Di Marco Tenuti (del 15/04/2013 @ 15:27:19, in MTB, linkato 3002 volte)
Grosse novità in casa SRAM con l'aggiornamento completo della linea dei gruppi su strada.
La novità più grossa è rappresentata da quanto di nuovo introdotto per il gruppo top di gamma, ossia il RED.
Esso acquisisce una nuova denominazione, SRAM RED 22, dove 22 sta per il numero di velocità disponibili, cioè le due corone della guarnitura per gli 11 rapporti del pacco pignoni.
Nel pacco pignoni la novità è rappresentata dal pignone da 16 denti, che dà la continuità dal più piccolo, l'11, fino al 17, pertanto si hanno ben sette pignoni che variano tra di loro di un solo dente. I pacchi pignoni disponibili sono l'11-25 e l'11-28. E' possibile avere anche la variante WiFli, 11-32.
Altra novità è rappresentata dall'impianto idraulico per i freni: tale impianto può comandare indifferentemente una configurazione a pistoncini idraulici, tanto quanto un impianto per mountain bike, quanto un sistema frenante tradizionale, basato appunto su pinze, com'è tradizione per la bici da corsa.
Prende pertanto una strada differente SRAM, rispetto agli altri competitori, ossia Shimano e Campagnolo, che hanno da tempo intrapreso la variante elettronica per i loro gruppi per bici da strdana.
Nella configurazione più leggera, che rimane ancora il gruppo tradizionale meccanico, si è arrivato al peso record di 1747 grammi. Il nuovo SRAM RED 22 si può avere pertanto in tre diverse configurazioni: meccanico, idraulico con pinze tradizionali, idraulico con freni a disco.
Infine la parte idraulica delle leve è disponibile anche a 10 velocità, per chi volesse aggiornare la sola parte frenante su un gruppo SRAM già a 10 velocità.
Anche il gruppo SRAM Force è stato aggiornato arrivando ad un interessante peso "finale" di 2150 grammi.
Di Marco Tenuti (del 22/04/2013 @ 11:17:38, in MTB, linkato 1003 volte)
Arrivano dal sito ufficiale del Piccolo Stelvio le prime immagini ed un video del raduno che si è tenuto sabato 13 aprile, dove anche il sottoscritto si è presentato in compagnia di Tommasino e tanto di bici Atala.
Peccato che il video sia in modalità verticale, ma lo pubblico lo stesso per dimostrare il clima di festa e di allegria nel cominciare la celeberrima salita, una volta tanto senza emboli agonistici...
Di Marco Tenuti (del 28/04/2013 @ 23:40:02, in MTB, linkato 1164 volte)
Mentre tutta la "Verona Biker" oggi era in quel di San Giovanni Ilarione a correre l'undicesima edizione della Granfondo del Durello, per me mattinata d'ordinanza con la famiglia alla santa messa domenicale ad Alcenago.
Il nullaosta per uscire in bici scatta però nel pomeriggio, così, dopo aver dedicato parte del sabato a pulire entrambe le mountain bike, oggi non era il caso di scomodarle e di continuare a sporcarsi con la BDC.
Dopo essermi accordato con Enrico per la risalita verso Alcenago, prende forma nella mia testa il giro di oggi. In totale libertà arriviamo ad Alcenago dai miei giusto per un caffè e poi di nuovo in sella.
Dalla Chiesa di Alcenago a Fiamene prendo per la prima volta il tempo, andando su con un ritmo relativamente blando, ma il tempo fissato dal cronometro è sufficiente a far riaffiorare ricordi lontani almeno una decina di anni, se non quasi due decine di anni. Ricordo vagamente che il cronometro si fermava dopo 21-22 minuti, mentre oggi sono passati "solo" 19'20", per il confronto è assolutamente impari: oggi sono in sella ad una superleggera e con una buona gamba, mentre ormai vent'anni fa ero in sella al Chesinone, cancello rigido di quasi 16 chili e la mia gamba non era certo forte come ora.
Continua pertanto l'ascesa verso il GPM di Fiamene, giù all'incrocio sopra l'abitato di Fane e poi passo agile in direzione Crosa di Schioppo, Corrubbio e Verdevalle. Anche il lungo tratto che porta dal Pontarol a Sant'Anna d'Alfaedo se ne va sempre al ritmo medioalto, ma è già ora di scendere a Fiamene che quasi non sento la catena.
