Di Marco Tenuti (del 24/01/2015 @ 15:22:25, in MTB, linkato 825 volte)
Ieri sera ho avuto il piacere di andare a Negrar per vedere il documentario di Paolo e Giorgio sulla loro esperienza della Trans Am Race 2014.
E' chiaro che vedere le immagini montate da loro è sicuramente ben poca cosa rispetto a quello che hanno fatto loro in 21 giorni, però si può capire una cosa e cioè che attraversare l'America del Nord in bici in autosufficienza è un'esperienza di immersione nella natura insuperabile.
Questo il trailer, in attesa magari di vederli anche in Just Italia qui a Grezzana.
Di Marco Tenuti (del 26/01/2015 @ 11:38:24, in MTB, linkato 1192 volte)
Ieri ho messo in piedi un'uscita randonnistica, visto che si è trattata della mia seconda più lunga pedalata di sempre, quantomeno espressa in termini chilometrici.
Il team Turnover, nelle attività istituzionali promosse da Romeo Scapin, proponeva il primo giro del Lago di Garda edizione 2015 - d'ora in poi fino all'inizio della stagione agonistica ne viene proposto mediamente uno al mese, verso la fine di ogni mese - e così avevo deciso da qualche giorno di prendervi parte. Solo che l'idea di andare fino a Lazise in macchina, visto che Lazise non è certo in capo al mondo, voleva dire prendere in mano la macchina e consumare benzina, così lo spirito "emission free" ha prevalso.
Sia chiaro che le emissioni non sono nulle, se si va in bici anziché in macchina. Diciamo che le emissioni sono "diverse" e quasi sicuramente in quantità minore, però qualcuno potrebbe fare qualche indagine un po' più approfondita e scoprire che le emissioni prodotte da una bici di alta gamma attraverso la circolazione di denaro non producono così pochi metri cubi di anidride carbonica. Certo è che una bici da 7 chili aumenta molto meno l'entropia e l'entalpia di un'autovettura di 1080 chili, ma lasciamo perdere queste pippe prettamente ingegneristiche.
La sveglia è alle 6.20, manco fosse un giorno lavorativo. Dopo un controllo pressioni delle ruote, un'oleata alla catena, il montaggio del faretto e della luce posteriore, la partenza da Grezzana è alle 6.50. La luce del faretto ci vuole tutta: è la prima volta che lo uso per vederci al mattino, per di più sulla bici da strada! Manca ancora parecchio all'alba e mi sento più che mai un randonneur. Parto subito velocemente, visto che in Valpantena spira un vento da nord a sud che mi spinge in città, senza far fatica, così infilo le solite strade che si fa nel giro Turnover, cioè Lungadige Attiraglio, diga del Chievo, Bussolengo e Flover. Sulla strada Bresciana mi gusto pure l'alba alle mie spalle: non è affatto freddo, ma la divisa nera cattura volentieri i primi raggi di sole e dopo neanche un'ora e 10 minuti sono al ritrovo della rotonda di Lazise, con una temperatura assolutamente gradevole.
Qua i compagni si stanno preparando. Qualcuno col fanale, qualcun altro con le fasce catarifrangenti. Alle 8.05 si parte e andiamo a raccattare un altro gruppetto che ci aspetta a Peschiera del Garda. Da lì in poi si viaggia velocemente, ma le raffiche di vento sono sempre più fastidiose e lo saranno fino a Riva del Garda.
Un piccolo contrattempo lo abbiamo prima di Puegnaga, col Romeo che fore al posteriore, però la riparazione è veloce e non si sta tanto fermi. Il tempo di partire e anticipiamo di qualche secondo un gruppone mantovano abbastanza disordinato e abbiamo da fare le nostre per stare composti per tutti i saliscendi fino a Salò e oltre.
Arriva poi lo sparo dal bivio per il Navazzo fino a poco prima della prima galleria, ma per fortuna ci aspettiamo, ci ricompattiamo e mandiamo giù un'altra barretta.
Il tratto delle gallerie che conducono è per me inedito. Si viaggia abbastanza regolari, ma le raffiche sono abbastanza fastidiose ed i saliscendi di Campione e Limone sul Garda tagliano le gambe a Miguel, ma molliamo un attimo la presa e lo aspettiamo. Poi avanti ancora fino a Riva del Garda e Torbole, con i primi che alzano nuovamente il ritmo, mentre dietro io e Romeo ci mettiamo al servizio di chi non ha i chilometri nelle gambe.
