Di Marco Tenuti (del 14/11/2011 @ 22:59:36, in MTB, linkato 1233 volte)
Stiamo collezionando rapidamente tutte le foto degli iscritti al nostro team per la realizzazione dell’album “NOI Sportivi di Grezzana 2011” a cura di Studio Edizioni (www.noisportivi.it). Questo studio grafico sta collezionando tutte le foto degli atleti iscritti a società sportive della nostra cittadina ed in generale dell’intero comune di Grezzana.
Abbiamo pertanto deciso di dedicare due appuntamenti perentori per la realizzazione della foto che finirà sull’album:
All’appuntamento è tassativo presentarsi con la maglietta estiva 2011. Se per te fosse impossibile essere presente ad uno di questi due appuntamenti, dove scatteremo una foto per ognuno dei presenti, puoi inviarci lo stesso all’indirizzo e-mail info@turnoverteam.it un’immagine in formato JPEG di ottima qualità in cui tu sia ripreso in “posizione da fototessera” con la divisa ufficiale Turnover Studio Rehab possibilmente aggiornata a quest’anno, su sfondo bianco.
Le foto mandate via e-mail verranno sottoposte al nostro vaglio e a quello del responsabile della pubblicazione e ne verrà valutata la bontà alla pubblicazione. Le foto ritenute non adeguate verranno scartate a nostro insindacabile giudizio.
Ricordati comunque che è necessario passare in negozio per firmare la liberatoria, che autorizza l’editore dell’album ad utilizzare le foto per la pubblicazione.
Si ricorda infine a tutti che verranno pubblicate sull’album solo le foto che ci sono pervenute. Chi non si è dato da fare per farci avere la foto, non sarà presente sull’album 2011. Avvisa pertanto i tuoi amici più stretti di questa urgente necessità, cioè di far avere tutte le foto entro sabato 19 novembre.
Siccome ogni anno si sente la stessa tiritera al riguardo del Canone RAI, ho fatto la cosa che riesce semplice a tanti, cioè cercare in rete su cosa succede negli altri stati europei.
Tante lamentele nascono dal fatto che tantissima gente lo ritiene una tassa illegittima, vuoi perché è collegata direttamente alla proprietà di un televisore - trattasi pertanto di una tassa patrimoniale a tutti gli effetti - vuoi perché le reti televisive RAI non sono regolarmente emesse sull'intero territorio nazionale - infatti da quando si è passati al digitale terrestre (DVB-T) in tante regioni, tanti utenti sono stati costretti a passare alle piattaforme satellitari Sky o a Tivusat per continuare a vedere la tivù, a causa di un segnale digitale troppo debole per garantire una qualità minima - vuoi anche perché tantissima gente è assolutamente insoddisfatta del servizio pubblico politicizzato, che tra l'altro è pure finanziato in maniera importante dalla pubblicità.
Non è comunque mia intenzione dirimere la faccenda, ossia se sia giusto o meno pagare il canone TV. Ho già espresso la mia idea sulle tasse in più occasioni con amici, parenti e colleghi di lavoro: ogni tassa patrimoniale, a mio modo di vedere, è ingiusta, così come lo è anche il canone RAI in quanto "tassa di proprietà".
Il 90% delle famiglie italiane lo paga, un buon 10% no, ma questo è un'altra storia. Io ho cercato in rete cosa succede nel resto dell'Europa.
Certo è che la natura del titolo che ho dato a questo articolo è chiaramente provocatoria. Potremmo girare la frittata, ponendo piuttosto la questione non del fatto che il canone TV sia giusto o meno pagarlo, ma "è giusto pagare più di 100 Euro per il servizio della tv pubblica italiana, vista la spartizione politica"?
Sulla rete ho trovato questo articolo di Boris Bivona, che trovate integralmente a questo URL sul sito Fisco Oggi.
Il pagamento di una tassa per la detenzione di apparati atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall'articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato da alcune sentenze della Corte costituzionale. La ragione per cui l'Italia, al pari di molti altri paesi europei, ha adottato il sistema dell'esperienza televisiva intesa come servizio pubblico culturale e pedagogico, quindi soggetto a tassazione, deve rinvenirsi nel momento storico postbellico in cui la tivù di stato diventa il simbolo della rinascita e dell'unificazione sociale.
