Ultima discesa alla Tre Valli '12... di Marco Tenuti
"
Santa Lucia no l'è più quela de na olta.
Adesso la ghe porta el Carbon a quei brai,
e l'Aluminio a quei catii...
A quei molto brai la ghe porta el Carbotecture.
Di Marco Tenuti (del 28/04/2010 @ 11:34:22, in MTB, linkato 1482 volte)
Stamattina ho dato un'occhiata alle foto scattate da Fernanda di KM Sport alla Gran Fondo Città di Garda - Trofeo Paola Pezzo. La loro presidente è sempre al seguito dei loro concorrenti, cioè in sostanza a tutte le gare in provincia di Verona, ma non solo, e il suo obiettivo è sempre in agguato ad immortalare i volti e le divise della MTB veronese, quindi un'occhio di attenzione c'è non solo per gli atleti del suo team, ma anche di quelli più rappresentativi della Verona sulle ruote grasse.
Tra i colori Turnover Studio Rehab ho trovato il Bosca, autore di una magistrale prestazione, mettendo praticamente dietro tutti i veronesi della MTB, e anche il Paolo Orlandi, che anche lui è andato forte, come sa fare quasi sempre.
Per il Bosca quest'anno bici nuova, una Sants montata con SRAM XX e SID XX Edition, oltre alle rodate e affidabili Fulcrum Red Metal Zero, disponibili solo nella versione tubeless.
Cliccate la foto per arrivare al sito di KM Sport. Per vedere l'intera gallery è necessario registrarsi.
Di Marco Tenuti (del 26/04/2010 @ 09:32:33, in MTB, linkato 1225 volte)
Non ho molto tempo per esprimere i miei commenti sulla GF Paola Pezzo, pertanto andrò velocemente con una pagellina:
percorso: voto 10 (bello, suggestivo, panoramico, duro, non troppo tecnico, peccato che non sia adatto per 2250 concorrenti o sarebbe meglio scrivere il contrario, 2250 concorrenti sono troppi per un percorso così bello)
organizzazione: voto 5 (carenze generali per non saper gestire 2250 partenti
procedura di partenza: voto 5 (griglie troppo strette e curva troppo secca all'inizio)
ristori: voto 4 (una giornata estiva come ieri meritava un altro ristoro, acqua e sali minerali a volontà)
pastaparty: voto 8 (una pasta al pomodoro, wurstel e fagioli piacevoli)
contesto: voto 10 (la città di Garda è bellisima)
scenario di gara: voto 10 (stand dei team, negozietti tecnici e quant'altro)
pubblico: voto 9 (belle le due ali di spettatori a fine gara)
Anch'io ieri non ho potuto che notare tutti i problemi segnalati nel thread specifico su MTB-forum, che si ripetono ogni anno alla Pezzo, nonostante fosse la mia prima volta che la correvo. L'anno scorso avevo vissuto parzialmente l'evento, quando ero ancora convalescente, venendo ad assistere alla partenza e scattando foto ovunque in compagnia del Compagno di Merende.
Che fosse molto importante fare la ricognizione, son assolutamente d'accordo con tanti che lo hanno scritto sul forum e son contendo di aver percorso quasi tutto il tracciato mercoledì scorso in compagnia dell'Orlando e del Maga.
Un plauso ai tanti concorrenti lenti che ho trovato sui single track - mi riferisco ai "Vigili del Fuoco" in gara, ma anche alle concorrenti donne, sempre molto gentili a lasciar passare, dove si poteva.
Purtroppo sappiamo quali sono i motivi per cui anche ieri c'erano 2250 iscritti: l'iscrizione ai circuiti Fi'zi:k e il Prestigio.
Chi organizza i circuiti che richiamano così tanti amatori, dovrebbero pretendere dagli organizzatori un livello minimo di servizi garantito attraverso una carta della qualità della gara, pena l'esclusione dal circuito per l'anno a venire.
E' inammissibile che in una gara come ieri ci fosse tra gli sponsor uno sponsor tecnico come Multipower, come potete vedere nella pagina degli sponsor nel sito della gara, e che ai ristori non ci fossero neanche i sali minerali!
Poco ho detto della mia gara: la mia partenza è ottima, col cuore e le gambe che spingono bene, benissimo, solo che ben presto c'è da fare i conti subito con le difficoltà oggettive del superamento dei moltissimi concorrenti partiti davanti a noi della seconda griglia e con un passo decisamente più lento. Nei single track non c'è molto da fare, se non chiedere di tanto in tanto di passare e di rischiare qualcosa per andarsene via. Peccato davvero che già a 2/3 di gara abbiamo avuto i primi sintomi di crampi a condizionare la mia prestazione, quando invece avrei benissimo potuto recuperare molte altre posizioni. Ho commesso l'errore di non bere molto ai ristori e di portami una borraccia da 500 ml, anziché da 750 ml. La prossima volta sarà da giocarsi il borraccione se ci saranno condizioni soleggiate e calde.