Il tempo di mandare un SMS, di leggere quello dei reduci di guerra della Valdalpone e poi alzo la cornetta per sentire cosa dice la truppa della Valpantena, mentre scorre il cartello di Martellengo e punto diritto verso contrada Tommasi, con in lontananza un biker in MTB, che riprendo dopo un paio di minuti fermo a chiaccherare con un abitante della zona.
In barba alle due ordinanze, la prima che impedisce a tutti i veicoli di salire per la strada provinciale SP12 fino al 30 aprile, la seconda che impedisce - ancora chissà per quanto - ai velocipedi di percorrere tutto il tratto intermedio fino alla fine del bosco, tengo il 34/23 e supero i macigni posizionati in mezzo alla strada.
Tutto il tratto cementato è decisamente sporco, a causa dell'assenza di traffico, ma con un minimo di attenzione se ne vanno i due tornanti ed è la volta della parte relativamente più ripida, dove mi fermo a fotografare i primi cumuli di neve ancora in via di scioglimento.
Solo che salendo la neve è sempre più consistente e tutta la striscia stradale è quantomeno bagnata se non addirittura ricoperta completamente di neve. Finito il bosco mi ritrovo prima a guadare almeno cinque centimetri di acqua corrente e quasi in cima mi tocca pure pestare a piedi sulla neve, per riuscire a superare le difficoltà via via crescenti.
In cima al Col di Pealda Bassa devo percorrere quasi una decina di metri a mo' di ciclocross belga nella neve per conquistare la discesa trentina. Chiedo ad una coppia di anziani veronesi che stavano facendo manovra della possibilità di scendere per la direttissima verso Sega di Ala e mi assicurano che non c'è alcun problema, tanto che mi precedono di qualche centinaio di metri.
Caduta libera nella frazione trentina e subito mi viene in mente la Lessinia Bike, così vado a girarmi al Villaggio San Michele. La conca erbosa che ospita la gara di Ala è tutta fiorita e più che mai verde e rigogliosa, con la neve che si vede ancora qua e là a lato della strada.
Mi giro e torno sui miei passi pronto a risalire verso Passo Fittanze, solo che un nuvolone minaccioso comincia a rilasciare qualche goccia pesante e già temo per il mio rientro in terra veronese, tanto che taglio il traguardo della tappa finale del Giro del Trentino 2013 ad una velocità doppia a quella di Nibali, tanto che la pioggia rimane basita e smette subito.
La temperatura e l'aria non sono delle più ideali per arrivare a Passo Fittanze: in quota il Polar dice +12°C. Vorrei pure chiamare la mamma per dirle "Ciao quanto mi diverto", ma il cellulare non piglia, così indosso i manicotti coi colori del team e sopra pure l'antivento Sudtirol, pronto a spararmi la discesa verso Erbezzo. La strada è già segnata: per un attimo penso al fatto di ritornare ad ovest verso Sant'Anna d'Alfaedo, ma voglio godermi lo shock finale da Stallavena ad Alcenago.
Nella cittadina lessina non è che la temperatura sia tanto più alta, 13°C, mentre a Cappella Fasani siamo a 15°C, ma la discesa è senza dubbio una delle più belle dell'intero arco veronese ed al Corso di Grezzana sfilo già l'antivento perché a Lugo la temperatura è già di 22°C.
Da Bellori fino a Stallavena si comincia a menare di buona lena, ma le gambe cominciano ad essere un po' vuote, rispetto ai tempi migliori, ma bisogna un po' accontentarsi, perché l'età avanza e la preparazione è quella che è, nonostante qualche interessante performance degli ultimi tempi. La performance che conta più di tutte è quella della resistenza sulla distanza, tanto che a Stallavena saluto con la mano il Ledri, che indossa la sua inseparabile maglia mezza stagione Trek dello scorso millennio e giro a destra per tornare ad Alcenago.
Questa ascesa finale devo cominciare a farmela piacere, perché tra qualche anno sarà il leitmotiv di tanti giri, più o meno come il Papataso a chiudere su via Pontesello a fine giro. Penso che in futuro mi inventerò sempre più giri che cercheranno di chiudere passando per Fiamene, ma tanti altri giri mi vedranno "soccombere" proveniendo dalla Valpantena, ma il motto recita "Eto voluo la bicicletta? Adesso pedala".
La cosa bella è che concludo con un piccolo vassoio di torte e tè caldo, in questa strana domenica di fine aprile. I chilometri finali sono 66, per un totale di 1655 metri di dislivello, ma aver pestato in solitario la neve in BDC sul Col di Pealda Bassa mi ha fatto sentire un po' il prof alla conquista di uno Stelvio o di un Gavia con le frange di tifosi e di neve fresata ai lati della strada.
