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 Dopo Prato Piazza è la volta di buttarsi verso Carbonin (Dolomiti Superbike 2012)... di Marco Tenuti
 
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Un chilo de manco,
un minuto de manco.

(detto dal Marcante commentando così i miglioramenti ottenuti nella cronoscalata della Peri-Fosse)

Marco Tenuti
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Di Marco Tenuti (del 24/09/2015 @ 23:15:12, in Windows, linkato 1793 volte)

Realtek su Windows 10 Tra ieri e oggi ho sbattuto non poco la testa con Windows 10, dopo sostanzialmente 45 giorni senza problemi particolari.

Da quando l'ho installato, conto su una mano i problemi riscontrati con la mia installazione principale, davvero poca cosa rispetto a quello a cui siamo sempre stati abituati con le precedenti di Windows.

Tendo a pensare che la giustificazione principale sia quella che il modello di distribuzione adottato da Microsoftper Windows 10 - cioè gratis per tutti e soprattutto "in automatico" - abbia consentito di scovare abbastanza presto le magagne principali, anche se queste sono presumibilmente raccolte e fissate attraverso l'estensivo programma di test aperto a molti.

Questi comunque i problemi patiti:

  • necessità di reinstallare una parte molto piccola di programmi
  • necessità di reinstallare parte di Microsoft Visual Studio 2010
  • crash molto sporadici del driver della scheda video (un solo blue screen)
  • impossibilità di installare automaticamente l'aggiornamento KB3087040
  • funzionamento intermittente del driver della scheda di rete del mio notebook

L'errore si manifestava con l'impossibilità della scheda di rete di ricevere pacchetti dalla porta Ethernet per un lasso di tempo anche di 1 o 2 minuti ogni mezz'ora o ogni ora. In qualche caso la comunicazione riprendeva a funzionare, in altri casi era necessario disabilitare e riabilitare il dispositivo di rete attraverso il relativo pannello di controllo. Nei casi più estremi - l'ho fatto 3 o 4 volte - sono stato costretto a riavviare il sistema operativo.

Questo malfunzionamento è stato quello che mi ha causato la perdita di tempo maggiore, perché mi ha costretto, quando possibile, ad usare la connessione Wifi del notebook, e mi ha portato ad effettuare tutta una serie di prove ed arrivare al nocciolo della questione, cioè il driver.

Nell'ordine ho provato a capire se era il firewall a non funzionare, tutta la connettività verso internet, l'assegnazione dinamica o statico dell'indirizzo IP sulla porta Ethernet, il cavo Ethernet, il connettore lato computer o lato presa a muro, fino a controllare il funzionamento sul rack, e via dicendo, cioè il solito minimo di diagnosi che si può fare per un problema di connettività. Poi viene in aiuto San Google, che trova rapidamente chi può avere avuto il tuo stesso problema, solo che in questo caso non ho trovato post diretti che suggerivano di prendersi un eventuale driver più nuovo.

Microsoft ha di fatto deciso lei per tutti quali debbano essere i driver per far funzionare la maggioranza dei dispositivi hardware, in attesa che i produttori rilascino qualcosa di specifico per Windows 10 e maggiormente testato.

E' il caso del driver del mio chipset di rete Ethernet, cioè un Realtek PCIe GBE Family Controller. Il driver preinstallato di Microsoft porta la data del 25/5/2015 e, se si chiede la disposibilità di qualche aggiornamento tramite il relativo controllo:

  • andare su Gestione Dispositivi
  • selezionare Schede di rete ed espandere il nodo
  • selezionare il nodo Realtek PCIe GBE Family Controller e aprire il dialogo delle proprietà
  • andare alla pagina Driver
  • cliccare sul bottone Aggiorna Driver
  • cliccare la scelta Cerca automaticamente un driver aggiornato

Il sistema risponderà dicendo che "il driver del dispositivo è già aggiornato".

Andando invece sul sito ufficiale di Realtek si scopre che al 24/8/2015 è stato distribuito un driver più nuovo - che evidentemente Microsoft non ha ancora gestito e processato per la maggioranza. La versione di questo driver è la 10.3.723.2015, che porta la data del 23/7/2015 e che risolve probabilmente il problema che ho accusato io negli ultimi giorni.

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Di Marco Tenuti (del 25/09/2015 @ 09:12:30, in Windows, linkato 2240 volte)

Basta fare una ricerca con Google Images per trovare la foto del giorno proposta dal blocco schermo di Windows 10 e si scopre che la foto arriva da Flickr.