Il mio tempo finale è di 2h46'47", che vale la 477Ā° posizione su circa 1720 concorrenti arrivati nel percorso lungo, cioè son sempre al limite del primo quarto dei concorrenti, che è un buon risultato, ma sono certo che senza crampi negli ultimi 12-13 chilometri, avrei benissimo potuto rosicchiare almeno 3-4 minuti nella salita della Rocca. E vabbè, si fa esperienza anche stavolta...
Bellissimo pomeriggio quello passato con la mia famiglia che si è ricongiunta a Garda per ora del pastaparty e anche con l'Orlando, che ieri ha fatto la parte dello zio. Dopo la pasta al pomodoro e i wurstel con fagioli, c'è scappato un bel gelatino bigusto in riva al lago. Portiamo a casa il ricordo di una bella giornata di sport e sole, un bello stacco di abbronzatura sulle braccia e sulle gambe e anche la gioia di aver condiviso la vittoria della gara di Pozzomoretto, visto che abbiamo fatto una capatina a casa del Campeon Miglio, ma su questo meglio non dire molto... visto che il prosciuttone sembra essere molto conteso e sospirato...
Di Marco Tenuti (del 26/04/2010 @ 09:11:31, in MTB, linkato 1499 volte)
Vi segnalo subito la gallery dell'Anonimo Turnover, che ieri ha scattato una notevole quantità di foto, nonostante fosse anche in gara. Chiaro che le foto ai primi non le può avere scattate lui, ma si è fatto aiutare da Gianni Munari, appostato lungo il percorso per seguire i più forti del suo team.
Di Marco Tenuti (del 22/04/2010 @ 10:36:42, in MTB, linkato 2324 volte)
Ieri son andato a provare la GF Paola Pezzo a Garda in compagnia dell'Orlando e dell'Elite Maga, un assortimento ideale per provare una gara, senza tirarsi troppo il collo. A parte gli episodi occorsi nel corso del pomeriggio in riva al Lago di Garda e cioé l'avvicinamento da Sega di Cavaion attraverso la Val di Tarso, le pastiglie dei freni finite del Paolo, che ci hanno costretto ad una sosta presso il negozio della Pezzo a Bardolino ed alcuni svarioni dovuti ad una segnaletica talvolta scarsa, abbiamo tutti più o meno convenuto - parlo del sottoscritto, il Paolo, il Maga, ma anche il Fix e anche altri ciclisti che abbiamo incontrato sul percorso ieri pomeriggio - che la Pezzo sia un pelo più ostica delle due prime gare del Fi'zi:k Veneto, cioè la GF Tre Valli e il Durello.
Per me e Paolo comunque un totale di 66 km con un bel po' di dislivello, che quantifichiamo all'incirca sui 1300 metri. C'è da dire comunque che non siamo riusciti a percorrere tutto il percorso di gara, perché abbiamo accumulato qua e là parecchi ritardi e ci siamo ritrovati alle 19.00 ad essere ancora sul percorso di gara e la necessità di tornare verso casa.
Infatti sul forum di MTB-Forum, mi hanno chiesto spiegazioni di questa mia opinione e quindi ho piacere di metterla anche qui sul mio blog.
A parte la salita iniziale che è a tutti gli effetti comparabile con la salita iniziale del Durello o quella della Tre Valli, dove ci macina su bene o male su asfalto e c'è spazio sufficiente per superare o farsi superare, le peculiarità della Pezzo son a mio avviso queste:
le rampe della salita di Crero son belle ripide per "cucinarsi bene" per la seconda parte di gara
la quantità di single track sono impressionanti e bellissimi e si va spesso in discesa, ma ogni tanto si riguadagnano metri di dislivello e richiedono pertanto di rilanciare
anche il numero di "mangiaebevi" sulle carrarecce sterrate sono tanti e quelli, se fatti a velocità elevate, ti sfiniscono per ora della fine
le discese, proprio perché non impegnative, richiedono una gran lucidità, cosa che c'è sempre molto poco dopo una salita fatta a tutta
La Tre Valli era sostanzialmente l'unione di cinque salite da farsi a ritmo costante, dove si poteva dosare il gas e gestire le energie. Al Durello c'è stato il fango a condizionare un po' la giornata, ma la gara poteva considerarsi una lunga salita fino a Bolca seguita da un bel po' di "mangiaebevi", anche se ce n'erano così tanti come mi sarei invece aspettato.
