Dopo Prato Piazza è la volta di buttarsi verso Carbonin (Dolomiti Superbike 2012)... di Marco Tenuti
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In effetti, è un vero miracolo che i moderni sistemi pedagogici non siano ancora giunti a soffocare la sacrosanta curiosità umana; perché essa è una piccola, delicata pianticella...che ha soprattutto bisogno di libertà; senza questa, va sicuramente verso la rovina e la più completa distruzione.
La creazione di un qualsiasi nuovo dominio - sia esso associato direttamente all'amministratore del server, sia invece ad un customer, secondo l'object model di Plesk - è stata attribuita erroneamente al numero IP 192.168.1.2, anziché al numero dedicato visibile verso la rete.
Il problema è che l'unico numero IP disponibile da associare al dominio è proprio quel numero IP, numero evidentemente non utilizzabile verso l'esterno.
Per poter sistemare la questione, è necessario entrare come amministratori nel pannello di controllo Plesked andare su:
entrare in Tools & Settings > IP Addresses
cliccare il bottone Reread IP per recuperare eventali nuovi numeri IP che Plesk recupera dall'install key
a questo punto è necessario far diventare il nuovo numero IP di tipo Shared cliccandolo ed andando nella sua specifica pagina
nella pagina di configurazione dell'indirizzo IP sull'interfaccia "venet0" commutare in Shared l'opzione IP address is distributed as
attribuirgli possibilmente anche un Default site mettendo qualcosa di diverso da None
dopo aver confermato la nuova configurazione per questo indirizzo IP cliccando sul bottone OK...
eliminare l'indirizzo IP 192.168.1.2 che dovrebbe essere ancora impostato a shared ed evitare così eventuali malfunzionamenti del firewall sulle interfacce di rete
Solo così sono riuscito a far funzionare completamente l'FTP server sia in modalità attiva che in modalità attiva, soprattutto senza cambiare alcuna configurazione particolare sia del server FTP che del firewall installato sulla macchina
Disponibile anche il link alla webcam, dove stamattina si può scorgere un tempo da lupi fradici.
La temperatura di -2,5Ā°C alle 11.20 del mattino ed una umidità relativa del 96% ad un giorno dalla primavera astronomica non è niente di buono, ma speriamo in meglio.
Di Marco Tenuti (del 20/03/2013 @ 12:03:37, in cucina, linkato 1960 volte)
Di tanto in tanto sento o leggo in giro qualche novità circa la ricetta della pearà, piatto tipico di Verona e provincia per antonomasia.
Se state cercando la ricetta autentica della pearà, vi consiglio questo altro articolo sul mio blog, dove, oltre alla ricetta, ossia sia gli ingredienti che la preparazione, troverete anche un sacco di commenti che avete lasciato circa questo piatto prelibato.
Domenica sera mi è capitato di assaggiare la pearà fatta da mia sorella, la sua prima volta da quando è "sposata" e sono stato ispirato proprio dalla sua pearà a scrivere un articoletto circa gli errori più comuni che si commettono quando si prepara.
L'errore più comune che si commette è proprio relativo all'ingrediente principale, cioè il pane. Esso va scelto accuratamente e va preparato secondo "disciplinare", visto che compromette la riuscita della gustosissima crema veronese.
L'errore tipico è quello di usare TUTTO il pane raffermo che si ha in casa, mescolando spesso tipi di pane diversi. Purtroppo questo si ripercuote sull'omogeneità della crema pearà, che viene ad assumere i gusti dei diversi tipi di grano eventualmente presenti.
Sono pertanto banditi il pane integrale, il pane fatto con farine a grano duro o pani che contengono semi o mais. Nonostante questi pani, presi per conto loro, siano molto buoni, spesso diventano pane raffermo, appunto per la particolarità dei semi o delle spezie che essi contengono, ma non vanno nemmeno bene per la pearà.
Il pane della pearà deve essere pane raffermo di farina a doppio zero, come il pane comune, la mantovana, la baguette, il filoncino o la rosetta.
Altro aspetto molto importante è che sia pane secco e non pane del giorno prima o anche pane di due giorni. Il pane secco o raffermo deve essere perfettamente secco, cioè privo di umidità. L'acqua al suo interno deve essere completamente evaporata grazie all'essicazione naturale che si ha lasciandolo dentro un sacchetto di carta dentro il ripostiglio per una buona settimana. Controllate anche l'odore di questo pane raffermo: non deve essere ammuffito o aver preso l'odore di qualche altro ingrediente con cui è questo in contatto dentro la credenza.
Inoltre l'operazione di "grattuggiamento" va fatta in modo tale che esso assuma una grana decisamente fine ed omogenea. Eventuali pezzi di pane relativamente grossi o disomogenei o anche parti più abbrustolite del pane che si fa fatica a grattuggiare andrebbero rigrattuggiati in modo da eliminari.
