Davide si cimenta provetto fotografo in Kenia... di Marco Tenuti
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Santa Lucia no l'è più quela de na olta.
Adesso la ghe porta el Carbon a quei brai,
e l'Aluminio a quei catii...
A quei molto brai la ghe porta el Carbotecture.
Come ogni operatore telefonico che si rispetti, l'attivazione dei servizi è gratuita, mentre la disattivazione è quantomeno problematica, perché a discapito della compagnia telefonica. Dopo aver bersagliato ripetutamente Vodafone in alcuni miei post, come quello della disattivazione della segreteria telefonica o quello dell'attivazione di Smart200+, ora è la volta della Tre, operatore a cui sono passato da ormai sei mesi.
Eccomi anch'io a dare qualche dritta ai "malcapitati" come il sottoscritto che si ritrovano a voler disattivare qualche servizio gratuito o a pagamento, per non dover sborsare inutili danari o per non essere continuamente importunati.
Il primo servizio, a cui avevo aderito volontariamente, era l'Opzione LTE di Tre. Possedendo uno dei pochissimi telefoni in grado di supportare la tecnologia LTE, ho aderito all'attivazione gratuita di Tre. La gratuità è stata limitata nel tempo e poi è passata dal 1 aprile a pagamento, non una cifra esosissima, per carità, 1 Euro al mese, ma anche qui è il principio che conta. Far pagare un piccolo obolo per accedere preventivamente ad una tecnologia, quando sarà a portata di tutti ed inclusa nel prezzo per tutti, mi pare un tantino eccessivo.
A maggior ragione se quella tecnologia è raggiungibile sono in centro a Milano e a Roma. Insomma in questi due mesi in cui ho avuto attiva l'opzione LTE, sul mio iPhone 5 l'icona LTE non l'ho manco pure vista, nonostante abbia aggiornato iOS alla versione 6.1.1 o superiore ed abbia espressamente acceso questa tecnologia nelle apposite impostazioni del telefono. Mi hanno insomma incantato con uno specchietto per allodole ed io ci sono cascato. Un Euro solo.
Per disattivare l'Opzione LTE, basta entrare nell'Area Clienti di Tre, controllare tra le Opzioni Attive, intraprendere la Modifica e togliere il rinnovo automatico.
Se invece volete disattivare il servizio gratuito Adesso 3, è necessario intraprendere questa sequenza:
chiamare il 4040
scegliere l'opzione 2 (viene citato anche il servizio Adesso 3)
scegliere l'opzione 3 per scegliere Adesso 3 tra tutti gli altri servizi
premere 1 per disattivarlo
a conferma avvenuta, agganciare il telefono, come su invito della messaggeria automatica
Adesso mi manca di disattivare l'altrettanto fastidiosa opzione 3COMUNICA, dove mi assillano con un sacco di proposte commerciali, di cui sono tendenzialmente disinteressato.
Di Marco Tenuti (del 28/04/2013 @ 23:40:02, in MTB, linkato 1166 volte)
Mentre tutta la "Verona Biker" oggi era in quel di San Giovanni Ilarione a correre l'undicesima edizione della Granfondo del Durello, per me mattinata d'ordinanza con la famiglia alla santa messa domenicale ad Alcenago.
Il nullaosta per uscire in bici scatta però nel pomeriggio, così, dopo aver dedicato parte del sabato a pulire entrambe le mountain bike, oggi non era il caso di scomodarle e di continuare a sporcarsi con la BDC.
Dopo essermi accordato con Enrico per la risalita verso Alcenago, prende forma nella mia testa il giro di oggi. In totale libertà arriviamo ad Alcenago dai miei giusto per un caffè e poi di nuovo in sella.
Dalla Chiesa di Alcenago a Fiamene prendo per la prima volta il tempo, andando su con un ritmo relativamente blando, ma il tempo fissato dal cronometro è sufficiente a far riaffiorare ricordi lontani almeno una decina di anni, se non quasi due decine di anni. Ricordo vagamente che il cronometro si fermava dopo 21-22 minuti, mentre oggi sono passati "solo" 19'20", per il confronto è assolutamente impari: oggi sono in sella ad una superleggera e con una buona gamba, mentre ormai vent'anni fa ero in sella al Chesinone, cancello rigido di quasi 16 chili e la mia gamba non era certo forte come ora.
Continua pertanto l'ascesa verso il GPM di Fiamene, giù all'incrocio sopra l'abitato di Fane e poi passo agile in direzione Crosa di Schioppo, Corrubbio e Verdevalle. Anche il lungo tratto che porta dal Pontarol a Sant'Anna d'Alfaedo se ne va sempre al ritmo medioalto, ma è già ora di scendere a Fiamene che quasi non sento la catena.
