Di Marco Tenuti (del 14/09/2015 @ 12:22:36, in MTB, linkato 13874 volte)
Stanchi di distruggere e smagliare catene? Stanchi di spendere un sacco di soldi per cambiare il vostro pacco pignoni dell'XX1?
Non c'è problema: già nel 1895 avevano trovato una soluzione diversa alla catena a cui siamo abituati, cioè la trasmissione ad albero ed ingranaggi conici.
Tra ieri e oggi ho sbattuto non poco la testa con Windows 10, dopo sostanzialmente 45 giorni senza problemi particolari.
Da quando l'ho installato, conto su una mano i problemi riscontrati con la mia installazione principale, davvero poca cosa rispetto a quello a cui siamo sempre stati abituati con le precedenti di Windows.
Tendo a pensare che la giustificazione principale sia quella che il modello di distribuzione adottato da Microsoftper Windows 10 - cioè gratis per tutti e soprattutto "in automatico" - abbia consentito di scovare abbastanza presto le magagne principali, anche se queste sono presumibilmente raccolte e fissate attraverso l'estensivo programma di test aperto a molti.
Questi comunque i problemi patiti:
necessità di reinstallare una parte molto piccola di programmi
necessità di reinstallare parte di Microsoft Visual Studio 2010
crash molto sporadici del driver della scheda video (un solo blue screen)
impossibilità di installare automaticamente l'aggiornamento KB3087040
funzionamento intermittente del driver della scheda di rete del mio notebook
L'errore si manifestava con l'impossibilità della scheda di rete di ricevere pacchetti dalla porta Ethernet per un lasso di tempo anche di 1 o 2 minuti ogni mezz'ora o ogni ora. In qualche caso la comunicazione riprendeva a funzionare, in altri casi era necessario disabilitare e riabilitare il dispositivo di rete attraverso il relativo pannello di controllo. Nei casi più estremi - l'ho fatto 3 o 4 volte - sono stato costretto a riavviare il sistema operativo.
Questo malfunzionamento è stato quello che mi ha causato la perdita di tempo maggiore, perché mi ha costretto, quando possibile, ad usare la connessione Wifi del notebook, e mi ha portato ad effettuare tutta una serie di prove ed arrivare al nocciolo della questione, cioè il driver.
Nell'ordine ho provato a capire se era il firewall a non funzionare, tutta la connettività verso internet, l'assegnazione dinamica o statico dell'indirizzo IP sulla porta Ethernet, il cavo Ethernet, il connettore lato computer o lato presa a muro, fino a controllare il funzionamento sul rack, e via dicendo, cioè il solito minimo di diagnosi che si può fare per un problema di connettività. Poi viene in aiuto San Google, che trova rapidamente chi può avere avuto il tuo stesso problema, solo che in questo caso non ho trovato post diretti che suggerivano di prendersi un eventuale driver più nuovo.
Microsoft ha di fatto deciso lei per tutti quali debbano essere i driver per far funzionare la maggioranza dei dispositivi hardware, in attesa che i produttori rilascino qualcosa di specifico per Windows 10 e maggiormente testato.
E' il caso del driver del mio chipset di rete Ethernet, cioè un Realtek PCIe GBE Family Controller. Il driver preinstallato di Microsoft porta la data del 25/5/2015 e, se si chiede la disposibilità di qualche aggiornamento tramite il relativo controllo:
andare su Gestione Dispositivi
selezionare Schede di rete ed espandere il nodo
selezionare il nodo Realtek PCIe GBE Family Controller e aprire il dialogo delle proprietà
andare alla pagina Driver
cliccare sul bottone Aggiorna Driver
cliccare la scelta Cerca automaticamente un driver aggiornato
Il sistema risponderà dicendo che "il driver del dispositivo è già aggiornato".
Andando invece sul sito ufficiale di Realtek si scopre che al 24/8/2015 è stato distribuito un driver più nuovo - che evidentemente Microsoft non ha ancora gestito e processato per la maggioranza. La versione di questo driver è la 10.3.723.2015, che porta la data del 23/7/2015 e che risolve probabilmente il problema che ho accusato io negli ultimi giorni.
Basta fare una ricerca con Google Images per trovare la foto del giorno proposta dal blocco schermo di Windows 10 e si scopre che la foto arriva da Flickr.
La trovate infatti a questo URL dentro la gallery di Hafiz Ismail. Il soggetto fotografato è un bellissimo ed altrettanto ritoccatissimo tramonto con un ponte abbandonato a Pantai nel Pulai Penang.
Peccato davvero che gli uomini di Microsoft abbiano avuto la brillante idea di proporre ogni giorno una foto nuova sulla propria schermata di blocco cercando delle foto molto suggestive sulla rete e chiedendo anche un'opinione soggettiva tramite la loro versione di "Mi piace", ma senza mettere alcuna indicazione della provenienza, dell'hardware usato per lo scatto, del fotoritocco effettuato ed ovviamente dell'autore, tutte cose che si riescono ad ottenere quasi banalmente dalle informazioni EXIF dello scatto in rete. Non è la giusta maniera di creditare chi ha trasformato un momento in un piccolo capolavoro fotografico.
