Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Nonostante le tentazioni per la Carfagna, pardon, per il Carpegna fossero tante, stamattina la sveglia non ha suonato abbastanza forte e son partito un pelo dopo per una destinazione suggeritami dal paron dell'hotel, cioè salita di Sogliano al Rubicone.
Dopo essere partito con scarsa voglia, vedo che il battito stenta a salire ed è così che circumnavigo un po' di frazioni, passando anche a San Mauro Pascoli, dove in centro passo di fronte alla casa del famoso poeta.
Alle parole della Cavallina Storna, la mia bici si imbizzarrisce, ma grazie alle nuove scarpe e pedali, la redarguisco come ci si aspetta da un prode cavaliere e puntiamo verso Savignano sul Rubicone, dove comincia la cronoscalata.
Parlare di salita è una cosa alquanto singolare, perché capisco ben presto che arrivare a quota 380 metri sul livello del mare, partendo comunque dal mare, non è proprio una salitona, ma quando cominciano tutta una serie di mangiaebevi in cui si intervallano strappetti al 7% con rettilinei pianeggianti e addirittura discesine in cui si fa presto a perdere anche 20 metri di dislivello al colpo, mi rendo subito conto che questi 14 km non saranno proprio una sgaloppatina.
Il cuore non vuol saperne di andare oltre i 160 bpm, non mi spiego il perché: che sia la sindrome del Filetto di pesce o del Fritto misto? O forse ho fatto male a non annegarlo ieri sera in un bel Trebbiano servito fresco? Pezzo, aiutame parché go el freno che tocca, la brezza che soffia contro e il sugaman bagnà attorno alla vita!
Beh, già arrivato a Ronchi, capisco che i cuscinetti e i freni non frenano più di tanto, e così che arrivo a Sogliano all'incirca alle 8 del mattino, dove scatto qualche foto per tutti voi che mi leggete.
Questa l'altimetria:
Salita da Savignano a Sogliano
Se volete la traccia del GPS, ho anche quella.Â
Per la via del ritorno volevo scendere da un'altra parte, ma alla mia richiesta posta ad un signore di mezza età lungo la via centrale della frazione, ricevo un'accalorata risposta, manco avessi espresso il mio desiderio di votare Falce e martello alle prossime elezioni, lasciando perplesso sulla via del ritorno. Facevo prima a tirare fuori di nuovo l'iPhone che assistere al comizio del Compagno Palmiro!
Così il ritorno lo faccio in parte sulla strada percorsa in salita, ma appena dopo Ronchi, vedo in lontananza una sagoma da ciclista girare a destra ad un bivio, quando invece io stavo per andare a sinistra. E' la scorciatoia che conduce a Lo Stradone, un budello che fa tornare giù nel pianoro in meno di 2 km, ma prima ti riprendo la sagoma e poi ti scopro che è un grazioso corpetto femminile, dietro cui può essere pericoloso starci troppo per via delle curve. Per fortuna che in fondo all'incrocio lei va a destra, io devo andare a sinistra, un "Ciao" ed amici come prima.
Vi risparmio i 20 km per tornare all'hotel: solo la fortuna di aver evitato compleramente il temporale mattutino che si è abbattuto ad Igea Marina giusto 10 minuti prima del mio ricongiungimento alla family.
La preparazione marina continua per tutta la settimana, nonostante sia cominciata non proprio sotto i migliori auspici, cioè domenica col mal di gola e bel raffreddore, che stenta ad andarsene.
Oggi, mercoledì, dopo lo stop ciclistico di ieri, prevedeva lo scollinamento a San Leo, in provincia di Pesaro-Urbino, dove non ero mai stato prima d'ora. Dopo aver cercato qualche ragguaglio sul web, scopro che San Leo è stato per tanto tempo la capitale di Montefeltro e addirittura la capitale del Regno d'Italia ancora nel dodicesimo secolo.
Il giro bici invece prevede il solito allontanamento dalla costa lungo la poco trafficata connessione da Igea Marina-Borgo Nuovo-San Vito e Santarcangelo. Dal paesotto dell'entroterra riminese, decido di non saltare sulla Valmarecchiana, ma di proseguire lungo la provinciale che passa a fianco di Poggio Berni e Torriana arrivando così a Ponte Verucchio, senza patemi col traffico.
Peccato che l'ora mattutina faccia spirare una brezza di terra che rema decisamente contro alla mia direzione.
Il tempo di risuperare il solito ciclista anzianotto già superato lunedì scorso è son ormai a Villanova, dove comincia la salita di giornata, per la quale vi rimando a Salite.ch.
All'inizio la salita è senza dubbio pedalabilissima e salgo quasi meglio del mio omonimo Pantani, ma quando si presenta qualche rampa oltre l'8%, comincio ad arrancare anch'io e l'arrivo al GPM sotto la rocca di San Leo non è proprio banale, ma tant'è.
Da San Leo mi butto giù dall'altra costa della montagnola e mi ritrovo in Val Marecchia di nuovo, dove stavolta invece la brezza di terra spira in poppa e si procede speditamente a velocità tra i 38 e i 45 km/h, beccando anche un forte ciclista locale a cui non ci penso due volte a ciucciargli la ruota per una buona decina di chilometri, cioè fino a Ponte Verucchio.
Domani che si fa?
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