Sono tornato a casa da neanche una settimana e comincio già a sentire la saudade do Brasile. Cominciavo ad abituarmi bene: sarà che il clima è stato ideale per tutte le tre settimane - sole sullo zenith, acquazzone tropicale, pioggerellina fitta fitta - sarà che la gente non ha tutte le preoccupazioni che abbiamo noi, sarà che la gente è serena e non deve incazzarsi perché il treno è in ritardo, perché è intrappolata in macchina a causa dell'ingorgo della neve o in coda per entrare al centro commerciale. Sarà perché non c'è la "paciarina" che sporca e bagna le scarpe, sarà perché non c'è bisogno di avere l'ultimo modello del Woolrich, sarà perché non c'è tutto sto bisogno di avere l'iPhone da 32 GB e la banda larga sul telefono, sarà anche perché non c'è tutto 'sto bisogno di consultare spasmodicamente Facebook ogni due ore, per vedere se qualcuno ha scritto qualche cavolata nella tua bacheca.
Ti siedi fuori da un locale: ti ordini un bel suco de laranja e abacaxi, lo accompagni con un pezzo di picanha, un ciuffo di riso in bianco ed un paio di cucchiaiate di fagioli lessi e puoi sorridere in felice compagnia dei tuoi compagni di avventura o di lavoro.
Non c'è neanche l'assillo di dover correre in palestra per fare gli esercizi che ti ha programmato il personal trainer, nè c'è il criceto che insiste nel farti fare anche oggi 45 km in sella alla bici ai 30 km/h col 53/14. Non c'è tutto sto bisogno che il BMI sia al di sotto di 21 punti, nè quello di indossare a tutti i costi la taglia 38. Dopo tutto se le tre ragazze mulatte che ti passano di fronte, hanno le smagliature sulle cosce, la pancetta che sborda un po' e seni generosi, loro le scarpe coi tacchi le indossano lo stesso e non è un problema se mangiano un pao de quejio in più.
Nessun problema neanche se con la macchina ti scartano davanti al tuo cofano da una corsia all'altra, tanto se arrivi al mare anche dieci minuti dopo, la sabbia uguale allo zucchero di canna è comunque dorata. Ci sarà anche qualche sacchetto di plastica in più sul bagnasciuga - cosa orripilante per i nostri ecologisti - ma non è un problema qui farsi a piedi cinque chilometri da una frazione all'altra o mettere l'alcol comum invece della gasolina. Il tempo non è tutto sto denaro e poi il denaro è pur sempre del diavolo.
Ma non è nemmeno un problema se passi di fronte ad un disperato, che sta dormendo sopra un cartone e ti chiede l'elemosina. Se ti va di dargli 50 centavos, lui apprezza molto di più un panettino col presunto di tutto il resto e non ti preoccupi del fatto che simile gente non lo vorresti nemmeno vedere in circolazione.
E se una "bixia" ti fa l'occhiolino, tu puoi sempre risponderle con un bel pollice su in segno di approvazione e non devi subito preoccuparti se i tuoi amici scherzano sulla tua omosessualità. E se ci sono 35°C e l'aria condizionata non funziona, non è che devi imprecare contro Lula perché il "governo è ladro".
Insomma in Brasile "si stava meglio quando si stava peggio". Non serve insomma andare indietro nel tempo, basta spostarsi fuori di casa nostra. Un sorriso sulle labbra non si compra certo coi soldi: ho già saudade do Brasil.