Davide si cimenta provetto fotografo in Kenia... di Marco Tenuti
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Santa Lucia no l'è più quela de na olta.
Adesso la ghe porta el Carbon a quei brai,
e l'Aluminio a quei catii...
A quei molto brai la ghe porta el Carbotecture.
Stamattina è comparso su Macity un articolo che segnala come Google abbia definitivamente approvato e promosso nella sua home page, quella da cui si possono effettuare le ricerche, anche la ricerca per immagini.
Non solo potete usare delle parole o delle parole chiave per cercare immagini sulla rete tramite il potentissimo motore di ricerca di Google, ma ora lo potete fare anche a partire da un'immagine: potete usare un'immagine per cercare immagini simili.
Di per sè la cosa sembrerebbe potentissima: la prima cosa che mi può venire in mente è quella di usare come criterio di ricerca proprio un JPEG della mia faccia o della mia bici per vedere cosa salta fuori.
In realtà i risultati sono abbastanza deludenti, perché l'indicizzazione che effettua Google Images Search sembra essere fortemente condizionato da due aspetti:
l'algoritmo pare sfruttare l'URL da cui proviene l'immagine, visto che gli si può dare in pasto l'immagine anche attraverso l'URL dove si trova quest'ultima
l'algoritmo controlla bene i colori dell'immagine e restituisce immagini che hanno colori simili piazzati in posizioni simili nell'immagine
Purtroppo il desiderio di chi effettua la ricerca è ben altro: se ad esempio io carico una foto in cui c'è una bicicletta Scott, mi aspetterei che l'algoritmo mi trovi altre immagini in cui c'è una bicicletta Scott, ordinando secondo priorità prima le biciclette Scott che hanno uno sfondo simile o con gli stessi colori e poi via via altre biciclette, magari anche di altre marche, fino a finire nel seminato delle moto e così via.
In realtà, come recita lo stesso video esemplificativo di Google nei suoi primi fotogrammi - che trovate linkato qui sotto al mio articolo - un'immagine vale non solo mille parole, ma ben più di mille e quindi ce n'è da strada da fare per migliorare il processo di analisi che fa sì che si possa passare dai pixel di una bitmap a tutte le parole che possano riguardare il contenuto dell'immagine stessa.
Ma come il popolo dei navigatori, nonché le software house che si occupano dello sviluppo dei motori di ricerca, hanno impiegato una decina di anni abbondante per mettere a punto lo strumento e far si che i risultati della maggioranza delle ricerche fossero appropriati per la persona e per le sue intenzioni, sono sicuro che non ci vorrà moltissimo perché Google, ma non solo, migliori drasticamente le capacità di questo strumento assolutamente strategico per il secondo decennio degli anni 2000. Mettere a punto uno strumento del genere significa aggiungere una nuova dimensione alla realtà aumentata: vorrà dire che mentre guardiamo passare per la strada delle macchine, potremmo avere già pronte le informazioni riguardanti ai prezzi e alle caratteristiche di quest'ultime, stessa cosa per vestiti e abbigliamento, per il cibo e per qualsiasi cosa sia vendibile o proponibile da un offerente... penso che il mio esempio renda molto l'idea, non serve che io mi dilunghi...
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