Il tempo di mandare un SMS, di leggere quello dei reduci di guerra della Valdalpone e poi alzo la cornetta per sentire cosa dice la truppa della Valpantena, mentre scorre il cartello di Martellengo e punto diritto verso contrada Tommasi, con in lontananza un biker in MTB, che riprendo dopo un paio di minuti fermo a chiaccherare con un abitante della zona.
In barba alle due ordinanze, la prima che impedisce a tutti i veicoli di salire per la strada provinciale SP12 fino al 30 aprile, la seconda che impedisce - ancora chissà per quanto - ai velocipedi di percorrere tutto il tratto intermedio fino alla fine del bosco, tengo il 34/23 e supero i macigni posizionati in mezzo alla strada.
Tutto il tratto cementato è decisamente sporco, a causa dell'assenza di traffico, ma con un minimo di attenzione se ne vanno i due tornanti ed è la volta della parte relativamente più ripida, dove mi fermo a fotografare i primi cumuli di neve ancora in via di scioglimento.
Solo che salendo la neve è sempre più consistente e tutta la striscia stradale è quantomeno bagnata se non addirittura ricoperta completamente di neve. Finito il bosco mi ritrovo prima a guadare almeno cinque centimetri di acqua corrente e quasi in cima mi tocca pure pestare a piedi sulla neve, per riuscire a superare le difficoltà via via crescenti.
In cima al Col di Pealda Bassa devo percorrere quasi una decina di metri a mo' di ciclocross belga nella neve per conquistare la discesa trentina. Chiedo ad una coppia di anziani veronesi che stavano facendo manovra della possibilità di scendere per la direttissima verso Sega di Ala e mi assicurano che non c'è alcun problema, tanto che mi precedono di qualche centinaio di metri.
Caduta libera nella frazione trentina e subito mi viene in mente la Lessinia Bike, così vado a girarmi al Villaggio San Michele. La conca erbosa che ospita la gara di Ala è tutta fiorita e più che mai verde e rigogliosa, con la neve che si vede ancora qua e là a lato della strada.
Mi giro e torno sui miei passi pronto a risalire verso Passo Fittanze, solo che un nuvolone minaccioso comincia a rilasciare qualche goccia pesante e già temo per il mio rientro in terra veronese, tanto che taglio il traguardo della tappa finale del Giro del Trentino 2013 ad una velocità doppia a quella di Nibali, tanto che la pioggia rimane basita e smette subito.
La temperatura e l'aria non sono delle più ideali per arrivare a Passo Fittanze: in quota il Polar dice +12°C. Vorrei pure chiamare la mamma per dirle "Ciao quanto mi diverto", ma il cellulare non piglia, così indosso i manicotti coi colori del team e sopra pure l'antivento Sudtirol, pronto a spararmi la discesa verso Erbezzo. La strada è già segnata: per un attimo penso al fatto di ritornare ad ovest verso Sant'Anna d'Alfaedo, ma voglio godermi lo shock finale da Stallavena ad Alcenago.
Nella cittadina lessina non è che la temperatura sia tanto più alta, 13°C, mentre a Cappella Fasani siamo a 15°C, ma la discesa è senza dubbio una delle più belle dell'intero arco veronese ed al Corso di Grezzana sfilo già l'antivento perché a Lugo la temperatura è già di 22°C.
Da Bellori fino a Stallavena si comincia a menare di buona lena, ma le gambe cominciano ad essere un po' vuote, rispetto ai tempi migliori, ma bisogna un po' accontentarsi, perché l'età avanza e la preparazione è quella che è, nonostante qualche interessante performance degli ultimi tempi. La performance che conta più di tutte è quella della resistenza sulla distanza, tanto che a Stallavena saluto con la mano il Ledri, che indossa la sua inseparabile maglia mezza stagione Trek dello scorso millennio e giro a destra per tornare ad Alcenago.
Questa ascesa finale devo cominciare a farmela piacere, perché tra qualche anno sarà il leitmotiv di tanti giri, più o meno come il Papataso a chiudere su via Pontesello a fine giro. Penso che in futuro mi inventerò sempre più giri che cercheranno di chiudere passando per Fiamene, ma tanti altri giri mi vedranno "soccombere" proveniendo dalla Valpantena, ma il motto recita "Eto voluo la bicicletta? Adesso pedala".
La cosa bella è che concludo con un piccolo vassoio di torte e tè caldo, in questa strana domenica di fine aprile. I chilometri finali sono 66, per un totale di 1655 metri di dislivello, ma aver pestato in solitario la neve in BDC sul Col di Pealda Bassa mi ha fatto sentire un po' il prof alla conquista di uno Stelvio o di un Gavia con le frange di tifosi e di neve fresata ai lati della strada.
La prossima volta si punta in compagnia al tortino, ricordando che la baita è aperta il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 18.00...
Di Marco Tenuti (del 22/04/2013 @ 11:17:38, in MTB, linkato 1004 volte)
Arrivano dal sito ufficiale del Piccolo Stelvio le prime immagini ed un video del raduno che si è tenuto sabato 13 aprile, dove anche il sottoscritto si è presentato in compagnia di Tommasino e tanto di bici Atala.
