Ecco il percorso "esatto" del mio rientro da Padova, a parte il passaggio dietro l'AIA di San Martino Buon Albergo in direzione località Mattarana, cosa che non si riesce a forzare in Google Maps, perché la versione digitale di quella strada non è collegata come è nella realtà, ma anche qui le cose sono destinate a cambiare con l'arrivo prorompente di Apple nel mondo della cartografia e dei servizi associati.
Il percorso indicato da Google è di 90,9 km, contro i 90,7 km segnati dal mio Polar, il che vuol dire che ci siamo.
La cosa è stata agevolata non poco dal vento che spirava da est verso ovest, cioè proprio verso casa. Mentre uscivo da Padova, forte del doppio piatto di pasta a pranzo, tenevo spesso velocità tra i 36 e i 40 km/h, senza esser troppo su di battito cardiaco, mentre il percorrimento della strada Berico-Euganea mi ha visto viaggiare stabilmente ai 35 km/h.
Solo ormai arrivato ad Orgiano e poi verso Lonigo ho cominciato ad accusare un minimo di stanchezza, tanto che ho ripiegato dentro l'IperLonigo: ho appoggiato la bici da strada praticamente alle casse e sono andato alla ricerca nel banco frigo di un mezzo litro di te fresco ed una confezione di cinque barrette al latte Kinder. Grazie a queste barrette infilate in sequenza a raffica, ho ripreso la mia cavalcata verso Lonigo e poi San Bonifacio, anche se in questo tratto il vento si era affievolito un po'.
Confidavo ormai sull'aggancio dell'Orlando, il quale mi faceva sapere via SMS di aver superato San Martino Buon Albergo.
A Soave ho timbrato il biglietto del locomotore Orlando, il quale ha cominciato a sbuffare ai 40 km/h grazie alla brezza dell'Est e facilitando ulteriormente il reimpatrio, tanto da arrivare a casa che l'Italia aveva cominciato da poco contro la Germania.
Questa avventura è stata assolutamente positiva, perché avevo qualche dubbio sulla tenuta, visto che parliamo di 3 ore in bici, 9 ore in ufficio e poi altre 3 ore in bici. Svegliarsi alle 5 del mattino e tornare a casa alle 9 di sera, dopo 9 ore di lavoro può considerarsi una bella sfiancata per anima e corpo, ma la soddisfazione di vedere i colleghi padovani basiti non ha prezzo.
Chiaro che d'ora in poi ci penserò due volte a rifare questa impresa, ma una volta all'anno ci potrebbe anche stare. Il problema è che bisogna farla o a giugno o nei primi giorni di luglio, in modo da sfruttare completamente le ore di luce e non ricorrere a fanalini o giubbetti sia per la partenza dalla Valpantena che per il rientro a sera.
Questo giro in bici è per me il più lungo di sempre in un giorno, cioè 184 km totali. La media è stata però assolutamente fantastica. Nonostante il rallentamento dovuto a qualche semaforo rosso e anche all'attraversamento di Padova in orario di punta all'andata ho concluso ai 33,8 km/h, mentre al ritorno ai 31,1 km/h. Altri numeri ve li sciabolerò prossimamente, ma se implorate, potrei anche risparmiarveli...
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