La prossima volta si punta in compagnia al tortino, ricordando che la baita è aperta il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 18.00...
Di Marco Tenuti (del 01/05/2013 @ 01:00:13, in MTB, linkato 717 volte)
Non si può certo dire che dall'edizione 2013 della Granfondo del Durello sia venuta fuori indenne la "Maria de Note", cioè il cavallo in lega leggera in uso dello "Zio Paolo" dalla primavera dell'anno scorso.
Io, personalmente, ho avuto la fortuna di scampare questa Caporetto per gli animi, le forze ed i mezzi, anche se ho un vago ricordo dell'edizione 2010, più o meno altrettanto epica in termine di paltan e palteca, quando era in ballo il secondo turno del Circuito MTB Fizik Veneto.
Chiaro che dopo un'ecatombe del genere, la bici merita tutte le amorevoli cure del caso, vuoi perché il fango è entrato ostinatamente in qualsiasi fessura e piega del telaio e della meccanica, vuoi perché in parecchi punti del percorso si aggiungeva anche l'erba tagliata sommariamente ed in alcuni proprio non tagliata a contribuire a intricarsi pesantemente nella catena, i deragliatori ed i raggi delle ruote. Siamo però tutti certi che Paolo non fa mancare nulla a tutti i suoi mezzi, lavando, sgrassando, pulendo e oleando tutto sempre abbondantemente.
Chi c'è stato, conferma ampiamente tutto questo. Complimenti a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di portare a termine questa impresa e anche un augurio di pronta guarigione a Roberto Zimelli, che ha trovato la sfortuna lungo la strada, rimediando un pesante taglio sotto il ginocchio con otto punti di sutura!
Di Marco Tenuti (del 01/05/2013 @ 09:19:48, in MTB, linkato 730 volte)
Nonostante il promo risalga ancora allo scorso settembre, vederlo integralmente fa sempre venire i brividi. Il Giro d'Italia non ha nulla da invidiare alla gara a tappe per antonomasia, il Tour de France.
I paesaggi e gli scenari della gara rosa sono inavvicinabili, perché intrisi di una bellezza della natura mescolata alla tradizione e all'arte delle nostre città e villaggi che sono attraversati dalla carovana.
Sentirlo poi decantato in lingua inglese con tanta enfasi e con un giubileo musicale in sottofondo, ancora di più. Viva il Giro d'Italia.
Di Marco Tenuti (del 01/05/2013 @ 22:31:20, in MTB, linkato 2003 volte)
Il fenomeno delle aste al ribasso o delle aste pseudocasuali su internet viene spacciato come qualcosa di miracoloso, dove tutti scommettono su qualche oggetto appetibile e se lo aggiudicano ad una cifra che è una bazzeccola.
Tutti gli oggetti messi all'asta sono tutto quello che è di tecnologico o ipertecnologico e che è ovviamente di tendenza: il mega LCD da ennemila pollici, l'iPad con la massima memoria ed LTE, gli immancabili iPhone 5 ed il Galaxy S4, il MacBook Air che non può mancare sulla scrivania di tutte le famiglie.
Poi si va a vedere che queste aste si aggiudicano a pochi Euro: vi pigliate un iPhone 5, che di suo costa almeno 600 € per una trentina di Euro: insomma ve lo regalano.
Ed a leggere degli articoli di fantomatiche riviste che recensiscono questi metodi miracolosi viene pure da crederci al primo sguardo. In questo mio post voglio semplicemente mettere l'attenzione proprio su uno di questi articoli, non sulle aste al ribasso o metodi similari.
Mi limiterò a listare per punti tutti quei segnali per cui l'articolo è palesemente in conflitto di interessi rispetto all'argomento: è evidente che chi lo ha scritto, è semplicemente una delle persone dello staff dello stesso sito di "shopping miracoloso" e punta semplicemente a promuovere il proprio business. Nessun spirito critico.
le recensioni a favore del metodo sembrerebbero essere le celeberrime riviste The Sunday Times, la BBC, The Observer, il Daily Record, cioè le principali testate giornalistiche inglesi, ma nulla è detto proprio di queste recensioni, cioè se queste testate si sono espresse in maniera entusiastica o critica nei confronti di questo "modo di fare shopping"
l'articolo è tradotto in italiano, ma è improbabile credere che Claire sia una giovane italiana che ha cambiato il suo modo di fare shopping: se mi mettevano Francesca, forse era meglio...
