Bussolengo e Pastrengo, verso i +2°C della città gardesana. E' così che in rassegna venivano attraversati gli abitati di Bardolino, Garda e Torri del Benaco in direzione Castelletto di Brenzone. Favoriti anche dal vento in direzione nord, il Miglio si metteva a menare a velocità supersoniche sempre superiori a 40 km/h con picchi anche a 45 km/h, sempre col Marcante a stretto controllo, in soupless a 110 pedalate al minuto.
Vuoi che ti troviamo il Pietropolli già di ritorno e giriamo immediatamente la bici verso casa. Qui si forma presto un doppio trenino per vincere la resistenza del vento che si fa un po' sentire anche nel saliscendi che riporta indietro verso Lazise.
La botta da Lazise verso Pastrengo in leggera salita viene tenuta bene dal Tenuti, che scollina in più di un'occasione a 175 bpm/HR, ma l'importante è tenere fino quasi a Pastrengo, dove il Daniele della LPR Brakes ci saluta e svolta per Colà.
Si ricompone così il duo iniziale che punta verso Verona, tornando così a temperature a dir poco gelide e piedi già trasformati in due blocchi di ghiaccio. Attraversiamo così anche il centro di Verona sperando di trovare un pelo di calore nelle zone pedonali, ma arriviamo presto a Porta Vescovo, dove il Miglio fa sosta tecnica da Motoyama dai Barana, mentre il Marcante mena in direzione Quinto, dove completa la sua galoppata prebefanica con 102 km sul groppone alla considerevole media di 30 km/h tondi.
Riassumendo così la giornata, possiamo dire che lo stato di forma del duo è più che mai ben augurante per le prime gare che cominceranno nel prossimo mese di marzo, mentre nulla da eccepire sul Miglio e il suo nuovo look Liquigas, a dir poco eccezionale!
Per ieri sera, serata del primo mercoledì dell'anno, cioè Biday, l'intenzione originale era quella di uscire col Conte Savoia e dare così inizio alle danze notturne del 2009. Il buon Fabio, però, già ieri mattina dava forfait a causa del mal di gola che si acutizzava in un'infezione virale tale da costringerlo a letto con la febbre.
La giornata inoltre era cominciata sotto i più cattivi auspici per le condizioni meteo, che il Biday sembrava essersene andato su per il camino.
Durante la giornata mi arrivano però dei segnali di fumo, che qualche "professionista" il Biday l'ha comunque onorato e tra me e me, che professionista comunque sono, mi son detto che il Biday s'ha da fare. Nel tardo pomeriggio mi son ripromesso che se il tempo continua a tenere, avrei preso la bici in seconda serata e me ne sarei andato a pedalare.
Dopo aver messo a letto tutta la famiglia, ho deciso di smettere i panni dell'ingegnere e di mettere quelli del ciclista e ho proceduto con la vestizione, ovviamente consona alle condizioni meteo.
Nell'ordine maglietta intima di cotone, maglietta manica lunga mezza stagione, maglia invernale Goretex, quella del GC Grezzana per intenderci, Per quanto riguarda gli arti inferiori, si va di calze invernali color militare di provenienza militare, scarpe Nalini e copriscarpe pesanti Northwave.
Poi mi vien da pensare che l'asfalto può essere bagnato, per il continuo piovigginare, e così penso che non è il caso di imbrattare la tuta pulita, così mi metto pure l'antivento del pacco gara Lessinia Legend 2007, ormai ridotto a tanti brandelli.
Inoltre debutta in anteprima assoluta il nuovo tubo Nordsen, su suggerimento del Miglio, che si rivelerà ottimo, perché è modulabile e consente di coprire più o meno il viso, dal mento fino al naso, con un minimo movimento delle mani e sicuramente molto più comodo di un passamontagna.
Così passo in garage e tiro fuori il mezzo verso le 22.30: l'intenzione è quella di andare rigorosamente mountain bike su asfalto per lo più bagnato. Monto le luci davanti e dietro, che son lì dall'ultima memorabile uscita fatta col Pappataso and Company.
Alle 22.35 si parte! Salgo lo scivolo e mi immetto subito in via Valpantena, dove il termometro della farmacia segna +4°C. Arrivo già a Sezano, ma la gamba è ancora un po' duretta, così decido di fare il primo giro ad un ritmo non troppo forte, ma penso assolutamente a scaldare la gamba.