Il ministero dell'Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa, mentre il restante 0,44 per cento è di proprietà della Siae (dati relativi al 2008-2009).
I giudici di legittimità, con riferimento alla natura giuridica del "balzello" televisivo, hanno avuto modo di fornire chiarimenti al riguardo in diverse occasioni. La sua istituzione deve rinvenirsi non tanto nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che lega il contribuente, da un lato, e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico, dall'altro, ma nel fatto che si tratta di una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio. La sua riscossione è affidata allo Sportello abbonamenti TV, gestito in concessione dalla RAI per conto del ministero dell'Economia e Finanze.
Sorprendentemente, la tassa pagata in Italia risulta essere, in confronto tra i Paesi dell'Europa occidentale, la più bassa. Secondo i dati forniti (nel 2006) dall'Osservatorio europeo dell'audiovisivo, l'importo medio a livello comunitario proveniente dal canone televisivo dovrebbe attestarsi a 118 euro per famiglia nel 2009. Al riguardo, occorre, tuttavia, osservare la differente partecipazione al finanziamento della tv pubblica degli altri Paesi europei distinguendo la parte fiscale (il canone) e quella commerciale (pubblicità).
In Gran Bretagna, la BBC, che propone 8 canali tv interattivi, 10 network radiofonici, più di 50 emittenti TV e radio locali, viene finanziata ogni anno esclusivamente attraverso il canone pari a 176 euro. Particolarmente severe risultano, poi, le sanzioni per chi viene scoperto moroso o evasore della tassa sulla Beeb (come viene soprannominata dai Britannici la BBC) che arrivano anche alla custodia cautelare.
In Germania, i tedeschi sborsano ogni anno una tassa, pari a 206,36 euro per due canali pubblici (ARD e ZDF) che possono, tuttavia, trasmettere anche spot pubblicitari ma soltanto in una specifica fascia oraria dei giorni lavorativi, e cioè tra le ore 17 e le 20.
In Francia la tassa ammonta a 116 euro, ma la riforma del sistema radiotelevisivo prevede dal 2009 lo stop agli spot - ammessi solo durante gli intervalli naturali dei programmi - e la tassazione dei guadagni pubblicitari delle emittenti private e delle entrate degli operatori di telecomunicazione.
Islanda (RUV), Svizzera (SSR SRG), Austria (ORF), Norvegia (NRK) e Danimarca (DR e TV2) si contendono la leadership dei Paesi europei in cui il canone tocca le quote più elevate, superando i 250 euro annui.
In Islanda il canone ammonta a 346,59 euro e la tv viene finanziata pure dalla pubblicità; in Svizzera 292 euro con spot; in Austria tra i 223,32 e 284,52 euro, oltre alla pubblicità che varia a seconda della regione, in Norvegia 270 euro senza spot; in Danimarca, infine, costa 215,40 senza spot. Sono, altresì, senza spot le tv di Stato della Svezia (SVT) e della Finlandia (YLE) la cui tassa è rispettivamente pari a 210 euro e 208,15 euro l'anno.
In Belgio il canone ammonta a 149,67 euro dove è permessa la pubblicità (la Tv federalista fiamminga, RTBF, VRT e BRF, preleva l'importo direttamente dalla dichiarazione dei redditi). In Irlanda alla pubblicità si affianca il canone di 160 euro.
In Romania (TVR) esiste una tassa sulla radiotelevisione da 12 euro a 150 euro, che varia in base al reddito, alla quale si aggiunge il finanziamento pubblicitario. A 132 euro sta pure la tv di Stato della Slovacchia che si finanzia anche con gli spot commerciali.
