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Dal Corno al Tomba
Di Marco Tenuti (del 09/08/2012 @ 22:24:50, in MTB, linkato 2879 volte)

Divieto per le bici da Bivio Tommasi a Col di Pealda BassaStia tranquillo il Conte Savoia che non userò la parola "transumanza" per il titolo di questo articolo.

Non potendo prendere parte al giro organizzato proprio dal Conte, l'Orlando e Cactus della scorsa domenica 5 agosto, giro che aveva in programma di raggiungere anche il Corno d'Aquilio, mi sono detto che per oggi forse valeva la pena transumare verso gli alpeggi lessini in direzione del picco più ad occidente di tutta la Lessinia.

Certo è che oggi abbiamo attraversato più mandrie di vacche, boasse di tutti i tipi e sbarre e cancelli che abbiamo stabilito un piccolo record. Ma chi?

Oggi non eravamo in molti: io e Luca Dall'Ora, per gli amici della mountain bike Lucaling. Effettivamente non mi sono dato molto da fare per pubblicizzare la mia iniziativa, ma ero quasi più propenso a farla da solo, come un cane sciolto, però ho pensato che avere un compagno di viaggio non fosse una cattiva idea.

Ecco, molto telegraficamente, i tempi ed i momenti salienti del nostro giro molto ampio dell'arco della Lessinia.

Verso le 7.30 scarse Lucaling parte da Verona, mentre io alle 8 in punto scendo da Monte Comun: ci incrociamo poco sopra Stallavena, cioè a Crusi (290 m slm), dove per me si comincia a pedalare.

Lucaling ha già la gamba calda, mentre il mio corpo è ancora dormiente, tanto è vero che non riesco ad arrivare a 150 battiti sui primi tornanti verso Alcenago.

Il percorso vede come prima salita proprio la Chiesa di Alcenago, susseguita dalla salita ripida verso Casette di Alcenago - prima salita della Granfondo del Pandoro 2010 - a seguire l'abitato di Coda che resta alla nostra destra, il superamento della cava franata prima di Sengie, poi Fiamene.

Lo sterrato verso Crosa di Schioppo è un must essendo in mountain bike, poi Verdevalle e subito ci imbattiamo nella prima incognita, cioè una variante sterrata sotto Sant'Anna d'Alfaedo che ci fa risalire dal crinale che porta alla chiesa in paese, dove riempiamo le borracce già prosciugate dopo la prima ora in bici.

Arriviamo a Fosse con qualche minima variazione su sterrato, tanto per non sentirsi troppo bitumari. Qui il tempo di un twit su Twitter e attacco diretto della salita verso Martellengo.

Divieto per veicoli a motore verso il Corno d'AquilioIn barba al divieto di transito per le biciclette da Bivio Tommasi fino a Col di Pealda Bassa, confidiamo sul fatto che le nostre sono bici appositamente pensate per fondi accidentati e pericolosi e continuiamo rapidamente verso quest'ultimo. Per Luca questa è la prima volta verso il Corno d'Aquilio, ma avendo pedalato un paio di settimane fa proprio la Lessinia Bike, tutto il comprensorio gli è assolutamente familiare.

A Col di Pealda Bassa termina il divieto di transito per le biciclette e comincia quello per i veicoli a motore. Non è un più un problema nostro: la Scalona è leggera si, ma il motore non ce l'ha.

Deviamo ad ovest verso la Croce del Corno: arrivati alla fine della carrabile, è giunto il momento di sgonfiare un po' i tubeless della Scalona gonfiati a 4 atmosfere e dopo la profonda duna, ci ritroviamo entrambi col padellino a salire il single track che porta alla croce. Purtroppo qualche pezzettino necessita di spingere a piedi, ma non è un problema, visto che la meta è lì davanti a noi.

Alla croce scattiamo alcune foto ed ammiriamo di tutto un po': l'intera Valdadige, il basso Lago di Garda, tutto il Baldo, il Pastello e tutta la Lessinia occidentale. Peccato che la vista verso l'orizzonte sia rovinata dalla foschia in Valpadana.