Si badi bene che non ho detto che tali pezzi di pane vanno rimossi dalla polvere del pane, ma semplicemente vanno finemente tritati in modo che la poltiglia sia omogenea ed uniforme come colore e consistenza.
Deve essere fatto salvo il principio povero della pearà: tale crema viene storicamente realizzata per recuperare tutti i pezzi di pane raffermo che nessuno mangia più e quindi il risultato dell'operazione di grattuggiamento del pane non deve a sua volta produrre ulteriori scarti, visto il senso del riutilizzo.
Altri errori, come il fuoco troppo veloce, una cottura troppo veloce, uno scadente amalgama, compreso il ricorso al grana padano, li vedremo un'altra volta.
Di Marco Tenuti (del 20/03/2013 @ 16:43:52, in MTB, linkato 769 volte)
Oggi era il momento della verità, dopo l'aggiornamento del mio mezzo per la stagione "agonistica" 2013, ossia vedere a quanto ammonta il danno di aver sobbarcato il "peso" di una forcella ammortizzata.
Sia chiaro che non rinnego nulla della scelta compiuta nel 2011, ossia quella di optare per il compromesso della forcella rigida. Posso dire anch'io una volta nella vita di aver sperimentato abbastanza i vantaggi e gli svantaggi di un avantreno "rigido" e nonostante questo, posso sostenere che se uno non ha problemi di manico e di schiena è un compromesso accettabile anche per tante gare come le granfondo e le marathon. Aver conseguito il brevetto del Prestigio MTB 2012 può essere un test più che sufficiente, vedendo il traguardo di gare come la Dolomiti Superbike, la GF Alta Valtellina, la Valleogra Marathon e la Hubi Hard Marathon.
Oggi mi son ritrovato a valutare quanto il nuovo "compromesso ammortizzato" mi penalizzi su una delle salite sterrate più belle di Verona e non solo, ossia la striscia di quasi 2 km intervallata da 19 tornanti, il Piccolo Stelvio sopra Santa Maria in Stelle.
Sono salito con la Scalona FR senza borraccia - tanto non avrei bevuto per un'uscita inferiore ad un'ora con la minaccia di una pioggia leggera - vestito con divisa invernale, copriscarpe ai piedi, mentre nelle tasche la chiave di casa, l'iPhone ed il kit con pompa, cacciagomma e camera di scorta.
Questa performance vale il primato stagionale temporaneo, solo che son sicuro che questo primato verrà polverizzato appena i miei conterranei ne avranno la possibilità, in primis, il Conte, stoppato da un problema alla cornea...
Insomma piazzargli un 8'04" proprio il giorno dopo del suo stop temporaneo è come affondare il coltello nella piaga, anzi è come smuovergli il granello di terra sotto la cornea, ma sono certo che quanto più lunga e spasmodica sarà la sua attesa, tanto più basso sarà il tempo che tirerà fuori con la Nerona!
Di Marco Tenuti (del 20/03/2013 @ 17:29:47, in MTB, linkato 902 volte)
Report di casa Specialized sulla seconda tappa dell'edizione 2013 della Absa Cape Epic, dove Jaro e Christof sono penalizzati dalla rottura della catena di una delle loro due bici...
Di Marco Tenuti (del 20/03/2013 @ 17:41:04, in MTB, linkato 921 volte)
Debutto agonistico per il sottoscritto domenica a Tregnago alla Granfondo Tre Valli 2013. Previsto tempo da lupi, stando sia alle previsioni di Ilmeteo, che quelle di WeatherPro. Speriamo si sbaglino, ma il comunicato dell'organizzazione di qualche giorno fa suona un po' come una gufata a questo punto...
Troveremo perfino neve dal cielo allo scollinamento di Monte Cimo e dorsale est? Pare di si, ma chi la dura la vince!
Di Marco Tenuti (del 21/03/2013 @ 19:20:00, in MTB, linkato 955 volte)
Chi nei giorni scorsi ha provato la Granfondo Tre Valli sicuramente si sarà già imbattuto nella neve che è depositata copiosamente per 50 metri di carrareccia al GPM della Ferrara, nel punto più alto della gara.
Come se non bastasse questo weekend si sono depositati altri bei 20-30 cm di neve tutto intorno, che però dovrebbero sciogliersi rapidamente da qui fino a domenica.
Nel frattempo il comitato organizzatore ha ben pensato di mandare su un trattore con la fresa per agevolare quanto più rapidamente lo scioglimento delle nevi, come si può vedere dalla foto che è stata pubblicata sulla pagina di Facebook.
Poi quello che succederà domenica ancora non lo sappiamo, ma Ilmeteo è alquanto pessimista, cosa che invece non è WeatherPro.
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