Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Anzitutto il link all'articolo sul blog del Pezzo dove trovate la cronaca completa dell'escursione.
Dal punto di vista prestazionale son molto contento, perché il ritmo con cui siamo partiti subito in Val d'Illasi non era certo molto sobrio, ma tra sassi smossi e vento contro, c'era subito da stare col cuoricino oltre i 150 bpm.
Per me la crisi è arrivata poco sotto Rifugio Revolto, dove più che le gambe e la testa, non ne volevo di starmene seduto in sella alla bici. Infatti la pausa con Cocacola è stata molto positiva, tanto è vero che nel pezzo da Revolto, fino al Pertica e poi allo Scalorbi andavo su col passo dei migliori.
Infine mi son esaltato su tutto il pezzo successivo al rifugio Scalorbi, dove mi trovavo a mio agio sia a scalare i sentierini col padellino, che nelle discese di qualsiasi tipo verso le malghe Fraselle di Sopra e Fraselle di Sotto.
Infine la menata con ventaglio e cambi regolari da Selva di Progno fino a Colognola ai Colli al passo dei stradisti mi ha davvero inorgoglito perché menavo ancora a velocità di crociera molto elevate. Che siano state le ripetute di pan e salame di ieri sul Monte Comun?
Questi i numeri assoluti dell'escursione odierna, roba quasi da Dolomiti Superbike:
- tempo pedalato: 6h15'38"
- frequenza cardiaca media: 143 bpm
- frequenza cardiaca massima: 174 bpm
- tempo in soglia 120-157 bpm: 4h47'30"
- tempo sotto soglia < 120 bpm: 26'38"
- tempo fuori soglia > 157 bpm: 1h01'30"
- calorie bruciate: 4278 kcal
- distanza pedalata: 121,4 km
- velocità media: 19,4 km/h
C'è da dire che per raggiungere Passo Zevola e Passo Scagina, son stati parecchi i tratti a piedi, dove il ciclocomputer non ha conteggiato un granché e dove la media si è sicuramente abbassata.
La settimana a questo prevede un'escursione della Bike Extreme a Limone sul Garda e dopo si può dire che la MTB è stata davvero sfruttata parecchio in queste settimane!
Anche oggi il "compagno di merende" decide di portare a passeggio la Flora sui passi dolomitici in compagnia di Matteo e suo cugino Alberto e ci scappano due passi che si sentono spessissimo durante le cronache del Giro d'Italia: Passo Pordoi e Passo Fedaia.
Vi lascio alle sue foto, perché i 98 km e i 2200 metri di dislivello fatti la dicono abbastanza lunga sulle oggettive difficoltà di giornata.
http://picasaweb.google.it/marco.zumerle76/PassoPordoiEFedaia
Il Radu tiene comunque a precisare al riguardo della difficoltà dello scalare il Fedaia:
Famoso fra i cicloamatori è il rettilineo di Malga Ciapela, circa tre chilometri completamente diritti ad una pendenza media di oltre il 12%. Si tratta, oltre che di uno dei tratti più difficili da scalare, di una delle strade alpine che permettono velocità in discesa molto elevate, anche oltre i 100 chilometri orari.
Oggi pomeriggio il Begnamino di Colognola e una delle tessere d'oro del suo Fans Club si sono ritrovati nel pomeriggio con le rispettive famiglie nel parco giochi di Boscochiesanuova, dopo aver passato tutta la parte centrale della giornata spaparanzati chi sempre nella capitale della Lessinia, chi invece a Malga Pozzette in mezzo alle vacche e ai mussi.
Alla vista del cartello della pasticceria Valbusa "Krapfen caldi ore 16.00" il sottoscritto e la consorte Cicci non hanno resistito alla tentazione e si son piombati per un prelievo di un cabarel de dolci prelibati: due alla marmellata e quattro alla crema, che sono spariti in quattro e quattr'otto.
Alla domanda al PapàTaso, se ne volesse uno anche lui, la risposta molto categoricamente: "Non me lo posso permettere, sono in preparazione per la Tre Valli". Laconico il successivo commento del Conte Savoia da Canazei: "Anch'io mi sto preparando intensamente qui per la Tre Valli di Tregnago qui dalla Val di Fiemme, con polenta con formaggio e funghi, più panna montata con frutti di bosco; devo solo formalizzare la mia iscrizione".