A casa mia il telefono fisso suona sempre meno. Una volta mia mamma mi chiamava per raccontarmi del più e del meno: da quando ha chiuso l'utenza telefonica, mi chiama col cellulare. Il telefono fisso suona praticamente solo per "unsolecited marketing", cioè offerte commerciali mai richieste, cioè fornitura dell'energia elettrica, del gas e del telefono. Qualche rara volta chiamano anche per i materassi e l'arredamento in forte sconto.
Mia moglie, quando mi sente rispondere a qualcuna di queste conversazioni, corre vicino a me per origliare che storie mi invento per farla ridere. Davvero insolenti e pronti a qualsiasi evenienza gli operatori telefonici, che chiamano invano per piazzare un contratto di utenza di energia elettrica, non hanno peli sulla lingua. Altro che le belle signorine con l'auricolare che trovate su Shutterstock o Fotolia, che usano i grafici per i cataloghi e le pubblicità.
Evidentemente le società italiane che hanno commissionato a questi centri telefonici delocalizzati chissà dove - a me viene da pensare all'India dall'accento di queste voci - non hanno alcuna remora nel vedere il proprio brand messo in cattiva luce da questi poveracci, che se ne inventano una al giorno pur di piazzare un contratto telefonico.
Non ne ne abbiano gli stranieri che leggono questo mio articolo - non ho nulla contro di loro - ma provo piuttosto vergogna per le aziende italiane, magari controllate da gruppi europei quindi con amministratori continentali - se scrivo qualche testo con la storpiatura tipica, di chi non è italiano madrelingua. L'approccio iniziale è sempre quello: "Buonciorno, signore, mi chiamo Mario e chiamo per conto di Montecatini-Enel-Enercia: ho il piacere di dirle che il nostro operatore di enercia elettrica ha deciso di adeguare tutte le tarife dell'enercia alla tariffa monoraria su tutto teritorio nazionale di Italia".
L'insolenza è a livelli talmente elevati - loro non hanno nulla da perdere, neanche stessero facendo la telefonata a bordo di un barcone e stessero per gettarli in mare se la telefonata non portasse ad una stipula - che si arriva ad insistere con frasi del tipo:
"Solo noi siamo fornitori primari di energia, mentre l'operatore che ha adesso, non è che un rivenditore secondario".
"A lei hanno promesso che le danno l'energia gratis, ma non è vero".
"L'enercia di suo operatore non è rinnovabile, invece la nostra è enercia verde e quindi pulita".
"Forse lei non sa che se supera i 200 kWh col suo attuale operatore, quelli in più glieli fanno pagare il doppio".
"Se lei ha già firmato il contratto col nuovo operatore, ha ancora il diritto di recesso".
"Se lei ha firmato il contratto telefonicamente, ha a maggior ragione il diritto di recesso".
A sentire le loro parole, solo loro sono onesti, mentre sono tutti gli altri operatori telefonici cercano di aggirare il cliente, sono falsi e spergiuri, e questo la dice lunga sul loro operato, neanche si riferissero a se stessi. Se gli si fa notare l'estrema parzialità di questo affrettato giudizio, non ne parliamo: si arrampicano sugli specchi e dallo Sri Lanka si sentono le unghie stridere.
Dopo qualche scambio di battute, giunge da parte loro il momento di passare all'azione: l'operatore pretende che andiamo a recuperare l'ultima bolletta, perché su quella ci sono tutti i dati necessari per intraprendere la migrazione, cioè il numero del POD (punto di prelievo). Tutto il resto non conta più: probabilmente anche la registrazione telefonica della stipula del contratto avverrà molto rapidamente, prima che il malcapitato cliente abbia qualche ripensamento e faccia andare tutto a monte.
Quello che non continuo a capire è come i grandi brand possano mettere in discussione il loro prestigio incaricando questi operatori commerciali disposti a tecniche da mercato delle verdure del Bangladesh o delle spezie a Marrakesh.
E dopo continuano a raccontarcela di continuare a seminare nelle piantagioni dei social network, di avere molta pazienza, di decidere un'attenta politica di social marketing, che il valore del brand sta superando di molto quello del fatturato aziendale.
Sarà forse che l'Italia viaggia a due velocità, a causa del digital divide e dell'analfabetismo tecnologico? Il 70% è quello che naviga sulla rete, bazzica su Facebook e Instagram, ma non tiene un centesimo in tasca, mentre il restante 30% non ha uno smartphone, non si smazza per seguire i trend della rete e del commercio, ma percepisce la pensioncina statale, tiene in saccoccia ancora qualche risparmio e non ci vuole molto per abbindolarlo con qualche promessa e relativo contrattino per la fornitura dei servizi primari?
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