Di Marco Tenuti (del 10/04/2010 @ 21:47:40, in cucina, linkato 1056 volte)
Vai con la ricetta, che ha preparato Elisa stasera... davvero squisita!
VELLUTATA DI SEDANO
Tempo di Preparazione: 15 min.
Tempo di Cottura: 25 min.
Ingredienti per 4 persone
8 coste di sedano
50 gr di burro
50 gr di farina
1 tuorlo d'uovo
4 cucchiai di panna liquida
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 dado
sale
pepe
Preparazione
In una pentola, portate ad ebollizione circa 1 litro d'acqua con una presa di sale e pepe. Scioglietevi il dado, tuffatevi il sedano pulito e lessatelo per circa 20 min. Quindi prelevcatelo con un cucchiaio forato, e frullatelo con qualche cucchiaiata di brodo.
In una casseruola a parte, fate fondere il burro, stemperatevi la farina e incorporate la panna. Togliete dal fuoco, incorporate anche l'uovo e il parmigiano, mescolando con una frusta.
Quindi versate la besciamella nel brodo di cottura, aggiungete la passata di sedano mescolate per un paio di min.
Di Marco Tenuti (del 11/04/2010 @ 19:55:15, in MTB, linkato 990 volte)
Segnalo con piacere l'esauriente cronaca da parte dell'Anonimo Turnover di questa giornata ciclistica, che ha visto il suo culmine nel corso del pomeriggio col campione svizzero Fabian Cancellara lasciare tutti al palo a 50 km dall'arrivo, Boonen compreso.
Per noi del Trio Piocio e l'Anonimo Turnover, ci siamo trovati di buon'ora alla rotonda di Montorio, per fare un po' di MTB, come non facevo da due settimane, cioè dall'ultima gran fondo corsa, la Tre Valli. La giornata non era il massimo, col cielo molto coperto di tanto in tanto pure un po' di gocce, mentre pedalavamo sul versante orientale della Valpantena, ma nulla da pregiudicare una bella sgambata prima sul Torresin a Montorio, poi un Piccolo Stelvio a metà gas ed infine lo scollinamento sul Monte Santa Viola, passando per Erbin e chiusura finale sulle Saponette e col cappuccino al Ciao a Grezzana.
All'Anonimo va il GPM dei Peri Cotti, come lui stesso definisce e descrive molto bene nel suo articolo.
Di Marco Tenuti (del 12/04/2010 @ 23:03:45, in MTB, linkato 893 volte)
Stasera son partito alle 18 in punto verso la Chiesa di Alcenago. Prima un po' di vento contro dalla Pergola a Stallavena, poi un bello scroscio d'acqua da Stallavena ad Alcenago, non hanno arrestato la mia folle corsa contro il tempo.
Nè è uscito il nuovo record personale: 21'20"! E' una media dei 22,5 km/h con la parte finale, senza dubbio più impegnativa, considerati circa 150 metri di dislivello ed una pendenza costante tra il 6 e il 10%.
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 09:04:06, in MTB, linkato 1863 volte)
Ieri non ne ho trovato uno a fine gara convinto che il Durello di ieri sia stato una bella gara. Per me lo è stato: mi son divertito, perché ho avuto subito l'impressione che in tanti avrebbero rinunciato alla partenza, viste le condizioni meteo del cielo e la vigilia assolutamente piovosa, e perché mi veniva in mente sempre di più la famigerata Divinus Bike del 2008.
Il fatto di non potermi tirare indietro, visto che dopo la Tre Valli compaio anch'io nella classifica Fi'zi:k Veneto, è stato senza dubbio un motivo di stimolo per prendere il via. Poi un altro motivo è che bisogna assolutamente fare tesoro di situazioni del genere, per dimostrare più che altro a se stessi che si è forti anche quando il gioco si fa duro. E ieri non si può nascondere il fatto che le difficoltà oggettive non ci fossero lungo il percorso.
Già a partire dal via la prima salita è di quelle che fanno selezione e capisco subito che non è giornata per il sottoscritto. Già al primo tornante vedo il Compagno di Merende che mi ha già dato "20 metri di dislivello". Sulle prime rampe della prima salita, riesco a stare col Diego Anselmi e con l'Anonimo, ma già sui tornanti pianeggianti mollo il gas e decido definitivamente per una condotta di gara volta tutta ad arrivare in fondo, senza correre particolari rischi e patemi.
Così nella prima parte di gara mi ritrovo a scambiarmi spesso coi fratellini Schleck Tommasi, che oggi hanno avuto ordine dal loro DS Gianluca di andare "piano". Si vede davvero che vanno piano perché a volte allungano di brutto e poi si aspettano l'un l'altro quando uno dei due si ritrova in difficoltà ed io li posso riagguantare.
Simpatico anche il siparietto di Simone Pasetto, che mi scatta una foto e pure mi rincorre con la bottiglietta dell'olio spray, perché ieri ce n'era davvero bisogno. Forse più nella seconda parte di gara, dove la catena era ingrassata di tanto bel fango argilloso, tipico delle zone della Valdalpone.