La Pezzo si fa un po' fatica a pianificarla in vista della gara, perché non ha dei pezzi molto distinti tra salita e discesa, a parte l'inizio. Volendo stabilire un tempo di percorrenza in gara, io direi che ci vorranno almeno una decina di minuti in più che il tempo registrato al "Durello infangato".
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 12:12:41, in MTB, linkato 1803 volte)
L'immagine è quella dell'edizione 2009, quando il Miglio battagliava nel percorso lungo e nella foto provava a vincere la volata del GPM al Bivio per San Zeno. Quest'anno la musica non cambia ed il "Campion del Mondo" de noantri va a vincere l'assoluta del percorso corto dell'edizione 2010 della GF Città di Lazise.
Che dire: una turbinella, una freccia, 'na moto, un missile, un GSR, un mulinello, uno che ga in mente altro che la gnocca e lo si vede chiaramente dai risultati... Grande Miglio!
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 11:58:31, in MTB, linkato 1268 volte)
Ampio spazio anche da parte mia alle foto dei Maistraki. Cliccando sull'immagine potete raggiungere la loro ricca collezione di foto, dove si possono vedere tutti i big della gara.
Di Marco Tenuti (del 19/04/2010 @ 09:04:06, in MTB, linkato 1863 volte)
Ieri non ne ho trovato uno a fine gara convinto che il Durello di ieri sia stato una bella gara. Per me lo è stato: mi son divertito, perché ho avuto subito l'impressione che in tanti avrebbero rinunciato alla partenza, viste le condizioni meteo del cielo e la vigilia assolutamente piovosa, e perché mi veniva in mente sempre di più la famigerata Divinus Bike del 2008.
Il fatto di non potermi tirare indietro, visto che dopo la Tre Valli compaio anch'io nella classifica Fi'zi:k Veneto, è stato senza dubbio un motivo di stimolo per prendere il via. Poi un altro motivo è che bisogna assolutamente fare tesoro di situazioni del genere, per dimostrare più che altro a se stessi che si è forti anche quando il gioco si fa duro. E ieri non si può nascondere il fatto che le difficoltà oggettive non ci fossero lungo il percorso.
Già a partire dal via la prima salita è di quelle che fanno selezione e capisco subito che non è giornata per il sottoscritto. Già al primo tornante vedo il Compagno di Merende che mi ha già dato "20 metri di dislivello". Sulle prime rampe della prima salita, riesco a stare col Diego Anselmi e con l'Anonimo, ma già sui tornanti pianeggianti mollo il gas e decido definitivamente per una condotta di gara volta tutta ad arrivare in fondo, senza correre particolari rischi e patemi.
Così nella prima parte di gara mi ritrovo a scambiarmi spesso coi fratellini Schleck Tommasi, che oggi hanno avuto ordine dal loro DS Gianluca di andare "piano". Si vede davvero che vanno piano perché a volte allungano di brutto e poi si aspettano l'un l'altro quando uno dei due si ritrova in difficoltà ed io li posso riagguantare.
Simpatico anche il siparietto di Simone Pasetto, che mi scatta una foto e pure mi rincorre con la bottiglietta dell'olio spray, perché ieri ce n'era davvero bisogno. Forse più nella seconda parte di gara, dove la catena era ingrassata di tanto bel fango argilloso, tipico delle zone della Valdalpone.
Poi succede che in una discesina in direzione mi ritrovo dietro ad un concorrente di Punto Bici, il quale perde completamente il controllo della sua bici e cade rovinosamente su una spalla, gridando subito un dolore atroce per la contusione. Io son dietro a 20 metri e faccio molta fatica a fermarmi prima di lui, tanto che mi appoggio con la mia ruota anteriore su una sua gamba, ma non ci penso due volte ad appoggiare la bici e a soccorrerlo: si trova in traiettoria in discesa e gli "assatanati" vengono giù veloci. Appoggio la mia bici, vedo che lui grida abbastanza, ma gli prendo la bici e la tolgo subito di mezzo. Lui riesce a dirmi che va tutto abbastanza bene, ma a mio avviso la clavicola ha subito una bella pacca... mi informerò attraverso il forum e la posta elettronica, per capire sulle sorti di questo concorrente col pettorale 184, Ivano Masiero, che però vedo pure classificato ad un paio di minuti dal sottoscritto!
In questa breve sosta vengo superato da un bel po' di concorrenti, compresi i gemellini Tommasi, ma molto prima di Bolca li risupero e li vedrò solo al traguardo. Divertente anche le battute scambiate in zona La Collina col Max dei Maistraki il quale mi urla un incoraggiante "Vai Pipower" a cui replico prontamente con la formula "Ando vuto che vaga? Vao in f..a quando posso!". Lo ringrazio comunque delle foto di cui ho corredato questo lungo articolo.
