Non mi sono sottratto sabato e domenica dall'aver diffuso ai quattro venti la notizia dell'incidente occorso all'amico che io considero "cintura nera" della MTB, l'Andrea Pezzo, conosciuto a più anche come il Pappataso. Pertanto eccomi a ricordarlo qui sul mio blog, in modo da estendere ulteriormente l'informazione a tutti i visitatori del mio blog. Ieri lungo il percorso della Gran Fondo Paola Pezzo non si faceva altro che parlare di questo e chi non sapeva ancora, chiedeva quale fosse il pettorale del Pappataso.
Sabato scorso Andrea è caduto nel tentativo di uscire da una canaletta ed è caduto rovinosamente a terra battendo con la spalla e rompendosi la clavicola. Questa la diagnosi completa: "Frattura estremità distale clavicola destra, viene applicato un bendaggio rigido a Y per 30 giorni. escoriezioni multiple coscia e gamba destra.".
L'enorme network di contatti e conoscenze attorno al "begnamino" di Colognola ai Colli - è innegabile che il suo blog è uno dei cardini attorno a cui gravita ormai il ciclismo amatoriale veronese - ha fatto sì che nel giro di poco tutti sapessero del misfatto e che cioè la sua coccolatissima Rigidona lo avesse tradito, proprio durante il suo svezzamento; solo che il dubbio insinuato da più di qualcuno - come si legge su L'Arena di oggi nell'editoriale del suo redattore - sembra distogliere l'attenzione dal mezzo e puntare invece il dito sul suo cavaliere.
Certo è che le leggi della meccanica - nell'idea di migliorare quanto più possibile l'asservimento del contatto a terra - remano contro qualsiasi tipo di bici priva di sistemi di ammortizzazione e assorbimento. Insomma una bicicletta front o una full dovrebbe in teoria consentire anche ai meno capaci di riuscire a superare abbastanza agevolmente i più comuni ostacoli dei percorsi MTB, cosa che invece non si può dire sempre di una bicicletta rigida quale è appunto la Rigidona o il Ducatone, sua interessante evoluzione.
Non mi rimane quindi che augurare ad Andrea la pronta guarigione e un completo recupero delle sue indubbie doti prestazionali a bordo dei velocipedi, ferme restando le sue capacità di promozione e valorizzazione del territorio veronese e in particolar modo di tutta la Lessinia collinare.
Chissà che un mese di stop lo faccia un po' disintossicare da questa "infezione virale" quale è la bici in tutte le sue manifestazioni, di cui anch'io sto pagando più che mai le conseguenze. E quando ritornerà completamente recuperato, la vita gli riserverà una sorpresa che lo segnerà piacevolmente per sempre. Vola Pappataso!
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