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Il Radu affronta la salita del Pigno
Di Marco Tenuti (del 18/05/2009 @ 08:23:49, in MTB, linkato 1481 volte)

Radu in divisa 2009Editoriale del lunedì tutto dedicato al "compagno di merende", più che mai compagno ideale delle uscite durante questa fase riabilitativa dei danni provocati dai rispettivi stiramenti muscolari.

Succede che entrambi vorremmo fare un percorso lunghetto, senza però farlo a medie elevate, onde evitare di stressare troppo sia i nostri muscoli defessi, che tutto l'apparato scheletrico-muscolare. C'è sempre da tener conto che io posso scegliere se prender su la MTB o la BDC, mentre il figlio di Aldo, ancora per poco, non ha possibilità di scelta e affronta i 100 e passa km previsti con le ruote grasse, gonfiate però per l'occasione a 3,5 atm.

E' così che ci troviamo più o meno tra Montorio e Ponte Florio, pronti per il nostro "giretto" sul lago. Era da metà gennaio che io non arrivavo alle coste benacensi in sella alla bici, ma ieri mi son sentito Cicerone, nell'accompagnare il Radu, che sfoggia la bella divisa Tagliaro 2009, e nel dirgli le impossibili velocità di percorrenza di parecchi tratti, quando mi trovo nel gruppo Turnover.

Dopo aver attraversato la città di Verona e aver superato sul Lungadige Attiraglio alcuni compaesani di Alcenago, ci ritroviamo lungo il più classico dei percorsi per ciclisti che conducono al lago, cioè dalla diga del Chievo arriviamo a Bussolengo lungo la pista ciclabile, mentre da Bussolengo fino a Lazise non ci facciamo mancare affatto la salitella del Flover, dove proviamo l'ebbrezza dei 186 battiti, nonostante 4-5 km/h in meno delle velocità ascensionali tipiche da Turnover.

Buona insomma la risposta dei nostri apparati cardiovascolari che salgono su di giri come un motore di Formula 1, anche se al momento il recupero non è ancora ottimale, oltre ovviamente alla potenza, che dovrebbe far si che tra un mese dovremmo leggere sui rispettivi cardiofrequenzimetri circa 15-20 battiti in meno a parità di carico.

Ristoro per il MarcanteIn riva al lago la sosta prevista è al Bar Gelateria Miralago a Bardolino, classico punto di ristoro per le mie uscite coi GC Grezzana, dove inzuppiamo la brioche alla crema nel cappuccino.

Dopo aver apprezzato anche qualche bella pischella teutonica in riva, è sempre il sottoscritto che fa il percorso di ritorno verso la città scaligera e così il Radu viene battezzato sulla salita del Pigno, dove soffre un po' la zavorra che ha dietro, ma l'invito è reciproco a non tirare troppo, nonostante le carte dicano che siamo fisiologicamente guariti.

Da Albarè di Costermano, solito tragitto per Coletto e Porton, San Pieretto, Sega di Cavaion, Ponton. A seguire Santa Lucia, Arcé, Pescantina, Settimo, Mirandola e Parona. Piccola nota di orgoglio per il Radu, quando nel tratto pianeggiante tra San Pieretto e Sega di Cavaion, veniamo superati da un paio di ciclisti in sella alle loro MTB, che indossano con scarpe da ginnastica. L'omone della Pieve non ci vede più e sentenzia che simili umiliazioni non possono essere perpetrate a dei professionisti ed è così che arriviamo in scioltezza al canale ai 45 km/h e ci buttiamo già verso Sega ai 60 km/h, ripristinando le gerarchie sociali tra i ciclisti della domenica e quelli agonisti.

Affrontiamo nuovamente il Lungadige Attiraglio, dove viene assimilata una barretta alle nocciole dentro l'enorme stomaco di Big Mark, e decidiamo di attraversare il centro storico di Verona, proprio a Castelvecchio, praticamente in passerella come i big ad una crono, anche se la verità è quella di farsi sempre l'occhio, col chiaro tentativo di stimolare un po' di testosterone per gli ultimi quindici chilometri che ci separano dalla doccia.

Ci congediamo a Porta Vescovo e poi via in solitaria ognuno verso casa sua. Questi probabilmente i chilometri più difficoltosi, soprattutto per il Radu che soffre le classiche raffiche di vento contro tra Borgo Venezia e Colognola ai Colli, di cui il Pappataso parla spesso nelle sue ciclocronache.

Alla fine della tappa son 98 km per il sottoscritto e 104 per il "compagno di merende". Non vi stiamo a dire le medie chilometriche: saranno argomento di discussione tra pressapoco un mese, in vista della preparazione per la Dolomiti Superbike. Intanto accontentiamoci alla grande di aver concluso questo bel percorso ciclabile, senza alcun patema muscolare. A distanza di ventiquattr'ore le gambe non son neanche tanto strache, quindi "Avanti tutta", siamo pronti per distruggercele nuovamente!