Ora ricordiamo anche che ci sono alcuni stati in cui la tivù pubblica non è così esosa ed il cui canone è inferiore ai 100 Euro, vuoi perché il reddito procapite medio è decisamente più basso, ma anche perché la produzione della tv di stato non è così ricca e variegata, come negli stati più grandi. Il 58% delle entrate della Tv pubblica Rtsh dell'Albania viene ricavato dalle tasse, il rimanente 42 per cento da pubblicità e abbonamento pari a 6,30 euro. In Bosnia il canone è pari a 36 euro (al quale si aggiunge la pubblicità). In Croazia la tassa (mediamente 100 euro) equivale all'1.5 % della retribuzione annuale, ma è prevista pure la pubblicità. A Cipro il canone si riscuote con la bolletta elettrica (in più c'è la pubblicità). Nella Repubblica Ceca alla pubblicità si aggiunge il canone di 56,90 euro.
La tv pubblica della Grecia (EPT) si finanzia, invece, attraverso la bolletta elettrica (il canone è pari a 51,60 euro ed è permessa la pubblicità). In Macedonia la tassa ammonta a 57 euro e si paga con la bolletta della luce (la tv trasmette anche la pubblicità). A Malta circa il 66 per cento dei ricavi proviene dal canone (pari a 34,40 euro), il 33% dalla pubblicità.
In Montenegro ogni mese il canone costa 3,5 euro, ma la tv si finanzia anche con la pubblicità così come in Polonia dove il canone costa 53 euro.
Infine le "isole felici": In Europa ci sono i paradisi fiscali televisivi. Alcune nazioni, infatti, non prevedono o hanno totalmente abolito la tassazione sulle tv. Ad esempio nei Paesi Bassi (Netherland 1, 2, 3), Portogallo, Ungheria e Spagna (dove, con alcuni tetti, è consentita la pubblicità). In quest'ultima nazione, a ben vedere, vige un sistema "misto" di finanziamento per la tv pubblica (TVE). Il 50 per cento poggia su sovvenzioni statali, il 40 per cento sugli introiti pubblicitari e il 10 per cento dalla vendita dei programmi tv. La pubblicità diminuirà entro il 2010 per passare a 9 minuti all'ora. Ciò che rende il panorama spagnolo molto differente rispetto agli altri Paesi Ue è la notevole libertà concessa alle comunità autonome (come quella della Catalogna e della Navarra) nel settore dell'audiovisivo: insomma un federalismo fiscale televisivo.
Di Marco Tenuti (del 23/11/2011 @ 00:51:34, in rally, linkato 1766 volte)
Che i francesi ci sapessero fare con le trazioni anteriori (TA) non è niente di nuovo. La scuola di "vetturette" a due ruote motrici a trazione anteriore ha una quantità di vetture imbarazzante nella storia dell'automobilismo rallistico: Renault 5 GT Turbo, Renault Clio 16v, Clio Williams, Clio RS, Clio RS2, Clio Light ed ora anche la Megane RS e l'ultimo aggiornamento tecnico Megane RS Trophy.
Una vettura dotata del "classico" duemila turbo, con 250 cavalli rimappati a 265, un ottimo telaio, una buona distribuzione di pesi ed un autobloccante che scarica a terra a dovere la cavalleria.
Niente di eccezionale, ma sarà stato il manico del collaudatore (Laurent Hurgon) ed anche il set di gomme Bridgestone, fatto sta che il tempo di 8'07"97 è eccezionale per una trazione anteriore al circuito del NĂĽrburgring, il Nordschleife per l'esattezza.
E' una foto scattata ai Campionati mondiali di Ciclocross Singlespeed (SSCXWC), che si sono corsi la settimana scorsa al Golden Gate Park di San Francisco, California.
C'è che viaggia spensierato, c'è chi gareggia e c'è chi prende troppa aria dal manubrio.
Si ringrazia "anomaly" del forum di MTBR.com per la bellissima foto.
(Non mi torna cosa ci faccia uno con la bici da ciclocross coi cambi al campionato mondiale di Ciclocross Singlespeed, ma indagherò)
Di Marco Tenuti (del 23/11/2011 @ 22:38:21, in auto, linkato 914 volte)
La quinta stella non viene rilasciata alla vettura torinese nella versione che si accinge a sostituire l'attuale serie in produzione dal 2004, per il fatto che l'ESP, cioè il controllo elettronico di stabilità (Electronic Stability Program) non è di serie, accessorio che diventerà obbligatorio a partire dall'anno prossimo in tutta la comunità europea, per tutte le vetture in produzione.
