L'ultima volta che mi son recato sul Piccolo Stelvio era stato domenica 29 marzo, quando ero andato a vedere Paulissen e compagnia, tutti presi a salire la famosa salita in occasione dell'edizione 2009 della Lessinia Legend.
Se vogliamo però dirla proprio tutta, l'ultima volta che l'avevo fatta in bici, era stato il 1 gennaio, su un'eccezionale coltre di neve in compagnia del Conte di Marzana, tra l'altro in discesa.
Da allora non ho potuto fare altro che leggere i tempi fatti da cani e porci lungo la salita con mia grande invidia per l'impossibilità di replicare. Senza offesa sappiamo insomma tutti delle gesta del Maga e del Conte Savoia nelle ultime settimane, prendendo letteralmente a calci i minuti e i secondi del cronometro. Ricordo anche un paio di ripetute del Pappataso poco prima del famigerato infortunio, dove si parlava di 8 minuti e qualche secondo.
Il Conte, da quando è passato alla "verdona leggera", continua ad abbattere decine di secondi, come se fossero noccioline ed è così che stasera son arrivato alla chiesa di Santa Maria in Stelle, con tutta l'intenzione di percorrere i 19 tornanti ad un ritmo modesto e con l'obiettivo di stare sotto gli 11 minuti.
E' così che alla grata parte il cronometro e spingo con sorpresa un buon 32-24 senza sentire particolare fastidio dal mio soleo sinistro.
Se ne vanno così il primo, il secondo ed il terzo tornante, rimanendo in soglia. E' chiaro che quando il cardio supera i 160 battiti, di sangue al cervello ne arriva decisamente meno, quasi tutto confluisce nelle gambe e la centrale cerebrale non comanda più a dovere le principali funzionalità motorie e volontarie del corpo.
Il quarto, quinto e sesto tornante cominciano a scorrere sotto le ruote senza soluzione di continuità e il cardio indica piano piano un livello cardiaco superiore.
Dal decimo tornante parte pure l'embolo: si aggiunge pure il fatto che il sole ormai al tramonto acceca leggermente la mia vista e va da sè che le traiettorie sono quel che sono.
"Sale, sale, e non fa male" era il testo di una canzone molto trance di almeno una decina di anni fa, molto in voga in discoteca. Il cardio comincia ad avvicinarsi a livelli
Turnover e la velocità comincia ad avvicinarsi a quelle di gara.
Io non c'ero alla Lessinia Legend 2009 e quindi non so esattamente dove fosse il tappeto elettronico per il rilevamento del tempo in cima alla salita: io mi limito a stoppare il Polar proprio al saltino su cui la ruota passa dallo sterrato all'asfalto.
Il tempo finale è 9'06"40 e la frequenza cardiaca appena sopra i 180 battiti, con tutta la salita fatta col 32-24, cioè un rapporto moltiplicatore di 1,33, quando il Maga mi pare l'abbia fatta col 42-34, equivalente ad un 1,235, quindi posso dire di averla fatta più dura del Vescovo Moro, ma non certo di padella.
Per dire insomma "bella di padella" devo insomma aspettare il prossimo tentativo...
Devo assolutamente dire che, nonostante sia partito piano, la fase di recupero del mio stiramento muscolare è buona, ma ancora molto lontana da una condizione ottimale. C'è da dire che l'alleggerimento corporeo si sente vistosamente, per cui "se son rose, fioriranno".