Ieri sera zio Paolo mi ha più o meno maledetto quando gli ho fatto sapere in SMS che la partenza prevista per stamattina era alle ore 7.00 da casa sua.
Stamattina è però scattato il quarto d'ora accademico ed io, lui e Franceschino siamo partiti alle 7.15 di buona lena in direzione nord dalla Carrara.
L'ascesa verso le alte altitudini è decisamente rapida, anche se le gambe dei partecipanti sono abbastanza stanche per quanto pedalato nei giorni scorsi: Franceschino è reduce da un'uscita di 110 km in BDC col Bosca ed il Dami di ieri dopo due settimane di stop, lo zio Paolo ha pedalato tutti i giorni delle ultime N settimane, cioè da quando non è stato fermato da Giove Pluvio, compresi i 130 km di ieri in BDC, mentre il sottoscritto ha "solo" i 55 km di ieri in BDC ed un weekend di riposo.
Di tutti e tre il più pimpante è proprio Franceschino, forte del suo peso forma inferiore a 60 chili - diconsi SESSANTA - ma il ritmo sulla Lugo-Praole non è lui a dettarlo, quanto la nuvola di tafani che sta minacciando seriamente la nostra spensierata uscita.
Per fortuna che nella salita per Praole c'è qualche allungo a velocità superiori ai 15 km/h, così riusciamo a far andare fuori soglia gli antipatici insetti e svoltiamo a sinistra in direzione Cerro.
L'attraversamento di Cerro è veloce e ci concediamo una piccola variazione sterrata verso i Zambelli e la contrada Grobbe. Si attraversa Corbiolo per l'ascesa più ripida possibile: lo spilungone di Mizzago sale in piedi come un motorino da cross country, mentre il Marcante confida nella Legeresse Scalonà, mentre l'Orlando sente male dalle gambe solo a sfiorarle.
A Bosco si arriva per l'Oasi della Sacra Famiglia, si rabbocca la borraccia e ci catapultiamo alla Pasticceria Valbusa per la prima pausa brioche. Caffè, cappuccio, macchiato e veneziane alla marmellata e alla crema che la strada è lunga.
Salutate le nostre amiche del Valbusa, si riparte in direzione Scandole e si attacca subito la salita verso il Baito dei Pastori. Su questa irta salita che diventa presto a gradini le mie gambe non girano un granché, però tengo sempre a qualche decina di metri i compagni di avventura e mi aspettano per scattare qualche foto proprio al Baito.
Tutti pancia a terra per la foto, più o meno come un anno fa, quando invece non c'era Paolo a completare il trio.
Continuiamo così fino a Bocca di Selva e poi giù denti per raggiungere al più presto la Translessinia, dove buttiamo su la padella in direzione Bivio Castelberto, a tutti gli effetti GPM di giornata.
La discesa per Malga Lessinia è scorrevole e non trafficata da camminatori e macchine, mettiamo la freccia che sono si e no le 10.30 ed è la volta della crostata di frutti di bosco e di un saccottino artigianale ai fichi e noci proprio alla malga.
Da qui in poi comincia il divertimento assoluto: una lunghissima caduta "libera" di 1400 metri di dislivello verso Grezzana, col Paolo che guida me e Francesco verso parecchi pezzi inediti per entrambi.
Prendiamo così l'asfalto verso Erbezzo poco sotto Malga Lessinia e svoltiamo a sinistra per Malga Vallina di Sopra e poi Vallina di Sotto.
Cogliamo di sorpresa ben tre marmotte che si nascondono nel sottobosco e ci lasciano ampio spazio nel grande protone, dove scendiamo più o meno a vista senza una traccia vera e propria.
Il toboga con cui arriviamo nel Vaio dei Folignani è molto suggestivo e talvolta anche abbastanza tecnico. Trattasi in sostanza del giro proposto da Paolo sabato agli uomini Bcicli, una cosa in cui sarebbe preferibile avere, non dico la forcella, ma quantomeno le ruotone che uso solitamente in gara, cioè le Crest coi gommoni Racing Ralph. E' un single track infinito, guidato, semplice, talvolta tecnico, quasi sopra in ombra.
Purtroppo i Geax Aka da 2 pollici netti andranno anche bene sugli sterrati scorrevoli, ma qui faccio una fatica boia ed i miei compagni di squadra continuano ad aspettarmi ad ogni bivio.
Nel Vaio dei Folignani si riprende finalmente una corsa leggiadra, grazie al fondo completamente risistemato dalla Guardia Forestale. Al ponte dei Folignani, giriamo a sinistra e si ritorna in direzione Bosco, ma arrivati a Scol, di nuovo giù a sinistra contromano rispetto alla Lessinia Legend 2010 verso Stander e discesa gagliarda verso il Vaio dell'Anguilla.
Anche qui la coppia Franceschino-Orlando fa più volte il vuoto ed io soccombo nelle retrovie: l'Aka da 2 pollici fa deviare la traiettoria anche dai maroccoli non tanto grandi e continuo ad accumulare decine e decine di metri di ritardo, ma me la metto via e cerco di scendere in sicurezza.
Finalmente alla svolta di Limar la carrareccia diventa più decente e torno quasi al ritmo dei miei due soci, con qualche folata ancora a 165 battiti, tanto per dire "Ci sono anch'io", dopo aver stentato non poco negli ultimi chilometri di discesa.
La caduta libera continua tra la coppia di tornanti poco sopra Lughezzano, poi deviazione all'Orsara per pedalare altri chilometri della "Ebensaghé Bike". Anche qui di single track ce n'è talmente tanto da stufarsi .
Ormai a Bellori Franceschino prova pure a fare il Ganassa con un improbabile sorpasso ai miei danni in un tornante a sinistra, ma cade senza conseguenze, mentre sul tornante successivo a destra si ripete con stile senza pervenire fino sull'asfalto della strada provinciale.
Chiudiamo con gli ultimi chilometri su asfalto da Lugo a Grezzana, che si è ormai fatto mezzogiorno e mezzo.
Giro spettacolare con un'ascesa in quota decisamente veloce, senza mai spremerci. La discesa è invece lunghissima, quasi infinita ed assolutamente divertente. Un totale di 73 chilometri e 1740 metri di ascesa, per un totale di 4 ore ed un quarto pedalate.
La prossima volta che la farò, vedrò di farla anch'io con una forcella o quantomeno con un paio di ruotone da 2,1/2,2/2,25 pollici: di più no, perché non girano nel telaio...