Di Marco Tenuti (del 16/05/2012 @ 11:26:15, in MTB, linkato 1438 volte)
A distanza di qualche giorno eccomi anch'io a commentare le novità della Lessinia Legend, edizione 2012, dopo che lo ha fatto compiutamente il Papataso sul suo blog.
Le mie impressioni generali sono sostanzialmente sulla linea di Andrea, cioè che la Legend 2012 sarà probabilmente ricordata come la più dura di sempre, perché il dislivello totale sarà da record e soprattutto per come il tracciato Extreme si avvicina all'arrivo.
Se già questo vi basta per terminare la lettura, non disperate: il comitato organizzatore ha mantenuto sostanzialmente inalterato il percorso Classic rispetto all'edizione 2011. Per chi non ha una preparazione estrema o quantomeno da marathon, consiglio molto caldamente di non farsi tentare dalle sirene ammaliatrici delle imprese impossibili: il percorso Extreme non è da tutti, inutile che stiamo qua a girarci intorno.
Il percorso Classic assicura un po' tutto quello che si può desiderare da un eccellente percorso di mountain bike collocato in montagna - condizione necessaria, ma non sufficiente per una bella gara di mountain bike - e mi pare doveroso ricordare bene questa cosa. Si parte anzitutto già in quota, a Velo Veronese e per tanto caldo che possa essere la giornata, non potrà che essere una temperatura gradevole, trovandoci a 1100 metri sul livello del mare.
Al tre, due, uno, via ci si sgrana su una salita asfaltata, dove le gerarchie vengono presto stabilite, nel caso in cui riteniate che il vostro posizionamento in griglia non adeguato, senza la preoccupazione, per chi va forte, di rimanere imbottigliato dietro a gente più lenta e l'analoga preoccupazione, per chi non è un fulmine in salita, di ostacolare i più veloci ed incazzati. Anche chi va piano, ma che ritiene di essere bravino in discesa, una volta raggiunto il GPM del Monte Tomba, c'è assolutamente modo di lasciar scorrere le proprie ruote, meglio ancora se grandi, nella lunga discesa che riporta all'arrivo del percorso Classic, cioè i tratti dal Monte Tomba a San Giorgio e dal Passo Malera a Velo Veronese.
Tutto lo scenario in cui si ambienta il percorso "corto" è assolutamente fantastico: avete tutta la Lessinia sotto le vostre ruote ed in lontananza potete ammirare l'intera pianura padana, arrivando a vedere perfino gli Appennini ed il Mare Adriatico, se il cielo e l'umidità padana lo consentono. Se siete orientati a percorrere il Classic in un tempo superiore alle 2h30', godetevi questo spettacolo.
Per chi invece ha già deciso di percorrere l'intero percorso Extreme, non c'è da farsi prendere la mano nei primi 40 chilometri. La voglia di tenere le ruote più veloci che probabilmente taglieranno corto a Velo è tanta, ma sappiate gestirvi più che mai, perché la benzina necessaria per risalire la Val d'Illasi è tanta e potreste finirla prima del previsto.
Appena lascerete l'abitato di Velo Veronese, comincerete un tratto abbastanza tecnico in discesa, dove c'è da affrontare qualche piccolo gradino lungo parecchi single track assolutamente degni di un cross country. Non ci sarà nemmeno l'ansia di sgomitare con gli altri concorrenti, perché si arriverà abbastanza sgranati con già due ore abbondanti nelle gambe. Anche i tratti successivi di Malga Vazzo rimangono molto panoramici e divertenti. La prima parte della "seconda parte" io la considerei qualcosa di interlocutorio, dove cercare di approfittare per alimentarsi e divertisi. Scorreranno così le contrade di Sartori, Erbisti, Gardun, il Monte Capriolo e contrada Corlaiti senza particolari ansie o difficoltà.
Arrivati però nel punto più basso della gara, nel vaio tra San Rocco di Piegara e San Mauro, cominciano delle parti ben delineate, chiamiamole d'ora in poi "settori", in cui si può dividere il percorso fino all'arrivo. Questo è senza dubbio un vantaggio non da poco, perché consente di gestire bene le energie e di trattenersi fino all'arrivo.
Il primo settore è l'ascesa al Monte Moro: dal vaio si risale fino su a San Mauro di Saline, dove ci si aspetta la scalata a Monte Moro. E' un tratto non molto lungo, meno di mezzo chilometro, ma in cui ci alza di circa un centinaio di metri di altitudine. Già presente nell'edizione Marathon del 2011, qui non c'è molto da fare: c'è solo da mettere l'ultimo rapporto utile, ma non c'è alcun problema di grip, basta solo fiato e gambe.