E' insomma probabile che dopo aver perso definitivamente il Maga, stiamo perdendo anche il Pappataso, vista questa incomprensibile rinuncia all'irresistibile dolciume fritto e cremoso. La signora Pezzo ha detto papali parole, mentre se ne andava l'ultimo boccone del suo bombolone alla marmellata: "Dopo quando passo de novo in Piazza, me ne compro un cabarel intiero".
Le buone abitudini però il Beniamino non le ha sicuramente perse, perché sia stasera una birretta piccola presso il Bar Dal Campe in piazza a Bosco se ne è andata giù per il gargarozzo con la promessa che domani sera nella notturna MTB di mercoledì 19 agosto andrà giù molto più che una birra piccola.
Visto che la pulce nell'orecchio già mi gira da qualche settimana, sembra che la stessa pulce giri nell'orecchio anche al Matteo Milani. Così il Radu non ha potuto sottrarsi all'invito di andare a provare il Tremalzo.
Non solo: lo stesso invito di Andrea Giuriato attraverso il blog di Andrea stuzzicava l'idea di andare a provare 'sto Tremalzo, solo che lunedì c'era in programma la gitarella in montagna al rifugio Scalorbi.
Beh, per farla breve, noi tre domani mattina andiamo a provare l'Adrenalina Bikextreme. Probabile partenza da Verona Est verso le 7.00. L'arrivo previsto a Limone sul Garda è per le 8.30 ed ora che tiremo zò le bici e che partiamo saranno probabilmente le 9.00.
Ci atterremo al percorso della gara in programma di solito alla seconda domenica di ottobre, gara che probabilmente andremo a fare, salvo condizioni meteo proibitive.
Tenete conto che la Bikextreme presenta come GPM il Monte Tremalzo a quota 1865 metri sul livello del mare, per cui è necessario portarsi dietro un minimo equipaggiamento nel caso in cui il tempo el girasse in pressia.
Per chi volesse un breve remember, sul blog di Andrea ci sono la gallery dell'anno scorso scattata dal Giuriato, raggiungibile anche direttamente da questo link.
Stasera in ogni caso notturna MTB a ritmo "Volemose ben" o, mal che vada, direttamente terzo tempo alla pizzeria Ranch Rocce Rosse, come già annunciato sul blog del PapàTaso.
Oggi giornatina di test della Adrenalina Bike Xtreme. Ritrovo previsto nel parcheggio a Verona Est per le ore 7.00 col compagno di merende Radu e Matteo e successivo ricongiungimento a Limone sul Garda con Ivan, un ex-collega trentino di Matteo che voleva provare anche lui la gara organizzata dal gruppo ciclistico di Limone. Subito un incidente di percorso col Radu che dimentica a casa la borraccia e ci costringe a tornare a Pieve di Colognola per fare il pieno di brioscine Bauli.
Dopo un rapido trasferimento sulla A22 e qualche difficoltà iniziale a parcheggiare la macchina a Limone - sembra che sia praticamente impossibile parcheggiare senza pagare nella cittadina bresciana - noi riusciamo a trovare un posto autorizzato senza pagare e non vi veniamo certo a dire dove e come... - ci prendiamo una scarsa mezz'oretta a tirare giù le bici dall'ammiraglia e per metterle a punto come si deve per un giretto come quello della Bike Xtreme.
Presa così la statale verso le 9.30 abbondanti con una temperatura già rovente ed un'umidità da cuocere le zucchine e carote, svoltiamo subito a destra in direzione Vesio con una bella rampetta di 6 km al 10% medio tutta asfaltata, che ci fa andare su subito la temperatura dell'acqua, tanto che anche i nostri telai sudano come poche volte. Qualche lieve difficoltà per Ivan a tenere la nostra marcia, ma ben presto anche lui troverà il giusto ritmo con la sua full Whistle.
A Vesio foto di rito ed ogni altra volta in cui si presenta a noi un'indicazione che indica "Passo Tremalzo" col relativo chilometraggio. Arriviamo rapidamente al lago sottostante l'Eremo di San Michele percorrendo un bel sterratino a quota 600 metri di altitudine. Qui ci scappa una ricarica alle borracce e dopo si comincia davvero a fare sul serio.