Il primo giro - si tratta del giro standard inaugurato nel febbraio 2008 e cioè il Quinto-Marzana-Sezano-Vendri-Nesente-Novaglie-Campagnola di Novaglie-Nesente-Vendri, tutto completamente illuminato e della lunghezza di 12 km esatti - se ne va alla media dei 26,8 km/h. Ci scappa così il secondo giro imperioso, dove la media è di ben 27,6 km/h e i chilometri diventano già 24.
Quando l'agonismo prende la mano e il cronometro pure è il caso di darsi una regolata e mi metto a menare con frequenze superiori, ma spingendo molto meno e magari curando un po' di più alla pedalata rotonda. Così se ne va anche il terzo giro alla media dei 26 km/h netti. Fino ad ora non mi ero mai spinto oltre i 3 giri, ma ieri sera le condizioni meteo lo consentono ancora e così vai col quarto giro!
L'ultimo giro comincia però a sentire un po' la stanchezza della gambe e la media si abbassa a 25,6 km/h, mentre il chilometraggio supera di poco i 48 km. Vien da sè che bisogna far conto tondo e così vado fino sul sagrato della Chiesa di Quinto per vedere se è tutto a posto e così ti faccio 50 km; l'orologio della farmacia comunale segna la "mezzanotte e mezza" e si va a letto col cuore in pace. Non escludo in futuro di puntare ai 5 giri...
Se l'asfalto è asciutto e le condizioni meteo non sono troppo fredde, si può perfino pensare di girare con la BDC. Ieri sera il freddo non era molto forte, il tronco è rimasto sempre bello caldo per tutti e quattro i giri, mentre i piedi non sono mai andati in ipotermia, ma se c'è meno umidità nell'aria, bisogna assolutamente puntare ai 5 giri in BDC...
A quanto sembra dal mio profilo di Facebook, sembra che stia facendo qualche adepto, per cui la prossima notturna sarà molto probabilmente non in solitario, ma in compagnia di altri malati come me...
Son pertanto avvisati il Conte Savoia, il Fix e i fratelli Pezzo. Buonanotte!
Se ci pensate bene, non manca moltissimo all'appuntamento più importante della mountain bike veronese e cioè stiamo parlando della Lessinia Legend.
Adesso è stato svelato anche il sito con tutti i dettagli relativi all'edizione 2009. Vi rimandiamo subito al nuovo sito per apprendere tutto quello che interessa sapere sul secondo appuntamento del Prestigio 2009 organizzato sempre da MTB Magazine.
E' inutile che stia a dirvi che io sarò un BLACK EAGLE, mi pare una roba evidente e scontata, come saranno BLACK EAGLE anche il mio "compagno di merende", il Pappataso e tanti altri...
Ammetto che stamattina avevo più di una riserva sul fatto che il percorso della Lessinia Legend 2009 fosse davvero qualcosa che ricordasse le vere Legend, ma c'è da tenere anzitutto conto che la data in cui la gara veronese è collocata nel calendario agonistico arriva troppo presto rispetto alla primavera e all'estate.
Questa limitazione di fatto impedisce agli organizzatori di andare molto in alto, come vorremmo noi tutti veronesi, cioè andare possibilmente in Alta Lessinia.
Ora non sappiamo se questa costrizione è dettata dalle troppe sovrapposizioni con altre gare del panorama MTB italiano o se la Legend ha sacrificato la propria data storica di giugno in favore della Gran Fondo Damiano Cunego, fatto sta che col rampichino si pedala a fine marzo, che ci può riservare una giornata estiva come l'edizione 2008, ma potrebbe anche tirarci ancora fuori una spruzzata di neve, come dire l'Emilio di Telearena.
Guardando bene il percorso su Google Earth, scopro però che non si tratta del percorso della Lessinia Legend 2007, dove ci siamo ingorgati tutti in tanti, troppi punti.
E' invece tutta una serie di variazioni al tema, qui sulle mie "collinette" e devo riconoscere che è stato recuperato quanto di buono c'è in circolazione, quindi già da subito il mio plauso agli organizzatori, nell'aver conservato il Piccolo Stelvio, ma anche per aver proposto tante novità, per chi non è esperto delle Prealpi Veronesi come il Pappataso!
Ora non dobbiamo fare altro che dare altri giusti suggerimenti agli organizzatori, in modo che non ci sbaglino un colpo da qui al 29 marzo. La prima cosa che mi viene in mente è che probabilmente quasi duemila atleti si riverseranno sul percorso marathon, cioè il Black Eagle.
Io farei proprio le partenze scaglionate a 3 minuti per griglie di 500 atleti, in modo da evitare già subito un intasamento nello scollinare a Montorio e nel ridiscendere verso Santa Maria in Stelle.
