Le società che vendono beni immateriali o servizi scappano tutte in Lussemburgo. Chissà perché.
Il Lussemburgo non solo è nella comunità europea, ma è anche nell'area Euro, quindi non c'è nemmeno il rischio del cambio di valuta e delle escursioni dei mercati valutari.
Qua è ora di una rigorosa etica fiscale anche tra le società, non solo un'etica ecologista o una tutela dei posti di lavoro.
Ed intanto tutti vengono a razziare i soldi nelle nazioni più grandi e con i maggiori welfare in termini di costi, come Italia e Francia, e poi se ne vanno a pagare poche tasse in uno staterello che ancora è mezzo paradiso fiscale? Ho detto bene o ho detto una castroneria?
Di Marco Tenuti (del 03/04/2013 @ 12:28:20, in web, linkato 10534 volte)
In questo post mi limiterò a tradurre in italiano un articolo in inglese trovato su Dotnet Expert Guide, che potete trovare a questo indirizzo, opera di Nandip Makwana.
L'estensione IIS URL Rewrite mette un amministratore di siti nelle condizioni di scrivere delle regole potenti per trasformare URL più o meno complessi in indirizzi web semplificati e consistenti. E' in grado anche di dare supporto alla necessità di gestire URL compatibili per la ricerca.
Esaminiamo pertanto come possiamo usare le estensioni IIS URL Rewrite per redirigere la richiesta al dominio domain.com all'indirizzo più appropriato www.domain.com.
Come già sappiamo tutti un sito lo si può raggiungere sia col www che senza, se ovviamente i DNS sono stati impostati correttamente. Per esempio navigando tencas.com e www.tencas.com si finisce con l'aprire sempre il medesimo sito. Questo significa che ci sono due indirizzi web differenti disponibili per un sito web e pertanto il ranking SEO del sito viene distribuito su entrambi gli indirizzi. Per superare questo problema della distribuzione del ranking SEO del dominio, si ha la necessità di forzare tutto il traffico per redirigere sia domain.com che www.domain.com. Il tool di Google Web master consentono proprio all'amministratore di impostare quale sia il dominio prescelto per indicizzare gli URL del sito web.
Si arriva pertanto alla conclusione che solo redirigendo tutto il traffico web ad un solo dominio primario (o dominio canonico) si può migliorare il ranking SEO. Vediamo pertanto i passi di come fare con IIS.
In questo esempio utilizzeremo IIS 7.5.
Potrebbe essere che nel vostro server dedicato o virtuale l'estensione URL Rewrite 2.0 non sia stata installata. In tal caso potete procurarvela direttamente dalla Microsoft da qui.
Anzitutto aprite IIS Manager sul vostro server e, dopo aver selezionato il sito di interesse, cliccate sull'icona URL Rewrite.
Nel pannello Actions, collocato a destra rispetto alla vista ad icone, cliccate la voce Add Rule(s)... e poi andate alla ricerca della voce Canonical domain name:
Al clic su OK si aprirà un dialogo modale in cui specificare il dominio primario per il sito su cui effettuare la redirezione. Scegli l'opzione appropriata, ossia www.miodominio.it come destinazione:
Alla conferma su OK avete già completato tutto. Ora tutto il traffico web verrà rediretto sul dominio primario che è stato specificato. E' possibile vedere la regola appena aggiunta nella lista, solo che usare semplicemente il generatore della regola non è sufficiente. Dovremmo insomma entrare nei settaggi specifici della regola predisposta dal template per esaminare le impostazioni, dopo averla selezionata ed aver cliccato Edit Rules... nel pannello delle Actions a destra:
Tra le varie impostazioni scorrete fino in fondo dove troverete la sezione Action. Qui dentro è necessario cambiare il tipo di azione (Action Type). Il valore predefinito è Redirect.
Sotto il tipo Redirect comparirà un altro menu a scelta, dove controlleremo che sia indicato Permanent (301).
Impostando il tipo di redirezione al valore Permanent (301) il server risponderà con un codice di stato HTTP 301 e così partirà la redirezione verso il dominio primario. Solo in questo modo i motori di ricerca potranno indicizzare opportunamente tutti gli URL del sito.
Di Marco Tenuti (del 12/04/2013 @ 08:09:20, in MTB, linkato 789 volte)
Come già alcuni di voi sanno, il Piccolo Stelvio, patrimonio della collina veronese, è diventato da un po' di mesi un sito internet, dove in tanti hanno già fatto visita, mentre i più assidui pedalatori lo hanno già proclamato come più naturale e rustico antagonista di Strava, sia per il numero di volte pedalate che per i record realizzati sulla salita.
L'ideatore del sito, Massimo Borghetto, ha invitato tutti noi, ciclisti della Valpantena, ha spargere il più possibile la voce per invitare tutti ad una festina ai piedi della salita di Santa Maria in Stelle in programma nei prossimi giorni. Pertanto vi lascio all'annuncio:
Sabato 13 alle 14.00 ci troviamo davanti al piazzale di Santa Maria in Stelle: colomba e bollicine e poi gruppone su per il nostro PICCOLO STELVIO. Ricordate di dirlo ai tanti amici che vanno in MTB come voi.
Di Marco Tenuti (del 12/04/2013 @ 22:30:16, in MTB, linkato 991 volte)
Dopo essere andato la settimana scorsa ed aver tirato un 16'36" e mercoledì scorso in solitario in 17'09", questa sera il Paolo mi ha tirato per i pochi capelli che mi rimangono ancora una volta ai lavatoi di Olivè per tentare di abbassare qualche manciata di secondi sulla salita verso il Pian di Castagné.