La conquista di Monte Moro introduce ad un lungo pezzo di divertimento, un "settore" completamente di riposo per le gambe, cioè la discesa che porta giù a Badia Calavena, cioè la caduta in Valdillasi da quota 900 metri fino a poco sotto 500 metri. Sbloccate la forcella, fate la traiettoria ideale e di tanto in tanto toccate i freni!
Il successivo "settore", da Badia Calavena fino a Sant'Andrea segue un tratto pedalabile, però che presenta qualche piccolo dentino e anche un piccolo single track su erba, che abbassa la velocità media e non fa guadagnare quota.
Ecco poi un "settore" inedito ai più: si guada il torrente Illasi - è obbligatorio scendere dalla bici perché non si riesce a passare standosene in sella - e si risale sulla costa orientale della vallata in direzione contrada Anselmi e contrada Gauli. Lungo questo settore sono presenti un dente iniziale, corto, ed uno finale, decisamente più lungo ed impegnativo, che possono far male, ma tutto il tratto centrale è caratterizzato dall'ascesa sull'asfalto della strada vecchia che porta a Campofontana e da un interessante strada forestale, dove si può fare velocità, prestando un po' attenzione nei punti in discesa con sassi e fondo leggermente smosso. La condotta di gara in questo "settore" è fondamentale per il completamento della gara. Amministratevi ancora, perché ne avrete tutto il bisogno per gli ultimi due.
Segue infatti il "settore" della discesa a Giazza: è un single track in discesa con curve molto strette a gomito, in cui più di qualcuno scenderà dalla bici per girarsi e dai pezzi sotto bosco dove le foglie coprono le asperità sottostanti, compreso qualche piccolo gradino e qualche roccetta, che può riservare qualche spiacevole sorpresa, compreso qualche capottamento. Per quel che mi riguarda, procederò abbastanza cautamente, poiché la lucidità potrebbe essere ormai compromessa essendo probabilmente alla fine della quinta ora in bici.
Infine l'ultimo "settore", il più dibattuto e temuto di tutti, l'Inferno di Pietra, che da quando il gruppo di Velo Veronese, capeggiato dal sindaco e biker Emiliano, lo ha ripulito perfettamente - e di questo bisogna assolutamente ringraziarli per l'impegno profuso a favore della Lessinia ed in particolar modo della "sua" gara - non è più inferno, ma un po' più "purgatorio". Prima non avevo altra scelta che spingere la bici per qualche centinaio di metri per l'impraticabilità del fondo, adesso invece riesco a salire in qualche modo: questa salita è al limite delle mie possibilità aerobiche, nel senso che mi verrebbe voglia di tanto in tanto di alzarmi in piede, ma non ce n'è più, non c'è motore.
Non ho altra scelta che salire con l'ultimo rapporto, il 26/36 su 29er, e tenere sempre sott'occhio il cardiofrequenzimetro, cercando di tenere una riserva di 5-10 battiti e poter superare i numerosi scalini ed ostacoli che si trovano da quota 750 metri fino a 1250.
Qualche volta vi capiterà di dover mettere il piede a terra, ma io sono riuscito a ripartire sempre dal punto in cui mi sono fermato, per cui ci vuole solo una grossa forza di volontà per completare questo lungo "settore" di fatica pura. E' insomma affare per stambecchi e per caprioli, più che per passisti come il sottoscritto, ma se il paradiso dell'Alta Lessinia lo si guadagna passando atttraverso questo purgatorio di pietra, ho già deciso che voglio meritarmelo anch'io.
Ah, il tratto in salita si conclude definitivamente a quota 1270 metri, dopo un altro paio di chilometri di carrareccia forestale molto larga e molto pedalabile, intervallata anche da qualche pezzo piano o in leggera discesa, così come gli ultimi 5-6 chilometri in cui la gara può dirsi definitivamente conclusa: potete sistemarvi per le foto finali.
Durante la mia ultima ricognizione, di sabato 12 maggio, ho apprezzato molto il fatto che sia stata tolta la circumnavigazione del Monte Purga. Era un pezzo tecnicamente molto bello e godibile, ma si sarebbe concluso con un tratto in leggera salita su asfalto o addirittura col cementone dell'edizione finale 2011, ascesa che avrei voluto assolutamente evitare dopo la tribolazione del sentiero E5, le Gosse. L'organizzazione ci ha fatto questo enorme piacere e pertanto dopo le Gosse si può urlare - come si faceva a naja una volta - che è "finitta".