La trovate infatti a questo URL dentro la gallery di Hafiz Ismail. Il soggetto fotografato è un bellissimo ed altrettanto ritoccatissimo tramonto con un ponte abbandonato a Pantai nel Pulai Penang.

Windows 10 lockscreen

Peccato davvero che gli uomini di Microsoft abbiano avuto la brillante idea di proporre ogni giorno una foto nuova sulla propria schermata di blocco cercando delle foto molto suggestive sulla rete e chiedendo anche un'opinione soggettiva tramite la loro versione di "Mi piace", ma senza mettere alcuna indicazione della provenienza, dell'hardware usato per lo scatto, del fotoritocco effettuato ed ovviamente dell'autore, tutte cose che si riescono ad ottenere quasi banalmente dalle informazioni EXIF dello scatto in rete. Non è la giusta maniera di creditare chi ha trasformato un momento in un piccolo capolavoro fotografico.

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Di Marco Tenuti (del 28/09/2015 @ 10:25:29, in consumatore, linkato 874 volte)
Rivenditori di energia elettrica

A casa mia il telefono fisso suona sempre meno. Una volta mia mamma mi chiamava per raccontarmi del più e del meno: da quando ha chiuso l'utenza telefonica, mi chiama col cellulare. Il telefono fisso suona praticamente solo per "unsolecited marketing", cioè offerte commerciali mai richieste, cioè fornitura dell'energia elettrica, del gas e del telefono. Qualche rara volta chiamano anche per i materassi e l'arredamento in forte sconto.

Mia moglie, quando mi sente rispondere a qualcuna di queste conversazioni, corre vicino a me per origliare che storie mi invento per farla ridere. Davvero insolenti e pronti a qualsiasi evenienza gli operatori telefonici, che chiamano invano per piazzare un contratto di utenza di energia elettrica, non hanno peli sulla lingua. Altro che le belle signorine con l'auricolare che trovate su Shutterstock o Fotolia, che usano i grafici per i cataloghi e le pubblicità.

Operatori telefonici

Evidentemente le società italiane che hanno commissionato a questi centri telefonici delocalizzati chissà dove - a me viene da pensare all'India dall'accento di queste voci - non hanno alcuna remora nel vedere il proprio brand messo in cattiva luce da questi poveracci, che se ne inventano una al giorno pur di piazzare un contratto telefonico.

Non ne ne abbiano gli stranieri che leggono questo mio articolo - non ho nulla contro di loro - ma provo piuttosto vergogna per le aziende italiane, magari controllate da gruppi europei quindi con amministratori continentali - se scrivo qualche testo con la storpiatura tipica, di chi non è italiano madrelingua. L'approccio iniziale è sempre quello: "Buonciorno, signore, mi chiamo Mario e chiamo per conto di Montecatini-Enel-Enercia: ho il piacere di dirle che il nostro operatore di enercia elettrica ha deciso di adeguare tutte le tarife dell'enercia alla tariffa monoraria su tutto teritorio nazionale di Italia".

L'insolenza è a livelli talmente elevati - loro non hanno nulla da perdere, neanche stessero facendo la telefonata a bordo di un barcone e stessero per gettarli in mare se la telefonata non portasse ad una stipula - che si arriva ad insistere con frasi del tipo:

  • "Solo noi siamo fornitori primari di energia, mentre l'operatore che ha adesso, non è che un rivenditore secondario".
  • "A lei hanno promesso che le danno l'energia gratis, ma non è vero".
  • "L'enercia di suo operatore non è rinnovabile, invece la nostra è enercia verde e quindi pulita".
  • "Forse lei non sa che se supera i 200 kWh col suo attuale operatore, quelli in più glieli fanno pagare il doppio".
  • "Se lei ha già firmato il contratto col nuovo operatore, ha ancora il diritto di recesso".
  • "Se lei ha firmato il contratto telefonicamente, ha a maggior ragione il diritto di recesso".

A sentire le loro parole, solo loro sono onesti, mentre sono tutti gli altri operatori telefonici cercano di aggirare il cliente, sono falsi e spergiuri, e questo la dice lunga sul loro operato, neanche si riferissero a se stessi. Se gli si fa notare l'estrema parzialità di questo affrettato giudizio, non ne parliamo: si arrampicano sugli specchi e dallo Sri Lanka si sentono le unghie stridere.

