"Clamoroso al Cibali", direbbe lui, ma oggi è clamoroso che il Pappataso manchi all'appuntamento in MTB previsto per le ore 9.00 alla rotonda di Montorio.
Ad attenderlo invano, il Ppower, il Conte Savoia di Sezano e Marzana, nonché il Sambu, con l'occasione in MTB Ozone. E' così che tramite un rapido scambio di messaggi si viene a sapere che il beniamino di via Pontesello decide di dare forfait, rugolandose un'altra volta sotto le coperte al calduccio, mentre i tre della Valpantena sono pronti a percorrere qualsiasi cosa che sia un'ascesa su sterrato.
C'è da dire che i fiocchi di neve che cadono dal cielo coperto non sono molto copiosi, ma producono un certo fastidio al Marco, per essersi presentato all'appuntamento senza occhiali. L'intenzione è quella di salire verso Pian di Castagné per asfalto, ma l'intenzione è subito tradita ai lavatoi poco sopra Montorio, dove lo sparuto gruppetto devia per Olivè e punta ad arrivare in cima scegliendo i tre tratti sterrati.
Il Savoia impone subito un buon ritmo, a cui il Ppower rinuncia subito, onde evitare di stressare troppo il proprio gastrocnemio mediale sinistro, ma anche il Sambu opta per un ritmo medio ed è così che si raggiunge la cima rimanendo sempre in soglia media, senza particolari patemi.
Lo scollinamento a Pian di Castagné è interrotto dalla telefonata del Pappataso, il quale, impaurito da quatro falie che vien zò de traverson, si mette ad addurre tutta una serie di scuse per non essersi presentato all'appuntamento di Montorio. "Ieri sera son nà a leto tardi", "qua a Colognola la vien zò a tutta", "go el gombio che me fa contatto col zinocio" e altre balle del genere, che noi facciamo tutte le nostre fatiche a tollerare.
Il Pappataso, preso più che mai dal rimorso dell'atleta pseudoprofessionista, che però non si allena abbastanza, opta così per una sessione in palestra, convinto di cavarsela col gruppo a cui ha tirato il pacco.
Nella pagina Sport de L'Arena leggiamo però che il 19'55" staccato ieri sulla salita della Cola è stato ottenuto a sacrificio di un tono muscolare ulteriormente compromesso e comprendiamo benissimo del perché oggi il forte atleta colognolese abbia deciso di alzare bandiera bianca, onde evitare pessime figure.
Il trio riprende comunque la pedalata e scollina all'incrocio di Pian di Castagné dove percepiamo chiaramente che il vento verso l'Est veronese è probabilmente più intenso, così come anche la copiosità della nevicata. L'asfalto si va pian pianino coprendo di bianco e si opta per svoltare di nuovo verso valle, scendendo dalle Cantine Baltieri.
L'attraversamento a Mizzole ci porta a salire per il percorso pedonale verso il Castello di Montorio, ma svoltiamo lungo il sentiero pedonale in modo da arrivare all'attacco di via del Torresin poco sotto San Fidenzio. Non contenti avviamo la salita di via Pradelle in modo da percorrere la prima discesa della Lessinia Legend 2007, verso l'abitato di Vendri per proseguire subito in direzione Piccolo Stelvio. Si accoda per qualche minuto la coppia capitanata dal Libelli, forte atleta in forza al team Turnover, ma entrambi optano per lasciar perdere l'ascesa verso la cima.
E' così che il trio misto affronta la salita sempre compatto e ad una frequenza cardiaca in soglia e, dopo essersi bevuto i 19 tornanti sterrati arriva ben presto a Mezzomonte, per tornare giù verso Sezano. E' però il Conte a condurre le danze e si lascia andare giù per lo sterrato di via Cellore, scoperto dal nobile da qualche settimana nell'accompagnare il fido Dylan. Anche il Sambu rivela che per lui si tratta di una discesa inedita, mentre l'ormai navigato Ppower conferma la conoscenza del tracciato ed invita Sua Signoria a provare a scalarla anche in salita.
E' così che puntiamo verso le cantine Bertani attraverso l'uliveto a fianco della superstrada ed arriva la meritata sosta al Ciao, dove il Sambu saluta mentre il Marcante e il Fabio si concedono rispettivamente cappuccino e macchiatone. Il ritorno verso Quinto lungo l'asfalto termina l'uscita domenicale, pensando che anche oggi si è salvato capra e cavoli.
Ne son pertanto venute fuori circa 2 ore e mezza di sterrati pedalabili, alternati anche da qualche strappetto degno di nota, per un totale di quasi 40 km per la gioia dei tre presenti e per buona pace del Pappataso, che non ne ha voluto sapere di inforcare il mezzo...