Dopo essere rimasto stuccato da Kate Kelly che riesce a tirare avanti con una sterlina al giorno, oggi ho pensato "in grande" ed mi son detto perché non andare a fare un salto a Custoza per vedere cosa succede alla CustozaBike 2008. Con l'aria che tira di questi tempi - i carburanti sempre più cari, le iscrizioni alle gran fondo sempre più consistenti e i pacchi gara sempre più miseri - mi son detto che se tiro la cinghia, avanzo un bel po' di Euro, però l'aria di festa che dovrebbe tirare a Custoza forse non ha prezzo: neanche quella, aria che tirava oggi a Custoza non era propriamente di festa, ma "la vegnea zò de stracanton", ma passiamo alla cronaca!
Partito di buon'ora da Quinto ed arrivato a Custoza alla media dei 33 km/h in sella alla mia fida Scale, lungo il tragitto sono sostanzialmente graziato dalle condizioni meteo, perché non becco una goccia di acqua, se non quelle alzate dalle ruote sull'asfalto bagnato. Quando arrivo, comincia però a piovere e il mio abbigliamento si rivela ben presto inadeguato, visto l'abbassarsi della temperatura.
Nei dintorni della partenza è tutto un via vai frenetico dei concorrenti, che cercano di trarsi in salvo dalla bufera sempre più copiosa e fredda. L'intenzione di entrare in griglia da parte dei più, con la speranza che le operazioni di partenza vengano anticipate, viene disattesa dall'organizzazione, che rispetta invece appieno il programma prestabilito. Non c'è però evidenza dei mille iscritti e più che lo speaker continua a ripetere al microfono: l'impressione è che i partenti non siano che la metà degli iscritti e a loro va tutto il mio plauso per la determinazione con cui hanno accettato di entrare in griglia sotto un'aria gelida e bagnata che abbassa la temperatura della mattinata a circa 13°.
Anch'io sono in balia dei venti e dei mari: volevo seguire da vicino le operazioni di start, ma coi brividi addosso non mi rimane che estrarre dallo zainetto tutto quello che mi son portato dietro per coprirmi e cerco riparo sotto uno dei portici della piazza, dove anche parecchi concorrenti della gara sostano nella speranza di entrare in griglia all'ultimo minuto, magari sotto una pioggia meno battente.
Mi avvicino però alla prima griglia, dove è tutto un salutare, manco fossi una celebrità. Non mi rimane altro che fare gli auguri a tanta gente e prendere in giro più di qualcuno per l'insana idea di prendere comunque il via. Tantissimi concorrenti rimangono in griglia per una buona ventina di minuti, con l'immancabile risultato che saranno in tanti a patire di questa situazione. Uno dei più "gati" - sapete meglio di me quanto i felini domestici siano poco avvezzi all'acqua e al mojo - è però sicuramente il Miglio, che decide di entrare nel container dei bagni "omo e bici" e di partire direttamente dalla turca, anziché dalla griglia di merito.
Succede che le varie griglie vengono fatte partire una dopo l'altra e io in qualche maniera riesco a immortalare un po' dei partenti, ma corro subito nel furgone del team Rodella, dove vedo un trafficare, quasi ci fosse qualcuno che abbia rinunciato all'idea di partire. Tutti i Rodelliani risultano però partiti e rimango così a chiaccherare con la Barbara e la moglie di Castelli. Non passa però un quarto d'ora che è Andrea e Nicolas danno forfait: battono in ritirata verso il furgone e rinunciano alla gara, senza preoccuparsi più di tanto.
Peccato però che il tempo piano piano smetta di piovere e nel giro di una ventina di minuti si apra di un pelo il cielo, dove un timido sole non riesce ancora a scaldare chiunque abbia i brividi addosso come il sottoscritto. Nel giro di poco i più veloci finiscono già il primo giro e comincia già da subito la mia raffica di foto, con una fotocamera imbombegà de acqua a forza di "metti dentro tira fuori".