Per carità, se io ce lo avessi l'ESP, lo disabiliterei. Intanto mi godo ancora la vecchia Puntopower che non ce l'ha... viva il traverso, il sottosterzo ed il sovrasterzo!
Sorgente del video è Italiaspeed, seguita sempre dal mio amico Edd Ellison.
Ho trovato un interessante articolo di Joe Wilcox al riguardo dell'ultimo servizio lanciato da Apple, iCloud. L'articolo originale lo trovate a questo URL. Io mi limito a tradurlo e a riassumerlo per la vostra curiosità.
Vale sempre il proverbio "meglio tardi che mai". Anche questa volta Apple probabilmente è arrivata in ritardo. E' successo in passato per Apple, è successo questa volta e aspettatevi che succeda ancora in futuro dalla casa di Cupertino.
Apple è arrivata in ritardo con la musica, quando nel gennaio del 2001 ha lanciato iTunes. La rivoluzione di Napster si era spinta parecchio in avanti e grazie a questo i produttori di macchine Windows erano riusciti a vendere un sacco di masterizzatori CD. Guardate invece adesso alla Apple e alla musica. Stessa cosa nella fonia, Apple è arrivata in ritardo con gli smartphone e i tablet. Adesso che ha già rilasciato più di 200 milioni di dispositivi con iOS, di cui 25 milioni di iPad in soli 14 mesi. La lista potrebbe andare avanti, ma avete capito il concetto.
Ora Apple arriva in ritardo anche col cloud e voilà, che tempismo! Il servizio di Apple, iCloud, è fondamentalmente diverso dai servizi di cloud computing che si sono visti sino ad ora. E' vero che i Mac fanatici potrebbero obiettare che Apple non è arrivata affatto in ritardo, perché prima c'era già MobileMe. Solo che quest'ultimo era un servizio assolutamente incompleto, se confrontato con l'offerta di Google. Apple però si rimboccata le maniche, ha preso e sorpassato Google in un colpo, cambiando sostanzialmente la modalità con cui i servizi della nuvola vengono erogati. Pertanto vediamo subito in 5 punti quali sono le cose da sapere sulla "nuvola" di Apple.
1. iCloud è più push che pull. Detto così in italiano non si capisce un granché. La maggioranza dei servizi cloud posta verso il server i contenuti, più che scaricarli o distribuirli in giro. Questo è quello che fa Google. Gli utenti memorizzano i messaggi e-mail nella nuvola o ci caricano su la musica allo scopo di ascoltarla nuovamente in streaming sui vari dispositivi. Stessa cosa per le foto. I documenti Google Apps sono creati addirittura sulla nuvola e rimangono lì; è sempre l'utente che si prende la briga di scaricarli se li va ad esportare.
La differenza è molto semplice: la maggioranza dei servizi di cloud computing richiede processi manuali per caricare o scaricare i contenuti. iCloud invece fa il grosso del lavoro automaticamente ed è concepito più per scaricare i contenuti verso i dispositivi più che conservarli sulla nuvola.
2. iCloud è principalmente un servizio di sincronizzazione. Per tanti utenti abituati coi servizi come Dropbox o anche Windows Live SkyDrive, iCloud sembrerà né più né meno che un servizio di storage online. Non è così, anche se tale prestazione è comunque disponibile. La memorizzazione c'è per facilitare la sincronizzazione tra i dispositivi - computer Mac, PC Windows, smartphone, player MP3 e tablet vari. Altri servizi si sincronizzano primariamente con la nuvola, mentre il servizio di Apple usa la nuvola per sincronizzare il contenuto tra i dispositivi.
Nel 2006 qualcuno aveva cominciato ad decantare l'importanza della sincronizzazione ed il fatto di essere una killer app. Ed infatti Apple ha intrapreso un miglior approccio verso la sincronizzazione, concentrandosi sul beneficio fondamentale per gli utenti: la semplicità. Non è pertanto sorprendente che Apple abbia un approccio di sincronizzazione tra tutti i dispositivi. Dopo tutto la società genera il grosso del suo fatturato dalla vendita dell'hardware e non offrendo servizi cloud.