Ricordate pertanto, se fate l'Extreme, dopo il bivio di Velo Veronese, cioè dopo 2 ore abbondanti da gara con già 1300 metri di dislivello nelle gambe:
la leggera discesa da Velo Veronese-Sartori-Erbisti-Gardun-Corlaiti (tecnica)
la risalita dal vaio verso San Mauro di Saline e Monte Moro (fiato e gambe)
la veloce discesa in Valdillasi (divertimento)
il tratto interlocutorio da Badia Calavena a Sant'Andrea (alimentazione)
la costa orientale della Valdillasi (gambe e concentrazione)
il single track sottobosco verso Giazza (lucidità)
l'ascesa sull'Inferno di Pietra, il sentiero delle Gosse (sofferenza)
i chilometri finali di discesa verso il traguardo di Velo Veronese (rilassamento)
In generale il percorso Extreme è davvero una gara ultramarathon completa in tutto e per tutto. Non manca proprio di nulla: scenari e paesaggi veramente suggestivi e naturali, tratti in salita abbordabili e denti più o meno velenosi dove stringere i denti, discese veloci e discese tecniche, single track nella natura e pure qualche single track nel sottobosco dove sfoderare le proprie doti enduristiche ed infine la ciliegina sulla torta. Ci voglio essere anch'io.
Di Marco Tenuti (del 11/05/2012 @ 11:32:22, in natura, linkato 36305 volte)
Non nascondo la mia curiosità di essere andato a leggere questo articolo sul sito Link Curiosi, articolo che riporto qui sotto parzialmente. Mi pare di intuire, ancor prima di leggere l'originale pubblicazione in inglese che il gruppo di ingegneri meccanici che si è messo a risolvere l'arcano è arrivato alle conclusioni che dire che sono ovvie è un eufemismo.
Un gruppo d’ingegneri ha cercato una risposta a questo interrogativo - IL MISTERO - Ci sono sicuramente misteri più meritevoli d’indagine, ma un gruppo d’ingegneri meccanici dell’Università della California ha deciso d’indagare sul motivo per il quale la gente versa il caffè. Per portare a termine la ricerca hanno arruolato una serie di volontari che hanno fatto camminare a diverse velocità con una tazza di caffè in mano.
LO STUDIO - La ricerca, pubblicata su Physical Review E, ha concluso che l’uomo è biologicamente portato a rovesciare il caffè, in quanto la frequenza del suo passo tende ad amplificare il naturale ondeggiare del caffè nella tazza. Ancora peggio per i soggetti che hanno una camminata irregolare, circostanza che aumenta ulteriormente le probabilità di spargere caffè ovunque.
LA SOLUZIONE - Le possibilità per evitare lo sversamento passano quindi dall’educarsi a un passo regolare, senza accelerazioni che spingano il liquido oltre i bordi. Ma esistono anche altre possibilità, come il riempire meno la tazza, usarne una con un coperchio o con il bordo più alto o con pareti più ripide, che riducono di molto l’oscillazione del liquido. Non sono comunque mancati i colleghi che hanno pronosticato per la ricerca un buon piazzamento alla prossima tornata dei premi Ig Nobel - attenzione bene a non confonderlo col premio Nobel.
Di Marco Tenuti (del 09/05/2012 @ 09:24:43, in MTB, linkato 1064 volte)
Su invito di Remigio Birtele, pubblico volentieri questo invito aperto a tutti e riporto direttamente le parole di Remigio.
Come "atleta" del gruppo ciclistico Pedala Parco vorrei segnalare a te e a tutti i lettori del tuo blog un invito aperto a tutti per la PROVA delle due parti del percorso della Lessinia Legend 2012 in programma domenica 13 maggio con ritrovo alle ore 8.30 a Velo Veronese.
A scelta si potrà seguire la prima parte, Classic con istruttori Pedala Parco o visionare con me la seconda parte Extreme.
Libera partecipazione a tutti. Ovviamente la seconda parte richiede una certa preparazione fisica per poter affrontar l'ormai famoso "Inferno di pietra" meglio conosciuto come sentiero-foresta delle Gosse.
Si potrebbe pensare anche ad un "aggancio" intermedio all'Eremo di San Moro alle 10.30 circa, per chi non ce la facesse ad essere a Velo Veronese per l'appuntamento delle 8.30.