Appena lo proverò, sicuramente altre idee mi verranno in mente e non esiterò a scriverle qui!
Purtroppo da quel di Colognola giungono notizie poco felici circa lo stato di salute di uno dei più forti atleti dell'Est veronese.
Il mio "compagno di merende" s'è rotto! Ecco il bollettino meteo appena giuntomi dall'Ufficio Stampa di Cicli Tagliaro:
REFERTO ECOGRAFIA
In corrispondenza del terzo medio del m. bicipite femorale si osserva area mancante ipoecogena a margini sfumati con maggior asse di mm. 19.4 in scansione trasversale; in scansione longitudinale si osserva distorsione di grado severo dell' ecostruttura miofibrillare.
CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE
Quadro ecografico compatibile con lesione distrattiva di terzo grado
in altre parole un mese di stop completo e con manco resto in piè meio l'è!!! comunque anche se la gamba patisce la pancia deve godere, quindi vi annuncio che assieme al papataso stiamo organizzando un' altra rimpatriata a casa mia....in attesa di ulteriori sviluppi ve saludo!!!
E adesso come la mettemo col mio programma "prestigioso" 2009, visto che il mio compagno di merende l'è KO tecnico fino al 19 febbraio????
Mi tocca affidarmi alla compagnia del Max Maga?
CERCASI COMPAGNI DI MERENDE PER AVVENTURE TEMPORANEE FINO A FINE MARZO, PURCHE' NON DOTATI DI RUOTE IN CARBONIO CON TUBOLARI, PERCHE' NON SAREI IN GRADO DE STARGHE A RUA!!!
Già il calendario è già bello pieno e le concomitanze cominciano ad imporre qualche scelta a scapito di altre, si aggiunge anche il terribile cruccio del nuovo circuito squisitamente "veronese", e cioè la Lessinia Tour Cup.
Già due gare portano da sempre nel loro DNA la Lessinia, e cioè la Lessinia Legend e la Lessinia Bike. A queste si aggiunge una versione Marathon del Durello, battezzato così per l'occasione Lessinia Est Bike - effettivamente il nome è uno dei più forzati che abbia mai visto quando lo si poteva chiamare benissimo Durello Marathon.
Nasce così il primo circuito dei monti veronesi e cioè appunto Lessinia Tour Cup.
Ora, più che mai devo decidermi per cosa fare quest'estate, cioè se Prestigio, se Nobili, se Garda Challenge, se Lessinia Tour Cup...
Son davvero problemi seri questi, con l'acciacco che mi sto portando dietro in questi giorni...
Mi sono iscritto alla Lessinia Legend 2009, ovviamente Black Eagle. Chiaramente speriamo di rimetterci in sesto al più presto da questo acciacco che mi sta tenendo fermo da ormai una settimana.
Sono peggio di un drogato in astinenza dalla sostanza stupefacente. Penso che starò fermo ancora un po', ma mi sa che mercoledì, prossima giornata Biday, sbregherò la camicia di forza che hanno messo a me e alle mie bici e uscirò lo stesso!
Intanto ho già perfezionato l'iscrizione alla Lessinia Legend utilizzando la procedura online, che è anche scontatata rispetto alla tariffa standard di 29 Euro. A dirla tutta, se si fa quella online non si pagano 26 Euro, ma 28,69 Euro, ma è sempre meno che quella che prevede il bonifico e l'invio del fax agli organizzatori. Quella online tramite Active Europe la si fa attraverso carta di credito, quindi di una comodità assoluta!
In questi giorni in cui non riesco a pedalare per ovvi motivi di condizione, va da sé che ho speso un po' del mio tempo a navigare sul web e a cercare qualcosa sul mio acciacco e, tra le tante, mi sono imbattuto in questo piacevole articolo.
Per dovere di citazione, rimando correttamente alla fonte, cioè la rivista "La Bicicletta".
articolo pubblicato su "La Bicicletta", giugno 1998
di Valerio Lo Monaco
Una delle maggiori differenze tra un ciclista esperto
e un “neofita” risiede nell’“economicità” della loro pedalata. Non sempre, tuttavia, il teorema quadra. Anche
in chi pedala da anni si può scoprire infatti qualche errore
da carenza tecnica.
Uno dei motivi dell’enorme fascino che il ciclismo desta negli appassionati deriva probabilmente dalla presenza in contemporanea dell’aspetto meccanico, di quello atletico, di quello tattico, di quello tecnologico e allo stesso tempo di quello psicologico. Il riuscire a mettere “a punto” la bicicletta, la posizione in sella, il fisico, l’alimentazione, l’allenamento e la tattica da attuare in corsa, oltre alla giusta preparazione mentale, è proprio ciò che ci impegna e piace di più quando pensiamo al nostro sport.
