Piacevole il weekend appena trascorso in Toscana in compagnia di alcuni amici ciclisti, con cui ho condiviso ed ho convissuto parecchie esperienze di gran fondo e di marathon degli ultimi anni.
Ce l'avevamo in programma da tempo, cioè ancora da gennaio la trasferta a Monteriggioni per la 21esima edizione della Granfondo del Castello di Monteriggioni, piccolo borgo dal sapore squisitamente medioevale poco fuori dalla città di Siena. Sono andato con alcuni biker del team Strazzer, cioè il compagno di merende Radu, il suo gregario Simone e Flavio Brunelli. Alla comitiva si è aggiunto a due settimane scarse anche Vittorio di Affi Bike, con cui ero andato a Monreale proprio un anno fa. Quella del weekend ciclistico in giro per l'Italia alla terza domenica di marzo sta diventando infatti per me una tradizione, che si ripete dal 2010. Infatti due anni fa ero andato alla Trofeo Mountain Bike Classic a Laigueglia con Tomas, l'anno scorso con Vittorio a Monreale e quest'anno invece a Monteriggioni.
Sabato siamo partiti di buon'ora in modo da arrivare prima di pranzo e concederci una bella pedalata, in modo da saggiare un po' sia il fondo della gara, che l'efficacia dei nostri mezzi. Non abbiamo incontrato contrattempi nel viaggio verso Firenze e Siena, così appena arrivati all'Agriturismo Il Sambuco, l'eclettico gestore ci ha ospitato nell'oleificio di proprietà in attesa di consegnarci le camere.
Il giro di sabato non è stata proprio una sgranchita di gambe, visto che abbiamo pedalato per quasi 40 chilometri e scavalcato all'incirca 800 metri di dislivello, ma abbiamo avuto modo di far saltare fuori qualche magagna alle bici, come un risucchio di catena risolvibile ad otto mani sulla bici di Flavio e un'insidiosa foratura sul tubeless nuovo di trinca della mia bici.
Ci siamo concessi più o meno la prima parte del tracciato, girando attorno al Castello di Monteriggioni e scalando un paio di volte la salita finale, salita che in gara sarebbe stata percorsa un paio di volte. La pausa pranzo è stata tutta a base di carboidrati con picci al ragù e picci al sugo di cinghiale, tanto per non farci mancare nulla del posto.
Nel corso del pomeriggio non avevamo altro che da ritirare il pacco gara, e poi ci siamo concessi una lunga pausa tè, prima di guardarci la beffa di Gerrans su Cancellara alla Milano-Sanremo.
Domenica mattina la sveglia è alle 7.00 per la colazione a base di tè, fette biscottate e marmellata, sempre presso l'agriturismo in cui abbiamo dormito. Salutato il bizzarro gestore, arriviamo a Monteriggioni con ampio anticipo rispetto alla partenza prevista per le ore 10.00, solo che il trio Strazzer è in apprensione sia per il meteo che per entrare presto in griglia, mentre io e Vittorio, forti del nostro pettorale "prestigioso" non ce ne curiamo e dopo qualche chilometro su e giù per il castello, rientriamo al calduccio della macchina, in attesa di entrare nella griglia di merito del "Prestigio MTB" e della "Coppa Toscana".
Manco farlo apposta il Radu e compagnia ce li ritroviamo praticamente alle spalle e così si chiacchera fino allo start della gara. Tre, due, uno e via... tutti ai 50 km/h sul trasferimento in asfalto verso la prima collinetta e da lì in poi ognuno per la sua strada.
Per me era la prima volta in gara con la Scalona, quindi ho avuto modo di provare molto bene le qualità ed i limiti del mezzo, così com'è stato impostato per questa gara. Anzitutto la questione della forcella rigida: sui pezzi più accidentati e rocciosi un'oggettiva difficoltà a tenere la velocità dei più veloci in discesa l'ho avuta, ma appena il tracciato tornava ad essere un single track in terra battuta o sulle ampie carrarecce toscane dal fondo sterrato, ma compatto come un asfalto, mi pareva di essere su una bici da strada, precisa e sicura, tanto che rientravo ampiamente sui migliori e li sopravanzavo pure.
Sul reparto gomme ho qualcosa da ridire sugli Aka della Geax in versione 29x2,0. Sullo smosso ho notato qualche lieve impuntamento in discesa, mentre in salita la superficie di appoggio era decisamente più ridotta rispetto a pneumatici dalla sezione da 2,25" come i Racing Ralph, così la salita del Castello di Monteriggioni è stata scalata con un minimo di apprensione, ma nulla a che vedere con gli evidenti problemi di chi l'ha scalata con la 26 pollici. Per tutto il resto la Scalona è perfetta: l'impianto frenante non ha il minimo problema, la trasmissione SRAM XX non sbaglia un colpo, il retrotreno asserve bene gli ostacoli e fa sì che il comfort sia accettabile, tanto che il mal di schiena non l'ho ancora conosciuto. Certo che una bella forcella davanti mi consentirebbe di essere insuperabile anche in discesa, parlando ovviamente del gruppo di ciclisti che viaggiano sui miei tempi.
Alla fine la gara se n'è andata in scioltezza per il sottoscritto, senza mai chiedere troppo al mio corpo, tanto da arrivare in fondo, senza accusare particolare stanchezza o affaticamento. Davanti a me il trio Strazzer, come ampiamente previsto, col Radu che sorpende i suoi compagni di squadra e chiude in 180esima posizione, a mezz'ora dal primo concorrente - Franz Hofer del team Scott Italia - Flavio dietro di lui a 3 minuti, Simone a 10 minuti, mentre io a 17 minuti. Vittorio chiude la nostra parata a circa un'ora dal sottoscritto, ma l'obiettivo di giornata è per lui comunque salvo: sono le prime tre stelle del nostro timido approccio al Prestigio MTB 2012.
La gara toscana come chilometri era di 52 abbondanti, mentre il dislivello dichiarato di 1600 metri, non corrisponde affatto a quanto accumulato dal mio Polar, basato su un sensore barometrico. C'è da dire però che la quantità di oscillazioni, dove faceva molto la differenza la gamba da passista, potrebbe totalizzare più metri di quelli segnati da un sensore barometrico. In ogni caso il paesaggio è molto interessante, così come anche la varietà di passaggi tecnici e non. Una singolarità dell'edizione 2012 è la completa assenza di fango sul percorso, a differenza di tante altre edizioni dove il meteo e l'acqua l'hanno fatta spesso da padroni.