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Divinus Bike a "tutta ristoro"
Di Marco Tenuti (del 21/05/2012 @ 11:45:48, in MTB, linkato 1303 volte)

Finalmente quest'anno la mia prima gara in cui sono andato a tutta, la seconda gara marathon dopo l'impegno fangoso della Hubi Hard Marathon di tre settimane fa.

La gara di Monteforte d'Alpone, la decima edizione della Divinus Bike, presentava un dislivello quasi doppio rispetto a quello effettivamente registrato dal mio Polar a Viverone ed era sostanzialmente una gara quasi puramente aerobica, più che tecnica come quella piemontese.

In ogni caso ero abbastanza convinto della riuscita dell'impresa di portare a casa queste ulteriori quattro stelle del mio cammino Prestigio MTB 2012 ed ho pensato alla Divinus Bike 2012 in versione marathon come alla solita Divinus Bike - che ho già corso nel 2007, nel 2008, nel 2010 e nel 2011 - in versione classica, cioè coi suoi 1300-1400 metri di dislivello e poco meno di 50 chilometri, con qualche difficoltà in più, cioè qualche salita in più e qualche chilometro in più. E così è stato.

Si poteva insomma fare una condotta di gara "spregiudicata", cioè quasi sempre con frequenze cardiache più alte del solito, visto che non c'erano nella seconda parte di gara pezzi tecnici da richiedere particolare abilità tecnica e lucidità mentale. Ovviamente una tenuta aerobica molto alta presupponeva solo di avere abbastanza carburante a bordo, ma confidavo molto sul fatto che sabato avevo fatto il pieno al matrimonio di mia sorella e poi c'era solo da fermarsi a quasi tutti i ristori dove prendere sempre sali minerali e anche qualcosa da mangiare.

Complice il fatto che i miei amici e compagni di squadra sono entrati in griglia presto, poiché le loro griglie partivano 8' e 16' prima della mia, sono entrato anch'io nella mia griglia abbastanza presto, solo che la mia griglia, a differenza della loro, era praticamente deserta e mi sono ritrovato così praticamente alla fettuccia.

Pertanto alla procedura di partenza mi sono ritrovato davanti a tutti sulla strada e allo sparo dei trombini ci siamo lanciati sulla via in leggera salita a tutta, anch'io qualche volta ad occupare la seconda e la terza posizione della griglia in perfetto stile Maga.

All'attacco della salita di località Zonato il primo del gruppetto di testa, che risponde al nome di Daniele Valente, affronta la pendenza con un passo completamente diverso dal mio e decido da subito che non è il caso di insistere col ritmo ganassa: meglio lasciar andare Valente ed anche gli altri due-tre concorrenti che mi sopravanzano all'incrocio.

Solo che arrivati ormai al quinto chilometro il gruppetto di testa è sempre a vista a 2-300 metri ed il mio cardio dice sempre frequenze insostenibili per il resto della gara.

Mi supera Davide Arduini a velocità doppia, poi mi riprende pure Luca Leo, col quale cerco di stare quantomeno fino a Castelcerino e poi decido che anche il passo di Leolucatutotacà è semplicemente superiore al mio e quindi lo saluto con l'altra mano.

Da qui al Monte Mirabello e poi dalla zona Marathon del Vulcano e fino al Belloca tutto ok: la Scalona si comporta egregiamente, forse solo una pressione del Racing Ralph anteriore un po' troppo alta, il suo atleta a bordo anche. Si continua così a gonfie vele. Anche l'attraversamento del vaio tra la Croce del Vento e Campiano avviene senza alcun problema, grazie alla rapportatura ideale della Scalona alternando il 26/32 al 26/36 per i pezzi più ripidi. Davvero la miglior rapportatura che abbia mai avuto su una mountain bike, aiutata dal fatto che la bici è comunque ad un peso record nella configurazione come quella di ieri, cioè 8 kg in ordine di marcia.

Ai ristori nessun problema a fermarsi una manciata di secondi a prendere mezze banane, albicocche secche: mi son fermato a ben quattro ristori per mangiare, mentre a tutti gli altri ho preso sempre acqua al volo.

Al ristoro di Capitello Sant'Anna faccio addirittura il pieno con un bicchiere di Cocacola ed addirittura un pandorino alla crema al cioccolato da circa 80 grammi! Solo che non son riuscito ad ingurgitarlo tutto, così mi sono fatto una parte di discesa con una mano sul manubrio e l'altra col resto del pandorino... un ganassa ancora una volta!

Marcante si ristora al ristoro di Capitello Sant'Anna alla Divinus Bike '12

La fatica comincia a farsi però sentire con le prime avvisaglie di indurimento gambe nella scalata al Castello di Illasi e poi in tutto il pezzo in discesa a seguire, dove ogni tentativo di stretching di qualche settore muscolare comporta l'irrigidimento inaspettato del suo muscolo antagonista.

Non rimane altro che bere, bere e bere ed arrivato al cimitero di Cazzano di Tramigna decido di giocarmi il jolly, cioè prendo una fiala di Fluidmag, uno dei tanti prodotti per prevenire i crampi, per quanto possibile.

Così la salita di Castelcerino la supero gestendo molto bene i crampi e superando un sacco di persone, tenendo sempre un rapporto sufficientemente lungo e duro, tale da non scatenare l'irrigidimento da crampo.

Di nuovo qualche problemino lungo la salita del Pigno, dove arrivo a scendere e spingere a piedi per una ventina di metri, tanto da dare tregua agli adduttori, poi risalgo in bici e decido di farla finita con la Divinus 2012, trovando nuovamente una buona posizione in sella alla bici e andando a riprendere fino all'arrivo un bel po' di concorrenti del percorso Classic, qualcuno delle griglie precedenti ed anche qualcuno della mia griglia.

Che dire sulla Divinus Bike quest'anno in versione marathon: gara perfetta sotto tutti gli aspetti. Sulla mia condotta di gara invece direi che ho fatto una gara perfetta nella gestione della risorsa umana. Mi sono alimentato correttamente, ho bevuto molto, mi sono pure venuti i crampi negli ultimi 25 chilometri: posso proprio dire di non dover chiedere niente di più al mio fisico, visto che ha risposto perfettamente.

Ed ora un bel punto interrogativo per domenica prossima: domenica prossima dimenticherò completamente una condotta di gara del genere, improntata a resistere per quasi quattro ore, se vorrò portare a termine l'extreme della Lessinia Legend 2012. Ci sarà probabilmente da mangiare molto di più nella prima parte e da andare molto più piano nella prima parte ed in quella centrale, ma poi ci sarà da togliersi delle belle soddisfazioni una volta ritornati sù in Lessinia dopo le Gosse!