Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ora io non conosco esattamente la casistica e il pattern per riprodurre il bug, ma io ci son finito dentro. In tutta onestà si tratta di un banale bug cosmetico, però può trarre assolutamente in inganno, perché non riuscite più a sapere quand'è che siete ritornati sotto copertura del vostro operatore e non più in roaming.
Succede che se vi imbarcate su un traghetto della Moby - uno di quelli che attraversano il Mar Tirreno e vi portano ad esempio in Sardegna - dopo un po' che siete al largo dalla costa, il vostro telefono proverà ad andare in roaming su un operatore mobile "straniero", la svedese SEANET da quanto mi risulta, che vi garantisce la copertura telefonica anche sul traghetto a mare aperto, alla modica cifra di 1 Euro/min. Per carità, piuttosto che niente, meglio utilizzare questo servizio di roaming, comunque il vostro telefono vi indicherà che siete in roaming, nello stesso modo in cui indica un operatore straniero quando siete all'estero.
Anche il mio iPhone si è messo ad indicare SEANET come operatore in roaming. La cosa singolare è che una volta arrivato sulla terra ferma in Sardegna, ormai lontano a qualche chilometro dal porto, l'indicazione SEANET è rimasta e non se ne è più andata via: l'iPhone continua ad indicare l'operatore in roaming SEANET, anche se siete tornati sotto la copertura del vostro operatore Vodafone!
La paura era quella di essere ancora in una modalità roaming e di "mangiarmi" tutto il credito residuo Vodafone semplicemente scaricamente un po' di megabyte, come sono solito fare col pacchetto Mobile Internet, che uso da ormai due anni.
Così mi son rischiato ed ho scoperto che ero sotto copertura Vodafone IT, nonostante il telefono continuasse ad indicare SEANET. Conferma di questo bug su iOS 3.0 ce l'ho avuta, quando ho cercato sulla rete ed ho trovato qualche post e thread sul forum di Macitynet, ma non solo.
La soluzione suggerita è quella di spegnere il telefono, accenderlo con una SIM diversa da Vodafone come Wind, rispegnere il telefono e riaccenderlo nuovamente con la vostra SIM Vodafone abituale.
Ed infatti son riuscito nella cosa, una volta rientrato a casa e al lavoro, quando un mio collega mi ha imprestato la sua SIM Wind per fare il giochino. Il mio iPhone è tornato ad indicare di nuovo "voda IT", com'è sempre stato in Italia.
Ecco come fare per risolvere il problema di SEANET anche a voi:
- spegnete il vostro cellulare con la vostra SIM Vodafone
- accendetelo con una SIM Wind e digitate l'eventuale PIN per sbloccarla
- il cellulare dovrebbe indicare inequivocabilmente "WIND IT", se sotto copertura Wind
- spegnere l'iPhone
- riaccendetelo con la vostra SIM abituale della Vodafone
Io e l'Orlando non possiamo nascondere di non aver avuto un po' di nostalgia per l'Avesani proprio ieri sera quando ci siamo ritrovati a Grezzana per trafficare con la catena nuova della mia Addict. Il Paolo voleva quasi quasi iscriversi al percorso rosso, però 40 Euro son pur sempre 40 Euro, così abbiamo deciso una volta tanto di farla da "portoghesi".
L'appuntamento è per le 7.50 in zona Quinto-Marzana: molto rapidamente ci trasferiamo in direzione Ponte Catena e proseguiamo fino alla rotonda sotto il ponte del Saval in attesa del gruppone del percorso medio, colore verde. Beh, gruppone non proprio: probabilmente circa 120-130 atleti sul percorso da 145 km. Appena passato il grosso degli iscritti ci accodiamo in coda con gli ultimi e cerchiamo di risalire immediamente a centro classifica, onde evitare di spendere troppo nello sfilacciamento della coda. Infatti per riuscire a rientrare nella scia che ti tira avanti senza far fatica, dobbiamo lanciare la bici ai 50 km/h e la media non è di molto inferiore per un bel po' di chilometri. Dobbiamo arrivare almeno dalle parti di Pescantina, perché l'ammiraglia si decida di calare la velocità di crociera da 47-48 km/h ad una più umana velocità sui 37-39 km/h.
Nel gruppo saluto la Francesca Lonardelli e scorgiamo un po' di Turnover del nuovo corso, cioè Betteghella e Baschirotto, che andremo ad affiancare un po' dopo della prima asperità di giornata, che fa probabilmente le prime vittime, cioè la salita di Ragano. Per noi due nessun problema a tenere i 30 km/h costanti fino in cima, tanto che ci ritroviamo abbastanza avanti nel gruppo, da dover ogni tanto indietreggiare. L'Orlando si mette perfino a fare spola tra Baschirotto e Betteghella per le comunicazioni di servizio: gli mancavano solo le borracce da portare da dietro fino al capitano!
