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 Dopo Prato Piazza è la volta di buttarsi verso Carbonin (Dolomiti Superbike 2012)... di Marco Tenuti
 
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Me par che la gamba la tira ben anca de drio. Sa disito?

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Di Marco Tenuti (del 18/05/2010 @ 19:36:09, in MTB, linkato 1305 volte)

Il buon Orlando non smentisce la sua devozione per il territorio e il merito dell'appellativo attribuito da ormai qualche anno, cioè "Paolo Gipiesse", prendendosi la briga per tutti e soddisfare anche la sua curiosità nell'andare a vedere che ne sarà della seconda parte del percorso Marathon della Lessinia Legend 2010.

Il primo dubbio rappresentato dall'attraversamento del Vaio dell'Anguilla, da Boscochiesanuova ad Erbezzo, non è risolto nella giornata di sabato, in compagnia di Franceschino, il Signore delle Antenne e del Conte Savoia, quando la scelta di camminare il sentiero E5 si rivela ardua e inidonea in sella alla bici. E' così per la seconda parte del pomeriggio viene utilizzata dal Paolo per provare il varco leggermente più a sud rispetto alla risalita sull'E5.

Se non fosse che arriva anche il comunicato n.17 degli organizzatori della Lessinia Legend, con la sfida nella sfida, cioè la "restituzione dell'iscrizione" a chi riesce a fare in sella i 300 metri di questo tratto impossibile, cioè poco prima del Manar di Erbezzo, con tanto di incaricato appostato a controllare e a prendere il pettorale di chi ce la farà.

Non solo: Paolo porta a compimento la quadratura del cerchio, riuscendo in qualche modo a passare da Erbezzo a Ceredo e poi da Ceredo fino al Vaio della Marciora, prendendo così la via che porterà a Crestena e in direzione Ponte di Veja. A questo punto la Lessinia Legend 2010 la conosciamo metro per metro ed pronta per essere servita a tavola!

Non mi rimane che ringraziare Paolo e lasciarvi alle sue mappe e alle sue puntuali osservazioni.

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Di Marco Tenuti (del 18/05/2010 @ 19:33:57, in MTB, linkato 961 volte)

Il Miglio, dopo alcuni weekend passati dentro la "gabbia" dell'ufficio, mette assieme un po' di giorni di ferie e va ad allenarsi con gli uomini Lampre, che non sono in corsa al Giro d'Italia.

Il Miglio si allena con la Lampre

Al tuo ritorno ti vogliamo vincente!

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Di Marco Tenuti (del 18/05/2010 @ 17:16:48, in cultura, linkato 1981 volte)

Siccome sono direttamente coinvolto nella cosa da domenica pomeriggio, eccomi ad esporvi una breve trattazione del Raffreddore, che ho trovato su Medicina Live.

I raffreddori comuni, diversi dalle riniti e dai raffreddori allergici, sono delle infezioni che colpiscono gola e naso. Nella maggior parte degli adulti compaiono sintomi del raffreddore due o tre volte all’anno, mentre nei bambini avvengono sei-otto volte.

CAUSE: Ci sono più di 200 diversi virus che causano il raffreddore comune, i più diffusi dei quali sono i rinovirus, ma anche coronavirus, adenovirus e virus respiratorio sinciziale (RSV, più comune nei bambini). E’ molto facile raffreddarsi perchè se il sistema immunitario di un corpo sviluppa l’immunità adatta ad un tipo di virus, potrebbe essere contagiabile da un virus diverso. Il virus potrebbe essere diffuso da starnuti e tosse. Il modo più comune di diffusione è il contatto diretto con una persona infetta. Tipicamente, la persona con il raffreddore tocca il proprio naso o mette la mano davanti alla bocca quando tossisce, lasciando migliaia di microscopiche particelle virali sulla propria pelle. Quando poi tocca un oggetto come una maniglia, un carrello della spesa o stringe la mano di qualcun’altro, vi lascia attaccato il virus. La prossima persona che toccherà l’oggetto sarà infettata. Bastano una dozzina di particelle virali per attaccare il raffreddore. Se la persona che ha raccolto il virus si tocca il naso o gli occhi, lo deposita in questo modo in un ambiente caldo e umido, l’ideale per prosperare. Le particelle virali si addensano nelle adenoidi sul retro della gola, dove si riproducono. Infine, una volta mature, rilasciano migliaia di nuove particelle virali per la diffusione in altre cellule. Questo processo è molto rapido, dura solo da 8 a 12 ore dall’arrivo del virus.