Il ritmo tenuto lungo la salita l'ho fatto completamente io, secondo le mie possibilità, anche se il mio mentore ha contestato l'approccio, a suo modo di vedere sbagliato, perché troppo alto nella prima fase e poi calante verso la fine.
Lo snocciolamento delle proiezioni hanno visto prima un 15', poi un ritocco a 15'25"-15'30" per poi chiudere a 15'56", segno che l'ultimo chilometro finale mi ha visto cedere il passo, invece di alzarmi su pedali per fissare una grande prestazione.
Paolo nella parte finale si è messo davanti a mo' di carota ed io dietro a fare il musso, ma non c'è stato molto da fare: quando l'aria manca: puoi pure iniettare in camera di combustione tutto il combustibile che vuoi, ma non c'è verso di bruciarlo se non c'è aria.
Ho comunque fissato il cronometro poco sotto i 16' e diventa questa la mia migliore prestazione di sempre, visto che prima era a 16'06". C'è da essere contenti, visto che sono andato sotto il muro dei 16'. La prossima volta cercheremo di fare un po' meglio, magari approcciando l'ascesa secondo le prescrizioni del trainer. Rimane però una salita ostica per il sottoscritto, perché sul più bello è necessario cambiare completamente passo, buttando giù un paio di denti, ma c'è sempre da fare i conti con l'aria respirata, sempre troppo poca...
Di Marco Tenuti (del 15/04/2013 @ 15:27:19, in MTB, linkato 3002 volte)
Grosse novità in casa SRAM con l'aggiornamento completo della linea dei gruppi su strada.
La novità più grossa è rappresentata da quanto di nuovo introdotto per il gruppo top di gamma, ossia il RED.
Esso acquisisce una nuova denominazione, SRAM RED 22, dove 22 sta per il numero di velocità disponibili, cioè le due corone della guarnitura per gli 11 rapporti del pacco pignoni.
Nel pacco pignoni la novità è rappresentata dal pignone da 16 denti, che dà la continuità dal più piccolo, l'11, fino al 17, pertanto si hanno ben sette pignoni che variano tra di loro di un solo dente. I pacchi pignoni disponibili sono l'11-25 e l'11-28. E' possibile avere anche la variante WiFli, 11-32.
Altra novità è rappresentata dall'impianto idraulico per i freni: tale impianto può comandare indifferentemente una configurazione a pistoncini idraulici, tanto quanto un impianto per mountain bike, quanto un sistema frenante tradizionale, basato appunto su pinze, com'è tradizione per la bici da corsa.
Prende pertanto una strada differente SRAM, rispetto agli altri competitori, ossia Shimano e Campagnolo, che hanno da tempo intrapreso la variante elettronica per i loro gruppi per bici da strdana.
Nella configurazione più leggera, che rimane ancora il gruppo tradizionale meccanico, si è arrivato al peso record di 1747 grammi. Il nuovo SRAM RED 22 si può avere pertanto in tre diverse configurazioni: meccanico, idraulico con pinze tradizionali, idraulico con freni a disco.
Infine la parte idraulica delle leve è disponibile anche a 10 velocità, per chi volesse aggiornare la sola parte frenante su un gruppo SRAM già a 10 velocità.
Anche il gruppo SRAM Force è stato aggiornato arrivando ad un interessante peso "finale" di 2150 grammi.
Ancora una volta la pubblica amministrazione segna il passo e perde colpi. Ora non vorrei sembrare quello che si schiera a favore di una tecnologia o simpatizza per un brand piuttosto che un altro, ma ritrovarsi la home page di un sito istituzionale importante come quello del Commissariato della Polizia di Stato che utilizza una tecnologia di fatto non universale mi pare un po' una cavolata.
Il sito in questione carica al centro della sua pagina un bell'applet Java, tecnologia che è installabile su quasi tutti i browser, ma non è certo più uno standard di fatto. Stessa cosa dicasi per quelli che usano Silverlight nella home page o chi ha ancora animazioni in Flash, ma forse quest'ultima tecnologia è l'ultima a cedere a fronte delle picconate date da Apple negli ultimi anni, soprattutto da quando Steve Jobs era ancora in vita.
Se il presente del web è JavaScript, il futuro del web è senza dubbio HTML5.
Per carità: in alto a destra c'è anche il link Solo testo, però neanche quello mi pare funzioni tanto bene, se non si è installato Java, cosa che si verifica sia sul mio Safari 6.0.3 (OS X 10.7.5), Google Chrome 26.0.1410.64 (Windows 8 64 bit) e su Safari per iPhone e iPad (iOS 6.1.3).
E' ora che anche la Polizia di Stato si ammoderni e passi a qualcos'altro.
Di Marco Tenuti (del 19/04/2013 @ 09:24:13, in rally, linkato 875 volte)
La Peugeot, dopo le due vittorie consecutive nel 1988 e nel 1989 con Ari Vatanen, torna alla "corsa nelle nuvole" con la 208 T16 Pikes Peak e si affida al pluricampione del mondo Sébastien Loeb.
E lo fa in grande stile, com'è d'obbligo per la gara americana, la Pikes Peak, prendendo parte nella categoria "Unlimited", dove gli ingegneri ed i progettisti hanno grande libertà regolamentare.
Per questa partecipazione, decisa solo a novembre e con un prototipo più o meno pronto solo a febbraio, il team corse della Peugeot ha usato carbonio ovunque per la scocca e per tanti componenti, mentre per il motore la potenza massima dovrebbe aggirarsi sui 600 cavalli.
Una novità, deludente, dell'edizione 2013, è che il percorso di 19,9 chilometri è stato completamente asfaltato, per cui la gara perderà di quel suo fascino che l'ha caratterizzata, ossia le nuvole di polvere alzate in cima alla montagna con le macchine uscire sempre di traverso dagli innumerevoli tornanti.
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