Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il genere umano è davvero strano da comprendere in certe situazioni. Se parliamo poi degli italiani, più che mai. Così com'è altrettanto strano che qualcuno - come me - si ponga questi dubbi. Davvero strano il mondo.
Mi viene da pensare che sia la stessa sindrome che colpisce gli italiani quando vanno in autostrada, ossia che la corsia più a destra, quando le corsie per ogni senso di marcia sono tre o più, sia una cosa assolutamente da evitare.
Andare nella corsia di destra è cosa infamante, ingiuriosa. E' cosa di cui vergognarsi, neanche fossimo considerati dei paracarri, visto che verremmo superati da quelli nella corsia centrale e nella corsia di sinistra a velocità superiori e a momenti anche dagli autocarri e i TIR.
Non voglio però fare la solita ramanzina: a questo ci pensa già la segnaletica luminosa fatta in autostrada, cioè di "occupare la corsia più a destra".
Siamo all'intersezione tra via Fincato e via Montorio regolamentata da un semaforo; siamo in zona Borgo Venezia nella città di Verona. All'incrocio dei Barana succede una cosa simile. Come potete vedere dalla foto tratta da Street View, ci sono tre corsie: la corsia più a destra è quella con cui si svolta in via Montorio. Le altre due corsie servono per incolonnarsi e poi procedere a sinistra verso la Valpantena, mantenendosi su via Colonnello Fincato.
In questa zona i condominii ai lati della strada sono relativamente lontani e c'è abbastanza spazio per due corsie, così gli automobilisti veronesi possono incolonnarsi su due corsie e poi riallinearsi in un'unica corsia in direzione Poiano. In passato non c'erano le tre corsie verso nord, ma solo due corsie, una per andare dritti ed una per girare verso Montorio.
Se il semaforo è verde, il flusso delle macchine non arriva a disporsi su due corsie, ma rimane tendenzialmente a sinistra, perché si cerca di tagliare un po' la curva, seguendo sempre e comunque la segnaletica orizzontale. Se il semaforo è rosso, i veicoli dovrebbero disporsi su entrambe le corsie, in modo tale da accorciare il più possibile la coda e non causare intralcio alla circolazione che ci si lascia alle spalle.
Succede che sono sempre in pochi quelli che si mettono nella corsia centrale, quasi nessuno. Tutti sempre nella corsia più a sinistra. Neanche ci fosse la stessa vergogna tipica delle autostrade.
Pertanto succede che i più si mettono sulla sinistra, mentre sulla destra si mettono in pochi, di tanto in tanto i più "scaltri", compreso me medesimo, cosicché alla scattare del verde chi sta a destra riesce spesso a superare un bel po' di macchine e a guadagnare un po' di posizioni nella gara del traffico di "ogni giorno".
Sia chiaro che in città il codice della strada prevede la possibilità che sia possa superare a destra, non come in autostrada o sulle strade extraurbane a due o più corsie, dove non è mai consentito il sorpasso a destra, a meno che non si tratti di "superamento" a destra, cosa che ad esempio succede quando si è tutti fermi in colonna.
Vorrei tanto capire cos'è che spinge i veronesi di Borgo Venezia - e non solo - a non disporsi uniformemente su entrambe le corsie, ma i più a sinistra.
La stessa sindrome autostradala? O invece pigrizia piuttosto che comprovata incapacità?
Domenica, nell'ambito del Progetto Scuola organizzato nell'attività postscolastica della scuola di Alcenago, andrò allo stadio coi figli per vedere nientepopòdimeno che Hellas-Napoli, in ricordo di altri tempi, quando le squadrette di provincia riuscivano ancora a vincere i campionati...
Non so quanto sarà educativa l'uscita, visto che andrò con mia figlia di 7 anni ed anche l'altro mio figlio seminarista. La didattica è comunque assicurata, visto che la squadra avversaria è il Napoli e storicamente la tifoseria veronese, ma anche quella partenopea, si è sempre sbizzarrita in tutte queste occasioni.
Per saperne qualcosa di più, vi invito a guardare anche qui, sul sito ufficiale dell'Hellas Verona, dove l'ufficio stampa riporta degli incontri avvenuti presso la scuola di Alcenago.