Poi succede che in una discesina in direzione mi ritrovo dietro ad un concorrente di Punto Bici, il quale perde completamente il controllo della sua bici e cade rovinosamente su una spalla, gridando subito un dolore atroce per la contusione. Io son dietro a 20 metri e faccio molta fatica a fermarmi prima di lui, tanto che mi appoggio con la mia ruota anteriore su una sua gamba, ma non ci penso due volte ad appoggiare la bici e a soccorrerlo: si trova in traiettoria in discesa e gli "assatanati" vengono giù veloci. Appoggio la mia bici, vedo che lui grida abbastanza, ma gli prendo la bici e la tolgo subito di mezzo. Lui riesce a dirmi che va tutto abbastanza bene, ma a mio avviso la clavicola ha subito una bella pacca... mi informerò attraverso il forum e la posta elettronica, per capire sulle sorti di questo concorrente col pettorale 184, Ivano Masiero, che però vedo pure classificato ad un paio di minuti dal sottoscritto!
In questa breve sosta vengo superato da un bel po' di concorrenti, compresi i gemellini Tommasi, ma molto prima di Bolca li risupero e li vedrò solo al traguardo. Divertente anche le battute scambiate in zona La Collina col Max dei Maistraki il quale mi urla un incoraggiante "Vai Pipower" a cui replico prontamente con la formula "Ando vuto che vaga? Vao in f..a quando posso!". Lo ringrazio comunque delle foto di cui ho corredato questo lungo articolo.
Quasi a metà gara per me comincia la parte divertente della gara: c'è fango ovunuque, ce n'è di compattato, ce n'è di liquido, ce n'è di ben tracciato dalle ruote dei concorrenti che mi hanno preceduto, ce n'è tanto e in abbondanza, ce n'è tanto alzato dalla ruota di chi sta appena davanti, ma lungo le discese mi capita abbastanza di imbattermi in concorrenti che non hanno proprio el "soramanego", nemmeno io a dire il vero, ma faccio i miei sorpassetti in totale sicurezza e porto a casa un bel po' di posizioni scavalcate principalmente in discesa.
Ai ristori non mi fermo mai, ma praticamente a tutti riesco a bere mezzo bicchiere o di acqua o di sali e così termino la gara, senza conoscere cosa siano i crampi, per la gioia delle mie gambe, che ringraziano in vista dell'imminente impegno di domenica prossima, cioè la Paola Pezzo a Garda.
Anche ad un innesto con svolta a destra più o meno in zona di Bolca, mi ritrovo in un temporaneo gruppetto di 5-6 concorrenti con gli alpini ed i volontari del posto, che vigilano l'incrocio. Nessuno parla nè tra gli spettatori, che tra i ciclisti, e allora esco io con un "Tuto ben qua all'incrocio?". Alché gli alpini, che non si fanno certo supplicare in fatto di giovialità, rispondono prontamente con "Si, si, tuto ben, buona pedalata!" e una risata generale. Son quelle piccole cose, che ti fanno rimanere impressa la gara per i mesi a venire. Non mi ricorderò certo tutti i sentierini, i single track e le mulattiere pedalate, ma queste macchiette mi faranno amare questa gara.
Ieri le ruote non volevano saperne di star ferme: non c'era tubolare, copertone o tubeless Racing Ralph che fosse magico, c'era solo da stare molto all'occhio a riprendere la bici appena si metteva ad andare per conto suo. Probabilmente chi è passato per primo non ha trovato tutto questo pantano, ma chi era primo aveva ben altri problemi. Comunque, nonostante la bici, mano a mano che passavano i chilometri, fosse sempre più pesante - penso che la mia Scale sia arrivata tranquillamente a ben oltre 12 kg al traguardo - verso la fine, lungo lo slalom tra i filari in zona Castello e nelle ultime discesine dove si erano appostati i fotografi - assisto da dietro all'ultima caduta di giornata, del concorrente che mi precedeva, che mi regala la 208esima posizione. Tutto l'abitato di San Giovanni Ilarione me lo faccio con orgoglio col 44/11 ai 55-60 km/h con una gamba ancora bella vispa, che avrebbe probabilmente spinto per altri 15-20 km con quel ritmo.
Non posso certo dire ieri di essere andato forte. Le discese viscide e l'assistere dal vivo ad un paio di cadute a terra mi hanno ricordato di essere padre di famiglia e che forse non valeva la pena chiedere troppo alla fortuna. Io non son mai caduto dalla bici, solo un grosso sasso di rimbalzo mi son beccato sullo stinco, la bici è intatta: il bilancio è insomma positivo.