L’economicità della pedalata, uno dei veri traguardi da perseguire, si raggiunge attraverso alcune tappe obbligate scandite dalla quantità dei chilometri (e degli anni) percorsi in bicicletta e dall’attenzione che si pone ad alcuni aspetti (spesso molto diversi tra loro) insiti nelle caratteristiche del ciclismo. La pedalata “economica”, dunque, riassume le capacità, le condizioni e i condizionamenti di un ciclista esperto e attento al gesto. Se è vero che più si pedala più si impara a pedalare, bisogna porre attenzione a come si compie il gesto atletico e a tutto ciò che avviene durante ogni uscita, almeno fino a quando l’esperienza non ci suggerirà in ogni momento come comportarci per ottenere il massimo da quello che stiamo facendo. Al giusto colpo di pedale si arriverà, infine, grazie alla capacità di adattamento di alcuni distretti direttamente impegnati nell’esercizio.
Il condizionamento neurologico
La contrazione muscolare, indispensabile per il movimento,
è permessa innanzitutto dal funzionamento dell’apparato neurologico.
La volontà di chi pedala stimola l’organo centrale nervoso a trasmettere, attraverso il nervo motore, l’ordine di movimento al muscolo. Questo processo, che è volontario, determina un dispendio energetico dal punto di vista nervoso che, se non allenato, ostacola la facilità di pedalata.
All’atto pratico, questo ostacolo è la sensazione di mancanza di automatismo del gesto atletico che si avverte quando si sale in bicicletta per la prima volta o dopo un lungo periodo di sosta. La avvertono tutti, anche i professionisti dopo la pausa invernale, e scompare via via che ci si allena, più rapidamente in chi pedala da molti anni (o in chi vi presta particolare attenzione) e più lentamente (o niente affatto) in chi va in bicicletta da poco tempo o si allena poco e malamente.
Quando si inizia l’allenamento si deve dunque “pensare” alla pedalata. Bisogna cioè fare attenzione a come ci si muove in bicicletta, a come i muscoli lavorano, a come far girare le gambe. L’obiettivo è quello di far diventare automatico l’impulso che deve arrivare ai muscoli per il movimento.
Inoltre, un buon “allenamento” del sistema nervoso migliora anche la precisione di guida e la bontà delle scelte tecnico-tattiche durante lo sforzo, nonché la percezione di ogni cosa che accade. Non bisogna stancarsi mai di controllare e correggere la pedalata finché lo sforzo mentale necessario alla corretta esecuzione del gesto, diminuendo gradatamente, avrà lasciato spazio a un automatismo assoluto di movimenti perfetti. C’è però da ricordare una cosa: il sistema nervoso è quello che si affatica per primo durante lo sforzo. Ciò è facilmente avvertibile in quanto l’intensità degli impulsi che arrivano ai muscoli diminuisce e la contrazione si fa meno ampia e regolare. A questo corrisponde una pedalata più pesante, disunita e meno energica.
Il condizionamento muscolare
Anche dal punto di vista prettamente muscolare le cose sono un po’ diverse tra chi pedala da anni e con coscienza e chi invece solo da poco ha scoperto il piacere di pedalare o non vi presta particolare attenzione. Uno degli obiettivi da raggiungere, a questo riguardo, è il miglioramento della capacità contrattile dei muscoli unitamente alla scioltezza dei movimenti.
Ogni articolazione (nel nostro caso gli arti inferiori) si muove grazie all’azionamento di alcuni muscoli flessori e di altri estensori. Nel gesto del ciclista, i flessori (il quadricipite femorale, cioè l’anteriore della coscia, e il gastrocnemio, cioè il polpaccio) hanno la funzione maggiore e sono chiamati perciò “protagonisti”, mentre gli estensori
(il bicipite femorale, cioè il posteriore della coscia, e il tibiale, cioè l’anteriore della gamba) sono detti “antagonisti” in quanto non sono strettamente indispensabili al gesto della pedalata. Va da sé che per migliorare la capacità di esprimere forza e agilità nel nostro gesto specifico si abbia bisogno di curare particolarmente il tono e le capacità dei muscoli direttamente coinvolti e, allo stesso tempo, il rilassamento e l’elasticità dei muscoli antagonisti.