Solo che arriviamo a Zuanne talmente presto che non ci pare neppure vero di aver già marciato per 40 km: la media fino a Zuanne, partendo da Quinto, è di 39 km/h! Dopo aver augurato ai nostri due compagni una buona gara su a Novezza, li salutiamo, mettiamo la freccia e cerchiamo di spostarci rapidamente in Valdadige in direzione Peri. Non siamo i soli ad avere questa pensata e dietro di noi si accodano almeno un paio di ciclisti, che tengono la nostra ruota fino alle porte del paese quasi al confine con la provincia autonoma di Trento.
Ai tappeti elettronici di Peri però ci fermiamo per una foto di rito e facciamo qualche considerazione sul tempo impiegato: i più forti del percorso giallo non sono ancora rinvenuti su di noi, così decidiamo di giocarci il vantaggio residuo, salendo al primo tornante e tentare di fare qualche foto decente.
Beh, foto decenti non sono proprio venute, ma passano alcuni dell'Avesani, scorgiamo Mattia Turrina, che salutiamo, mentre il Miglio è già attardato di qualche secondo, ma stringe i denti e prosegue senza salutarci. Con un'ottima gamba passano anche i biker Leo Luca e Alessandro Zanini, che son riusciti a stare col gruppo dei più forti fino a Peri, ma poi pagheranno un po' questo sforzo. Io e Paolo decidiamo pertanto di partire dietro ai primi 150-200 del percorso corto, gruppo che era arrivato compatto fino a Peri. Da dietro non rinviene praticamente più nessuno, mentre noi due, salendo, rinveniamo parecchi corridori, che forse hanno speso già parecchio fino a quel punto. E' così che accompagniamo Alessandro Zanini di Verona Bike fino al tappeto che termina il passaggio della cronoscalata. C'è da dire che io e Paolo ci siamo fermati al primo tornante, ma le stime parlano di una salita fatta in circa 44-45', continuando a chiaccherare con chichessia: una cosa davvero sorprendente per il mio peso non-forma, di 69 kg abbondanti!
A Fosse ci aspettiamo di essere immortalati dagli obiettivi del Papataso ed Anonimo ed invece con stupore, notiamo che non c'è nessuno ad aspettarci, così, dopo aver tentato invano di raggiungerli telefonicamente per sapere dov'erano, non ci rimane che battere in ritirata dentro all'Ombra delle Fosse, dove c'è un bel fighin, di cui si deve essere innamorato almeno un paio di volte il Fit, che serve cappuccino al sottoscritto, caffé normale a Paolo e mezza brioche alla marmellata ciascuno, si insomma, avì capio, abbiamo fatto due metà di una, perché una intera a testa era troppa...
Torniamo fuori e salutiamo l'Alberto e la Elena Grobberio del GC Grezzana. Intanto arriva la bella Laura Bogoni, nostra teammate, e poi finalmente anche alcuni reduci del PFC, cioè l'Anonimo Turnover, il Mario Claps, Diego Bertani ed un suo compagno Bcicli. Quattro ciacole, forse anche cinque e poi richiamo Paolo all'ordine: dobbiamo continuare l'Avesani corta e di chilometri ce ne sono ancora un bel po', anche se quasi tutti in discesa. Se ne vanno così rapidamente gli abitati di Ronconi, Selvavecchia, mentre Erbezzo sfila anche lui senza sosta, superando un sacco di gente attardata col numero giallo.
Le traiettorie dalla cittadina lessina fino a Bellori le impostiamo come ci pare e piace, lanciamo qualche volta le nostre bici ad oltre i 70 km/h, mentre a Lugo ci aspetta un bell'ariotto in senso opposto a quello di marcia. Poco male ci diciamo: a Stallavena abbandoniamo il percorso di gara, cioè la superstrada e torniamo per la provinciale interna. Mi dispiace aver negato la pausa spritz a Paolo al Ciao per le ore 12.00, ma devo andare dai miei a pranzo, così rimetto il 50/14 e corro rapidamente verso casa per una rapida sequenza bilancia-bagno caldo-crema rinfrescante-beverone di recupero muscolare.
