Cominciamo a mettere a fuoco l'Alta Valtellina
E' da qualche anno che non torno a fare una "girada" in Alta Valtellina, posti, valli e montagne dove ho passato parecchie estati della mia adolescenza e della mia giovinezza.
Quest'anno ci ritornerò assieme alla mia famiglia nel pieno della maturità - maturità? magari - per correrci finalmente una gara in mountain bike, la mia sesta marathon dell'anno.
Stanotte ho studiato un po' anche il percorso e, come tante marathon di alta montagna, anche la Granfondo Alta Valtellina nel percorso marathon può essere divisa bene a settori, visto che è caratterizzata sostanzialmente da tre salite abbastanza lunghe.
E' insomma confrontabile e gestibile come una Dolomiti Superbike, dove bisogna prendere le salite con una certa calma e tenersi molto lucidi per affrontare le lunghe discese che le seguono.
La prima parte del marathon, in comune col percorso classic di 39 km, consiste nel salire la Valfurva prima sul versante meridionale, poi si attraversa in valle all'altezza dell'abitato di Valfurva e si risale il costone a nord sopra l'abitato di Plazzanecco. Prima si fanno 500 metri di dislivello a sud e poi altri 700 circa a nord.
Ritornati di nuovo a Bormio chi fa il Marathon come il sottoscritto se ne va dentro la Valdidentro, salendo anzitutto a fianco di Premadio di circa 200 metri. Poi si scende dolcemente verso Piandelvino e Valdidentro, ammirando sulla destra della valle Pedenosso e le Torri di Fraele.
Dall'abitato di Valdidentro si ricomincia a salire per altri buoni 600 metri di dislivello in quota e qui si fa sul serio quando le gambe cominceranno già ad indurirsi. La cosa bella è che verso il 50° chilometro di gara può considerarsi "conclusa" perché da quota 1800 circa si torna giù a Bormio per Oga continuando a perdere quota in circa 15-16 km di discesa e di tratti pianeggianti.
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