SINTOMI: I sintomi si sviluppano rapidamente, entro circa dieci ore (periodo di incubazione). Essi sono causati per lo più dalla reazione del corpo al virus del raffreddore. Le ghiandole mucose aumentano il loro lavoro e di conseguenza, le vie nasali diventano gonfie e soffocate a causa delle secrezioni. I sintomi raggiungono il picco dopo 36-72 ore e comprendono:

  • Mal di gola secco (di solito il primo segno di un raffreddore);
  • Naso che cola e starnuti;
  • Voce rauca;
  • Naso bloccato;
  • Tosse;
  • Lieve mal di testa;
  • Febbre bassa;
  • Sensazione di malessere generale.

I sintomi dovrebbero iniziare a migliorare dopo tre giorni e possono sparire entro circa sette giorni (ma possono persistere fino a due settimane). Un caso su quattro non sviluppa alcun sintomo, forse perché il sistema immunitario non reagisce al virus nel modo solito. E’ facile confondere un raffreddore con l’influenza, ma in generale l’influenza è più grave e produce una febbre più alta (sopra i 38 gradi) e sintomi più generalizzati in tutto il corpo come muscoli indolenziti, letargia, brividi, nausea e vomito.

TERAPIA: Nonostante decenni di ricerca, non è semplice curare il raffreddore. Gli antibiotici usati contro le infezioni batteriche non hanno alcun effetto sui virus, e i farmaci antivirali utilizzati per altre infezioni virali non sono utili contro i virus che causano raffreddori. La maggior parte dei raffreddori guariscono con metodi non farmacologici come:

  • Essere ben idratati (bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno);
  • Utilizzare un umidificatore per evitare che il riscaldamento asciughi il rivestimento delle membrane mucose e le vie respiratorie superiori;
  • Curare la congestione nasale con inalazione di vapore;
  • Prendere un semplice analgesico come il paracetamolo o ibuprofene regolarmente;
  • Provare anestetici per la gola o fare gargarismi con l’acqua salata per migliorare il mal di gola;
  • Riposarsi e mangiare regolarmente per mantenere livelli di energia elevati.

I vantaggi dei supplementi di vitamina C sia per la prevenzione che per la cura del raffreddore rimangono controversi. Una recente revisione di più di 30 studi ha rivelato che durante i periodi di intenso stress le persone possono dimezzare la quantità assunta di vitamina C per curare il raffreddore. Alcuni sostengono che servono dosi molto più elevate di vitamina C. Molte altre terapie sono in fase di studio come quella a base di zinco e di erbe echinacee.

PROGNOSI: Se i sintomi persistono, consultare il medico. Gravi infezioni secondarie, come la polmonite, possono seguire al raffreddore, soprattutto se si è contratta l’influenza. Circa un raffreddore su 20 è complicato da un’infezione batterica che necessita la terapia con gli antibiotici. Tra i bambini, i raffreddori spesso portano ad infezioni batteriche all’orecchio, ma questo è molto meno comune negli adulti. Il raffreddore può anche aggravare l’asma e bronchite cronica.

PREVENZIONE: Il modo migliore per evitare un’epidemia è restare il più lontano possibile dagli altri nei primi 3 giorni in cui si è contratto il raffreddore, quando cioè c’è una presenza enorme di virus che potrebbe essere espulsa dal naso. Altri metodi sono:

  • Lavare le mani frequentemente;
  • Evitare di toccare il naso e gli occhi;
  • Utilizzare fazzoletti usa e getta.
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Di Marco Tenuti (del 17/05/2010 @ 13:59:42, in MTB, linkato 1032 volte)

Me lo hanno chiesto sul forum di MTB-Forum, e così lo metto anche qui sul mio blog. Sono infatti in tanti i concorrenti che provengono da fuori Verona, per la 14esima edizione della Lessinia Legend.