Dopo qualche scambio di battute, giunge da parte loro il momento di passare all'azione: l'operatore pretende che andiamo a recuperare l'ultima bolletta, perché su quella ci sono tutti i dati necessari per intraprendere la migrazione, cioè il numero del POD (punto di prelievo). Tutto il resto non conta più: probabilmente anche la registrazione telefonica della stipula del contratto avverrà molto rapidamente, prima che il malcapitato cliente abbia qualche ripensamento e faccia andare tutto a monte.

Quello che non continuo a capire è come i grandi brand possano mettere in discussione il loro prestigio incaricando questi operatori commerciali disposti a tecniche da mercato delle verdure del Bangladesh o delle spezie a Marrakesh. E dopo continuano a raccontarcela di continuare a seminare nelle piantagioni dei social network, di avere molta pazienza, di decidere un'attenta politica di social marketing, che il valore del brand sta superando di molto quello del fatturato aziendale.

Sarà forse che l'Italia viaggia a due velocità, a causa del digital divide e dell'analfabetismo tecnologico? Il 70% è quello che naviga sulla rete, bazzica su Facebook e Instagram, ma non tiene un centesimo in tasca, mentre il restante 30% non ha uno smartphone, non si smazza per seguire i trend della rete e del commercio, ma percepisce la pensioncina statale, tiene in saccoccia ancora qualche risparmio e non ci vuole molto per abbindolarlo con qualche promessa e relativo contrattino per la fornitura dei servizi primari?

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Di Marco Tenuti (del 12/10/2015 @ 09:42:31, in consumatore, linkato 1186 volte)

Do' sempre un'occhiata a Facebook nel corso della giornata. Oggi l'occhio mi è cascato su uno dei tanti link sponsorizzati e cioè sull'articolo "Un impiegato di McDonald si licenzia ed insulta il suo capo dopo aver vinto 1.206.630 € durante la pausa pranzo"!

Chi non vorrebbe vincere tutti quei soldi con uno schiocco di dita? Tutti vorrebbero farlo, io che scrivo, tu che leggi questo articolo, chiunque.

Se volete andare a leggere la news farlocca, non riesco a darvi un link, perché esso contiene svariate informazioni di tracking, che da Facebook fanno passare per il fantomatico sito di news, fino ad arrivare al sito della società di scommesse online.

Fate prima a cercare su Google:

un impiegato di mcdonald vince jackpot

Scegliere il primo risultato per arrivare ad un link un po' meno "tracciato":

http://www.direttanews.it/2015/10/06/vince-un-milione-di-euro-durante-la-pausa-pranzo-e/

Potete insomma anche leggervi questa storia assolutamente fasulla su Martin Reiter, che può permettersi di licenziarsi, mandare a quel paese il suo capo e volare alle Seychelles con la sua ragazza, così saranno per sempre felici e contenti.

Il problema non è la storia in sè, perché uno su mille ce la fa, recita la canzone, quindi che sia vera, veritiera, verosimile o costruita, poco importa. Lo scopo principale della news non è, questa volta, quello di generare visite e far cliccare la gente qua e là, ma quello di farli arrivare dritti sul sito di scommesse.

Il problema è il raggiro a cui siamo sottoposti noi tutti, ignari lettori e navigatori del web.

Vediamo alcuni estremi se clicchiamo il link da Facebook:

News farlocche

Andiamo con l'elenco delle trappole:

  • il giornalista che scrive l'articolo si chiama Karsten Steinbrück: peccato che il link dell'autore dell'articolo rimandi al link di redirezione go.webnewz24.com/click
  • tutti i link all'interno del testo dell'articolo rimandano sempre a go.webnewz24.com/click
  • tutte le immagini dell'articolo rimandano sempre a go.webnewz24.com/click
  • tutti i link degli articoli correlati, le offerte e domande di lavoro sono farlocche: tutte rimandano al solito link go.webnewz24.com/click
  • tutti i commenti ripresi da "Facebook" contengono link non verso gli autori, ma sempre verso go.webnewz24.com/click
  • se cercate su Facebook per nome e cognome qualcuno dei profili dei commenti messi, non trovate nessuno: vi elenco i profili a cui non corrisponde alcuna identità come Gaia Caminiti, Francesca Caspari, Rebecca Gioe, Eva Laurenz...
  • tutti i commenti sono entusiastici: tutti contenti di aver avuto il bonus da 100 Euro omaggio e tutti che hanno già vinto piccole fortune. Si vede che attingono i soldi direttamente dalla BCE, come fanno le banche europee nell'accesso al credito.
  • i commenti che non ricadono tra quelli di entusiasmo sfrenato, sono tutti scritti in maniera da stimolare la vostra curiosità o da rimanere in dubbio
  • c'è perfino spazio per aggiungere un commento: peccato che non funzioni; è messo lì solo per farvi credere che i commenti funzionano come i commenti in un qualsiasi altro blog o sito
  • se provate ad eliminare dall'URL le informazioni di tracciabilità con cui provenite da Facebook o se provate ad andare alla home page di Webnewz24, piombate diritti nel sito di scommesse online
  • per i più esperti, se provate a chiedere un WHOIS di webnewz24.com, scoprite che l'intestatario del dominio è nascosto - e fin qui niente di particolare - ma soprattutto scoprite che Admin Organization e Tech Organization è WHOISGUARD con sede a Panama