Icloud può sincronizzare calendari, contatti, documenti, e-mail, foto e anche musica, oltre ad altre categorie di contenuti.
3. iCloud rimpiazza iTunes come principale centro della sincronizzazione Apple. Questa è probabilmente la funzione più significativa da un punto di vista strategico. La sincronizzazione è stata la killer feature di iTunes sin dal rilascio del primo iPod nell'ottobre 2001. Col passare degli anni iTunes è diventato in principale connettore per la sincronizzazione per Apple, solo che era nel posto sbagliato, soprattutto per le grosse aziende che hanno bisogno di amministrare iPad e iPhone. Il player musicale di Apple è stato uno strumento di sincronizzazione antiquato per troppo tempo, soprattutto quando Google si è messa ad offrire un eccellente sincronizzazione coi dispositivi Android.
iCloud rimpiazza iTunes e ne estende ulteriormente le sue capacità, come ad esempio sincronizzare più tipologie di contenuti. Anche le applicazioni e la muscia sono sincronizzate dal cloud, mentre non c'è affatto bisogno di usare iTunes.
4. iCloud non è un servizio di streaming di musica. Questa era una delle indiscrezioni che erano circolate sul conto di iCloud prima che uscisse: iCloud, un servizio di streaming musicale. Ma non lo è.
Le speculazioni parlavano di un servizio come Amazon o come Google, cioè un qualcosa che di fatto esisteva già e che la gente già utilizzava. Amazon ha lanciato il suo Cloud Player e i Cloud Drive Services a marzo 2011. Google Music è invece ancora in beta. Quello invece che ha fatto Apple è decisamente meglio. Sempre mantenendo il download automatico come principio principale, iCloud distribuisce il contenuto all'utente proprio attraverso lo scaricamento e la sincronizzazione tra i dispositivi. I due servizi di Amazon e di Goole invece consente agli utenti di caricare le loro librerie. Da parte di Apple invece la sua tecnologia push è una gran cosa. Apple sa già benissimo qual è la musica che hai comprato da iTunes.
5. MobileMe adesso è gratis. Apple chiedeva 99 dollari all'anno per quel servizio e anche di più per il servizio per cinque membri familiari attraverso il Family Pack. Con iCloud MobileMe diventa gratis e ci sono ben 5 GB di spazio disponibile. Ma Apple non considera le applicazioni comprate, gli ebook, la musica e le foto nel calcolo delle dimensioni dello storace. Perché? Come è stato scritto prima, iCloud non è un servizio di memorizzazione, ma solo sincronizzazione.
La parte di MobileMe è oltretutto senza pubblicità, che è assolutamente inusuale per i servizi cloud in questo periodo.
Per tutti quanto lo spazio del cloud sarà oltre i 5 GB, dietro un compenso di 25 dollari annuali. Per la musica che la gente non ha comprato da Apple, il servizio scansiona i brani e li riconosce usando il catalogo di 18 milioni di canzoni. Queste canzoni vengono aggiunte alla libreria e messe a disposizione per la sincronizzazione o il download in formato AAC a 256 kbps. Ancora una volta è tecnologia push. Gli utenti non devono buttare sulla nuvola niente.
Di Marco Tenuti (del 27/11/2011 @ 09:23:24, in MTB, linkato 7996 volte)
Premetto che non ho deliberato ancora nulla circa la mia partecipazione, ma non nascondo di essere fortemente tentato anche per il 2012. Quali i motivi? Semplice. Adesso bisogna portare a casa un numero minimo di 24 stelle, anziché le 21 necessarie per le edizioni 2010 e 2011, quindi la sfida è più impegnativa. Secondibus il fatto che ci sia a pochi chilometri da casa mia sia la Divinus Bike in versione Marathon che la Valleogra significa che 8 stelle, cioè 1/3 del minimo necessario ce le ho a neanche un'ora da casa, a riprova che la provincia di Verona, oltre ad avere 4 gare nel circuito, è di fatto l'ombelico del Prestigio MTB.