Il casello dell'autostrada dove uscire è VERONA EST, sulla A4. Una volta usciti dall'autostrada, rimanete sulla Tangenziale Est ed abbandonatela all'uscita di Montorio, che non è l'uscita di via Mattarana, ma quella dopo. Probabilmente il navigatore vi farà uscire all'uscita precedente, per raggiungere Montorio.

Sotto trovate la mia cartina. La freccia rossa è la direzione di provenienza della corsa dal centro di Verona. Parcheggiate pure la macchina nel punto B, che è in prossimità della rotonda di Montorio o, se preferite, lasciate la macchina dentro il paese. La gara si sposta verso il punto C, dove comincia la prima salita, cioè la Montorio/Olivé verso Pian di Castagné.

Dalla A4 alla rotonda di Montorio

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Di Marco Tenuti (del 16/05/2010 @ 16:13:18, in MTB, linkato 1737 volte)

I tre irriducibili sul Monte Tomba L'idea di non pedalare nel corso di sabato, ma di darci dentro stamattina è stata una buona idea.

L'appuntamento è col Papataso Fans Club e buona parte del team Focus Italia alla rotonda di Montorio per le 8.15, cioè assolutamente in anticipo rispetto al solito, ma tanto meglio visto il ricco programma. Dopo il rapido trasferimento da casa del Conte Savoia verso Montorio, col Conte che sfoggia una gamba da paura, mettendosi a menare subito il 44/11 sulla sua Verdona da 29", mentre io dietro in scia col 44/14 con ruote da 26", ai 42 km/h, un bel modo per arrivare caldi all'appuntamento!

Tre, due, uno via! Già da Olivé verso il Pian di Castagné la truppa parte a tutta e rimango subito impressionato dal ritmo: se si parte a ritmo XC, hanno davvero in mente di arrivare sul Tomba? Non mi perdo d'animo e rimango nelle retrovie col Magalini, il Cica e Luciano Recchia. Per fortuna che a Caiò gli animi si placano ed io stesso comincio ad ingranare decentemente solo all'altezza di San Rocco di Piegara. Da lì in poi l'arrivo alla Bettola di Velo propone una serie di passaggi molto suggestivi, ma anche impegnativi in taluni casi. Nonostante le piogge dei giorni scorsi il fango non è mai troppo e nonostante qualche problema di aderenza, la trasmissione non si sporca di fango.

Qualche foratura di troppo rallenta un po' la corsa del gruppo, ma consente ai più di stare compatti. Alla Bettola il Papataso alza le mani e decide di mettere fine alla sua sofferenza: davvero un momentaccio per Andrea, nonostante una bici nuova a casa tutta da scoprire e da affinare!

A Velo Veronese scatta la pausa brioches: non esito a condurre il Conte alla Pasticceria in direzione San Francesco e poco dopo si accodano tutti gli altri non sfegatati. Cappuccino e fettona di strudel per me e il Walter, mentre per il Conte brioche alla crema. La ripartenza verso Monte Purga è fatta ad un ritmo bello alto, complice la presenza dei Maddiline del Cerro ed io la soffro non poco, ma una deviazione verso contrada Al Pezzo ci fa perdere quota e anche sbagliare strada. E' però un lungo cementone con pendenza tra il 15% e il 30% a farci imprecare un po' tutti. Si fa fatica a salire ed è obbligatorio il 22/32. Questo pezzo segherà le gambe a tanti, visto che siamo si e no ad un terzo di gara...

Da lì in poi si comincia a gustare la vera Lessinia, con le mulattiere delimitate dalle lastre verticali ed i pezzi su prati al limite dell'equilibrio, dove non c'è tanto da scherzare...

