Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Anche quest'anno il Radu è qui a riproporvi l'iniziativa dell' ABCS (Associazione Bertoni Cooperazione Sviluppo) per la raccolta fondi.
Tutti i dettagli dell'iniziativa li trovate in questo PDF scaricabile da qui.
Siamo ad offrirvi per un'offerta di 6 Euro un Pandoro e/o Panettone della PALUANI da 750 gr.
Per chi fosse interessato può fare l'ordine direttamente a me via e-mail o telefono del Radu.
Un grazie a tutti.
(clicca sulla locandina per scaricare il PDF)
Siamo alle solite: nel territorio comunale di Grezzana - ma non solo questo comune, ma tutti i comuni della Lessinia - è obbligatorio dal 15 novembre fino al 31 marzo circolare con gomme invernali o catene a bordo, pena la sanzione amministrativa. Nulla importa cosa succederà e se gli automobilisti sono capaci o meno di montarsi le catene: l'importante è che tutti abbiamo le catene a bordo!
Eh, si, perché se abbiamo tutti le catene a bordo, l'amministrazione pubblica pensa di mettersi il cuore in pace, perché sa che in caso di neve o tormenta, tutti gli automobilisti sono dotati di catene a bordo e così si sentirà esclusa dalla responsabilità di garantire un livello minimo di servizio della circolazione pubblica e privata: se tutti hanno le catene, sono autosufficienti e possono andare fino in cima al Monte Tomba!
Purtroppo la verità è completamente diversa e purtroppo questa è un po' difficile inquadrarla nell'italica fertilità burocratica: chi ha bisogno di circolare sulle strade per la propria professione o lavoro, non ha bisogno di simili precetti da parte dell'amministrazione: si è già dotato da tempo dell'equipaggiamento tecnico necessario per circolare d'inverno, grazie ad una gommatura alternativa a quella estiva. Lo fa perché sa che circola sulle strade e anzitutto non può permettersi di rimanere con un camion in panne sul ghiaccio di una strada provinciale e poi pensa anche alla propria sicurezza e a quella degli altri.
Chi invece non è dotato di simile dotazione, per esempio gli anziani che fanno il giretto in paese per andare al circolo sociale o le mamme che accompagnano con l'utilitaria i figli a scuola in periferia, ha molto spesso il buon senso si capire, che se fuori c'è la bufera di neve, forse è il caso di starsene a casa e di evitare di mettere a rischio se stessi ed i propri figli. E poi diciamoci la verità: quante sono le mamme terrorizzate all'idea di mettersi le catene? Ora io non vorrei far un discorso dal sapore discriminatorio nei confronti del gentilsesso, ma nemmeno una buona parte di maschietti è capace di montarsi le catene.
Qualcuno potrà argomentare che esistono però le catene da neve che "più facile non si può". Verissimo, esistono in circolazione catene e dotazioni antineve dalle più svariate modalità di applicazione alle ruote. Quasi sempre però i sistemi più pratici e semplici sono quelli più costosi, mentre le classiche catene da neve a buon mercato sono quelle un po' più difficilotte da montare e queste sono proprio le catene di cui si sono attrezzati la maggioranza delle famiglie che non ha nè i soldi per permettersi un treno di gomme invernali, nè di spendere più di 50 Euro per questa necessità.
"Ah, ma io le ho comprate le catene e me le porto sempre dietro!", è quello che si sente dire al bar o in paese. Insomma lo spauracchio dato dalla paura di prendere questa sanzione amministrativa - in paese a Grezzana gira la leggenda metropolitana che una signora abbia preso 318 Euro di multa - porta tutti quanti a dotarsi delle classiche catene da neve economiche col risultato che le varie aziende produttrici di catene - che hanno fatto costruire centinaia di migliaia di kit nell'estremo oriente - fanno grossi affari, senza dare occupazione alle nostre aziende in difficoltà, quando mai dovessimo pensare all'ennesima invenzione statale per muovere la leva economica dell'occupazione in crisi e di un'economia stagnante - e la realtà è che questo ennesimo precetto dal sapore esclusivamente burocratico non aumenta in alcun modo il nostro livello di benessere, ma non fa altro che scaricare l'eventuale responsabilità delle amministrazioni a tenere le strade aperte al traffico in condizioni decenti anche in caso di neve.
Ogni qualvolta l'amministrazione pubblica si inventa un nuovo divieto o una nuova prescrizione circa le nostre abitudini, io rimango sempre deluso. Deluso anzitutto perché mi viene da pensare a quei passi della Bibbia dove Gesù Cristo lamenta più che mai il popolo israelita di essersi dotato di una legge che prescrive centinaia e centinaia di regole (i precetti) e gli importa poco o nulla della volontà di Dio.
Anche l'amministrazione, sia essa quella italiana o quella europea, ultimamente continua ad accrescere questo substrato di obblighi ed adempimenti formali e perde sempre più di vista il senso civico, che una società sempre più moderna ed avanzata dovrebbe aver maturato. E succede che i tanti extracomunitari che vengono a vivere nel nostro paese, rimangono spiazzati da queste eccessive obbligatorietà, tanto che le ignorano e non le sentono così importanti e irrinunciabili, più che mai se il controllo e la verifica di queste normative è, come sempre, saltuario ed inconsistente. E senza andare fuori dal dominio della circolazione stradale, succede che in tanti girano con senza assicurazione o con la revisione scaduta, tengono i figli in piedi sul divanetto posteriore. Per carità ora non sto dicendo che queste deprecabili condotte siano esclusive degli extracomunitari, anzi, tutto il mondo è paese, però senza dubbio ce ne vuole a passare dal carretto di legno trainato da un cavallo nello Srilanka alla cintura Isofix di un Audi A4 e li capisco.
Per farla breve io una norma del genere la trovo assolutamente non di buon senso, ma solo eccessiva e soffocante. Io lascerei fare al sempre più alto senso di educazione civica dei cittadini, perché è solo l'educazione di un popolo per il bene comune che può fare e non certo "comma due e tre della leggiuccola" dell'amministrazione locale o di Bruxelles.
Ho ricevuto qualche giorno fa uno dei tantissimi messaggi di e-mail marketing, a cui non sono assolutamente interessato, visto che, per mia fortuna, ho già una signora laurea ed ho anche un bel lavoro. Si tratta dell'ennesimo spot del CEPU, che mi viene a dire "Lavori ma sogni di laurearti"?
Dall'opinione pubblica la percezione è ben diversa. Quello di avere una laurea è probabilmente l'ultimo dei problemi nel mondo del lavoratori. Abbiamo invece la situazione opposta, cioè migliaia e migliaia di laureati che cercano disperatamente lavoro.
Magari alcuni hanno una laurea di cui non sanno che farsene perché il mercato del lavoro offre ben altro, quindi pensando al proprio futuro forse sarebbe il caso di mettere da parte alcune proprie aspirazioni e di fare più oculatamente le proprie scelte. O di reinventarsi o quantomento di mettersi un po' in discussione.
Ma sono in tanti, anzi in tantissimi, laureati, che sono già trattati come degli schiavizzati, quindi ancora una volta della vostra laurea - e soprattutto di quella del CEPU - nessuno terrà purtroppo conto.
Chiaro che non sto giustificando l'andazzo della nostra società, ma fintantoché non ricominceremo a fare piazza pulita nel mondo del lavoro, della giustizia, della politica e a riaffermare il principio del merito e delle capacità professionali ed umane, non andremo molto lontano.
Se solo il CEPU cambiasse business e trovasse un "signor lavoro" a tutti i laureati, facendo un serio recruiting per le aziende, farebbe affari d'oro...
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