Concludo molto lapidariamente con un'espressione veneta, che invita a stare molto attenti: "Su con le rece"!

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Di Marco Tenuti (del 02/11/2015 @ 10:22:06, in Windows, linkato 922 volte)

Nonostante il mio relativo entusiamo per Windows 10 manifestato ancora qualche mese poco dopo il suo rilascio, devo ammettere che Microsoft ha fatto qualche passo in avanti, ma siamo ben lontani ancora da quello che ci si aspetterebbe dopo un ventennio di Windows. Detta fuori dai denti, "Siamo alle solite".

Ho in mente di sviscerare bene la questione in una serie di articoli che sto scrivendo in questi mesi, circa tutta una serie di problematiche a cui ho fatto il callo io e anche tutti gli utilizzatori che si rivolgono a me per portare avanti la macchina di Windows, che risulta ancora molto insinuata nel personal computing della vita professionale e personale di tutti noi, nonostante ormai iOS e Android siano diventati sempre più pervasivi nella mobilità della vita quotidiana. Un piccì fisso in tantissime famiglie ancora c'è e chissà ancora per quanto rimarrà sulle scrivanie e nelle camerette dei nostri figli.

A cosa mi riferisco sostanzialmente? Al fatto che un buon sistema Windows, una volta configurato, gira abbastanza a meraviglia nel breve e nel medio termine. Arrivare ad avere un sistema a posto non è però affar semplice.

1. Se compri un PC nuovo con Windows 8.1

L'esperienza di questo fine settimana è stata quella che di tanto in tanto provo nella pratica professionale: mi viene dato un hardware nuovo, un PC fisso piuttosto che un portatile molto consumer, che è stato portato a casa dal centro commerciale o è stato recapitato a casa dal corriere e mi viene chiesto di metterlo nelle condizioni di essere usato proficuamente dal suo utilizzatore finale, leggi "Mettimi Windows 10". Il computer arriva con un'installazione di Windows 8.1, ma per arrivare a Windows 10 ci vogliono qualcosa come 24 ore!

Purtroppo per passare a Windows 10 non è sufficiente scaricarsi un eseguibile di qualche megabyte e far partire l'installazione. Probabilmente si può fare anche quello, ma la strada tracciata da Microsoft non è purtroppo questa. E' necessario utilizzare Windows Update, uno dei pannelli di controllo di Windows, per scaricarsi quello che sta dietro a quella magica iconcina che propone l'aggiornamento a Windows 10, quando un esperto IT si aspetterebbe che per far comparire la magica iconcina sia sufficiente proprio quell'eseguibile di 5-6 MB o scaricare in maniera mirata un'opportuna patch (KBxxxxxxx) tra le centinaia proposte tra gli aggiornamenti obbligatori e facoltativi di Windows 8.1.

Purtroppo sono stato costretto ad installare tutta la pletora di aggiornamenti di Windows 8.1, cioè ho dovuto attendere lo scaricamente di almeno 2 GB di patch, intervallato da un numero imprecisato di riavvii e relative installazioni.

Rimane il fatto che il download di questo paio di gigabyte e le relative installazioni richiedono tempi biblici su un PC consumer: i tempi di attesa sfiorano la giornata intera, vuoi perché non si è sempre pronti a confermare le richieste di continuare le operazioni, vuoi anche perché il download dei servizi BITS/WUpdate sembrano tutto tranne che veloci.