Si guadagna però il Parparo Vecchio dove si mette finalmente la padella per un buon chilometro continuando a guadagnare qualche metro. Qui in tanti decidono di prendere la via di casa, mentre solo in tre rimaniamo convinti verso il Tomba. La fortuna di incrociare il team Tagliaro col capitano Radu, il Ridolfi, il Simone Pasetto ed il Bene di ritorno da un megagiro in BDC, cioè una parte della Cunego. Io, l'Anonimo e Benito caliamo l'asso e l'orologio non è tiranno.

L'ascesa al Malera è interrotta da una deviazione verso sinistra che ci fa stare poco sopra la provinciale che collega il Parparo a San Giorgio, solo che anche qui siamo ad un certo punto un po' carenti di frecce ed arriviamo a San Giorgio, saltando Passo Malera, dove invece un altro bel cementone al 20% ci ricorda di non esagerare. San Giorgio lo saltiamo a pié pari ed io e l'Anonimo saliamo in cattedra, intervallandoci un paio di volte con una bella mulinata che tira il collo al Benito, il quale manifesta di essere ormai alla frutta. Ciononostante lui tiene la ruota ed il tetto della Lessinia è sempre più vicino: la conquista della punta a 1766 metri la si fa su un bel pratone erboso al 25%, dove c'è da sputare sangue.

Per fortuna che il rifugio è aperto e scatta il panino con speck per l'Anonimo, mentre per me e Benito panino con salame e formaggio e cocacola a tutti!

L'animo è sereno, la soddisfazione è tanta e la fatica è già alle spalle. Una ricarica delle batterie è giusto quello che ci vuole e non esitiamo a mandare SMS e foto a tutti ancora prima di arrivare. In cima la temperatura non è delle più gradevoli ed il vento spira almeno ai 40 km/h, ma la freccia Lessinia Legend indica di scendere e questa volta la seguiamo con piacere. Da Passo Branchetto fino a Quinto, vento a favore, posizione aerodinamica e velocità di crociera stabilmente sopra i 45 km/h, con punte di 68 km/h sui lunghi rettilinei a Maregge, Tracchi, Boscochiesanuova e sul Briago.

Io e l'Anonimo continuiamo a fare i Ganassa, mentre Benito di conserva fa scorrere le sue ruotone con piacere.

A Orè di Stallavena, ci fermiamo qualche minuto per toglierci gli spolverini, ci supera Giorgio Garofoli che lo andiamo prontamente a riprendere in centro a Grezzana.

Che dire del Marathon della Lessinia Legend prima parte: percorso ed ambiente molto suggestivo e tipico della Lessinia, bello, bello, bello. Ci sono però delle "iniezioni" gratuite di passaggi da cross country che non ci aspetteremmo di trovare su un percorso marathon, ma il Poltronieri non è nuovo a queste cose. Speriamo che venga a più miti consigli dal Vaio dell'Anguilla in poi, con la pubblicazione del percorso definitivo, perché così com'è, non ci siamo proprio stando alle opinioni di chi ha "provato a provarlo".

Infine quattro parole sulla mia condizione fisica e psicologica: direi che ci siamo su tutta la linea. Alle gambe non devo chiedere troppo: loro sembrano rispondere bene una volta che son belle calde, quindi bisogna tenerle alimentate ed abbeverate e non vanno mai sovraccaricate con rapporti troppo duri. La determinazione non si mette in discussione. Bisogna solo usare la testa al 100% e la Lessinia Legend da 124 km dovrebbe essere alla mia portata. Yes we can.

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Di Marco Tenuti (del 15/05/2010 @ 12:18:28, in MTB, linkato 976 volte)

In attesa di commenti a caldo del Conte Savoia e dell'Orlando, pongo già la vostra attenzione sulla salita che porta dal Vaio dell'Anguilla verso Erbezzo, arrivandoci da contrada Rucchio.

Si guadagnano ben 250 metri di dislivello, spingendo la bici a piedi, roba da duri e puri...