Incrocio anche Stefano Mutti del team Bruciati che è abbastanza sconsolato per il suo esito e gli chiedo "Hai forato?" E lui mi risponde: "Ho sboccato". Vengo a sapere anche che in tanti sono presi dai crampi dopo solo un chilometro dalla partenza, complice la sosta sotto l'acqua in partenza che ha raggelato qualsiasi muscolo.
Ecco però che scatta il mio programma Economy Class. Finite le foto di rito ad un po' di concorrenti assortiti, mi assiepo al ristoro gara e comincia tutto un alternarsi di wafer, biscottini al cocco, crostatine al cioccolato e bicchieri di tè. Ogni tanto dò un'occhiata agli ultimi concorrenti che stanno terminando il primo giro, ma la fotocamera se ne sta comoda dentro lo zainetto ed il brunch delle ore 11 è praticamente come essere ad un rinfresco nozze - avete presente quando si va a casa dello sposo o della sposa prima di andare in chiesa? Ecco, la stessa cosa.
Poi mi metto pure ad armeggiare il telefono, perché è giunta l'ora di comunicare alla moglie il bollettino meteo e attuare appieno il programma, manco fossi il ministro Gianfranco Rotondi. "Cara Elisa, il numero di buoni Pasta Party è cospicuo e c'è da sfamare tutta la famiglia". E' così che le truppe del Marcante si muovono da Quinto in direzione Custoza coi mezzi di recupero.
Così prendo parte alle ultime operazioni di gara, fotografando i primi concorrenti che giungono al traguardo belli stremati e in tanti casi irriconoscibili, per la quantità di fango addosso, ma a detta di tutti, il percorso non era così impraticabile, come poteva sembrare. "Il fondo sterrato di parecchi pezzi di gara era bello compatto e l'acqua che scorreva sopra non amalgamava più di tanto" è stata l'opinione di tanti alla fine, preoccupati appena finita la gara di raggiungere la zona lavaggio bici e di togliere quanto più sporco possibile. Così ti incontro un Eder di Bike Evolution, preso dai brividi, per il quale il caldo brasileiro è un lontano e piacevole ricordo.
Saluto anche un bel po' di amici forumendoli, come Wilderness Man e Zaire, che arrivano in sostanza a braccetto, poco propensi al risultato agonistico e molto più compiaciuti dell'impresa non proprio da tutti, vista la moria iniziale di concorrenti che ha deciso di non schierarsi.
E così tra un buono e l'altro - ringrazio espressamente anche il Massimiliano Miglioranzi che scappa di corsa al ristorante per il pranzo di un batteso e mi passa i suoi buoni a mo' di staffetta - arriva l'ammiraglia della famiglia che in pochi minuti organizza il recupero del papà Marcante, che ha modo di cambiare le scarpe, ma continua a sfoggiare la maglietta Turnover, che non presenta praticamente macchie di fango.
Io ed Enrico ci mettiamo in coda per i sospirati tortelli valeggiani al burro fuso e carichiamo un cabarel di porzioni, che sarà il pranzo di giornata. Una piacevole parentesi a fine pranzo è quella del "Pezzo 2", arrivato alla CustozaBike col muletto Chesini memore dei danni capitati alla Divinus Bike, il quale decanta le proprietà lenitive del suo cancello di alluminio, in condizioni proibitive, dove un morbida forcella d'annata assorbe molto bene le sinuosità del percorso e pneumatici Ritchey sempre dell'anteguerra risultano più che mai sorprendenti per tenuta frontale e laterale. Anche i cancelli da 11 chili e più - 11,8 kg per l'esattezza quello di Michele - hanno ancora la loro da dire.
La giornata a Custoza si conclude con una famiglia Marcante con la pansa piena de tortelini, un soletto a riscaldare ancora un po' gli animi e un rapidissimo ritorno a casa per il pomeriggio motoristico sul divano. Ah, piano, dimenticavo che a casa, a Quinto, c'era la prova del campionato nazionale Dilettanti Under 23 FCI, per cui alla rotonda di Quinto io e mio figlio, assieme al Ginetti e ad altri anziani del paese, ci siamo pure guardati questi promesse del ciclismo italiano a spendere le loro ultime forze sugli ultimi passaggi a Novaglie. Novaglie? Si, si, a presto ricominciano i giri notturni...