Una volta che ce l'hai fatta - a far comparire l'iconcina della proposta di aggiornamento a Windows 10, poi la strada comincia ad essere in discesa, finalmente. Il download dell'aggiornamento a Windows 10 che mi è stato proposto era di circa 2,8 GB, che sono stati stoppati al 80%, ma il servizio è riuscito a ripartire dal punto in cui si è fermato salvando così i 2 GB abbondanti già scaricati.

Infine l'aggiornamento vero è proprio di Windows 10 ha richiesto tempi non proprio veloci per una macchina nuova, non dotata però di disco SSD. Viene da chiedersi se in Microsoft provano bene i loro software e se hanno un'idea dell'esperienza utente media, quando si passa a Windows 10 su una macchina con 4 GB di RAM, processore Intel Core i3 e disco rigido "vecchio mondo" da 500 GB, anziché un superperformante disco a stato solido. Anche qua se ne vanno un paio di ore di trepidante attesa. Quando infine si è installato Windows 10, non è finita con gli aggiornamenti: ce ne sono un altro piccolo vagoncino, ma niente a confronto di quelli supposti inutili scaricati il giorno prima per mettere Windows 8.1 nelle condizioni di far comparire la magica iconcina.

Quando siete arrivati qua, cominciano una serie di operazioni drastiche: eliminare il bloatware che ogni costruttore di PC ha utilizzato per infarcire il proprio hardware. Nel mio caso Acer ha messo dentro una suite di applicazioni per la gestione di media, foto e files, chiaramente cloudbased, come se non avessimo già abbastanza soluzioni con Google Drive, iCloud, Dropbox e compagnia bella, visto che ci sarebbe già Microsoft che parte da un predellino previlegiato con OneDrive e Office 360.

Poi ci sono tutte quelle utility per la gestione del computer, per l'assistenza Acer, per il loro power management, come se Microsoft non avesse fatto nulla col suo doppio set di impostazioni del nuovo mondo (Windows 10) e pannelli di controllo (di Windows 7).

Poi c'è da rimuovere l'ennesimo bloatware, Pokki Start Menu, cioè la proposta di Acer allo start menu di Windows 8 - perché tutti partono già dal presupposto che Windows 8 è nato male anzi malissimo - solo che questo bloatware per Windows 8 rimane lì vivo e vegeto nella barra delle applicazioni e avete da fare le vostre per estirparlo.

Alla fine ce l'avete fatta: Windows 10 propone di vedersi un video di "Cinque cose da sapere di Windows 10", solo che è in inglese. Cribbio, possibile che con tutti questi dipendenti e evangelisti italiani che lavorano in Microsoft Italia non ce ne sia uno che ha speso due ore per doppiare il video e mettere l'audio nella lingua di Dante"?

Una volta che ce l'avete fatta, Windows 10 diventa la macchina perfetta per lo smanettone: il consumo di RAM non è eccessivo, la stabilità dei processi è sempre abbastanza buona, ma traspare ancora tutta la mia delusione perché non sono capaci di fare come Samsung, cioè copiare come si deve OS X e Apple.

Nella prossima puntata vedremo il pannello di controllo "Programmi e funzionalità", diventata in Windows 10 "App e funzionalità".

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Di Marco Tenuti (del 12/12/2015 @ 20:17:08, in cultura, linkato 1821 volte)

Santa Lucia consegna i doni Dov'è che Santa Lucia porta i doni nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre?

Intanto cominciamo col ricordare chi è Santa Lucia. E' martire cristiana, patrona della città di Siracusa dove nacque e morì il 13 dicembre del 304, perseguitata da Diocleziano. Prima di passare al calendario Gregoriano, il festeggiamento di Santa Lucia coincideva col giorno del solstizio d'inverno; da cui il famoso detto "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia". Con l'aggiornamento del 1582, la ricorrenza della sua santità è stata sposata al 13 dicembre.

La Santa è venerata in molto paesi del Nord Europa: la festa fu introdotta nel 1920 in Svezia. Il 13 dicembre gli Svedesi celebrano anticipatamente il solstizio d'inverno ed in questo giorno, una ragazza vestita di bianco, con una corona di candele accese sulla testa, viene scelta per impersonare Santa Lucia. La ragazza, scortata in processione da altre ragazze vestite di bianco e da ragazzi vestiti da elfi, distribuisce alla gente che partecipa dolci tipici natalizi come i biscotti allo zenzero. La festività di Santa Lucia è celebrata anche in Russia, Polonia, Repubblica Ceca e in altri paesi scandinavi come Finlandia e Danimarca.