L'ascesa del Vaio dell'Anguilla

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Di Marco Tenuti (del 15/05/2010 @ 10:52:33, in MTB, linkato 909 volte)

Pubblico volentieri la foto che mi vede in azione al Durello '10, scattata da un nuovo studio fotografico sportivo, Seiafuoco.it. La foto è senza dubbio sconcertante, per la quantità di fango già addosso, quando ero a 2/3 di gara. Visto che il fango trovato in gara non me lo sono certo dimenticato, il pensiero va a domenica prossima, alla Divinus Bike, che mi vedrà pedalare alla caccia di altre due stelline del Prestigio 2010.

Il Marcante al Durello '10 by Seiafuoco.it

Clicca qui per andare al sito di Seiafuoco.it.

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Di Marco Tenuti (del 14/05/2010 @ 01:01:23, in MTB, linkato 1172 volte)

Cari amici, alla fine il buon Luca Poltronieri, patron della Lessinia Legend, ce l'ha messo dentro! E' il canyon del Boarol! E' un canale che si percorre in discesa e che conduce dalle cave sotto la contrada Sengie verso l'abitato di Lugo di Grezzana. C'è solo però per chi fa il percorso corto, quello da circa 58 km e 1350 metri di dislivello in salita.

Un canyon naturale profondo 4-5 metri, lungo almeno 30 metri e largo in alcuni punti 3 metri... scenderete a piedi, a meno che vogliate fare i funamboli...

Il canyon del Boarol

Ringrazio l'Orlando per la foto molto suggestiva, che non è di impatto quanto il canyon visto dal vivo!

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Di Marco Tenuti (del 14/05/2010 @ 00:21:48, in MTB, linkato 1899 volte)

E' comparso da un giorno o due il percorso corto definitivo della Lessinia Legend 2010, dopo che sempre più biker lo hanno chiesto ardentemente agli organizzatori.

E' sostanzialmente un percorso che si snoda, sulla dorsale delle Torricelle, spingendosi in Alta Valpantena, completamente sulle tracce sterrate e asfaltate che mi sono più care, cioè che comprendono le Torricelle, i Gaspari, i Casotti, il Dondolo, la discesa verso Salvalaio, buona parte di Alcenago compreso il sentiero E5 sopra Vigo, la discesa del Boarol alle Sengie, l'ascesa a Ponte di Veja dal Vaio della Marciora e poi di nuovo a Verona, via asfalto, dopo aver passato gli abitati di Giare, Crosa di Schioppo, Chieve e Colombare di Villa.

Effettivamente di sterrati nella zona non recintati da proprietà private non ce ne sono moltissimi a disposizione. Agli organizzatori la scelta è stata abbastanza imposta dalla necessità di smaltire i parecchi concorrenti, che saranno però molto diluiti nella giornata di mercoledì 2 giugno.

L'asfalto sarà ahimé tantino per i palati più esigenti, ma ricordo a tutti che il Marathon - dall'alto dei suoi 124 km, i 3320 metri di dislivello e la cima Coppi a 1760 sul Monte Tomba - ha in abbondanza di tutto: asfalto, sterrato, salite, discese, muri, dislivello, vai, scollinamenti, mangiaebevi, passaggi a piedi, di tutto e di più!

Lo potete trovare qui.

Parte alta del percorso corto della Lessinia Legend 2010
clicca l'immagine per scaricare la traccia GPX

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Di Marco Tenuti (del 12/05/2010 @ 11:43:22, in MTB, linkato 1579 volte)

Stanno comparendo qua e là per la Lessinia le frecce dei percorsi della Lessinia Legend, in programma per mercoledì 2 giugno.

Questa foto l'ho scattata in cima alla salita di Pian di Castagné, dove si arriverà da una salita molto ripida, ma che, spero, non scoraggerà i più che hanno finora scelto il Marathon.

Ricordo a tutti che son previsti due percorsi e che il Marathon è davvero tosto, anzi, tostissimo...

Compaiono le frecce della Lessinia Legend 2010
clicca la foto per andare al sito della Lessinia Legend

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