Peccato che il video sia in modalità verticale, ma lo pubblico lo stesso per dimostrare il clima di festa e di allegria nel cominciare la celeberrima salita, una volta tanto senza emboli agonistici...
Di Marco Tenuti (del 19/04/2013 @ 09:24:13, in rally, linkato 877 volte)
La Peugeot, dopo le due vittorie consecutive nel 1988 e nel 1989 con Ari Vatanen, torna alla "corsa nelle nuvole" con la 208 T16 Pikes Peak e si affida al pluricampione del mondo Sébastien Loeb.
E lo fa in grande stile, com'è d'obbligo per la gara americana, la Pikes Peak, prendendo parte nella categoria "Unlimited", dove gli ingegneri ed i progettisti hanno grande libertà regolamentare.
Per questa partecipazione, decisa solo a novembre e con un prototipo più o meno pronto solo a febbraio, il team corse della Peugeot ha usato carbonio ovunque per la scocca e per tanti componenti, mentre per il motore la potenza massima dovrebbe aggirarsi sui 600 cavalli.
Una novità, deludente, dell'edizione 2013, è che il percorso di 19,9 chilometri è stato completamente asfaltato, per cui la gara perderà di quel suo fascino che l'ha caratterizzata, ossia le nuvole di polvere alzate in cima alla montagna con le macchine uscire sempre di traverso dagli innumerevoli tornanti.
Ancora una volta la pubblica amministrazione segna il passo e perde colpi. Ora non vorrei sembrare quello che si schiera a favore di una tecnologia o simpatizza per un brand piuttosto che un altro, ma ritrovarsi la home page di un sito istituzionale importante come quello del Commissariato della Polizia di Stato che utilizza una tecnologia di fatto non universale mi pare un po' una cavolata.
Il sito in questione carica al centro della sua pagina un bell'applet Java, tecnologia che è installabile su quasi tutti i browser, ma non è certo più uno standard di fatto. Stessa cosa dicasi per quelli che usano Silverlight nella home page o chi ha ancora animazioni in Flash, ma forse quest'ultima tecnologia è l'ultima a cedere a fronte delle picconate date da Apple negli ultimi anni, soprattutto da quando Steve Jobs era ancora in vita.
Se il presente del web è JavaScript, il futuro del web è senza dubbio HTML5.
Per carità: in alto a destra c'è anche il link Solo testo, però neanche quello mi pare funzioni tanto bene, se non si è installato Java, cosa che si verifica sia sul mio Safari 6.0.3 (OS X 10.7.5), Google Chrome 26.0.1410.64 (Windows 8 64 bit) e su Safari per iPhone e iPad (iOS 6.1.3).
E' ora che anche la Polizia di Stato si ammoderni e passi a qualcos'altro.
Di Marco Tenuti (del 15/04/2013 @ 15:27:19, in MTB, linkato 3003 volte)
Grosse novità in casa SRAM con l'aggiornamento completo della linea dei gruppi su strada.
La novità più grossa è rappresentata da quanto di nuovo introdotto per il gruppo top di gamma, ossia il RED.
Esso acquisisce una nuova denominazione, SRAM RED 22, dove 22 sta per il numero di velocità disponibili, cioè le due corone della guarnitura per gli 11 rapporti del pacco pignoni.
Nel pacco pignoni la novità è rappresentata dal pignone da 16 denti, che dà la continuità dal più piccolo, l'11, fino al 17, pertanto si hanno ben sette pignoni che variano tra di loro di un solo dente. I pacchi pignoni disponibili sono l'11-25 e l'11-28. E' possibile avere anche la variante WiFli, 11-32.
Altra novità è rappresentata dall'impianto idraulico per i freni: tale impianto può comandare indifferentemente una configurazione a pistoncini idraulici, tanto quanto un impianto per mountain bike, quanto un sistema frenante tradizionale, basato appunto su pinze, com'è tradizione per la bici da corsa.
Prende pertanto una strada differente SRAM, rispetto agli altri competitori, ossia Shimano e Campagnolo, che hanno da tempo intrapreso la variante elettronica per i loro gruppi per bici da strdana.
Nella configurazione più leggera, che rimane ancora il gruppo tradizionale meccanico, si è arrivato al peso record di 1747 grammi. Il nuovo SRAM RED 22 si può avere pertanto in tre diverse configurazioni: meccanico, idraulico con pinze tradizionali, idraulico con freni a disco.
Infine la parte idraulica delle leve è disponibile anche a 10 velocità, per chi volesse aggiornare la sola parte frenante su un gruppo SRAM già a 10 velocità.
Anche il gruppo SRAM Force è stato aggiornato arrivando ad un interessante peso "finale" di 2150 grammi.
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