Lucaling si lamenta del fatto che la sua posteriore si sta sgonfiando e cominciamo a pomparci dentro un po' di aria, ritorniamo al Col di Pealda Bassa, dove abbandoniamo l'idea di scendere fino a Sega di Ala, così aggiriamo il Cornetto e giù a Passo Fittanze per pausa Cocacola.

Dopo un po' di chiacchere col Michele Dusi, mio compagno di team, si riprende verso Malga Lessinia con Lucaling che fatica a ripartire, ma dopo un po' ingrana la quarta e si alza sui pedali secondo Scuola Ganassa Conteale. "Ho le gambe ed il cuore in risonanza con la pedalata" commenta allegramente il giovinotto, mentre io faccio fatica a stargli a ruota.

Lucaling ammira il Baldo e la ValdadigeAnche buona parte della Translessinia se ne va rapidamente con la padella sempre in canna ed io molto più a mio agio sulla Scalona che sulla Scaletta una settimana fa in notturna.

Si sale al Rifugio Primaneve per sosta di una mezz'oretta per un piatto di pizzoccheri, altra cochetta e caffé. Lucaling approfitta per cambiare la camera della posteriore che continua a perdere lentamente aria.

Dalla cima del Monte Tomba scendiamo dal pratone della Lessinia Legend 2010. Poco sotto ci fermiamo per controllare anche l'anteriore di Luca: anche questa perde purtroppo aria e non rimane che dare una gonfiata, visto che le camere da 26" sono finite.

In fondo al pratone inversione a destra verso il bivio che porta a Bocca di Selva. Poco sotto giriamo a destra percorrendo un tratto di Legend 2011-12 al contrario e sbuchiamo a Maregge.

A Boscochiesanuova ci salutiamo perché il mio tempo a disposizione si sta drasticamente riducendo, così lascio Lucaling in balia della discesa, del caldo verso la Valpantena e Verona e della sua ruota anteriore bucherellata.

Io opto per il rientro su bitume, via Erbezzo, Selvavecchia, Ronconi, Sant'Anna d'Alfaedo e Fiamene. Diventa quasi una corsa contro il tempo, ma riesco a tenere sempre delle buone velocità, anche se non certo quelle che riesco a fare con la bici da corsa con una gamba più fresca, ma il cuore gira sempre bello alto, pertanto vuol dire che il burro dei pizzoccheri non sta ostacolando la mia cavalcata di mezza estate.

Tra Crosa di Schioppo e Fiamene, per la seconda volta di oggi, il taglio obbligatorio su sterrato.

I pizzoccheri logano nel burro al PrimaneveMi rimane solo la risalita da Fiamene a Monte Comun e decido per la via più breve, ossia il muro al 25% del sentiero E5 che dalla contrada di Saline conduce direttamente sul cocuzzolo. La gamba gira ancora benone, solo che non c'è più il fresco che c'era al Pidocchio, ma il pezzo più ripido lo faccio tutto a colpi col 26/32 o col 26/36, mentre son costretto a spingere a piedi sui sassoni dell'E5, quando si è ormai su a Monte Comun. In questi frangenti mi viene da fantasticare su qualche durissima gara a tappe in MTB, come la Transalp o quell'idea nuova che sta venendo fuori da Simone Scandola ed il suo team...

Purtroppo non ho indicazioni esatte sulla distanza percorsa e sul dislivello, perché il Polar si è finalmente messo a funzionare solo dopo avergli fatto il soft reset proprio al momento della ripartenza dalla croce del Corno.

Dovrebbero essere un totale di 99 km e circa 2400 metri di dislivello, mentre per Lucaling forse un centinaio di metri in più di dislivello, visto che lui si è fatto al mattino la risalita della Valpantena, senza però pedalare i tratti vallonati da Boscochiesanuova fino a Crosa di Schioppo, non dimenticando il rampone finale al GPM di Monte Comun.

Oggi posso dire di essermi ritagliato un pezzo di Lessinia a modo mio, da ovest verso est, qualcosa di facile - tecnicamente parlando - ma assolutamente ostico per la lunghezza e la fatica, qualcosa insomma che mi si sta addicendo sempre più, dopo il terzo anno di Prestigio MTB e tutte le gare marathon ed extreme pedalate proprio nel 2012.