Non mi sono mai messo a scrivere articoli di impronta politica e sociologica, primo perché non ne ho le competenze e secondo perché le mie conoscenze storiche e politiche sono alquanto limitate, ma non ultimo anche perché non preferisco espormi troppo nel professare le mie idee: lo lascio fare volentieri agli altri. Ma tant'è e questa volta voglio farlo pure io.
Se c'è un principio nella nostra società capitalistica che a mio giudizio va salvaguardato, è quello che la produzione della ricchezza va tassato più o meno proporzionalmente, ma la ricchezza in sé non va assolutamente tassata. Sono in sostanza contro ogni tipo di patrimoniale per principio. Non capisco proprio perché uno debba continuare a pagare tasse semplicemente per il fatto di possedere dei beni, ricco o povero che sia. E faccio subito degli esempi.
Se uno ha fatto sacrifici per tutta la vita, decidendo che forse vale la pena pagare un mutuo sulla casa, anziché versare l'affitto fino alla fine dei suoi giorni, lo ha fatto perché ha deciso che vuole abitare nella "sua" casa e che magari quella che ritiene la "sua" casa, la vuole lasciare alle naturali appendici della propria persona, cioè i propri cari, cioè donne o compagne, figli o amici che siano - gli animali però no per favore. Per guadagnare quei soldi, una persona ha lavorato per una vita intera e quel denaro ottenuto col lavoro ha conseguentemente prodotto un reddito su cui l'imposizione fiscale ha già detto la sua. Nulla più deve essere dovuto.
Lo stesso principio è valido quando la proprietà accumulata è immane. Se uno c'ha la villa a Portofino e lo yacht in Sardegna, meglio per lui con grande invidia di tutti gli altri. Si presume che i soldi con cui si è comprato lo yacht o la villa li abbia avuti attraverso la produzione di reddito che è stato regolarmente tassato. Fine dei discorsi. Se poi si insinua il dubbio che quei soldi li abbia avuti o messi da parte secondo i meccanismi tipici del furbetto del quartierino, allora se ne può parlare, anzi se ne deve anzitutto parlare, ma soprattutto si devono denunciare simili comportamenti, che possono sfociare a tutti gli effetti nel malaffare.
Quindi per quel che mi riguarda: via l'ICI (per tutte le case), via il canone RAI (in quanto tassa di possesso del televisore), via il bollo auto (in quanto tassa di possesso dell'automobile). E se allo stato attuale non c'è la copertura finanziaria per tali introiti, aumentiamo l'imposizione fiscali dei redditi secondo criteri di equità sociale.
Coglieremmo così due piccioni con una fava: in primo luogo snelliamo gli adempimenti fiscali dei cittadini, nel senso che non avrebbero più l'assillo di queste scadenze da onorare e in secondo luogo eliminiamo delle inutili spese pubbliche, quali gli enti e gli apparati che si occupano della riscossione e del controllo dell'ICI, del canone e dei bolli auto. E' molto meglio che la spesa pubblica sia indirizzata per questioni di sanità, ambiente o solidarietà, che per scaldare decine di migliaia di sedie in tutta la nazione. Possibile che non ce ne rendiamo conto?
Se poi mi dite che le auto e in generale tutti gli autoveicoli debbano pagare più o meno proporzionalmente una tassa per il fatto che circolano sulle strade pubbliche e per il fatto che inquinano e quindi introducono dei costi sociali - le mobilità collettiva, l'inquinamento e gli incidenti stradali - anche qui se ne può parlare.
Deve però essere salvo il principio: i soldi me li sono guadagnati col mio sudore ed ho dovuto tutto quello che spetta alla società civile secondo le regole convenute tra tutti; da quel momento in poi nessuno me li tocchi più. Sono miei.
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