La nostra ascesa è fatta all'unisono, nel senso che sincronizziamo le nostre frequenze cardiache, la nostra cadenza pedalatoria, nonchè i respiri e tutti e quattro non triboliamo più di tanto a superare quota 1000, dove ci concediamo una meritata pausa con buffet di barrette del Lidl e dell'Eurospin.
Alla ripresa il Radu lamenta a più riprese di non averne di più - ma conoscendo l'uomo, mi immagino già che sia il suo solito bluff per creare una falsa aspettativa.
Alla cascata del Lavino nuovo abbeveraggio dove ci scambiamo con un gruppo di tedeschi tutti a bordo di full Canyon, che procedono con un ritmo inferiore al nostro, ma dimostrano tutta la loro determinazione a voler puntare in alto.
La scannata arriva puntuale in odore delle malghe di Ca' dell'Era e Ciapa, dove il ritmo passa da 145 bpm a 165 bpm e si va su a mulinate degne del PapàTaso che lancia l'esca al Conte Savoia. Sorprendente è l'azione di Ivan, che nonostante un biciclettina pesantuccia, va su bello spedito, tanto è vero che rimaniamo positivamente impressionati.
A pochi tornanti dal Rifugio Garda l'embolo scatta definitivamente: i battiti superano quota 170 bpm, il Radu mette il padellone e non rimane che rispondere per cercare di prendere i punti del GPM di prima categoria. Arriviamo al rifugio in totale apnea, ma il pranzo e il tavolo sono nostri di lì a poco.
Piccola delusione per noi quando ci dicono che ci vuole almeno una bella mezz'ora per avere delle tagliatelle al capriolo e ci consigliano (male) per degli spaghetti al ragù, insomma veniamo assimilati alla clientela teutonica e questo ce lo leghiamo al dito per la prossima volta, ma l'offerta sul Tremalzo non è molto variegata: o te magni 'sta minestra, o te salti dalla finestra.
Tutta la nostra biancheria viene esposta a prendere aria e un po' di sole, ma l'è moia negà e la foschia e le nuvole non contribuiscono molto ad asciugarci i panni sporchi. Comunque se ne vanno una birra media per Radu e Matteo, una bottiglia di acqua gassata per Ivan e una coca media per il sottoscritto: passare alla cassa per il conto, grazie!
Torniamo in sella tutti felici di scollinare al Passo Tremalzo dove ci aspetta la galleria a 1865 metri, una sfilza di foto varie e poi giù non troppo forte per i tornanti che ci fanno abbassare di quota molto rapidamente. Il piacere inoltre di provare la full di Ivan, che mi fa assaporare degli ondeggi a cui non ero abituato e una sensazione di sicurezza su certi salti e pietre a cui non sono proprio solito con la mia nervosissima e reattivissima Scale.
Rimaniamo increduli alla vista prima di una moto custom, poi uno scooterone e infine di un Honda CBR sulla pietraia che porta al Tremalzo da Passo Nota! Povero Cibierre...
Il passaggio a Passo Nota è poca cosa, perché noi non vediamo l'ora di assaggiare la cosa più tosta della gara, cioè la discesa verso Limone. Prima saltiamo il percorso 103, poi al bivio tra 101 e 117 ci ripetiamo che è quello della gara, si, si è il 117.
Si comincia subito male tra un gradino di troppo e i primi tornanti belli strettini che ci impongono di scendere dalla bici per riuscire a girare. Mano a mano che scendiamo cominciamo a chiederci se sia effettivamente il 117 quello della gara e cominciano i primi porchi. Prendo il telefono e chiedo al Fabione, il quale dal divano e lo splitter dell'aria condizionata sulla pancia, mi dice molto laconicamente: "E' il 117, è bruttino".
Continuiamo a scendere: da bruttino, diventa brutto fisso fisso, qualche pacca nei maroni, qualche sobbalzo di troppo e gli scalini son sempre più grandi. Quando arriviamo ai canyon, molto mestamente ci diciamo che questa gara non si addice molto alle nostre doti velocistiche. Non ci rimane altro che scattare qualche bella foto soprattutto sul salto più alto: un bel metro di salto! Voglio vederlo Martino Fruet a farlo in sella alla bici!
