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Un "altro" punto di vista
Di Marco Tenuti (del 22/02/2010 @ 11:30:03, in MTB, linkato 1210 volte)

Salita di NavazzoIeri ho pedalato per la mia prima volta sulla costa bresciana del Lago di Garda. Era l'unica parte che mi mancava del lago benacense e l'ho fatto in compagnia degli amici Rodelliani di Castiglione delle Stiviere.

Ci eravamo più o meno accordati durante la settimana, per fare un giro che includesse le classiche strade e stradine pedalate dai ciclisti dell'alto mantovano e del bresciano ed è così che ho scoperto il territorio bresciano dal punto di vista ciclistico.

Tutta la zona da Desenzano del Garda fino a Salò e Villanova sul Clisi la conosco più o meno vagamente, visto che ci passo all'incirca una volta all'anno in compagnia degli amici rallisti, Fit, Duda e Gianni, quando si va sulle prove del Rally Millemiglia, ma questa volta non mi son fatto pregare due volte per andare a pedalarci anche in bici.

Salita di NavazzoPurtroppo gli amici del Pappataso Fans Club hanno declinato l'invito ed hanno preferito rimandare questo suggerimento più in là nel corso della primavera, temendo in una giornata fredda: solo Paolo Orlandi è stato invece di avviso diverso e, quando si tratta di abbracciare nuove avventure sportive, nemmeno lui si fa supplicare, visto che non ha vincoli familiari o affettivi. Effettivamente ieri mattina l'appuntamento alle 7.45 sotto casa mia era decisamente freddo per essere già in sella. Ne sa qualcosa Paolo, che veniva giù da Grezzana fino a Quinto, semplicemente in sella alla sua Wilier.

Buttata anche la sua bici in macchina, ci siamo trasferiti rapidamente verso Desenzano del Garda in A4, dove ci siamo vestiti e abbiamo messo le nostre bici in ordine di marcia in zona Piscine di Desenzano, dove c'erano il Bazzo e qualche suo compagno di team, oltre a Fabione del Team Sculazzo e Alessandro, anche lui di Guastalla.

Dopo qualche chilometro ci ricongiungiamo anche col resto del team Rodella e ci ritroviamo a pedalare lungo la sponda bresciana in un gruppetto di una dozzina di ciclisti. E' tutto un mangiaebevi la parte iniziale, anche se le pendenze ed i dislivelli non sono mai significativi, ma è giusto quello che ci vuole per scaldare le gambe e rompere il fiato.

Salita di NavazzoC'è da dire che il gruppo non bada mai alla prestazione velocistica e quando viene superato da qualche altro team di "scalmanati", come ad esempio il Team Zanola, il ritmo aumenta magari per un paio di chilometri, ma la cosa non sfiora minimamente il lato agonistico dei rodelliani e il gruppo che sorpassa se ne va senza lasciare il segno. Insomma io e Paolo intuiamo una volta tanto che non siamo finiti in una combriccola di "invasati" - ogni riferimento è puramente casuale - ma in quella di un gruppo di "amatori" che amano sì di tanto in tanto lo scattino, ma che fanno tutto il possibile per mantenere sempre il gruppo compatto e sereno. La media è comunque sempre tra i 34 ed il 38 km/h - quindi fermi proprio non siamo - col Fabione che fa lo sborone per tutta la giornata, visto che la sua Scott CR1 monta per l'occasione i cerchi Phazek ad alto profilo del Bazzo, quindi è suo diritto e dovere provarli per bene e quindi stare davanti spesso e volentieri a tirare il gruppo.

Salita di NavazzoA San Michele perdiamo tutti i rodelliani tranne i fratelli Bazzani e rimaniamo in sei: continuiamo in direzione Limone e svoltiamo a sinistra poco prima delle gallerie. Ci aspetta la salita del Navazzo. Mi scambio la bici col Fabione, tanto per mortificarlo un altro po' - la sua lista della spesa prevede nell'ordine cerchi ad alto profilo, supertelaio Addict R2 2009 e aggiornamento di qualche componente del gruppo - e capisce che le geometrie ed il peso della Addict son un altro importante step in avanti. Alché si ferma subito e mi restituisce subito la mia Addict, quasi a voler evitare ulteriori problemi in famiglia nei prossimi mesi, tanto non cambia nulla: il suo percorso è già segnato...

Tornando alla salita del Navazzo, mano a mano che saliamo, la vista sul lago di Garda è sempre più struggente e incantevole. Ci son perfino dei tornanti quasi a sbalzo che invitano a togliere il gas e a fermarsi per scattare una foto. La grande distesa d'acqua anticipa il grande monumento del Monte Baldo, tutto imbiancato e appena sotto il livello della neve le tracce ben visibili sia delle località di Prada che la salita di Punta Veleno. Se ravanate su Facebook, di foto di ieri ne trovate in quantità, comprese queste panoramiche.

La salita di Navazzo non presenta mai pendenze importanti: è però molto tortuosa ed è un divertimento sia nei rilanci in salita, che nella guida in discesa. Nessun fuorisoglia per nessuno: solo il Fabione stenta qualcosina in cima e, dopo esser arrivato in cima ultimo nel gruppo, si offre spontaneamente di pagare il giro di caffé e cappuccini. "Grazie Fabio e a buon rendere: la prossima volta ci diamo dentro il doppio tanto di farti arrivare ultimo"!

Salita di NavazzoAl baretto su a Navazzo la quantità di bici parcheggiate è impressionante. Il tempo di guardare anche qualche bici da freeride ed i loro ciclisti bardati come dei motocrossisti, con un livello di protezioni adeguato all'uso.

Si torna giù per la stessa strada che abbiamo pedalato in salita, perché la discesa dall'altra parte ci porta in Valvestino e quindi troppo fuori mano, mentre l'orologio invita a puntare celermente verso Salò e poi verso Desenzano.

Così il ritorno è un po' veloce e bisogna stare un po' più attenti alle automobili, più o meno diligenti, perché scegliamo per la parte finale del nostro tragitto la strada statale e solo un accenno di fuorisoglia ci scappa su per i tornanti di via Zette.

Si arriva così a Desenzano in scioltezza con un buon 90 km nelle gambe e acido lattico praticamente nullo, coi fratelli Bazzani e i guastallesi che si concedono una bella birra media seduti ai tavolini sul lungolago, magari ammirando anche qualche coscia slanciata in mostra in questo anticipo di primavera, mentre per me e per Paolo le lancette dell'orologio segnano il tempo e dobbiamo scappare verso la via di casa rispettivamente per altri impegni familiari e sportivi.

In conclusione: un ottimo giro tra amici con paesaggi collinari, che non hanno nulla da invidiare a quelli tra Lazise e Torri del Benaco, da ripetersi assolutamente più avanti nella primavera o nel corso dell'estate. L'idea di andarci in bici direttamente da Verona può essere ragionevole o irragionevole a seconda delle condizioni meteo e della disponibilità di tempo per i partecipanti, altrimenti non vedo grossi problemi ad andare e tornare fino a Desenzano con la macchina, come abbiamo fatto ieri io e Paolo.