Pertanto non mi dilungo e vado subito con le gare in programma, cosa che trovate anche nell'edizione di dicembre 2011 di MTB Magazine.
(alcune date sono provvisorie o indicate in base alla programmazione nel 2011)
La mia intenzione circa il Prestigio MTB 2012 è sempre quella: correre tante gare, famiglia permettendo, magari anche impegnative come alcune marathon e possibilmente provare gare nuove, rispetto a quelle che già conosco e che ho già pedalato.
Chi vuole farmi compagnia nel 2012 in questa nuova avventura?
A parte le questioni di natura ambientale, che sono assolutamente di primaria importanza rispetto a tutto il resto, io ho sempre personalmente osteggiato l'uso dell'acqua imbottigliata, perché è semplicemente antieconomico per le mie tasche e per le tasche di tutti noi consumatori.
Infatti non ho mai consumato in maniera sistematica l'acqua in bottiglia, ma quasi sempre quella del rubinetto. Il problema è che l'acqua che esce dal rubinetto, almeno qui a Grezzana, ci dicono essere non inquinata e di essere costantemente analizzata e controllata, però rimane il fatto che è piena di calcare, sabbia e terra e l'azienda municipalizzata fa poco o nulla per ridurre questo aspetto, che andrebbe invece considerato, tanto quanto quello della composizione chimica. E pensare che una volta a Grezzana e frazioni si pompava dentro l'acquedotto comunale acqua proveniente da sorgive locali, invece da più di un decennio ci fanno bere l'acqua della pianura, pompandola su da Verona. Davvero una cosa che ha alcun senso logico.
Tornando però all'aspetto puramente consumistico, ci hanno sostanzialmente inculcato attraverso le più rodate strategie del marketing che l'acqua in bottiglia è meglio di quella del rubinetto, spaventandoci, seducendoci e inducendoci a pensare sbagliato.
Di Marco Tenuti (del 01/12/2011 @ 16:52:52, in MTB, linkato 4959 volte)
Toni Mondin, collaboratore esterno ed amico da sempre della Concrete, amante della mountain bike a tutto tondo, dopo aver provato tante esperienze marathon ed endurance nel continente europeo - ricordo il suo Prestigio MTB 2008 - si è dato già da qualche anno all'escursione estrema.
Cliccate la foto qui sotto per un report fotografico sulla sua ultima esperienza nel deserto di Atacama in Cile, in compagnia di altri escursionisti veneti e della sua Cannondale Scalpel.
Immagino che si tratti di un'esperienza probante, ma a dir poco fantastica.
Di Marco Tenuti (del 02/12/2011 @ 10:57:22, in MTB, linkato 4357 volte)
Giovedì 1 dicembre è stato il primo giorno utile per iscriversi alla Dolomiti Superbike ed è stato un partire col botto, con qualcosa come 499 iscritti in meno di 24 ore. Davvero qualcosa di impressionante per la gara più bella nel panorama delle Dolomiti, messa solo ora in discussione dalla Sella Ronda Hero, che a detta di tanti ha uno scenario paesaggistico insuperabile ed una difficoltà agonistica assolutamente elevata.
Anch'io sono uno dei 499 iscritti, che ha proceduto nel primo giorno utile, facendolo poco dopo la mezzanotte.
Pare però che io non sia l'unico veronese "tuto mato" a mettere il mio nome nell'elenco partenti, ma siamo in 6 uomini ad averlo fatto.
Mancano però solo 217 giorni alla partenza, come recita il contatore in home page nel sito della Dolomiti Superbike.
L'edizione 2012 sarà quella in senso antiorario, cioè quella che prevede l'ascesa iniziale a Prato Piazza, che è anche quella più impegnativa tra i due sensi di marcia, anche se conta molto cosa c'è nel mezzo tra Prato Piazza e San Silvestro a fare la gara più o meno dura. Sarà l'edizione numero 18 ed è l'appuntamento più importante della stagione della MTB italiana. Anche il Prestigio MTB la annovera tra sempre tra le gare "must" tra quelle del calendario italiano.
Adesso non rimane che prepararsi per l'evento e per le altre marathon che caratterizzeranno probabilmente la mia stagione 2012.
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