Dopo il solito tamtam del venerdì tra sms e e-mail - in ufficio dovrò silenziare il mio Nokia - mi sono trovato solo, proprio come un lupo solitario.
Infatti non ho ceduto ai canti (lamentosi) dei sireni del PFC e ho mantenuto fede al mio programma definito ancora la settimana scorsa, ovvero: consegna della mia verdona per il tagliando pre Airon Bike e ritiro di una Niner One 9 rigida. Ebbene si, avete letto bene, ho avuto in comodato d'uso una single speed di cortesia fino al ritiro, previsto per sabato 20 feb., della mia verdona. 8,30 partenza dala Palazzo Conteale baciato dal sole, ma con temperatura inferiore allo "zero" e, visto che sarebbe stata un'uscita in solitario, ho pensato bene di andare a SMBA affrontando il più possibile sterrati e scollinando, anche per evitare il muro di nebbia che nascondeva la città di Giulietta e Romeo.
Pertanto ho percorso il primo trattato del circuito conteale serale che per tutto quest'inverno io e Paolo abbiamo percorso almeno una volta alla settimana: Sezano, S.Maria in Stelle, Vendri, Casa Rosa. Allo scollinamento si vedeva netto il confine tra la zona d'ombra della nebbia sottostante e il sole magnifico in quota e lì sinceramente, lo confesso, ho goduto al pensiero di aver evitato il trasferimento fino ai Monte Berici di chi so io, eheheh.
Dopo essere risbucato sull'asfalto mi sono sparato in discesa il Piloton fino al Castello e poi giù alla Rotonda di Montorio. Ho proseguito, tra le nebbia, nel percorso sterrato tra i canali delle Ferrazze e finalmente sono arrivato dal Dux per consegna verdona e ritiro della single-speed.
Dopo uno scambio veloce di pareri/consigli il Dux mi ha consegnato una bella Air One 9 con forcella carbon Campa Bros, manubrio rise da 71 cm. e un 30x18. La cosa strana che noti subito è l'assenza dei comandi sul manubrio e dei deragliatori anteriore e posteriore.
Parto bello baldanzoso e subito mi sembra di pedalare a vuoto, meno male che non ho il contapedalate, ma, a sensazione, mi sembrava di frullare ad oltre 130 rpm. passato lo sgomento iniziale comincio un pò ad abituarmi anche se alla salita verso il Monte dei Santi istintivamente cercavo di cambiare, ma non trovavo i comandi!!!
ho scollinato allegramente anche se nel punto più duro il mio cervello continuava mandare impulsi strani del tipo. "casso aspetito a scalar qualche dente?"; "non sentito el cor che el scoppietta?... meno male che non avevo il cardio.
Comunque, ho potuto apprezzare il manubrio più largo nella discesa del Monte dei Santi che solo nel tratto iniziale era un pò paciugata visto che il sole stava già sciogliendo il ghiaccio.
Sono ritornato alla Rotonda di Montorio, sempre via Ferrazze, e lì ho avuto la prima idea malsana della giornata e mi sono detto:"metemo alla proa il 30x18 sulla salita dritta per arrivar su al Castello". L'ho fatta, ma l'ultimo tratto ripido avevo quasi il timore di dover mettere il piede a terra. Sono risalito dal Piloton e proseguito verso San Fidenzio fino al cancello. Fin qui ho gustato veramente la pedalata omogenea con questo unico rapporto a mia disposizione. Discesa fino a S.Maria in Stelle e, ovviamente, mi sono cronometrato sul Piccolo Stelvio, cercando però di mantenere sempre lo stesso ritmo medio/alto e ho scollinato in un buon 9'34" con riferimento la prima griglia a fianco della chiesa. Banana (meritata). Mentre mangiavo con gusto il frutto colto del cesto della mia cucina, ho lanciato l'ipotetica monetina per scegliere quale strada prendere. E qui mi sono lasciato convicere dal lato oscuro del mio cervello e ho girato a destra con l'intento di farmi il boschetto che ti riporta alla contrada "Terra di Stelle", dove c'è lo strapiombo per intendersi.
Già prima del boschetto ho incontrato la prima neve, però spingere il 30x18 su quel tratto tecnico, lo ammetto è veramente duro. Le gambe urlavano dallo sforzo, gli addominali pure nel loro lavoro di mantenere un equilibrio assai precario e proprio prima dello strampiombo ho dovuto arrendermi e mettere i piedi per terra. Testardo ho cercato di rimettermi sui pedali, ma bastava un pò di neve o uno scalino in più per dover scendere nuovamente alla MTB. Comunque, sono riuscito a risalire in sella in un punto favorevole e sono arrivato alla contrada. Lì ha capito che quel tipo di percorso non è propriamente adatto ad una single-speed.
Comunque ho proseguito fino alla Pesa di Romagnano, dove, saggiamente, ho pensato bene di evitare la salita dei Venti, molto innevata, e sono sceso al cimitero di Romagnano e mi sono fatto le Saponette. qui il terreno era ancora ghiacciato e quindi il fondo aveva un bel grip e mi sono divertito moltissimo. Visto che ero già in zona ho imboccato la salita Cervellin con un buon passo e l'intenzione era quella di ritornare in valle scendendo dalla Lugo/Praole. Ma quando mi sono trovato sulla Provinciale e sentendo che "la gamba la tirava ben dal de drio", sono risalito fino al Monte S.Viola.
Qui lo spettacolo era mozzafiato. Neve, neve, neve!!!
Ho fatto un paio di foto alla single-speed piantata dentro la neve e poi sono ripartito verso Azzago.
Altro punto sfavorevole alla single-speed: le discese in asfalto. Lì si mulinano le gambe a vuoto... Visto che ero a Romagnano, mi sono guardato tra me e me e ho deciso di rifarmi le Saponette. Ancora sensazioni bellissime, anche se il terreno si era un pò allentato rispetto al primo passaggio, però la Air One9, che montava delle ottime Geax Saguaro 2,2, non ha avuto alcuna esitazione. Sono arrivato a casa, bello infangato, ma completamente soddisfatto della mia uscita alla lupo solitario. Concludo dicendo che sicuramente almeno una volta nella vita bisogna provare una single-speed, però la sconsiglio per i nostri abituali percorsi.
Di certo la si sfrutterebbe meglio in gare su sterrati vallonati. Se vedemo domani mattina sull'Eurostar della Lessinia delle h. 8.30. Un ultimo pensiero al Giando, vittima di un incidente fortunatamente lieve con il classico deficiente munito di quattroruote. A lui un grosso in Bocca al Lupo di pronta guarigione e, come da lui stesso ammesso e confermato, CASCO BEN ALLACCIATO!!!!!!!!!!!