La reimmissione sul sentiero 101 ci riconduce a qualcosa di più escursionistico e da lì in fondo non è che una bella discesa probabilmente tra il 25% e il 40% su una mulattiera ciotolata dove solo Umbano e qualche altro svitato può permettersi di lasciar correre le ruote.
Un breve goccino d'acqua alla fontana del Singol e continuiamo la nostra caduta libera che siamo praticamente arrivati a Limone.
Che dire a conclusione di questa giornata: ci siamo tolti questo sfizio o questa curiosità, cioè cercare di capire che emozioni adrenaliniche dia la Bike Xtreme. Noi non ne abbiamo trovate molte, se non quelle di paesaggi e viste mozzafiato. Sarà che la giornata era davvero torrida per pedalare da Limone fino al Tremalzo passando per Vesio, sarà che gli spaghetti al rifugio Garda non erano eccezionali dopo esserseli meritati mulinando per tutti i 1700 metri di dislivello, ma quello che ci è andato sicuramente di traverso è stato dover far a piedi parecchi tratti di quel chilometro o forse due del famigerato sentiero 117. Se fossi io l'organizzatore, farei scendere gli atleti dal sentiero 101, anche per questioni di sicurezza. I tedeschi andranno pure pazzi per quel genere di cose, ma proprio per quella discesa e per quel canyon sarei più per catalogare la Bike Xtreme come qualcosa da freeride o downhill, che da cross country o marathon.
Se io avevo una mezza idea di farla ad ottobre, mi ricredo fermamente e terrò la Bike Xtreme tra le gare da fare solo se è assolutamente necessario per il completamento di una serie di gare, come il circuito del Prestigio o dei Nobili. Penso proprio che alla seconda domenica di ottobre andrò volentieri a Valeggio sul Mincio per la garetta UDACE dove se magna pan e codeghin a fine gara...
Non contenti dell'escursioncina sul percorso della Bike Xtreme, il Ganassa della settimana e il compagno di merende oggi mi hanno chiesto la mia compagnia da Colognola ai Colli fino a Lago Seco in Valle di Rivolto.
Dopo aver organizzato pertanto il trasferimento del resto della famiglia verso Giazza, son partito di buona lena da Quinto di Valpantena verso le 7.45 in modo da farmi trovare all'appuntamento di Pieve pronto per risalire l'intera Val d'Illasi.
Dopo un breve riscaldamento i due soci di giornata cominciavano ad alzare il ritmo e la frequenza delle pedalate, tanto è vero che ci siamo mangiati qualsiasi cosa che non fosse motorizzata: sembravamo insomma gli ultimi rimasti per l'ultimo chilometro di uno squadrone Protour in configurazione cronosquadre. Io, da bravo vecchietto, me ne stavo a ruota fino a Giazza, senza permettermi mai di dare il cambio, tanto a tirare i due Ganassa si davano già sufficientemente da fare.
Dopo un breve abbeveraggio sia a Selva di Progno che a Giazza alla fontana del mio antenato Pfaffen Mercante, la risalita della Valle di Rivolto avviene che io non ci penso due volte a lasciarli sfogare, mentre io procedo col mio ritmo a 135-145 bpm, che tanto non cambia nulla ai fini della classifica.
Vengo a sapere che il Radu inscena il solito schema, in cui manifesta prima di essere moribondo e poi dà due pacche sui pedali, alle quali anche Matteo Ganassa prima recupera, ma poi non può nulla e molla a 150 metri dai cassonetti del Lago Seco. E' così che il figlio di Aldo conquista anche nella tappa di venerdì 21 agosto i punti del GPM - di seconda categoria - e la maglia a pois diventa definitivamente sua, grazie anche ai punti del GPM al Rifugio Garda sul Tremalzo, dove aveva perfino osato il padellone per la gioia del Max Maga.
Io arrivo staccato ai cassonetti, ma fresco come una rosa, tanto è vero che tutti e tre salutiamo la mamma Radu e la nipotina Gaia, e continuiamo fino alla sbarra che termina la striscia asfaltata oltre Rifugio Revolto.