In alcune località del Veneto, della Lombardia, del Trentino Alto Adige, e del Friuli Venezia Giulia è Babbo Natale a lasciare il posto alla Santa nella consegna dei doni ai bambini, che ricevono così i regali già il 13 dicembre.

La figura di Santa Lucia, così come di San Nicola in alcune parti del Meridione, e la relativa consegna dei doni rappresentano uno dei pochi esempi rimasti dell'antico culto degli avi nell'immaginario infantile. L'usanza, cominciata negli anni trenta, prevede che siano i bambini a scrivere una lettera alla Santa o a farsi aiutare dai genitori in cui indicano cosa vorrebbero ricevere come regalo ed impegnandosi a continuare a fare i bravi ed obbedienti, come hanno fatto in tutto l'anno, completamente ingenui di chi siano effettivamente gli esecutori del deposito dei regali. Per rafforzare l'effetto di sorpresa e magia, ma anche di timore, alcuni ragazzi più grandi nelle sere precedenti percorrono le vie e le zone abitate suonando un campanelli e richiamando quelli più piccoli in casa al loro impegno promesso, cioè andare a letto presto ed evitare così che la Santa li veda e li accechi, gettando cenere nei loro occhi. I bambini, assieme ai genitori, dimostrano la loro devozione ringraziando la Santa attraverso cibo e bevande vicino al luogo in cui la Santa dovrebbe depositare i suoi doni: solitamente vengono preparate delle arance, dei biscotti, caffè caldo, ma anche un mezzo bicchiere di vino rosso e del fieno, oppure polenta, sale, fieno e carote, per l'asino che trasporta i doni.

Al risveglio al mattino i bimbi trovano un piatto con le bucce d'arancia, i biscotti consumati o sostituiti da caramelle e monete di cioccolato. In qualche caso i doni che hanno richiesto attraverso la letterina vengono nascosti in giro per la casa, in altri casi i doni lasciati sono in proporzione al comportamento tenuto nell'ultimo periodo.

A Brescia, Bergamo e Mantova i bambini ricevono i regali di Natale il 13 dicembre anzichè il 25 dicembre. In alcune città della Sicilia, tra cui Palermo, il 13 dicembre si mangia riso al posto del pane e della pasta e si preparano arancini e una pietanza, la cuccia, a base di grano cotto. A Verona ci sono i mercatini di Santa Lucia, che solitamente dura più di una settimana in Piazza Bra. Anche qui la Santa percorre furtivamente le case dei bambini nella notte del 13 dicembre per portare doni. La Fiera di Santa Lucia più antica d'Europa è invece è Bologna: è un vero e proprio Mercatino di Natale che si spinge fino al 26 dicembre. A Savignano sul Rubicone e a Forlì, invece, la festa dà luogo a una fiera dedicata a torroni, croccanti, altri dolciumi e giocattoli: qui, infatti, la tradizione dei doni di Santa Lucia assume una veste diversa, che riguarda non tanto i bambini quanto le ragazze, a cui soprattutto, in questa occasione, si regala del torrone.

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Di Marco Tenuti (del 08/04/2016 @ 10:13:41, in MTB, linkato 1241 volte)

Più che ricordare l'ultima mia volta in gara - che è stata circa 6 mesi fa - ormai comincia ad essere sempre più evento anche l'ultima volta che sono andato in bici, vista l'attuale frequenza attestata su una volta la settimana.

Ora non vorrei sembrare sempre quello che continua a piangere, però la situazione è provvisoriamente questa: ogni occasione per pedalare è preziosa e va goduta appieno per quella che è, senza stare a guardare troppo quelli che pedalano almeno i loro 10.000 km annuali e che si fanno una quindicina di gare, o quelli che escono 4 volte la settimana da soli o in compagnia, come ai "bei tempi".

La prossima volta che mi capiterà di essere in bici, sarà alla 6 Ore della Valpolicella, new entry tra le gare nazionali, organizzata da Dario Bergamini e gestita tecnicamente anche dagli amici del team Benetti TTNK.

Quando ho prospettato la mia partecipazione, ho pensato tra me: quale miglior cosa di prendere parte a questa endurance in solitario e di stare in compagnia coi biker veronesi che ho conosciuto negli ultimi anni? Mi conoscono per la mia attitudine al chiacchericcio instancabile, più che per le capacità pedalatorie; pertanto mi presenterò proprio con queste intenzioni!