Devo dire che oggi ho davvero avuto ottime sensazioni dalla bella cavalcata in coppia col Paolo: le ruote filavano sempre veloci, i rapporti erano sempre giusti e non ho mai fatto la Peri-Fosse così agilmente come oggi. Poi respirare il clima di gara fa sempre bene all'animo e alla testa, così non posso che pensare bene per domenica prossima, quando correrò ad Iseo in compagnia del Maga alla Gimondi Bike. Se solo fossi 3 kg in meno, sarebbe però tutta un'altra cosa...
Guardate cosa ho beccato su Facebook, precisamente nel gruppo di discussione e nelle foto di Spingere il 53/11.
Della serie casco da crono, ruote alto profilo Lightweight, cambio elettronico DuraAce Di2, NO DIGO ALTRO...
Stasera la famiglia Marcante ha dato l'estremo saluto ad un suo membro, cioè alla tivù che ci ha fatto compagnia dal 2000 fino a poche settimane fa. Faceva parte dei regali della lista nozze, arrivato dalla nonna Emma e dallo zio Angelo.
La mattina di Ferragosto, mentre si accingeva a proiettare l'ennesimo cartone in DVD, ha deciso di non accendersi più. E' così che dal nostro TV Color Sony Trinitron abbiamo deciso di separarci una volta per tutte: il digitale terrestre e la tecnologia LED Plus incalzano più che mai. Lo abbiamo accompagnato al cassonetto, dopo aver chiamato il numero dell'AMIA, e lo abbiamo immortalato con un'ultima foto e salutandolo col fazzoletto.
C'è già un LG che sta sogghinando "Mors tua, vita mea".
Ecco l'ultimo upgrade della mia "vecchia gloria". Sono comparse le corone doppie PMP sulla guarnitura XTR, in versione 27/42. Regolato leggermente il deragliatore anteriore in modo tale da portare i fine corsa ad operare correttamente con le due corone, anziché le tre.
Probabilmente se ne sono andati un altro po' di grammi, cioè una cinquantina, cioè i grammi della corona da 22 denti ed un po' di grammi perché le corone della PMP mi sembrano più leggere di quelle XTR. Ci sono però in aggiunta gli anellini di supporto delle boccole, che peseranno si e no un paio di grammi. Ora come ora la Scale in configurazione Nobby Nic sull'anteriore e Racing Ralph sul posteriore e abbastanza lattice, dovrebbe attestarsi sempre sui 9250-9300 grammi.
Aggiornamenti sulle mie bici in corso d'opera:
- per la Scale kit di corone doppie PMP 27/42 per guarnitura Shimano XTR
- per la Addict catena nuova, cioè una KMC X10SL, rigorosamente color argento e non color oro
Quella color oro, se vi può interessare, ce l'ho in arrivo a giorni.
Eccole alcune domande che voglio porvi sulla Punto Evo (Abarth Punto Evo, ecco perché APE), le prime che mi sono venute in mente: le scrivo qui sul mio blog, ma le posto sicuramente anche su qualche forum, così più gente legge e più aumenta la probabilità di avere anche una risposta.
- i cerchi originali da 17" della Abarth Punto Evo, quelli con le razze stilizzate a scorpione, possono essere montati sull'impianto frenante aggiornato col kit Essesse?
- e i cerchi originali da 17" catenabili per la Abarth Punto Evo, forniti con le 205/45 R17 che possono essere montati in alternativa a quelli originali, possono essere montati anche loro sull'impianto frenante aggiornato col kit Essesse?
- è previsto nel giro di un anno la disponibilità del cambio TCT (Twin Clutch Transmission), quello a doppia frizione per intenderci montato per esempio sulla Alfa Mito, anche per la Punto Evo?
Se avete una risposta puntuale, non esitate a rispondermi anche in posta elettronica.
Siccome ci penso sempre più, tanto vale mettere nero su bianco e scriverlo pubblicamente qui sul mio blog. La Puntopower ha i mesi contati, quindi se qualcuno è interessato al mio bolide, gliela vendo volentieri.
Perché dovrei vendere la Puntopower, a cui sono molto affezionato? Semplice, perché c'è la Punto in versione Abarth, che mi tenta già da qualche anno. Chiaro che non è l'unica macchina a tentarmi, ce ne sarebbero di macchine leziose, però non ho voglia di buttare via soldi, troppi soldi per una macchina. Qualcuno di voi penserà subito: se spende i soldi in una Abarth o in una sportiva, son davvero soldi buttati. Perché non spenderli meglio?
Se la pensate così, sappiate che sono assolutamente in disaccordo con voi. Ditemi un po' cosa cambia da una piccola o media sportiva ad una berlina o uno station wagon di categoria media: nulla, non cambia nulla. La sostanza è sempre quella: velocità massima e accelerazione comparabili, capacità di carico non molto diverse, consumi relativamente allineati. Neanche qui siete d'accordo? Andatevi a spulciare un po' di dettagli tecnici e prestazionali e scoprirete che le variazioni sono sempre dell'ordine del 10 o 20% a favore dell'una o dell'altra.