Dopo una cochetta e qualche waferino offerto dalla Marcante Enterprises Unlimited, si torna giù a Lago Seco, dove il padre Aldo, gli zii, sorella, cognati e parenti tutti hanno ormai imbandito i tavolini e siamo pronti per un lauto ristoro a base di salsiccie, pasta e riso freddo.
Non può mancare la deliziosa torta - questa volta ai perseghi - della Cicci, mentre le piccole Gaia, Alice e il grandicello Enrico continuano a ronzare tra gli alberi e le frasche. Ovviamente il momento clou è quello in cui si arriva al cavatappi di Lago Seco, dove ci scappano sia un ripasso che un ottimo recioto di casa Zumerle.
Ci scappa perfino un bel riposino di una buona mezz'oretta, mentre solo verso le 17.30 ci rimettiamo i panni dei professionisti, pronti a buttarci di nuovo a capofitto nella Val d'Illasi.
La velocità di discesa è sempre elevatissima, da bravi ganassa quali siamo, ma quello che è sicuramente straziante è sentire che la temperatura e i livelli di umidità tornano abbastanza presto a livelli inaccettabili.
Verso Badia Calavena riprendiamo pure un gruppetto di bambini in erba, i quali inscenano dietro di noi volate ad ogni cartello del paese, pertanto adottiamo un livello di prudenza necessario a non causare ulteriore scompiglio tra i giovinetti, visto che avanziamo comunque a velocità tra i 45 e i 55 km/h, col battito cardiaco praticamente a 110 bpm.
Il Radu medita di staccarli tutti ai 75 km/h stile Cavendish, ma forse non è il caso vista la sua guarnitura compact. Quando ad Illasi torniamo da soli, un breve tirone invece del sottoscritto ai 59 km/h, forte del suo padellone da 53 denti.
Salutati gli amichetti di merende in quel della Pieve, il ritorno verso Quinto avviene lungo la solita direttrice San Giacomo-San Martino Buon Alberto e industrie Aia. Alla sera saranno 112 km fatti in scioltezza, tutto un altro andare rispetto ai più di 200 km fatti nei giorni precedenti con la Scaletta.
Roel Paulissen si conferma campione del mondo Marathon. Dopo la vittoria a Villabassa nell'edizione 2008 della Dolomiti Superbike, il campione belga a Stattegg, piccola cittadina vicino a Graz si ripete e conquista anche i mondiali 2009.
Quest'anno la gara, che prevedeva 104 km e un dislivello di 3800 metri, è caratterizzata da innumerevoli difficoltà tecniche per tanti atleti dovute alla pioggia caduta nei giorni antecedenti la gara, mentre per Roel Paulissen tali difficoltà sembrano non ostacolarlo verso la vittoria con una media di 22,7 km/h, sicuramente molto indicativa dell'impegno richiesto. L'anno scorso, invece, la vittoria era arrivata a tavolino, per la squalifica di Christoph Sauser che, a giudizio della direzione gara, commetteva una scorrettezza, chiudendo la strada a Paulissen nella volata dell'arrivo.
Secondo classificato comunque l'austriaco Alban Lakata a 51" e Christoph Sauser a 4'39".
Tra gli italiani il migliore è Cioni (7°) a 8'49", a seguire De Bertolis (12°) a 11'12", Celestino (15°) a 14'06", Pirazzoli (27°), Pallhuber (30°), Simoni (31°), Visinelli (37°) e Felderer (47°).
Tra le donne la tedesca Sabine Spitz si aggiudica il mondiale Marathon 2009, corso su un percorso accorciato di circa 20 km rispetto a quello maschile.
L'anno prossimo i mondiali arriveranno in Germania, a Saint Wendel, mentre nel 2011 tornano in Italia al Montello.
Per tutti i risultati, le notizie e le classifiche maschili e femminili vi rimando al sito della gara austriaca.
Ecco online su Picasa la gallery di Matteo Milani della Bike Xtreme, provata giovedì scorso in quattro, tanto per rendersi conto di cosa sia 'sta gara.
clicca per la vedere la gallery
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