Il percorso sarebbe bellissimo se fosse asciutto: ieri era altrettanto bello anche in versione "mud". Ieri c'era da essere dei bravi biker allenati, allenati anche a stare seduti in sella, soprattutto quando la gomma non ne voleva sapere di attaccare a terra ed anch'io mi son ritrovato ad essere un "bravo biker". Poco importa se i miei amici di uscite son arrivati chi a 20', come l'Orlando, chi a 14' come il Radu, chi a 9' come il Papataso, chi a 2' come l'Anonimo. E' vero che rimangono alle classifiche, è vero che magari potevo correre assieme all'Anonimo, è vero che potevo andare al 100% anziché al 90%, ma a me rimarrà il bel ricordo di aver vissuto una giornata di mountain bike dal primo all'ultimo chilometro, col fango appiccicato ovunque.
A giugno mi aspetta il Marathon della Lessinia Legend, probabilmente le tre stelle della Casentino MTB, il Montello della Gunn Rita Marathon e a luglio "nientepopòdimeno" che la Dolomiti Superbike, per cui anche ieri non fu mai scritto meglio che il proverbio "Chi va piano, va sano e lontano".
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 11:58:31, in MTB, linkato 1270 volte)
Ampio spazio anche da parte mia alle foto dei Maistraki. Cliccando sull'immagine potete raggiungere la loro ricca collezione di foto, dove si possono vedere tutti i big della gara.
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 12:12:41, in MTB, linkato 1803 volte)
L'immagine è quella dell'edizione 2009, quando il Miglio battagliava nel percorso lungo e nella foto provava a vincere la volata del GPM al Bivio per San Zeno. Quest'anno la musica non cambia ed il "Campion del Mondo" de noantri va a vincere l'assoluta del percorso corto dell'edizione 2010 della GF Città di Lazise.
Che dire: una turbinella, una freccia, 'na moto, un missile, un GSR, un mulinello, uno che ga in mente altro che la gnocca e lo si vede chiaramente dai risultati... Grande Miglio!
Di Marco Tenuti (del 22/04/2010 @ 10:36:42, in MTB, linkato 2325 volte)
Ieri son andato a provare la GF Paola Pezzo a Garda in compagnia dell'Orlando e dell'Elite Maga, un assortimento ideale per provare una gara, senza tirarsi troppo il collo. A parte gli episodi occorsi nel corso del pomeriggio in riva al Lago di Garda e cioé l'avvicinamento da Sega di Cavaion attraverso la Val di Tarso, le pastiglie dei freni finite del Paolo, che ci hanno costretto ad una sosta presso il negozio della Pezzo a Bardolino ed alcuni svarioni dovuti ad una segnaletica talvolta scarsa, abbiamo tutti più o meno convenuto - parlo del sottoscritto, il Paolo, il Maga, ma anche il Fix e anche altri ciclisti che abbiamo incontrato sul percorso ieri pomeriggio - che la Pezzo sia un pelo più ostica delle due prime gare del Fi'zi:k Veneto, cioè la GF Tre Valli e il Durello.
Per me e Paolo comunque un totale di 66 km con un bel po' di dislivello, che quantifichiamo all'incirca sui 1300 metri. C'è da dire comunque che non siamo riusciti a percorrere tutto il percorso di gara, perché abbiamo accumulato qua e là parecchi ritardi e ci siamo ritrovati alle 19.00 ad essere ancora sul percorso di gara e la necessità di tornare verso casa.
Infatti sul forum di MTB-Forum, mi hanno chiesto spiegazioni di questa mia opinione e quindi ho piacere di metterla anche qui sul mio blog.
A parte la salita iniziale che è a tutti gli effetti comparabile con la salita iniziale del Durello o quella della Tre Valli, dove ci macina su bene o male su asfalto e c'è spazio sufficiente per superare o farsi superare, le peculiarità della Pezzo son a mio avviso queste:
le rampe della salita di Crero son belle ripide per "cucinarsi bene" per la seconda parte di gara
la quantità di single track sono impressionanti e bellissimi e si va spesso in discesa, ma ogni tanto si riguadagnano metri di dislivello e richiedono pertanto di rilanciare
anche il numero di "mangiaebevi" sulle carrarecce sterrate sono tanti e quelli, se fatti a velocità elevate, ti sfiniscono per ora della fine
le discese, proprio perché non impegnative, richiedono una gran lucidità, cosa che c'è sempre molto poco dopo una salita fatta a tutta
La Tre Valli era sostanzialmente l'unione di cinque salite da farsi a ritmo costante, dove si poteva dosare il gas e gestire le energie. Al Durello c'è stato il fango a condizionare un po' la giornata, ma la gara poteva considerarsi una lunga salita fino a Bolca seguita da un bel po' di "mangiaebevi", anche se ce n'erano così tanti come mi sarei invece aspettato.
La Pezzo si fa un po' fatica a pianificarla in vista della gara, perché non ha dei pezzi molto distinti tra salita e discesa, a parte l'inizio. Volendo stabilire un tempo di percorrenza in gara, io direi che ci vorranno almeno una decina di minuti in più che il tempo registrato al "Durello infangato".
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