Rimane il fatto che le mie prestazioni - una volta le chiamavo velleità agonistiche - sono sempre più limitate per una questione proprio di ore, di esercizi e di chilometri pedalati, più che per la voglia: ho detto che forse era il caso di sfruttare l'evento proprio per pedalare quanto più possibile.

Una gara di 6 ore non si configura propriamente come una endurance da 24 ore; assomiglia molto più come sforzo fisico ad una marathon da 100 chilometri e 3000 metri di dislivello, quelle cioè a cui mi sono tanto abituato negli anni scorsi: è pur sempre una buonissima occasione per fare gamba in vista di qualche altra cosa un po' più impegnative, come magari la Lessinia Legend a fine giugno.

In più non dovrebbero manifestarsi eccessivamente gli inconvenienti di una scarsa preparazione atletica, leggi crampi, visto che ogni ventina di minuti o giù di lì c'è la possibilità di ripassare al ristoro del campo base.

Mi preparo insomma a questo lieto evento a colpi di rullo e tinteggiatura anche nei prossimi due weekend!

24H di Finale Ligure 2014
ultima partecipazione a gare endurance, la 24 Ore di Finale Ligure '14

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Di Marco Tenuti (del 06/05/2016 @ 15:29:59, in web, linkato 35468 volte)

Accedere ad un database MDB preparato con Access non è affar semplice da PHP. Se avete questa necessità, lo potete sempre fare usando il driver ODBC a 32 bit presente ancora nelle installazioni dei vari Windows Server 2008 R2, 2012 ed annessi, anche se a 64 bit.

Controllo versione PHP

Controllate anzitutto se la vostra versione di PHP può già avere accesso al driver ODBC, semplicemente verificandolo con phpinfo():

phpinfo();

Se lo trovate nella zona dei driver per i database (PDO), siete già a posto e dovreste avere una situazione del genere:

PDO_ODBC

Se non fosse così, aprire il file php.ini per la versione del linguaggio PHP che state usando nel sito. Nel caso dell'esempio indicato qui, è necessario che apriate:

C:\Program Files (x86)\Parallels\Plesk\Additional\PleskPHP53\php.ini

Editate il file e togliete il commento in prossimità delle estensioni seguenti:

extension=php_pdo.dll extension=php_pdo_mysql.dll

Non è sufficiente salvare il file. Dovete forzare il vostro web server a ripartire, in modo che ricarichi il contenuto della configurazione del PHP. Se avete sul vostro server Plesk, basta riavviare il solo servizio web col comodo pannello di controllo.

Rieseguite nuovamente phpinfo() per vedere che adesso siete nella situazione come le immagini allegate.

Ora potete cominciare ad usare PDO per accedere ai database Access. Eccovi un esempio di codice:



<?

  $dbName = $_SERVER["DOCUMENT_ROOT"] . "\\App_Data\\my_access_database.mdb";

if (!file_exists($dbName)) {
    die("File non trovato.");
}

try
{
  $db = new PDO("odbc:DRIVER={Microsoft Access Driver (*.mdb)}; DBQ=$dbName; Uid=; Pwd=;");
}
catch (PDOException $e)
{
  echo $e->getMessage();
}

$sql = "SELECT * FROM users";
$result = $db->query($sql);
while ($row = $result->fetch())
{
  $idUser = $row["IDUser"];
  $name = $row["Name"];
  $surname = $row["Surname"];
  echo '<p>' . $idUser . ' ' . $name . ' ' . $surname . '</p>' . $eol;
}

?>


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Di Marco Tenuti (del 06/06/2016 @ 13:00:19, in consumatore, linkato 671 volte)

Poco più di un anno fa Elon Musk presentava al mondo quello che lui e la sua società considerano l'anello mancante, tra l'energia "pulita" e il suo utilizzo, cioè l'accumulo, disponibile sia per le utenze domestiche, come PowerWall, e per le utenze commerciali, come PowerPack.

Senza stare ad entrare nel merito se i sistemi fotovoltaici siano davvero "puliti" nel processo di costruzione e smantellamento e se analogamente lo sia anche l'accumulo tramite batterie al litio, trascuriamo anche valutazioni generali di sfruttamento di risorse del pianeta.

Quello che mi aveva fatto una certa impressione era la proporzione tra la superficie degli Stati Uniti e la superficie di pannelli fotovoltaici necessaria per garantire l'indipendenza energetica con questa sola fonte.

Il quadratino blu rappresenta i pannelli, mentre il quadratino rosso, molto più piccolo, la superficie necessaria per disporre le batterie in grado di immagazzinare tutta l'energia accumulata dai pannelli di giorno, chiaramente per l'uso notturno e per le altre situazioni di mancata produzione della sorgente, data principalmente dagli eventi atmosferici.