Maggiori informazioni si possono trovare anche sul profilo pubblico dell'associazione A.S.D. Pedalaparco su Facebook.
Di Marco Tenuti (del 07/05/2012 @ 09:37:56, in MTB, linkato 1035 volte)
Rispetto a quanto pubblicato più di un mese fa sul mio blog, l'organizzatore del Giro d'Italia 2012 ha modificato leggermente il percorso della tappa in programma per mercoledì 9 maggio 2012, con partenza ed arrivo a Verona.
Riporto qui sotto per comodità la planimetria della tappa, della lunghezza di 33,2 km. La tappa sarà una cronometro a squadre, per cui le medie previste saranno spaventose. L'altimetria prevede poco più di 100 metri di salita, dove il GPM è rappresentato dallo scollinamento di Castelrotto.
Sul sito della Gazzetta trovate comunque tutto della tappa al link qui sotto:
Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 23:19:52, in MTB, linkato 1510 volte)
Cactus, dal suo blog Oltre l'Ostacolo, pubblica alcune varianti del percorso della Lessinia Legend Extreme 2012, che sono oltremodo interessanti.
Eliminata l'infernale rampa che conduceva i concorrenti del percorso Marathon all'arrivo, in favore di un finale un po' più godibile, dopo essersi già "spezzati" le gambe sul sentiero delle Gosse.
Senza dubbio la Lessinia Legend guadagna ulteriormente fascino con l'edizione 2012, diventando così ancora più impegnativa ed "impossibile". Confermo ancora che non sarà cosa da tutti, ma cosa per pochi...
Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 22:10:01, in MTB, linkato 842 volte)
Stasera mio figlio Enrico sbaraglia la concorrenza e, nel guardare attentamente il video degli highlights della Hubi Hard Marathon 2012 tenutasi martedì 1 maggio, scopre che sono presente anche in altre sequenze della gara.
Non solo nei fotogrammi nell'intervallo 49-52", ma anche all'istante a 30" o e a quello al 47". Ben tre volte: era da centocinquant'anni che non succedeva.
Abbiamo insomma trovato il vero protagonista della gara nel biellese!
Apple, col rilascio di Mac OS X 10.7, conosciuto più comunemente come Lion, ha deciso di non mettere più a disposizione il front-end per accedere al computer via FTP, principalmente per motivi di sicurezza e di affidabilità generale del protocollo di trasferimento file.
In realtà dentro Lion c'è ancora tutto quanto; è solo il front-end che è stato eliminato, basta solo smanettare un po' per riattivare il server ftp (ftpd):
Anche Apple stessa nell'area di supporto del proprio sito ha trattato l'argomento qui.
Se invece non avete confidenza con la linea di comando, può esservi di aiuto questo AppleScript della Troncept, OS X Lion FTPD Enable App, che attiva nella barra del menu uno menu specifico che serve proprio a questo.
E' disponibile anche un'applicazione molto più ricca per manovrare le leve del sipario di Lion, cioè Lion Tweaks, sviluppata da uno studente norvegese, che tra le tante operazioni, consente di riabilitare proprio ftpd in Lion.
Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 12:42:38, in MTB, linkato 837 volte)
Valida anche questa per il Prestigio MTB 2012 e acclamata tra tutti i forumendoli di MTB-forum come una delle gare meglio organizzate del panorama italiano, la Nove Fossi di Cingoli, organizzata dall'Avis Bike Cingoli, pare essere davvero bella anche come percorso, a giudicare dalle traiettorie pennellate da Gian Piero Ottaviani nel video qui sotto.
Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 01:44:11, in MTB, linkato 870 volte)
E' sempre un piacere vedersi nel video riassuntivo assieme ai protagonisti della Hubi Hard Marathon 2012, corsasi a Viverone martedì 1 maggio. Ed i protagonisti non erano anonimi biker, ma i soliti che si vedono in giro, cioè Medvedev, Celestino, Vastaranta e compagnia bella.
Mi potete vedere nel trenino veloce che sale ai 30 km/h su una sterrata ancora relativamente "asciutta", mentre il campione spagnolo Ivan Alvarez Gutierrez, dal 2012 in forza al Team Elettroveneta-Corratec, ci sfila come dei paracarri....
Se si impegna, lui va dritto alle Olimpiadi di Londra nella disciplina del cross country. Se io mi impegno, anche quest'anno porto a casa il Prestigio MTB.
Reading
Fabio Volo - E' una vita che ti aspetto
Michael Guillen - Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo
Sophie Kinsella - I love shopping a New York