La pausa caffé la facciamo proprio a Torbole. Io ne approfitto per un bel cappuccino e brioche al cioccolato, solo che ci vorrebbe ben altro, visto che i chilometri pedalati sono già 130, ma non accuso difficoltà particolari ed in tasca c'è ancora qualche barretta. Siamo però fiduciosi nel vento. Dovremmo averlo a favore fino a Lazise e così si riparte sgasando abbastanza presto, col Gianluca a trainare come un musso, forte anche delle sue ruote a profilo da 80 millimetri.
Solo che dietro il ritmo non viene retto da tutti: ogni tanto la velocità è oltre i 45 km/h ed anch'io ad un certo punto decido di lasciar perdere se voglio arrivare a casa sano e salvo, visto che i chilometri sono ancora tanti per tornare a Grezzana. La temperatura continua a crescere e la divisa invernale comincia ad essere quasi troppo, ma piuttosto che troppo freddo, meglio troppo caldo. I miei compagni di scorribande continuano a battere il ferro ed allungano, mentre altri sono sfilacciati dietro di me.
La cosa però non mi dispiace: vengo superato a più riprese da vari gruppetti del team LGL Jollywear ed anche dal team femminile professionistico di RusVelo, così non faccio altro che accodarmi e cercare di resistere su tutti i pezzi che portano prima a Torri del Benaco, poi a Garda ed infine e Bardolino.
Si arriva così alla rotonda di Lazise, dove i primi sono già arrivati da qualche minuto e manca poco all'una. Così li saluto, mi augurano un "in bocca al lupo", tentandomi con un gentile passaggio fino a Verona, ma desisto e da bravo randonnista parto verso casa, ben consapevole che non sarà affar semplice.
Le salitelle per arrivare a Bussolengo sono tanto veloci in discesa nella direzione opposta, quanto dure verso Verona. Al distributore di Sacro Cuor mi gioco l'ultima barretta alla frutta secca, quella verde dell'Eurospin, ormai prossima a scadenza e dal gusto lievemente rancido, ma il giro di oggi è una buona maniera per eliminarle tutte!
L'ascesa dalla bassa sotto Pastrengo non è niente di che, ma le gambe sono ormai sfatte e manca solo che scenda dalla bici per svoltare a sinistra all'incrocio dopo Pastrengo, ma ce la faccio ai 13 km/h.
Così se ne va tutto l'abitato di Bussolengo, scrutando se c'è ancora qualche bar aperto, ma insisto e non mi fermo. Me ne torno sulla ciclabile verso Chievo e scatta il momento dell'ultima barretta agli agrumi, la più buona, che mi sono tenuto per ultima. Succede infine che il mio ciclocomputer, il Polar CS400, comincia a dare i numeri e questa è la terza volta che succede. Quando si superano i 180 km esso va in tilt, dimostrato ampiamente più volte. Lo potete buttare nel cesso. O quello che dovete fare è chiudere il giro prima dei 180 km e cominciarne uno nuovo. Adesso lo so per la prossima volta.
Conquisto così Verona con velocità medie sempre tra i 26 ed i 29 km/h e comincio l'ascesa verso Grezzana abbastanza allegramente. Mi concedo però un'altra piccola sosta tra Poiano e Quinto, dove mi mangio un'arancia bionda al chiosco di Salvatore: gustoso succo e zuccheri con cui la ciclabile di Marzana se ne va senza colpo ferire.
Arrivo al portone di casa con 216 chilometri, più di un migliaio di metri di dislivello e comunque una media totale dei 30 km/h. Direi che per essere la fine di gennaio può andare bene, anzi benissimo.
Di Marco Tenuti (del 07/02/2015 @ 17:30:18, in Verona, linkato 913 volte)
Il genere umano è davvero strano da comprendere in certe situazioni. Se parliamo poi degli italiani, più che mai. Così com'è altrettanto strano che qualcuno - come me - si ponga questi dubbi. Davvero strano il mondo.
Mi viene da pensare che sia la stessa sindrome che colpisce gli italiani quando vanno in autostrada, ossia che la corsia più a destra, quando le corsie per ogni senso di marcia sono tre o più, sia una cosa assolutamente da evitare.
Andare nella corsia di destra è cosa infamante, ingiuriosa. E' cosa di cui vergognarsi, neanche fossimo considerati dei paracarri, visto che verremmo superati da quelli nella corsia centrale e nella corsia di sinistra a velocità superiori e a momenti anche dagli autocarri e i TIR.
Non voglio però fare la solita ramanzina: a questo ci pensa già la segnaletica luminosa fatta in autostrada, cioè di "occupare la corsia più a destra".