se cercate su Google Images la foto di Claire, scoprite che la foto della donna è semplicemente una modella che viene usata anche per il Groupon brasiliano, la trovate dentro alcuni negozi Ebay e chissà su quanti altri siti commerciali in rete
non viene mai scritto quanti soldi mediamente devono essere cacciati nel sistema per aggiudicarsi qualcosa: qualsiasi altro gioco a scommesse regolamentato dallo stato deve stabilire quant'è il montepremi che è stato allocato rispetto all'importo totale giocato da tutti i scommettitori, per cui mi verrebbe da dire che siamo fuori legge in Italia
a destra sono mostrati alcuni video con tanto di sovraimpressione del logo Youtube; in realtà sono delle immagini statiche, senza alcuna possibilità di andare a vedere alcun video
la nostra amica Claire gioca qualche Euro - in realtà non è specificato nell'articolo quanto caccia come crediti nel sistema, se legge solo che se ne cacciate un pochi, ve ne danno altrettanti gratis - ma si aggiudica un LED Samsung da 50 pollici a 72,30 € contro i 950 € del suo valore commerciale e di lì a poco si è ritrovata a vincere anche un MacBook Pro a 175 € invece di 1899 €
tutti i commenti in calce all'articolo sono stati inseriti da fantomatici visitatori del sito con nomi "italiani", come Maria, Pietro, Katia, Karen, Laura, tutti in una finestra temporale molto stretta, tutti commenti a dir poco entusiastici. Peccato che non si possano più postare commenti, come è indicato a piè di pagina con una bella dicitura "Commenti chiusi a causa di spam". Anche una piccola chicca: guardate l'icona di Nadia, che a me pare tanto un uomo, ma soprassediamo: ognuno è "libero" di mettersi l'avatar che preferisce!
Ora una qualsiasi persona sana di mente può pensare queste tre cose: la merce è rubata e bisogna piazzarla sul mercato, ma tendiamo ad escluderlo, visto che vengono consegnati sempre prodotti nuovi e coperti da regolare garanzia. La società che gestisce questo business lavora in perdita, visto che vende al 5-10% del prezzo di listino dei prodotti. La società che produce i beni oggetto delle aste "regala" questi beni alla società di gestione delle scommesse... credeci che Apple regala iPhone e iPad a pioggia!
Tutte queste ipotesi sono a dir poco inverosimili. Mi verrebbe da dire che sono molto fantasiose. Anzi direi che sono una truffa, se non fosse che bisogna capire bene il meccanismo di questi metodi, cosa che non è spiegata da alcune parte, ma che si può intuire abbastanza. Nel nostro caso, Megabargains sta pubblicizzando MadBid, il quale non è altro che un sito di aste al rialzo di centesimo in centesimo e pertanto si continua ad andare avanti ad oltranza, finché qualcosa di positivo succede...
La questione è molto semplice: queste società incassano i soldi dagli ignari giocatori che comprano i crediti, ma i beni vengono assegnati al vincitore di ogni asta solo quando c'è la certezza matematica che la società ha realizzato congrui guadagni. Pertanto nel caso delle aste al ribasso (aste con offerta unica) basta controllare via software puntate addizionali, in modo da far saltare le puntate dei reali scommettitori che avrebbero il diritto di vincere, introducendone delle altre e facendo così slittare i tempi di chiusura.
Nel caso invece delle scommesse a tempo, basterà invece fare in modo che un altro algoritmo del software inietti sempre delle puntate fasulle, solo allo scopo di far ripartire il timer alla rovescia.
Manca insomma questa trasparenza: se un iPhone 5 viene aggiudicato allo scommettitore a 31,46 € ed il rialzo è di 1 centesimo per ogni offerta e ad ogni offerta corrisponde un credito - pensiamo per un attimo che un credito sia un Euro, ma, considerando i crediti regalati, possiamo dimezzare il valore di un credito - vuol dire che la società ha incassato 31,46 / 0,01 = 3146 offerte, cioè 3146 x 0,50 €, quindi 1573 €, più quelli pagati dallo stesso vincitore, che è tenuto a versare la cifra di 31,46 €, quindi siamo a 1604,46 €. La società avrà sborsato 600 € dell'iPhone ed avrà avuto solo il "disturbo" di farsi quanta più pubblicità, allo scopo di raggranellare quanti più ingenui scommettitori...
Concludo semplicemente col dirvi: lasciate perdere. Questi metodi di "vincere" questi oggetti del desiderio saranno anche legali, ma il trucco c'è e si vede anche bene...
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Fabio Volo - E' una vita che ti aspetto
Michael Guillen - Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo
Sophie Kinsella - I love shopping a New York