D’altra parte la fisiologia della pedalata è marcatamente specialistica, e ciò è maggiormente comprensibile se si fa mente locale alla rivoluzione del piede sulla pedaliera e ai punti in cui la spinta è maggiore o, al contrario, minore. E se una delle capacità e qualità fondamentali del buon ciclista è infatti la famosa “pedalata rotonda”, al contrario la “pedalata a stantuffo”, è tipica di una non buona assuefazione al gesto e all’abitudine a vincere le resistenze della pedaliera. Il giusto ed economico utilizzo delle tre “leve” che compongono l’articolazione inferiore (coscia, gamba e piede) sono indispensabili per dirigere e distribuire sui pedali la forza sviluppata dalla contrazione dei muscoli. Quando si pedala sulla giusta bicicletta, con il corretto svettamento, avanzamento o arretramento della sella e con le tacchette regolate nella giusta posizione, si hanno le armi migliori per ottenere la giusta pedalata. I due arti devono muoversi su due piani parelleli equidistanti dal centro della bicicletta. Le ginocchia devono lavorare esattamente a piombo sui piedi e questa condizione deve essere controllata e, nel caso, corretta in qualsiasi momento. Dopo un po’ il giusto stile entrerà nella mente e non si avrà mai più bisogno di verifiche e controlli.
I benefici dell’allenamento
Con la quantità e la qualità dell’allenamento si ottengono anche altri miglioramenti avvertibili a livello muscolare. La capacità contrattile dei muscoli aumenta grazie anche alla diminuita inerzia che è propria della fibra muscolare, e allo stesso modo i movimenti diventano semplici e automatici. Anche la portata circolatoria aumenta e i muscoli ottimizzano il rendimento con il minimo afflusso di sangue. Dal punto di vista chimico ci sono una serie di reazioni che portano a un miglior funzionamento dell’organismo. Inoltre durante l’esercizio il nostro corpo si abitua, a parità di sforzo ed entro certi limiti, a consumare come carburante principale per la propulsione una miscela sempre più ricca di grassi e meno di zuccheri e consumando meno zuccheri si può pedalare molto più a lungo senza stancarsi.
Attenzione alla psicologia
Non meno del fattore prettamente fisico, la componente psicologica si rivela come un vero e proprio punto di forza irrinunciabile in chi fa sport, soprattutto in una disciplina impegnativa come il ciclismo. Quest’attenzione è indispensabile soprattutto agli inizi dell’attività per imparare a pedalare e può essere messa in secondo piano nel momento in cui il meccanismo della pedalata è ormai entrato a far parte dell’atleta. Per ciò che concerne il nostro obiettivo, cioè la pedalata economica, l’attenzione psicologica deve essere costante mentre si pedala e mirata, in allenamento, a far sì che gli esercizi che si compiono risultino davvero allenanti e utili ai fini del miglioramento della condizione, e negli appuntamenti importanti, all’ottenimento della maggiore velocità possibile con la minore spesa energetica o al raggiungimento del traguardo nelle migliori condizioni.
L’esperienza
Ogni scelta tecnica e di conduzione del mezzo, influisce significativamente sulla gestione delle energie a disposizione. Stiamo parlando dell’esperienza. Ma non solo. Oltre che dalla pedalata, l’esperienza di un buon ciclista si riconosce da tanti altri piccoli particolari “pratici”.
Da come si usa il cambio a come si dà il cambio,
da come si affrontano le salite a come si percorrono i tratti in pianura, da come ci si ripara dal vento a come si pedala nel gruppo. In ogni istante, le scelte tecnico-tattiche e lo stile di esecuzione del gesto
atletico si riflettono nella capacità di risparmiare
quante più energie è possibile ottenendo al contempo
la prestazione migliore.
La “presenza psicologica”
in tutti questi casi è fondamentale. Ancora di più, però, la capacità psicologica deve venir fuori per superare dei momenti delicati in cui la forza fisica sembra non bastare più. Stiamo parlando delle crisi cui un ciclista può andare incontro e della relativa capacità di superarle e dei momenti in cui per qualche infortunio non ci si può allenare e si vedono
i sogni allontanarsi.
Un ciclista veramente cosciente di tutte le cose che fa, forte psicologicamente ed esperto, sarà certamente in grado di pedalare nel migliore dei modi nella stragrande maggioranza delle situazioni, e per di più, con il tempo, anche senza accorgersene.
Potrà, con l’esperienza, sopperire (nei limiti del possibile) a un eventuale momento di scarsa forma fisica o a una situazione di inferiorità atletica nei confronti degli avversari. In quesi casi si potrà dire di lui «ha vinto (o si è salvato) con l’esperienza».
E la “pedalata economica”,
che anche all’esperienza è dovuta, in queste situazioni, gioca sempre la sua parte.
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