Siamo all'intersezione tra via Fincato e via Montorio regolamentata da un semaforo; siamo in zona Borgo Venezia nella città di Verona. All'incrocio dei Barana succede una cosa simile. Come potete vedere dalla foto tratta da Street View, ci sono tre corsie: la corsia più a destra è quella con cui si svolta in via Montorio. Le altre due corsie servono per incolonnarsi e poi procedere a sinistra verso la Valpantena, mantenendosi su via Colonnello Fincato.
In questa zona i condominii ai lati della strada sono relativamente lontani e c'è abbastanza spazio per due corsie, così gli automobilisti veronesi possono incolonnarsi su due corsie e poi riallinearsi in un'unica corsia in direzione Poiano. In passato non c'erano le tre corsie verso nord, ma solo due corsie, una per andare dritti ed una per girare verso Montorio.
Se il semaforo è verde, il flusso delle macchine non arriva a disporsi su due corsie, ma rimane tendenzialmente a sinistra, perché si cerca di tagliare un po' la curva, seguendo sempre e comunque la segnaletica orizzontale. Se il semaforo è rosso, i veicoli dovrebbero disporsi su entrambe le corsie, in modo tale da accorciare il più possibile la coda e non causare intralcio alla circolazione che ci si lascia alle spalle.
Succede che sono sempre in pochi quelli che si mettono nella corsia centrale, quasi nessuno. Tutti sempre nella corsia più a sinistra. Neanche ci fosse la stessa vergogna tipica delle autostrade.
Pertanto succede che i più si mettono sulla sinistra, mentre sulla destra si mettono in pochi, di tanto in tanto i più "scaltri", compreso me medesimo, cosicché alla scattare del verde chi sta a destra riesce spesso a superare un bel po' di macchine e a guadagnare un po' di posizioni nella gara del traffico di "ogni giorno".
Sia chiaro che in città il codice della strada prevede la possibilità che sia possa superare a destra, non come in autostrada o sulle strade extraurbane a due o più corsie, dove non è mai consentito il sorpasso a destra, a meno che non si tratti di "superamento" a destra, cosa che ad esempio succede quando si è tutti fermi in colonna.
Vorrei tanto capire cos'è che spinge i veronesi di Borgo Venezia - e non solo - a non disporsi uniformemente su entrambe le corsie, ma i più a sinistra.
La stessa sindrome autostradala? O invece pigrizia piuttosto che comprovata incapacità?
A tutti i genitori dei bambini che frequentano la Scuola Primaria di Alcenago è esteso l'invito per venerdì 20 e venerdì 27 febbraio dalle ore 14.00 alle ore 15.30.
Si svolgerà presso la scuola della frazione di Alcenago il Progetto Hellas articolato in un incontro pratico (di giochi in palestra) ed uno riflessione sulla tematica dello sport.
Chi vuole, venerdì 27 febbraio, potrà portarsi quello che desidera per farselo autografare!
Sarebbe bello anche organizzare una merenda: che ne dite?
Per ogni ulteriore informazione contatta pure i genitori ed i loro rappresentanti per la scuola di Alcenago!
Di Marco Tenuti (del 13/03/2015 @ 20:51:18, in Verona, linkato 696 volte)
Domenica, nell'ambito del Progetto Scuola organizzato nell'attività postscolastica della scuola di Alcenago, andrò allo stadio coi figli per vedere nientepopòdimeno che Hellas-Napoli, in ricordo di altri tempi, quando le squadrette di provincia riuscivano ancora a vincere i campionati...
Non so quanto sarà educativa l'uscita, visto che andrò con mia figlia di 7 anni ed anche l'altro mio figlio seminarista. La didattica è comunque assicurata, visto che la squadra avversaria è il Napoli e storicamente la tifoseria veronese, ma anche quella partenopea, si è sempre sbizzarrita in tutte queste occasioni.
Per saperne qualcosa di più, vi invito a guardare anche qui, sul sito ufficiale dell'Hellas Verona, dove l'ufficio stampa riporta degli incontri avvenuti presso la scuola di Alcenago.
Di Marco Tenuti (del 16/03/2015 @ 16:27:40, in MTB, linkato 794 volte)
Domenica torna con il botto una delle granfondo di mountain bike più frequentate d'Italia, la Granfondo Tre Valli.
Negli ultimi anni è stata una delle più gettonate perché fa parte dei più importanti circuiti nazionali, ma al contempo è una delle prime della stagione, quando la gente è carica di adrenalina e voglia di spaccare con l'anno nuovo.
Vi lascio volentieri al promo realizzato dall'abile obiettivo di Filmotion.
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