Quasi a metà gara per me comincia la parte divertente della gara: c'è fango ovunuque, ce n'è di compattato, ce n'è di liquido, ce n'è di ben tracciato dalle ruote dei concorrenti che mi hanno preceduto, ce n'è tanto e in abbondanza, ce n'è tanto alzato dalla ruota di chi sta appena davanti, ma lungo le discese mi capita abbastanza di imbattermi in concorrenti che non hanno proprio el "soramanego", nemmeno io a dire il vero, ma faccio i miei sorpassetti in totale sicurezza e porto a casa un bel po' di posizioni scavalcate principalmente in discesa.
Ai ristori non mi fermo mai, ma praticamente a tutti riesco a bere mezzo bicchiere o di acqua o di sali e così termino la gara, senza conoscere cosa siano i crampi, per la gioia delle mie gambe, che ringraziano in vista dell'imminente impegno di domenica prossima, cioè la Paola Pezzo a Garda.
Anche ad un innesto con svolta a destra più o meno in zona di Bolca, mi ritrovo in un temporaneo gruppetto di 5-6 concorrenti con gli alpini ed i volontari del posto, che vigilano l'incrocio. Nessuno parla nè tra gli spettatori, che tra i ciclisti, e allora esco io con un "Tuto ben qua all'incrocio?". Alché gli alpini, che non si fanno certo supplicare in fatto di giovialità, rispondono prontamente con "Si, si, tuto ben, buona pedalata!" e una risata generale. Son quelle piccole cose, che ti fanno rimanere impressa la gara per i mesi a venire. Non mi ricorderò certo tutti i sentierini, i single track e le mulattiere pedalate, ma queste macchiette mi faranno amare questa gara.
Ieri le ruote non volevano saperne di star ferme: non c'era tubolare, copertone o tubeless Racing Ralph che fosse magico, c'era solo da stare molto all'occhio a riprendere la bici appena si metteva ad andare per conto suo. Probabilmente chi è passato per primo non ha trovato tutto questo pantano, ma chi era primo aveva ben altri problemi. Comunque, nonostante la bici, mano a mano che passavano i chilometri, fosse sempre più pesante - penso che la mia Scale sia arrivata tranquillamente a ben oltre 12 kg al traguardo - verso la fine, lungo lo slalom tra i filari in zona Castello e nelle ultime discesine dove si erano appostati i fotografi - assisto da dietro all'ultima caduta di giornata, del concorrente che mi precedeva, che mi regala la 208esima posizione. Tutto l'abitato di San Giovanni Ilarione me lo faccio con orgoglio col 44/11 ai 55-60 km/h con una gamba ancora bella vispa, che avrebbe probabilmente spinto per altri 15-20 km con quel ritmo.
Non posso certo dire ieri di essere andato forte. Le discese viscide e l'assistere dal vivo ad un paio di cadute a terra mi hanno ricordato di essere padre di famiglia e che forse non valeva la pena chiedere troppo alla fortuna. Io non son mai caduto dalla bici, solo un grosso sasso di rimbalzo mi son beccato sullo stinco, la bici è intatta: il bilancio è insomma positivo.
Il percorso sarebbe bellissimo se fosse asciutto: ieri era altrettanto bello anche in versione "mud". Ieri c'era da essere dei bravi biker allenati, allenati anche a stare seduti in sella, soprattutto quando la gomma non ne voleva sapere di attaccare a terra ed anch'io mi son ritrovato ad essere un "bravo biker". Poco importa se i miei amici di uscite son arrivati chi a 20', come l'Orlando, chi a 14' come il Radu, chi a 9' come il Papataso, chi a 2' come l'Anonimo. E' vero che rimangono alle classifiche, è vero che magari potevo correre assieme all'Anonimo, è vero che potevo andare al 100% anziché al 90%, ma a me rimarrà il bel ricordo di aver vissuto una giornata di mountain bike dal primo all'ultimo chilometro, col fango appiccicato ovunque.
A giugno mi aspetta il Marathon della Lessinia Legend, probabilmente le tre stelle della Casentino MTB, il Montello della Gunn Rita Marathon e a luglio "nientepopòdimeno" che la Dolomiti Superbike, per cui anche ieri non fu mai scritto meglio che il proverbio "Chi va piano, va sano e lontano".
Reading
Fabio Volo - E' una vita che ti aspetto
Michael Guillen - Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo
Sophie Kinsella - I love shopping a New York