E siccome personalmente e professionalmente non percorro moltissimi chilometri, tanto vale rimanere sulla strada che ho percorso dieci anni fa, quando ho preso la Puntopower, cioè acquistare una sportivetta, che ha buone prestazioni come un Cayenne, non ha consumi esorbitanti da Cayenne e soprattutto costa una frazione di un Cayenne. Se percorro non più di diecimila chilometri all'anno, non mi rovinerò certo per aver speso 3-400 Euro in più di carburante dopo un anno intero.
Il fatto che sia fedele alla bandiera, passando da Fiat ad Abarth, è una scelta dettata sostanzialmente dal cuore. Abarth mi è sempre piaciuto da quando son bambino e mi piace tuttora. Quello che leggete in giro sul marchio dello scorpione è assolutamente veritiero: piccola, pepata e cattiva, ma non solo, è uguale alla produzione di serie, ma ha un po' di modifichette che la rendono una piccola belva. E prima la Grande Punto ed ora la Punto Evo, ma anche le sorelle 500 e 500C in versione Abarth, nonostante l'industrializzazione dell'idea, hanno tutto questo.
Non so ancora quando, ma avanti con la Punto Evo Abarth...
Riprendo integralmente questo articolo di Macity su Macitynet dove si parla un po' di una tecnologia che arriverà in un futuro ormai imminente. Sto riferendomi a Light Peak, un'interconnessione veloce tra dispositivi elettronici ed informatici, che non usa una cablatura di rame, ma una in fibra ottica, con evidenti vantaggi per la banda finale.
Nelle note finali del Developer Forum, Intel ha comunicato di aspettarsi che la tecnologia Light Peak sarà integrata in dispositivi e computer non prima del 2012. Il chipset utilizzato per guidare l’ottica sarà disponibile già il prossimo anno, ma a detta del produttore i system builder difficilmente riusciranno a proporre nuovi sistemi per il 2011. La tecnologia viene dunque rinviata di un anno rispetto a quanto inizialmente previsto.
Nelle note finali del Developer Forum, Intel ha comunicato di aspettarsi che la tecnologia Light Peak sarà integrata in dispositivi e computer non prima del 2012. Il chipset utilizzato per guidare l’ottica sarà disponibile già il prossimo anno, ma i system builder difficilmente riusciranno a proporre sistemi per il 2011. La tecnologia viene dunque rimandata di un anno rispetto a quanto inizialmente previsto. Intel ha ad ogni modo rilevato che non vi è alcun ritardo o impedimento tecnologico e tutto procede ai ritmi preventivati. Il lancio nel 2012 di tale tecnologia, contribuirà dunque a spingere il supporto di terze parti per lo standard USB 3.0.
Light Peak è una tecnologia d’interconnessione ottica ad alta velocità e nell’intenzione di Intel consentirà di collegare dispositivi elettronici come notebook, display HD, fotocamere, lettori video, iPod, docking station e unità a stato solido (SSD) tra loro tramite fibra ottica anziché cavi in rame, preparando il terreno per una nuova generazione di prestazioni di I/O estreme grazie a una larghezza di banda a 10 Gb/s. Con tale velocità, un utente potrebbe, ad esempio, trasferire un film Blu-ray completo in meno di 30 secondi. La tecnologia è di notevole interesse ance per i produttori di fotocamere e videocamere: l’esportazione di foto/video è al momento un procedimento che richiede troppo tempo. La velocità di Light Peak è due volte maggiore rispetto all’USB 3.0. La tabella di marcia di Intel prevede la potenziale possibilità di scalare a 100 Gb/s nei prossimi anni.
Qualche giorno addietro nel corso Intel Developer Forum, sono stati mostrati i primi esemplari di alcuni prodotti che sfruttano Light Peak: un nuovo prototipo di convertitore da Light Peak a HDMI, di dimensioni notevolmente più piccole rispetto a un altro prototipo che si era visto a maggio di quest’anno, un notebook con questa connessione di serie e Western Digital ha mostrato un disco rigido. LaCie ha mostrato un array RAID 4big Quadra (sistema RAID con 4 unità), comprensivo di due porte Light Peak, grazie alle quali era possibile visualizzare su un TV Samsung video ad alta definizione alla velocità di 770MB/s (si trattava ad ogni modo di un hack e non di un prodotto frutto della collaborazione con Samsung).
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