Oggi per il sottoscritto ritorno alla grande in MTB! Era da una vita che non uscivo in solitario, come un cane sciolto, senza obblighi particolari di tempo e di percorso, se non l'ultimo limite imposto dal meteo, via via sempre più freddo e pungente, mano a mano che ci si alza di quota.
L'obiettivo di oggi era quello di verificare com'era le condizioni del fondo della Granfondo del Pandoro a 9 giorni dalla pedalata cicloturistica.
Le ultime piogge si sono abbattute mercoledì, cioè meno di 48 ore fa e mi aspettavo di trovare fango ovunque. Invece sono rimasto molto sorpreso!
Parecchi tratti del percorso della 3° GF del Pandoro hanno drenato molto bene e l'acqua si è asciugata abbastanza rapidamente. Tutti i rivoli e i corsi d'acqua che ho attraversato sono però strapieni e portano acqua a valle copiosamente.
Il giro di oggi ha previsto una pedalatina di riscaldamento da casa mia fino a Stallavena. Da lì mi sono alzato su asfalto fino a Rupiano e all'altezza della casa della "pora Alice" mi son infilato a destra nella primo pezzo inedito.
Questo pezzo conduce da Rupiano direttamente all'abitato di Vigo, senza passare per la curva di Salvalaio. Il tratto presenta una salita bella irta, dove tornano comodi i rapporti più corti, ma non è proibitiva.
Rapido trasferimento da Vigo fino sopra a Coda e a 30 metri dalla strada che porta verso Sengie, mi sono buttato a capofitto per una mulattiera fino ad arrivare sotto contrada Maso. Pezzo questo, assolutamente nuovo, solo che è necessario attraversare una scarsa recinzione ed un cancello praticamente aperto.
L'ascesa verso le case dei Brunelli è assolutamente tosta, ma fattibilissima anche col 27/32. Peccato per quei 3/4 metri di acqua e fango in prossimità della stalla.
Da Maso a Sengie il passo è breve ed il profumo del Boarol è più forte dei ciclamini in fiore. Così scendo rapidamente verso il vaio, ma al bivio svolto a sinistra verso le cave e lascio al suo posto l'irresistibile tentazione del Pezzo. A quest'altitudine, ma anche qualche minuto prima a Maso, la temperatura è gelida: le pozzanghere sono ormai tutte ghiacciate e i miei Schwalbe scricchiolano non poco dove metto le ruote.
Per il sottoscritto si tratta di esplorare il tratto pianeggiante dal Boarol fino a Saletti e Giare, evitando così il paltano del pascolo dei Fratoni e Calalba. Direi che questo suggerimento dell'Orlando è più che mai azzeccato.
A Giare perfino i cumuli di neve ai lati, ma non bado molto al freddo e punto dritto a Crosa di Schioppo, col taglio veloce verso Fiamene e la discesa velocissima verso Coda e Vigo, col tachimetro che segna i 68 km/h.
A Vigo opto per il single track che porta dalla Ria fino alla mulattiera delle Costeole, un pezzo davvero autentico, che non può essere trascurato nella GF del Pandoro.
Da lì in poi scendo rapidamente fino al capitello di San Giuseppe, proseguendo diritto verso Bosemai, proprio come la traccia della Verona-Boscochiesanuova di tre mesi fa.
A Bosemai però torno su dai miei genitori per un breve pit-stop a base di tè caldo, una cosa di 10 minuti scarsi, perché il sole è già sceso e la temperatura punta dritta verso lo zero.
Domani bis con l'Orlando...
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