Pannelli fotovoltaici sugli USA

E' chiaro che la presentazione di Musk è tarata per un pubblico di investitori statiunitensi. La densità abitativa degli Stati Uniti è talmente bassa che bilancia fin troppo la fame energivora della sua popolazione, tradizionalmente quella più affamata da quando la terra è ricoperta da reti di distribuzione elettriche.

Dovremmo piuttosto guardare al fabbisogno energetico per chilometro quadrato e scopriremmo che noi europei siamo decisamente messi peggio degli americani.

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Di Marco Tenuti (del 01/07/2016 @ 10:35:48, in Windows, linkato 1768 volte)

Un problema sempre più stringente è il rilascio di patch, installer o piccoli eseguibili sulle ultime versioni di Windows da parte di sviluppatori indipendenti o piccole software house. Quando si scaricano questi file dai siti di distribuzione e si stanno per eseguire sulla macchina Windows - generalmente Windows 7, 8.1 o Windows 10 - compare sempre più spesso l'impossibilità apparente di Windows di farlo partire in quando potenzialmente pericoloso.

Nella fattispecie è Windows SmartScreen a bloccato ed a segnalare la dubbiosità della provenienza con un'indicazione del tipo Autore sconosciuto. Tale indicazione avviene se si prova a lanciare l'eseguibile, appena è stato completato il suo scaricamento dal browser.

Autore sconosciuto in Smartscreen

L'utente ignaro non sa come comportarsi e difficilmente riesce ad intuire che è necessario cliccare sul testo Ulteriori informazioni, per ritrovarsi il dialogo di Smartscreen leggermente modificato e con la comparsa del bottone Esegui comunque.

L'indicazione del testo Autore sconosciuto lascia ulteriormente l'utente nel panico, che rimane pertanto molto diffidente nel cliccare il bottone con cui far partire il setup.

Ad aumentare un altro po' la diffidenza è la richiesta del Controllo Account Utente che segnala il fatto che l'eseguibile pretende di passare alla modalità di amministratore, cosa necessaria per poter collocare o sostituire file eseguibili dentro le installazioni dei programmi o del sistema operativo.

Anche nella richiesta di escalation, ricompare la dubbiosità sulla provenienza, cioè ricompare l'indicazione Autore sconosciuto:

Autore sconosciuto nell'escalation

Per gestire questa problematica e identificare quantomeno il suo autore, un'azione da intraprendere è quella di firmare digitalmente l'esegubile, iniettandoci dentro l'autore e firmando digitalmente l'intero eseguibile con un certificato, in modo che chiunque possa verificare in qualsiasi momento l'integrità del file e che il suo contenuto non sia stato compromesso: la modifica di un solo bit farebbe saltare la verifica dell'intero contenuto rispetto al certificato presente al suo interno.

Per firmare digitalmente un eseguibile, come ad esempio un installer prodotto da Inno Setup, è sufficiente creare un file batch (.BAT) il cui contenuto dovrebbe essere:

"c:\Program Files (x86)\Microsoft SDKs\Windows\v7.0A\Bin\signtool.exe" sign /f certificato_codesigning_installer.pfx /p laTuaPassword /t http://timestamp.verisign.com/scripts/timstamp.dll MySignedSetup.exe

dove

"c:\Program Files (x86)\Microsoft SDKs\Windows\v7.0A\Bin\signtool.exe" è il percorso completo dell'applicazione Microsoft per firmare digitalmente i file (parte del Microsoft SDK o di qualsiasi distribuzione di Microsoft Visual Studio)

certificato_codesigning_installer.pfx è il tuo certificato, che puoi aver generato tu o essere stato generato da un'autorità certificante (Certificate Authority, CA)

laTuaPassowrd è la password associata al tuo certificato e che ti è stata assegnata dalla CA quando ti è stato rilasciato il certificato

MySignedFile.exe è il tuo file di setup che vuoi certificare

Si consiglia di mettere tutti i file sopraddetti in una sola cartella - il file batch, il certificato ed il setup da firmare - e poi basta eseguire il barch. Signtool firmerà il file col certificato e ne controllerà la validità appoggiandosi al server ufficiale.

Puoi usare il server http://timestamp.verisign.com/scripts/timstamp.dll, anche se hai un certificato rilasciato da Comodo.

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